Creazionismo - tesi scientifica ?

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presso
00mercoledì 18 luglio 2007 13:59
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: (Upuaut) 17/07/2007 20.25

No guarda, se c'è qualcuno di "limitato" questi sono proprio Zichichi... e tutta la gente ignorante che DECIDE di credergli, per partito preso.
La sole due fortune di Zichichi sono date dal fatto che i biologi hanno meglio di fare che smontare le sue cialtronerie (anche se alcuni utenti illuminati di questo forum lo stanno facendo, e con successo). La sua seconda fortuna è il fatto che di persone come Odifreddi (che hanno il coraggio, il tempo, e gli strumenti scientifici di sbugiardare i bugiardi) ce ne sono poche in Italia, purtroppo.

[Modificato da (Upuaut) 17/07/2007 20.26]




posso farti una domanda , ma perchè secondo te , zichichi non si mette a contraddire odifreddi ?? , perche non ne avrebbe le capacità ?? scusate l'intromissione
perchè mi sei simpatico ti inserisco le nuove faccine 091

[Modificato da presso 18/07/2007 13.59]

(Upuaut)
00mercoledì 18 luglio 2007 22:44
Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: presso 18/07/2007 13.59


posso farti una domanda , ma perchè secondo te , zichichi non si mette a contraddire odifreddi ?? , perche non ne avrebbe le capacità ?? scusate l'intromissione
perchè mi sei simpatico ti inserisco le nuove faccine 091

[Modificato da presso 18/07/2007 13.59]




Perchè nessuno scienziato degno di questo nome (nemmeno se cattolico... [SM=x511473] ) può andare contro i fatti.

saulo1976
00mercoledì 18 luglio 2007 23:21
"Ma quali molti scienziati? ...Non è così Saulo, sei solo nel mondo scientifico, o meglio solo con Sermonti."


non parlo di mondo scientifico ma di molti scienziati...diciamo un buon numero...sai qual'è il vero problema Spirito? spesso e volentieri preferiamo lasciare ad altri il compito di guidare le nostre opinioni...se Rainboy o Spirito ragionano in una certa maniera ...è perchè si fanno influenzare da quello che sta intorno a loro...se da quando sono piccolo vedo nei libri una scimmia che piano piano si trasforma in un uomo....i prof ...quasi tutti confermano...ecco che l'evoluzione è già un fatto...poi quando sei magari un pò più grandicello e inizi pure a ragionare un pò con la tua testolina...vedi che non è tutto oro quel che luccica... forse inizieranno pure i primi dubbi...o forse no...perchè ciò che hai appreso è ormai troppo radicato in te...e viene continuamente alimentato dal mondo che ti circonda...

scienza e mondo scientifico non sempre vanno di pari passo...partiamo da questo...


quando leggo "Darwin aveva ragione" in qualche articolo ...già mi scappa la risata...è più forte di me...non resisto...perchè sono proprio queste frasi che ingannano...sì da sempre.. ingannano la gente come te...ma anche come me...

Darwin era uno scienziato serio ma aveva torto...si è sbagliato...non è una cosa grave per uno scienziato...sbagliarsi...grave invece è continuare con l'errore anche quando ci si è accorti dello sbaglio...

l'evoluzione che sarebbe? dimmelo ti prego spirito...Darwin e Gould dicono la stessa cosa? oppure due cose profondamente diverse??...Gould è un paleontologo che è impazzito...Darwin l'avrebbe considerato un'eretico...se ha ragione l'uno...l'altro si sbaglia...se Darwin aveva ragione...Gould si sbaglia...e viceversa...

e invece no...hanno ragione tutti e due!! sì questo è il tuo mondo scientifico....combina dei pastrocchi niente male...per forza Gould è stato spesso e volentieri criticato...l'equilibrio punteggiato segna la definitiva sconfitta di Darwin...è una mia conclusione ma ci sono arrivato piano piano...non subito...c'è voluto tempo per dare il giusto significato al tutto...pensa che a casa ho un'enciclopedia che alla voce evoluzione...mi parla di tutto tranne che di Gould...e della sua teoria...e in effetti non ha tutti i torti...cosa c'entra Gould con l'evoluzione?

all'inizio non ho dato troppo peso a Gould e soci ma piano piano mi sono reso conto che in effetti forse non si sbagliavano del tutto...per me capire questo è stato come quando il mio prof di religione mi diceva "i primi sei capitoli di Genesi sono simbolici"...sì ho iniziato a perdere la mia "fede" evoluzionista...come all'epoca avevo perso la mia fede in Dio...

