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Il ministero del regno: "Com'è organizzata e diretta la congregazione"

Ultimo Aggiornamento: 24/12/2007 16:07
25/07/2006 19:25
 
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Discussione interessante. Mi sembra opportuno far presente alcuni aspetti di rilievo.

Il procedimento di cui dà atto la signora o signorina Ebe
non ha alcun riscontro nella prassi dei codici di procedura civile o penale dello stato laico discostandosene totalmente.

Non sono un esperto di diritto ecclesiastico, intendendo per tale non solo quello cattolico ma anche quello delle altri culti. Quello che mi sembra di arguire è che tali codici di diritto più che basarsi sulle leggi delle stato laico si basino
sulle leggi veterotestamentarie ( cioè della Torah ) e quelle
neotestamentarie.

E' a mio parere inevitabile che fra le procedure dello stato laico e le procedure delle confessioni religiose come quella dei TG nascano delle diversità laddove subentrano i testi sacri che per il fedele assumono un peso e un valore superiore ai testi di diritto civile.

Non mi meraviglia perciò che la suddetta signora o signorina Ebe abbia accettato una procedura che non avrebbe alcun riscontro nel comune procedimento processuale.

Credo infine che sia difficile per una comunità religiosa riuscire a conciliare i codici dei testi sacri con i codici del diritto dello stato laico. Questo fa indubbiamente emergere
le discrepanze di cui si parla e che a mio parere sono inevitabili.

A mio parere lo stato laico dovrebbe essere più deciso nell'imporre l'esigenze di una moderna società e meno prono alle esigenze confessionali. Tanto più che l'assemblea costituente ha sancito l'esigenza di sottomettere a riconoscimento giuridico i culti ammessi ( Art.8 Costituzione )

Casi come quello del giudice Tosti indicano però che ancora lo stato laico soccombe alle ingerenze e alle influenze del potere religioso e questa soccombenza si riflette in generale anche nei riguardi di altre confessioni.

Vado a quel che a mio parere è alla radice del problema in oggetto: la scomunica in se stessa, a parte le procedure attuate dalle varie confessioni religiose a partire da quella cattolica, può realmente definirsi in linea con gli attuali indirizzi della attuale giurisprudenza e dell'attuale comune sentire?

IO CREDO DI NO.

Ma come riuscire ad ottenere dalle comunità religiose un ripensamento su tale punto se le stesse comunità continuano a muoversi sulla base di un anacronistico " Dio lo vuole?"

Mi sembra per quanto questa riconversione di un istituto di scomunica, a mio parere lesiva del diritto, sia da attuarsi immediatamente in effetti sia ancora lontana anni luce dalle ideologie delle Chiese, nessuna esclusa.

[SM=x511460]

L'amore può condurre alla morte, ma la morte non può condurre all'amore.-
Autore: IO
25/07/2006 19:50
 
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E' a mio parere inevitabile che fra le procedure dello stato laico e le procedure delle confessioni religiose come quella dei TG nascano delle diversità laddove subentrano i testi sacri che per il fedele assumono un peso e un valore superiore ai testi di diritto civile.

Non mi meraviglia perciò che la suddetta signora o signorina Ebe abbia accettato una procedura che non avrebbe alcun riscontro nel comune procedimento processuale.

Credo infine che sia difficile per una comunità religiosa riuscire a conciliare i codici dei testi sacri con i codici del diritto dello stato laico. Questo fa indubbiamente emergere
le discrepanze di cui si parla e che a mio parere sono inevitabili.



Caro Gengiskhan sono d’accordo con te all’80 per cento ma resta comunque un 20 su cui non mi trovo in linea con te. La difficoltà di conciliazione della prassi dottrinali con le leggi del codice civile vengono a porsi in essere nel momento in cui la confessione in questione voglia vedersi riconosciuta come Persona Giuridica con tanto di diritti derivanteli dallo Stato. A tale riconoscimento però non è forzata. Una riunione di credenti non deve necessariamente essere un’associazione a che mi risulti e non è obbligata, qualora lo diventasse, ad avere uno Statuto in armonia con i diritti fondamentali degli esseri umani sanciti dalla Legge dello Stato se non ha l’obiettivo appunto di diventare una Persona Giuridica così da ottenere un’Intesa.
Se le dottrine di tale confessione religiosa non rispecchiano fedelmente la democrazia che caratterizza lo Stato in questione, firmare uno Statuto garante di tale democrazia in contrasto con le dottrine di tale confessione religiosa, non è un compromesso politico per ottenere benefici legali?

