Squarepusher
00giovedì 17 novembre 2005 18:32
Piccola nota per Husband.
Ha ragione: la pedofilia è un fenomeno che viene al 90% in famiglia. Io non ci credevo, ma sono stato convinto da una criminologa (che è decisamente più informata di me) con prove e statistiche neutre.
Non mischiate la pedofilia familiare e quella, come dire, "clericale", perché sono due fenomeni patologici distinti. Se mai, si può paragonare quella "clericale" a quella che ha come colpevoli maestri delle elementari, ad esempio. Infine, la pedofilia a fini di lucro è proprio un altro pianeta.
Sottolineo anche che, nei casi di pedofilia "clericale" (e derivati), i colpevoli sono generalmente innamorati delle vittime e non intendono far loro del male (tutto il contrario, se mai). Il celibato ha dei legami con questo fenomeno? Bah, non saprei. Possibile. Molto probabilmente no.
PS Stiamo parlando di patologie gravissime, quindi vediamo di non fare i forcaioli.
modifica: beh, ho finalmente letto il 3ad ed ho scoperto che vi siete fondamentalmente scornati per mezza discussione. Ritornando sul celibato: a quanto pare, c'è una possibilità che sia una concausa, ma non certo la causa di questi comportamenti devianti. Altrimenti non si spiegherebbe come possa accadere a persone normali. Forse la "forma mentis" del prete è più rilevante, in questo caso.
Come si è detto, la pedofilia avviene principalmente in famiglia, da parte del padre al/alla figlio/a. Che si generino le stesse dinamiche "familiari" anche nei preti? A questo punto, partendo da una patologia già esistente (ma ancora non "affiorata") nel prete, può darsi che questo distorto rapporto familiare ed il celibato gli diano la botta finale.
Ma sono convinto che questo possa accadere solo in individui GIA' disturbati.
Se il celibato fosse l'unico problema, tutti i preti diventerebbero gay e la risolverebbero così, esattamente come i carcerati.
Comunque, non essendo uno psicologo, la mia opinione non vale nulla.
[Modificato da Squarepusher 17/11/2005 19.17]
Chi.dove.quando
00venerdì 18 novembre 2005 10:58
Re: Re:
Scritto da: M.Tamburino 18/11/2005 8.19
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> Io non ho parlato né di quantità risicate (minoranze)
> né ho invocato misure più "concilianti o comprensive"
> per il mondo ecclesiastico.
Esatto, per questo ho illustrato la ragione che sta alla base del detto "l'occasione fa l'uomo ladro".
C'è chi ha molte più occasioni di divenire ladro...e lo diventa,
ovunque possa cogliere l'occasione.
> Io ho solo scritto che se per un prete la pedofilia
> è "alimentata" dagli spermatozooi che spingono,
> per un padre-marito cos'è?
(non capisco l'insistenza...forse per coprire i misfatti di chi ha più occasioni e non ha ciò di cui ha bisogno [il sesso come pratica naturale]?)
Un padre-marito che, nonostante abbia a disposizione il mezzo per copulare (anche qui il dubbio è d'obbligo), si spinge oltre fino ad attentare alla dignità del proprio bimbo/a
è già corrotto e depravato nella testa e nel cuore, già drogato dal sesso sfrenato e senza ritegno, e, forse, lo era già prima di contrarre matrimonio (pervertito sessualmente nella testa, ma senza l'occasione a disposizione); il matrimonio, a persone già indottrinate e corrotte nel cuore e nella mente, non ha fatto altro che fornire l'occasione propizia...niente di più.
I fattori di corruzione della mente (che possono derivare da una molteplicità di cause...tipo pornografia, lettura di letteratura deviante ecc.) da una parte, l'occasione propizia dall'altra, fanno di queste persone quasi certamente dei pedofili. Alla base c'è però sempre lo stesso istinto da soddisfare.
Il prete che sceglie il celibato intraprende una lotta impari.
Se l'istinto resta a lungo inappagato con quanto offre madre natura, capiterà che con la mente cominci a fantasticare e, non appena si presenterà l'occasione (i bambini, perchè indifesi, sono facili bersagli)darà corpo alle sue fantasie. Cosa c'è di difficile in tutto ciò? Idem per il frate, idem per il carcerato, idem per le suore di clausura (lesbismo).
La pedofilia può corrompere tutti, nessuno escluso. Nessuno pensi d'essere al sicuro. La forza della sessualità ha la stessa potenza, se non superiore, alla forza della fame o della sete. C'è gente che, in difficoltà estreme, si è nutrita di carne umana, ed ha bevuto le proprie orine. C'è gente che in tempi duri scava, per poter mangiare, negli immondizai e mangia senza nemmeno preoccuparsi di pulire il il cibo in putrefazione. Se non è soddisfatta, la sessualità irrompe in modi diversi, modi che possono dipendere dalle circostanze cui attingere, perciò dall'occasione.
In ciò poi ognuno ha le sue preferenze, dettate anche dal suo vissuto e magari dalle letture che ha fatte.
Ho comunque detto che non sono un esperto in materia, ma, stante agli esperti, per come io li ho compresi, non si va molto lontano in fatto di spiegazioni.
Solo il bisturi può risolvere il problema per alcuni. Per altri basterebbe una vita condotta in presenza delle forme concesse lecitamente dalla natura.
Sicuramente la ratio può limitare i danni, ma a volte la ratio non è sempre all'altezza del compito.
Cominciamo con il togliere gli elementi destabilizzanti di una sana sessualità!: Il celibato, la clausura, la solitudine del carcere sono tutti elementi predisponenti e che andrebbero eliminati. Se poi c'è il padre-padrone che approfitta della figliola allora ci troviamo in presenza di pre-narcotizzato nella mente ed una tale persona va presa e curata, oppure bisonga procedere a renderlo eunuco, ma, quest'ultima cosa, non è soluzione molto ben vista nella ns società, non so se a ragione o torto.
> Invece, per chi è credente magari in realtà soprannat
> urali, potrebbe valere la massima "Tutto posso
> in Colui che mi dà forza", ma probabilmente questo
vale solo per le "minoranze".
Sarà! Se lo fose ok! Importante è risolvere. Però, i preti pedofili o omossessuali e le suore lesbiche, numerosi, dimostrano che non tutti s'appellano e fanno affidamento nella forza di Colui che può, e noi, caro amico, abbiamo bisogno di risolvere i problemi contingenti, non possiamo solo sperare.
Per Sonny:
Mi spiace, amico, il tuo intento, come al solito, verte sempre e solo in un'unica direzione. Per quei credenti, ma anche dal mio punto di vista, la tua è una forma di violazione della loro dignità, e su questo dovresti un attimo riflettere.
Capisco la tua sofferenza, e per questo ti dò i miei migliori auguri per un percorso di serenità, ma non puoi pensare di trovare quel percorso di serenità minando alla base le scelte altrui.
Invece di aiutarle, eventualmente, a riflettere,
rinsaldi, ironia della sorte, le loro convinzioni. Se questa è la tua meta continua...io non la trovo gradevole, non solo, ma nemmeno lontanamente vincente. Lo dico disinteressatamente, spassionatmente e simpaticamente.
Auguro serenità e felicità a tutti.
Chidoqua
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