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Predicare - Approfondimento

Ultimo Aggiornamento: 05/01/2007 21:56
15/11/2005 12:07
 
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Tornando al tema iniziale credo si possa affermare che la predicazione della chiesa primitiva avvenisse come minimo nei seguenti modi: tramite le sinagoghe, nel tempio, presso case private, nei luoghi di mercato, in luoghi adibiti alla pubblica conferenza, sulle navi, sulla riva di laghi e fiumi, presso i pozzi, nei tribunali ebraici e romani, in forma epistolare quando rivolta a non credenti, di città in città e di villaggio in villaggio, con il passaparola.
Nel NT ci sono numerose testimonianze sia relativamente al proselitismo in senso collettivo che in forma privata. Non esiste alcuna prescrizione relativamente a tempi e modi della proclamazione evangelica. Diversa è la questione già ben trattata dell' ospitalità.
15/11/2005 17:31
 
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Questi i luoghi legati alla radice "predicare" quando il verbo è riferito alla predicazione verso i non-credenti

nelle loro sinagoghe (Mt 4,23)
nelle loro sinagoghe (9,35)
strada facendo (10,7)
nelle loro città. (11,1)

per i villaggi vicini (Mc 1,38 )
nelle loro sinagoghe (1,39)
dappertutto (16,20)

nelle sinagoghe della Giudea. (Lc 4,44)
per le città e i villaggi (8,1)

nel tempio (At 5,20)
sull'Areòpago (17,19)


Da questa semplice ricerca emerge che non è attestata la predicazione "porta a porta". Se essa sia esplicitamente condannata, è congetturale, ma di certo non è attestata.

[Modificato da Teodoro Studita 15/11/2005 17.31]

15/11/2005 17:36
 
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di casa in casa (Atti 5,41-42)
15/11/2005 19:04
 
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Re:

Scritto da: Seabiscuit 15/11/2005 17.36
di casa in casa (Atti 5,41-42)



semmai kat'oikon

"Di casa in casa" non figura in nessuna delle traduzioni che posseggo. Ora barnabino dirà: "ma no, vedi qua e là kata distributivo, bla bla, Zerwick, Kittel, ginopino".

Ora, invece di riempirci la bocca di citazioni (di testi che io ho, ma che non sono sicuro che barnabino abbia), diciamo subito che Zerwick traduce "in private houses", ma non è questo il punto.

Tutti i commentari che ho consultato fanno il parallelo tra At 5,42 e 2,46. Il riferimento "in casa" riguarda le adunanze che si svolgevano nelle case di cristiani, dove i fedeli si riunivano per "spezzare il pane", non già ad una predicazione itinerante, condotta "porta a porta" di cui, del resto, non vi è traccia in nessuna parte del NT.

Sulla base di un versetto di dubbia interpretazione è onesto affermare che la predicazione degli apostoli avvenisse "di casa in casa"...?
15/11/2005 19:46
 
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Caro Teodoro,

Zerwick traduce "in case private" IN SENSO DISTRIBUTIVO, proprio quello che fanno i TdG che visitano le persone nelle loro case private e non solo in luoghi pubblici. Dire "di casa in casa" o "nelle case private" non fa alcuna differenza se mi permetti, il principio è sempre lo stesso. Gli atti non dicono "en" ma "kata". Ti ho anche mostrato come la Novissima e la Concordata traducono "per le case". Non mi pare quindi che la TNM sia strana.

Per inciso se la chiesa cattolica ce lo permettesse noi predicheremmo anche nei loro templi, purtroppo questo, in genere, non è possibile farlo ma non certo per colpa nostra.


Il riferimento "in casa" riguarda le adunanze che si svolgevano nelle case di cristiani



Non direi, il riferimento semmai è alle "diverse singole case private", qui si parla di evangelizzare, non avrebbe senso dire che i discepoli "facessero adunanze" nei templi o che "predicassero" a qualcuno che era già cristiano. Il senso di "diverse case private" è uguale ma il contesto è assai diverso, per di più nel contesto del capitolo 2 di Atti si parla specifiamente di "prendere del cibo" (trophe).