Ribadisco il fatto che i Tdg esistevano anche prima del 1986 e lo Stato permetteva loro di riunirsi proprio come ora. Non erano perciò obbligati a firmare uno Statuto garante della Legge dello Stato.
Il caso del vaticano è un po’ diverso. La scomunica cattolica è confinata al solo gruppo ecclesiastico e non laicale, gruppo ecclesiastico di cui un cattolico è libero di poter far parte o no.
I Tdg invece applicano questa ‘scomunica/disassociazione’ a tutti i loro aderenti. Perciò una volta battezzatoti non hai più scampo. Anche se solo decidi di cambiare religione, sei finito, spacciato! Non vieni ‘scomunicato’ ma ti considerano ‘un dissociato’, anche se tu non hai presentato nessuna lettera o domanda ai tuoi pastori.
E le conseguenze di un dissociato sono le stesse identiche di un disassociato, ovvero un ‘perenne e assoluto ostracismo’ perfino dai tuoi stessi parenti. Vero è che nel caso di alcuni, come quello di Ebe, che sostanzialmente si ritrova ancora dentro l’ortodossia della confessione cui si pregia di far parte, c’è l’accettazione della ‘disciplina pastorale fatta per amore’. Ma per chi invece non condivide più queste dottrine e le ritiene sbagliate, dov’è la possibilità di potersene andare con dignità?
Non c’è! La prova di quanto dico sono tutte le numerose testimonianze in lacrime di ex-fratelli che telefonano a Radio Maria versando nell’etere la loro sofferenza, con la speranza che qualcuno che non sia nella loro organizzazione possa provare un po’ di empatia e comprendere le loro sofferenze. A Radio Maria arrivano anche telefonate di fratelli che dicono di andare di nascosto a trovare loro amici ex-Tdg perché se lo facessero alla luce del sole rischierebbero di essere espulsi anche loro

Tutto questo deve finire! E’ una vergogna! Altro che la scomunica cattolica! Il sistema, così come è posto dei Tdg calpesta e distrugge la dignità dell’individuo in modo ignobile e disumano! E per di più è anche illegale con la Legge giacchè ha come controfirma uno Statutto che in teoria dovrebbe tutelare i diritti fondamentali degli esseri umani
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
25/07/2006 20:35
 
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troppa carne al fuoco....
non credo sia il caso di entrare troppo nel merito dell'argomento "disassociazione".
dovremmo affrontare il problema dal punto di vista sia dottrinale che giuridico.

quì molto più semplicemente ci si sta domandando se l'ente giuridico congregazione cristiana dei tdg rispetti,in materia di disassociazione,la procedura illustrata nel suo statuto.

la risposta è no.

non credo che addentrarsi troppo in tecnicismi di tipo giuridico aiuti a fare chiarezza,ipotizzando scenari da fantagiustizia di cui onestamente in questo momento non si sente la necessità,sempre che lo scopo di questa discussione sia fare chiarezza e portare alla luce dell'opinione pubblica confessionale e non,un dato di fatto.

e cioè che esiste una distanza riprovevole tra la prassi comunemente accertabile in seno alle congregazione dei tdg in italia e quello che l'ente giuridico coordinatore ha dichiarato essere i diritti e i doveri dei suoi associati.

ma "fratelli" dove siete ? jyhu

in attesa di una risposta di luigi,ancor più chiarificatrice,vi saluto sperando che i temi trattati non siano da voi visti come una minaccia ma piuttosto per ciò che essi davvero rappresentano,ossia una irrinunciabile risorsa.

a domani
bruno [SM=g27994]

[Modificato da giainuso 25/07/2006 20.42]

25/07/2006 20:49
 
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E invece a mio parere alla base del problema sono proprio i privilegi di cui, in barba ad ogni logica dello stato di diritto, gode la Chiesa Cattolica in virtù dei Patti Lateranensi.

Infatti proprio nella Costituzione Italiana sono contenuti, in asservimento al Concordato, gli elementi che danno a tutte le altre confessioni religiose i motivi per cui possono fare il bello e il cattivo tempo, anche se non nella misura degli enormi privilegi e esorbitanti garanzie concesse alla Chiesa Cattolica.

Nota questi articoli della Costituzione:

Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Art.7 Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Art. 8 Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze
.