Gould e soci cosa sostengono di così sbalorditivo da farmi abbandonare la mia "fede" evoluzionista?

ebbene essi sostengono che malgrado la paleontologia attualmente ci dia un quadro sufficientemente completo delle specie esistite in passato...queste non mostrano variazioni apprezzabili nel tempo e i cambiamenti morfologici al loro interno sono piccoli e non orientati...per cui la specie si mantiene stabile per milioni e milioni di anni...per essere poi bruscamente sostituita da una nuova...la macro-evoluzione secondo la teoria degli equilibri punteggiati, è un fenomeno completamente indipendente dalla micro-evoluzione...mentre cioè il darwinismo classico spiega esaurientemente gli impercettibili cambiamenti che avvengono all'interno di ciascuna specie..non sembra in grado di interpretare in modo altrettanto convincente le trasformazioni che portano alla formazione di nuove specie, generi, famiglie, classi, che si originerebbero in modo improvviso e imprevedibile..

caro spirito come puoi ben capire...lo spesso criticato Gould...paleontologo...biologo...mette in crisi Darwin ma non lo abbandona del tutto...e sai perchè?...perchè significherebbe alzare bandiera bianca...cioè gli esseri viventi sono stati creati...e questo non è accettabile...assolutamente no...

condizionato da tutto ciò ...il mondo scientifico va avanti per la sua strada...ma la scienza..la vera scienza...quella che fine ha fatto??...per seguire la "fede" evoluzionista ...la scienza va accantonata...va messa da parte...

ci vuole mente aperta verso le novità...e Sermonti ha mostrato di avercela...ha capito che era inutile continuare con questa menzogna...l'evoluzione non è un fatto...la macro-evoluzione e la micro-evoluzione sono due cose profondamente diverse..e non sono io a dirlo...ma scienziati come Gould...Eldredge ..Stanley..

se Gould avesse detto invece di ...evoluzione a scatti...creazione...la sua conclusione non sarebbe stata ritenuta scientifica...sarebbe stato un altro folle per il mondo scientifico...per me la follia vera è non avere il coraggio di abbandonare l'evoluzionismo...nonostante si sappia già che l'evoluzione in realtà non è mai esistita...
Rainboy
00giovedì 19 luglio 2007 08:49
Saulo, scusa ma devo proprio dirtelo: la tua supponenza continua a lasciarmi sempre più basito. Ma ti rendi conto che tu, una persona che non ha neanche capito che la teoria dell'evoluzione non contrasta con le leggi della termodinamica (c'è da mettersi le mani fra i capelli già solo per quello) pretende di giudicare il lavoro di GOULD?!

Non che io abbia la presunzione di spiegartelo, intendiamoci, perché pur avendone letto parecchio neanche io reputo di aver condotto studi tali sul suo specifico settore da aver capito i dettagli, che hanno implicazioni molto profonde; per adesso mi accontento di conoscere la sua teoria e un po' del suo pensiero, e ho comprato giusto poco tempo fa un suo interessante libro che mi sto leggendo a poco a poco.
Ma il tuo personale dramma, Saulo, è la tua convinzione di poter manipolare a sostegno di tesi non-scintifiche, degli autori di cui hai congnizione ZERO! Gould è stato uno degli evoluzionisti più accaniti della storia, ha lottato ferocemente contro l'insegnamento scolastico del creazionismo in tutte le sue forme, e l'innegabile importanza della sua teoria, che è esattamente l'opposto di una creazione ad opera di cause esterne, ha avuto ripercussioni molto importanti sulle direzioni intraprese dalla ricerca per spiegare la filogenetica moderna. Tanto è vero che, se già con i fossili Gould ebbe materiale paleontologico per fare supposizioni interessantissime, con il procedere dell'esame filogenetico delle razze e grazie agli studi di biologia molecolare moderna, compresi anche i filoni su (guarda caso) i geni architetto, si osserva che la natura sembra abbondare sia di caratteri esemplari aderenti all'astrazione descrittiva del gradualismo filogenetico, sia di caratteri che sembrano rispondere maggiormente ai concetti offerti dalla teoria degli equilibri punteggiati di Gould. Inutile precisare che entrambe le teorie rientrano sotto la definizione generale del modello dell'evoluzione neo-darwiniana, come del resto Gould ha sempre sostenuto...

Capirai mai, Saulo, che soltanto studiando seriamente e lasciando perdere le idiozie di Sermonti, Zichichi e quell'amico di Mauri, potrai dare corenza alle tue critiche?


