Non comprendo una risposta così tanto stizzita, caro gabbiano.
Per quel che mi risulta, noi TdG, dal minimo fra noi fino a quelli che prendono la direttiva ai massimi livelli siamo persone versate nelle Sacre Scritture e non versati in questioni giuridiche.
E' quindi evidente che la redazione dello Statuto è stata affidata ad esperti in diritto societario non TdG che sono stati informati delle prassi della nostra confessione e hanno ritenuto tradurre in termini tecnici le terminologie in uso
nelle congregazioni.
Che lo Statuto rispecchi poi tale prassi è stato finanche riconosciuto, come si è già parlato in lunghissime pagine di un altro 3D, da un Tribunale della Repubblica.
E che per di più è di tutt'altro parere e cioè che i termini ddell'Associazione non sono affatto disattesi nei confronti dei soci aderenti.
Ovviamente non intendo riaprire un dibattito su quanto deliberato da quel giudice perchè se ne è già fin troppo parlato.
Chi vuol sollevare polveroni può trovare mille pretesti per farlo, ma non è detto che il fatto che venga sollevato un polverone ne garantisce la legittimità.
Perchè poi affermi che i termini giuridici hanno diverso significato da quelli religiosi? Sei addentrato nel lessico di congregazione? A me invece sembra proprio che si tratti solo di forma ma non di sostanza.
Lasciamo poi ai funzionari dello stato e ai magistrati, cioè ad organi non di parte, obiettare se i termini usati religiosamente siano o meno corrispondenti a quelli giuridici,
perchè mi sembra che finora le obiezioni vengano da persone che
non mi sembrano del tutto imparziali e non da un Magistrato che si è già occupato della questione.
Cordialmente, Ebe
[Modificato da F.ebe 16/08/2006 23.04]