Sulla base di un versetto di dubbia interpretazione è onesto affermare che la predicazione degli apostoli avvenisse "di casa in casa"...?



Il versetto non è "dubbio" e non si capisce perchè i discepoli predicavano ovenque, nei templi di religioni diverse, nei luoghi pubblici, ai mercati, nelle scuole, ai pozzi e non contattassero le persone anche nelle loro case o tenessero studi con loro a domicilio... se mi permetti sarebbe incomprensibile.

In tutti i casi non capisco dove stia la tua difficoltà ad accettare questo metodo, sia nelle case che in altri modi non mi pare che ci sia nulla di male a contattare le persone con il desiderio di insegnare loro la Buona Notizia...


Ciao [SM=x511460]

[Modificato da barnabino 15/11/2005 19.54]

15/11/2005 20:05
 
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Non entriamo nella diatriba dello spezzare il pane, non è il caso di perdere tempo per una cosa condivisa da tutti tranne la WTS.

Il fatto è che At 2 parla di un contesto di vita già cristiano, e non già di persone che dovevano ricevere il vangelo.
Nulla ci dice che il didaskein e l'euangellizesthai "in casa" non si riferisse alle catechesi abituali da parte degli apostoli o degli anziani nelle famiglie neo-cristiane.
La ripetizione della esatta locuzione "en tw ierw kai kat'oikon" se non lo può provare, non può neanche negarlo.





15/11/2005 20:31
 
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Caro Teodoro,


Il fatto è che At 2 parla di un contesto di vita già cristiano, e non già di persone che dovevano ricevere il vangelo



Infatti, proprio quello che ti facevo notare, mentre il contesto di Atti 2 parla di di vita cristiana quello di Atti 5 si riferisce alla predicazione a coloro che non erano ancora cristiani.


Nulla ci dice che il didaskein e l'euangellizesthai "in casa" non si riferisse alle catechesi abituali da parte degli apostoli o degli anziani nelle famiglie neo-cristiane



Non direi che si possa parlare di euangellizesthai nel caso di cristiani battezzati, secondo Matteo 28 infatti didaskein e euangellizesthai precedono il battesimo.

E comunque nulla ci dice che predicare "di casa in casa" indichi qualcosa di diverso dal senso più ovvio, come ti ho detto non si capirebbe come mai, a tuo parere, la Buona Notizia sarebbe stata predicata ed insegnata dai discepoli ovunque (ma proproo ovunque) tranne che dove sarebbe più logico aspettarsi, cioè direttamente agli interessati.

Comunque per me questa tua polemica contro i TdG non mi pare che abbia alcun senso... se la tua accusa verso i TdG è quello di predicare la Buona Notizia in ogni luogo comprese le case private allora ben venga questa accusa che suona tanto come un complimento!

Ciao [SM=x511460]

[Modificato da barnabino 15/11/2005 20.33]

16/11/2005 00:28
 
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Re:

Atti 5 si riferisce alla predicazione a coloro che non erano ancora cristiani.



Questo lo dici tu. E tu chi sei esattamente per statutare a cosa si riferisca in maniera così categorica?


Non direi che si possa parlare di euangellizesthai nel caso di cristiani battezzati, secondo Matteo 28 infatti didaskein e euangellizesthai precedono il battesimo.



A quindi dopo il battesimo non si può più catechizzare. Interessante...


E comunque nulla ci dice che predicare "di casa in casa" indichi qualcosa di diverso dal senso più ovvio



Se ci fosse scritto "predicare di casa in casa" potremmo anche discuterne...


non si capirebbe come mai, a tuo parere, la Buona Notizia sarebbe stata predicata ed insegnata dai discepoli ovunque (ma proproo ovunque) tranne che dove sarebbe più logico aspettarsi, cioè direttamente agli interessati.