Cosa si verifica in conseguenza dei suddetti articoli della Costituzione?

Che lo Stato per privilegiare la chiesa Cattolica si è data la zappa sui piedi anche nei confronti delle altre confessioni religiose.

La base di questo cedimento è che tutte le religioni sono uguali davanti alla legge e in maniera simile tutti i cittadini, sia laici che appartenenti al clero sono pari indipendentemente dalla religione professata.

Di conseguenza avendo lo Stato commesso un autogol clamoroso concedendo inammissibile privilegi alla Chiesa Cattolica con il Concordato si trova impotente di fronte agli altri culti per non violare quei stessi enunciati della sua propria Costituzione.

La verità è che un Concordato così come concepito è una palla al piede dello stato di diritto. Solo eliminando il Concordato si potrà dare una regolata a tutte le altre confessioni religiose.

Mi meraviglia che si faccia ancora l'apologia della scomunica cattolica, non meno dolorosa delle altre scomuniche e che, come le altre, è una palese violazione dei diritti umani.

E non sono scomunicati solo i componenti del clero, ma sono discriminati pure le coppie di divorziati, le coppie di fatto etc.etc. che vengono sì salutati, ma se credenti cattolici vengono trattati comunque come degli appestati all'interno
delle comunità ecclesiali.

Caro amico, mi fai venire in mente un detto dell'indimenticato campione del ciclismo Gino Bartali che diceva: " L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare"

[SM=x511460]



[Modificato da -gengiskhan- 25/07/2006 20.54]

L'amore può condurre alla morte, ma la morte non può condurre all'amore.-
Autore: IO
25/07/2006 20:52
 
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Re: troppa carne al fuoco....

Scritto da: giainuso 25/07/2006 20.35
non credo sia il caso di entrare nel merito dell'argomento "disassociazione".
dovremmo affrontare il problema dal punto di vista sia dottrinale che giuridico.

quì molto più semplicemente ci si sta domandando se l'ente giuridico congregazione cristiana dei tdg,rispetti in materia di disassociazione,la procedura illustrata nel suo statuto.

la risposta è no.
non credo che addentrarsi troppo in tecnicismi di tipo giuridico aiuti a fare chiarezza,ipotizzando scenari da fantagiustizia di cui onestamente in questo momento non si sente la necessità,sempre che lo scopo di questa discussione sia fare chiarezza e portare alla luce dell'opinione pubblica confessionale e non,un dato di fatto.

e cioè che esiste una distanza riprovevole tra la prassi comunemente accertabile in seno alle congregazione dei tdg in italia e quello che l'ente giuridico coordinatore ha dichiarato essere i diritti e i doveri dei suoi associati.

ma "fratelli" dove siete ? jyhu

in attesa di una risposta di luigi,ancor più chiarificatrice,vi saluto sperando che i temi trattati non siano da voi visti come una minaccia ma piuttosto per ciò che essi davvero rappresentano,ossia una irrinunciabile risorsa.

a domani
bruno [SM=g27994]



Hai ragione, bruno scusa. E' che non riesco facilmente a sopportare le continue analogie della 'scomunica' Tdg con la 'scomunica' cattolica.
Comunque ritengo che Gengiskhan abbia centrato il punto. Lo Stato deve assumere un ruolo di garante attento e vigilante affinchè i diritti di tutti possano essere rispettati.
Se lo Statuto venisse seguito capillarmente così com'è stato stilato in accordo fra la Betel di Roma e lo Stato Italiano, nessuno avrebbe più di che recriminare o lamentarsi. Ci sarebbe un perfetto rispetto dei diritti di tutti i soci aderenti Tdg.
Sia gli 'allineati' che i 'dissidenti' troverebbero rispettate le loro volontà. Gli 'allineati' accetterebbero di buon grado l'insieme delle regole interne dell'associazione/confessione e i 'dissidenti' potrebbero tranquillamente avvalersi del loro diritto di cambiare idea e dimettersi dall'associazione/confessione senza alcun problema.

Quale sarebbe il risultato di quanto sopra detto? Che i dissapori fra 'allineati' e 'dissidenti' si assotiglierebbero e si potrebbe anche instaurare un buon rapporto di reciproco rispetto senza stare sempre sul chi va là. Certo, con questo non voglio dire che le discrepanze dottrinali cesserebbero, ci mancherebbero. Ma verrebbero vissute con più serenità e dignità.

Detto questo, lascio la parola agli altri.

