Caro Christofer, tanto per precisare, per un trinitario che "latreuo" sia rivolto al Padre, non inficia assolutamente la dottrina trinitaria.
Lo dimostra l'accanimento di Mario nel fare tutte queste acrobazie esegetiche, che la trinità viene inficiata eccome, perchè questo passo sarebbe l'unica prova che attesti che il culto vada rivolto anche a Cristo. Mentre da tutta la Scrittura è evidente che il culto va rivolto solo al Padre, YHWH (Matteo 4:10).
In secondo luogo, da un punto di vista esegetico non si può ignorare l'Agnello, visto che troviamo due soggetti sullo stesso piano e poi il verbo al singolare.
Nessuno ignora l'agnello. Ma al contrario i trinitari cercano di far di tutto per ignorare ed declassare il Padre. Ricordiamo che il trono è principalmente del Padre. Per estensione viene concesso anche al figlio in virtù della sua vittoria! Inoltre verrà concesso anche a quei cristiani fedeli (unti dallo spirito) che pure loro vinceranno:
"A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono seduto col Padre mio sul suo trono". (Rivelazione 3:21). Quindi il culto alla fine andrà rivolto pure a loro visto che si troveranno sul trono pure essi? La risposta mi pare chiara!
Infatti nel Nt il servizio è rivolto sia al Padre che al Figlio (vedi gli apostoli che si definivano "servi di Cristo").
Errato! Nel NT il sostantivo
latrèia è usato unicamente a proposito del servizio reso a Dio (Gv 16:2; Ro 9:4; 12:1; Eb 9:1, 6). Differisce infatti dal greco
diakonìa, che pure significa “ministero, servizio”, ma è usato in relazione a cose comuni, ordinarie, mondane. Il verbo greco
latrèuo viene usato a proposito del servizio reso a Dio (Mt 4:10; Lu 1:74; 2:37; 4:8; At 7:7; Ro 1:9; Flp 3:3; 2Tm 1:3; Eb 9:14; 12:28; Ri 7:15; 22:3), come quello che si svolgeva nel santuario o tempio (Eb 8:5; 9:9; 10:2; 13:10), e anche a proposito della falsa adorazione (At 7:42; Ro 1:25). Circa i "servi di Cristo" li si usa il greco
doulos!
I vincitori hanno sia il nome del Padre che del Figlio, ma il fatto che in Ap 22 ci sia un solo nome ed il servizio rivolto ad un solo soggetto non ti ricorda forse i tanti passi in cui Gesù evidenzia l'assoluta unità esistente tra il Padre ed il Figlio?
No, non mi ricorda nel modo più assoluto questo dibattito cristologico e trinitario avvenuto a Nicea e Constantinopoli nel IV secolo d.C.. Mi ricorda invece altre Scritture. Es.:
In Rivelazione 6:16,17 compaiono i due soggetti, Dio e Gesù, ma notate il pronome alla terza persona plurale: "E continuano a dire ai monti e ai massi di roccia: "Cadeteci sopra e nascondeteci dalla faccia di
Colui che siede sul trono e
dall'ira dell'Agnello, perché il gran giorno della
loro ira è venuto, e chi può stare in piedi?" Come potete notare, qui si usa il plurale perchè l'ida viene attribuita ad entrambi, Padre e Figlio. Al contrario
in Apocalisse 22, tutto il periodo è costruito al singolare, che fa ben comprendere che il soggetto è il Padre.
Ripeto la cosa più ovvia:
gli schiavi
gli renderanno sacro servizio, quindi il culto è rivolto solo ad una persona il Padre;
vedranno la sua faccia, di nuovo al singolare e ovviamente è la stessa persona, il Padre
infine
il suo nome sarà sulle loro fronti, il nome della stessa persona di cui ai punti precedenti, il Padre.
Questa, ripeto, è l'esegesi più ovvia, immediata e naturale, oltretutto in armonia con l'uso semantico del verbo
latreuo, in tutto il NT.