Ti piace fare dire al prossimo cose mai dette, quanto ti piace.
Io ripeto (per i muri a questo punto) che non mi risulta essere attestato che la metodica di predicazione di Gesù e degli apostoli fosse quella "porta a porta", stop. Il comando "non passate di casa in casa" di Lc, può avere certamente una valenza in ordine allle abitudini di sosta nei viaggi apostolici, ma non vedo perché negare categoricamente che potesse anche indicare un binario di predicazione da scartare rispetto a quelli già in uso (sinagoga, tempio, piazze).

L'unica cosa che sei riuscito a tirare fuori dal NT è At 5, che tutti i commentari riferiscono al cap.2 che parla delle comunità cristiane. Anche in questo caso non hai argomenti per provare il contrario. Anche se li avessi un solo versetto in tutto il NT non credo che possa provare che gli apostoli girassero "di casa in casa", questa è una pia fantasia di quei giocherelloni di Brooklyn.

16/11/2005 12:44
 
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Re: Re:

Scritto da: Teodoro Studita 16/11/2005 0.28


Atti 5 si riferisce alla predicazione a coloro che non erano ancora cristiani.



Questo lo dici tu. E tu chi sei esattamente per statutare a cosa si riferisca in maniera così categorica?




Il cristianesimo primitivo da un nucleo originario di 120 discepoli su cui cadde lo sprito santo alla pentecoste dopo solo 30 anni era divenuta una tale entità da scatenare una prima persecuzione a Roma da parte di Nerone. E i cristiani affrontarono il martirio perchè erano fermamente convinti della loro fede.

Come potè avvenire tutto questo se non con una predicazione capillare e rivolta individualmente verso le singole persone. Come si poteva diffondere in modo così largo e inculcandolo con tal forza nei singoli se non con una vasta opera che curasse personalmente ogni singolo?

E nei tempi moderni come sarebbe stato possibile che un minuscolo gruppo imprigionato illegalmente in una prigione americana e liberato poco più di ottanta anni fà divenisse un popolo di quali sette milioni di proclamatori se non fosse stato per un opera di predicazione su scala mondiale e rivolta alla cura spirituale del singolo?

Credo che a questo punto più che le parole contino i fatti.


MARIA
18/11/2005 00:26
 
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Si è chiesto con quale argomento si può assiomaticamente affermare che Atti 5 si riferisca a persone da convertire piuttosto che a convertiti.

Damaride ritiene che ci sia un nesso con la diffusione del Cristianesimo in 30 anni.

Secondo me non solo la persecuzione neroniana non ha assolutamente nulla a che vedere con Atti 5, ma il panegirico (sproloquio?) della diffusione della fede di Damaride è del tutto offtopic.

I cristiani negli anni '60 (del I secolo ovviamente) erano 4 gatti, il fatto che Nerone li perseguitò era esclusivamente funzionale a trovare un capro espiatorio per l'incendio che pare fece appiccare per ottenere i lotti necessari per l'edificazione della domus aurea. Lo stesso Claudio 10 anni prima aveva espulso i cristiani come "facinorosi", ma questo non vuol dire che i cristiani fossero numericamente rilevanti. Se c'era una comunità a Roma (di qualche migliaio di fedeli al massimo su una popolazione di un milione di abitanti), in tutta la parte occidentale dell'Impero il Cristianesimo era completamente sconosciuto, predicazione o no.

Ancora non ho sentito attestazioni di sistematiche predicazioni "porta a porta", mentre tutto lascia pensare che la predicazione avvenisse principalmente in luoghi pubblici. Di qui si spiegherebbe anche la definizione di Tacito e di Plinio, che parlano dei cristiani come dei sovvertitori dei costumi e degli agitatori delle masse. E' difficile agitare le masse bussando alle singole porte del milione di abitanti di Roma. La stessa definizione diventa congrua se ci immaginiamo un San Paolo a strillare sui Rostra del Foro Romano.

Meno polemica e più fatti, signori.
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