Buona serata.
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
25/07/2006 20:58
 
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Il mio post precedente avrebbe dovuto seguire il tuo ultimo, ma c'è stato un incrocio, anzi una contemporaneità che fà sembrare incorenti la seguenza deli interventi.

Cose che capitano.

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L'amore può condurre alla morte, ma la morte non può condurre all'amore.-
Autore: IO
25/07/2006 21:00
 
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non e' un opinione ma un dato di fatto
Cari Foristi,
ho impiegato un po’ a leggere l’ intera discussione. Per chi non mi conoscesse, ho appartenuto in tutto e per tutto alla realtà dei testimoni di Geova per quasi 33 anni , da quando ne avevo due!!
Credo che “qualcuno” stia facendo un poco di confusione con la realta’ (riferito all’argomento in questione).

Mi trovo perfettamente d’accordo con BIKKI, FALLACARA ED IL GABBIANO!

Il punto focale (che non e’ opinabile, ma e’ un dato di fatto) e’ che la “congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova” ha redatto uno statuto che e’ vincolato in tutto e per tutto dalla legge (nessuno l’ha obbligata) e pertanto e’ tenuta rispettarlo.

Di contrasti tra la prassi REALE e quella descritta nello statuto ce ne sono molti. Fallacara ha ben esposto quello importantissimo espresso all’art. 5, ma ce ne sono molti altri.

La prima incongruenza e’ relativa alla mancata informazione sull’esistenza e sul contenuto stesso dello statuto. Nessun nuovo aderente viene informato in tal senso.
Invece, visto che il nuovo “socio aderente” e’ vincolato dalla sua risposta affermativa alla seconda domanda della formula battesimale, questi dovrebbe essere informato preventivamente sul contenuto dello statuto stesso, visto e considerato che tale statuto vincolera’ la vita del nuovo socio.

Vorrei ricordare che la seconda domanda della formula battesimale e’ stata modificata dopo la stesura dello statuto. La seconda domanda recita’ cosi’:

“Comprendi che la tua dedicazione e il tuo battesimo ti identificano come Testimone di Geova associato all’organizzazione diretta dallo spirito di Dio?”

Queste parole non sono casuali, infatti sono prese spesso in causa per ricordare all’aderente di aver risposto SI a tale domanda.

Porto il mio esempio (spero di non annoiarVi)

Quando mi incontrai (diverse volte) con gli anziani della mia congregazione e chiesi lumi su varie interpretazioni scritturali ( e Non) della WTS, un anziano (che chiamiamo RR) mi disse:

RR: Ma ti rendi conto che quando ti sei battezzato hai detto SI alla seconda domanda del Battesimo
Che ti rende FEDELE all’organizzazione?


IO: Scusa, fratello RR, ma tu sai in quale data mi sono battezzato? (mi battezzai molti anni fa’, ero
Adolescente)

RR: [C]NO!!

IO: Allora, sai dirmi da quando tale domanda fa parte della formula battesimale? Lo sai che e’ stata
Modificata negli anni ’80?


RR: NO, non lo so’.

IO: E allora perche’ mi hai detto che IO ho risposto Si alla domanda del battesimo, relativa
All’organizzazione, senza in realta’ sapere a quale domanda ho risposto?


RR: Non rispose NULLA, ma in compenso divento’, insieme all’altro anziano, del colore della
Macchina di SHUMY!


Ora, posso dirvi con certezza che RR mi fece quella domanda semplicemente perche’ gli anziani sono addestrati a farla in simili circostanze, ma la realta’ dei fatti dice che non sanno nemmeno quello che dicono. (non sono l’unico a cui e’ stata mossa tale obbiezione, questo dimostra che e’ una chiara direttiva data agli anziani)

Come vedete la “ Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova”, fa valere lo statuto, ricordando l’assunzione dello stesso al momento del battesimo, MA NON INFORMA CORRETTAMENTE IL FUTURO SOCIO DEI RELATIVI EFFETTI.

FEBE ha scritto:

Sia quanto scritto sul libro Organizzati sia la prassi seguita in pratica non sono assolutamente in contrasto con quanto esposto nello statuto.

Io, come è noto a molti di voi, sono una riassociata essendo stata soggetta ad un comitato giudiziario e ad un provvedimento
di disassociazione.

