Caro Teodoro,
Non capisco come si possa essere assiomatici su quel brano.
Mi pare che qui l'unico "assiomatico" sei tu che vuoi a tutti i costi sostenere che nel vangeli ci sia una proibizione a predicare di casa in casa!
A me pare ovvio che l'opera dei discepoli come quella di Gesù veniva svolta sia in pubbico che in privato, ai pozzi, presso i mercati, per la strada e anche nelle case.
Nessuno dice che la predicazione "di casa in casa" fosse attività più usata di altre, non esisteva un "metodo" particolare, semplicemente i discepoli contattavano le persone individualemente in qualunque luogo dove esse si trovavano e dove fosse pratico conversare.
Oggi i TdG fanno lo stesso, contattano individualmente le persone dove si trovano: per le strade, in esercizi commerciali, mentre viaggiano su un treno o nelle loro case.
Qui il versetto dice che "predicavano e insegnavano" di "casa in casa e nel tempio" il senso più ovvio mi pare sia quello che leggi, poi distinguere dicendo che "predicavano nel tempio" e "insegnavano di casa in casa"
mi pare una forzatura che comunque non vedo come possa escludere che i discepoli predicassero anche individualmente e non solo in modo collettivo.
Come ti ho detto
il contesto di questo versetto non ha a che fare con la catechesi ma con il proselitismo dei discepoli che preoccupava i capi religiosi.
Per altro mi pare che se i TdG oggi predicassero solo davanti a San Pietro a solo nei luoghi di mercato o negli oratori non mi pare che questo potrebbe essere appropriato, almeno nel nsotro paese e nella nostra cultura. Di casa in casa c'è un clima più adeguato allo scambio di opinioni dove ciascuno si sente più a proprio agio.
Comunque te, lo ripeto, se l'accusa verso i TdG è quella di contattare individualmente e acsa loro le persone per parlare di Dio... ebbene, ben venga questa accusa!