Al termine il fratello anziano che presiedeva il comitato giudiziario, composto da altri due anziani, mi comunicavano che la loro decisione era quella di raccomandare ( che vale a dire proporre )alla Congregazione Centrale la mia disassociazione alla luce dei principi biblici che avevo violato.

Mi veniva anche comunicato che era mia facoltà appellarmi contro tale decisione. Non sarebbe stato fatta alcuna comunicazione agli altri membri della congregazione fino a definizione del mio eventuale appello.

Nulla mi vietava ovviamente, se avessi avuto qualcosa in contrario avverso tale raccomandazione, di prendere contatto con la Congregazione Centrale per evitare la ratifica da parte della stessa di una decisione che avessi ritenuta non corretta secondo i principi biblici. Ma questo non feci perchè onestamente riconoscevo che quei principi biblici li avevo effettivamente disattesi.

Questo è il corretto modo di intendere la frase del libro Organizzati "quando viene decisa la disassociazione": viene deciso in effetti di raccomandare la decisione stessa.

Intendere diversamente fale frase andrebbe in contrasto con i fatti e con la prassi regolarmente seguita.

Non c'è pertanto alcun contrasto sia fra la prassi seguita in pratica, sia fra quanto scritto sul libro Organizzati con quanto coerentemente esposto nello statuto.


Scusa, ma il dire che gli anziani RACCOMANDANO la disassociazione non significa che i fatti siano cosi’.
In realta’ avviene che gli anziani inviano alla Sede (aspettano prima il tempo necessario per l’eventuale ricorso) la “proposta” di disassociazione che in vero non viene assolutamente esaminata, ma semplicemente avvallata con un timbro.
Come ha ben detto GABBIANO, una proposta si valuta, e talvolta si accetta e qualche altra volta si rifiuta.

Posso dire senza ombra di smentita (se esiste un tale caso e’ un’eccezione rarissima) che nessuna “Proposta” di disassociazione viene respinta dalla Sede.

Atra disparita’ tra il contenuto dello statuto e la reale prassi si Trova al punto 6, dove si legge:


I MINISTRI DI CULTO della Confessione sono denominati:
1) anziani (o presbiteri);
2) servitori di ministero (o diaconi);
3) pionieri (o evangelizzatori).
Detti ministri sono nominati dal Comitato Direttivo della Congregazione Centrale, al quale spetta il giudizio definitivo su la loro idoneità a svolgere le funzioni di ministro.



Niente di piu’ FALSO.
Sono i locali corpi degli anziani che dispongono le nomine con il benestare del Sorvegliante di Circoscrizione e NON IL COMITATO DIRETTIVO, che in realta’ , al contrario di quanto recita l’articolo stesso, non puo' valutare l’idoneita’ a svolgere le funzioni sopra descritte, in quanto nella quasi totalita’ dei casi non conosce il soggetto.

Potrei andare avanti, ma sarebbe lungo e noioso, solo vorrei citare l’art. 18

Art. 18
Per tutto quanto non è stabilito dall’atto costitutivo e dal presente statuto, valgono le disposizioni previsti dal vigente codice civile italiano.



Come ha ben detto IL GABBIANO, tutto cio’ riguarda i rapporti tra soci e la Congregazione e’ regolato dal codice civile Italiano, e la stessa WTS afferma questo nell’art. sopra citato.

E’ un dato di fatto, che la WTS, non solo non rispetta il proprio statuto (nei confronti dei soci), ma non rispetta nemmeno la legge Italiana. (vedi modi e tempi per i comitati giudiziari, che per come sono gestiti sono da considerarsi ILLEGALI e INTIMIDATORI).

Quindi, CARA SANDRA, tu che dici: “ SONO BEN INFORMATA SULLA PRASSI”…, mi procuri delle riflessioni:

1- Come fai ad essere informata sulla prassi visto che sei una femminuccia,
visto che non sei un anziano e non hai accesso a circolari e disposizioni sulla prassi? Prassi che spesso gli anziani non dovrebbero riferire nemmeno alle mogli!!!
Forse mi e’ sfuggito qualcosa? Hai un mandato speciale?

2- Visto che i fatti dicono tutt’altro rimangono due sole ipotesi: O non conosci davvero lo
Statuto, oppure non conosci la prassi.!!!!



un saluto
GABRY
25/07/2006 21:01
 
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Re:

Scritto da: -gengiskhan- 25/07/2006 20.49
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E invece a mio parere alla base del problema sono proprio i privilegi di cui, in barba ad ogni logica dello stato di diritto, gode la Chiesa Cattolica in virtù dei Patti Lateranensi.

Infatti proprio nella Costituzione Italiana sono contenuti, in asservimento al Concordato, gli elementi che danno a tutte le altre confessioni religiose i motivi per cui possono fare il bello e il cattivo tempo, anche se non nella misura degli enormi privilegi e esorbitanti garanzie concesse alla Chiesa Cattolica.

Nota questi articoli della Costituzione:

Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Art.7 Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Art. 8 Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze
.

Cosa si verifica in conseguenza dei suddetti articoli della Costituzione?

Che lo Stato per privilegiare la chiesa Cattolica si è data la zappa sui piedi anche nei confronti delle altre confessioni religiose.

La base di questo cedimento è che tutte le religioni sono uguali davanti alla legge e in maniera simile tutti i cittadini, sia laici che appartenenti al clero sono pari indipendentemente dalla religione professata.

Di conseguenza avendo lo Stato commesso un autogol clamoroso concedendo inammissibile privilegi alla Chiesa Cattolica con il Concordato si trova impotente di fronte agli altri culti per non violare quei stessi enunciati della sua propria Costituzione.

La verità è che un Concordato così come concepito è una palla al piede dello stato di diritto. Solo eliminando il Concordato si potrà dare una regolata a tutte le altre confessioni religiose.

Mi meraviglia che si faccia ancora l'apologia della scomunica cattolica, non meno dolorosa delle altre scomuniche e che, come le altre, è una palese violazione dei diritti umani.

E non sono scomunicati solo i componenti del clero, ma sono discriminati pure le coppie di divorziati, le coppie di fatto etc.etc. che vengono sì salutati, ma se credenti cattolici vengono trattati comunque come degli appestati all'interno
delle comunità ecclesiali.

Caro amico, mi fai venire in mente un detto dell'indimenticato campione del ciclismo Gino Bartali che diceva: " L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare"

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[Modificato da -gengiskhan- 25/07/2006 20.54]




caro gengi ti quoto tutto e ti dico.....

BINGO !!!
25/07/2006 21:05
 
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Non entro nei meriti della scomunica cattolica perché continuo a rimanere dell’avviso che è meno gravosa della disassociazione dei Tdg (e questo è innegabile: io se ho un braccio ferito che perde sangue e il mal di testa, prima mi occupo del braccio grondante sangue che è una situazione molto più grave e poi mi preoccupo del mal di testa). Non distraiamoci quindi. Restiamo nel tema dello Statuto Tdg. Noto un particolare interessante dell’articolo 8 della Costituzione che Gengiskhan ha messo:


Art. 8 Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.



Mi pare di capire in modo chiaro che, a differenza della Chiesa Cattolica, le altre confessioni religiose devono sottostare fedelmente ai loro statuti finchè non contrastino con l’ordinamento giuridico. Qualora cioè lo Statuto contrasti con la stessa Legge, allora lo Stato prevede che vengano applicate le leggi statali al posto degli articoli dello Statuto dell’associazione religiosa, ho capito bene?
Questo è ancora meglio di quanto mi aspettavo. Ma il bello della Congregazione Cristiana dei Tdg in Italia è che lo stesso Statuto è in armonia con le leggi dello Stato, dato che per tutte le parti che non sono lì definite ci si rifà al Codice Civile. A maggior ragione quindi dev’essere rispettato...
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
25/07/2006 21:16
 
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Complimenti Gabriele!
Ops, ho postato prima di leggere l'intervento di Gabriele Traggiai. In verità stavo già per andarmene ma poi ho deciso di rispondere a Gengis sul suo ultimo intervento. Solo dopo aver messo la mia risposta a Gengis ho visto il post di Gabriele.

Mio caro Gabriele, che ti devo dire, hai detto le cose con una chiarezza e lapalissianità stupefacenti.
Mi accordo a tutto quanto da te detto e su ogni punto di illiceità della Congregazione dei Tdg sul suo stesso Statuto. E' incredibile come si riesca a far valere la Legge solo per la propria parte e quando invece c'è da difendere i diritti degli associati allora la Legge non c'è più.
Rimango sbigottito di fronte a tanta illegalità.

Ma io dico, più chiaro di così? Quali altre prove si vogliono per constatare l'incoerenza della religione dei Tdg con lo Stato e con i suoi affiliati?

A voi le risposte.

[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 25/07/2006 21.16]

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