EDIT: ah, giusto per restare in tema, sentiamo cosa pensa Gould della sua teoria a paragone con il creazionismo:

Second, the theory became an issue (quite coincidentally) just when creationism reached its acme of thankfully temporary influence. Creationists, with their usual skill in the art of phony rhetoric, cynically distorted punctuated equilibrium for their own ends, claiming that we had virtually thrown in the towel and admitted that the fossil record contains no intermediate forms. (Punctuated equilibrium, on the other hand, is a different theory of intermediacy for evolutionary trends—pushing a ball up an inclined plane for gradualism, climbing a staircase for punctuated equilibrium.) Some of our colleagues, in an all too common and literally perverse reaction, blamed us for this mayhem upon our theory. At least we were able to fight back effectively. Most of my testimony at the Arkansas creationism trial in 1980 centered upon the creationists' distortion of punctuated equilibrium.

Stephen Jay Gould, "Opus 200," Natural History 100 (August 1991): 12-18

[Modificato da Rainboy 19/07/2007 9.07]

spirito!libero
00giovedì 19 luglio 2007 09:35
Non posso che condividere le parole di Rainboy. Qui il problema di fondo è l’ignoranza della materia. Non si può voler entrare nel merito della teoria dell’evoluzione limitandosi alla superficie, alle rudimentali formulazioni di Darwin che hai in testa caro Saulo. Se un articolo titola Darwin aveva ragione e documenta tale affermazione, il minimo che tu possa fare per essere credibile è smontare questi documenti. Ti abbiamo citato innumerevoli argomentazioni e tu ti ostini a fare discorsi di carattere generale senza entrare nel merito, limitando la tua mente a quelle 4 argomentazioni già confutate, guardandoti bene dal comprendere COME le abbiamo smontate. Come puoi pretendere di fare qualche passo avanti ?

Il tuo atteggiamento è paragonabile a colui che non crede che la terra sia in movimento. E’ inutile fargli capire i principi di dinamica per cui siamo in movimento anche se non lo percepiamo, tanto lui continuerà a dire, imperterrito e senza ascoltare: “ma io non percepisco alcun movimento” così come fecero Bellarmino and company. Questo è quello che accade con te, dunque è del tutto impossibile che tu possa arrivare a comprendere ciò di cui vuoi parlare se non ti svuoti dei tuoi preconcetti e ti metti a studiare molto seriamente la materia. Per seriamente intendo su testi universitari che trattano le sfaccettature della teoria, con le sue reali lacune e con la sua evoluzione storica.

Saluti
Andrea
Rainboy
00giovedì 19 luglio 2007 13:08
Mi hai rubato le parole di bocca Spirito... che poi Bellarmino almeno aveva il contesto storico e culturale come scusante, mentre oggi siamo nel secolo XXI...


Per seriamente intendo su testi universitari che trattano le sfaccettature della teoria, con le sue reali lacune e con la sua evoluzione storica.



Che poi il bello è che i punti deboli della teoria, intesi come fenomeni di particolare difficoltà interpretativa secondo il modello, esistono eccome; è proprio per questo che il darwinismo ha avuto un'evoluzione storica, per cercare di migliorare le proprie risposte e adattarle a tutte le nuove scoperte (con enormi successi se contiamo il numero di fenomeni spiegati, ma mai tanto rapidi quanto il ritmo delle scoperte di nuovi dati e nuovi enigmi, come è giusto che sia!). Ci sono forum in cui ho discusso con grande piacere, assieme a biologi competenti, dei punti deboli del neo-darwinismo, perché chi studia l'argomento con attenzione ovviamente poi finisce per individuare le sfaccettature più "borderline" di questo modello, e vuole saperne di più.
Ma qui, viste le premesse, non accadrà mai che qualcuno trovi una delle reali difficoltà della teoria. E di sicuro non ne parlerò io, visto che cercare di fare critiche razionali e scientificamente consistenti di fronte a gente che si è piccata per partito preso di NON capire le basi su cui vengono fatte, equivarrebbe a gettare benzina sul fuoco dell'ignoranza...

Se mi sbaglio, e mi piacerebbe davvero che fosse così... che qualcuno mi smentisca! Che si comporti con serietà, almeno una volta in questo topic, e che muova obiezioni COSTRUTTIVE (o chieda spiegazioni RAGIONATE) su quanto detto. Altro che l'incompatibilità con le leggi della termodinamica e simili pagliacciate... [SM=x511458]

[Modificato da Rainboy 19/07/2007 13.17]

Justee
00venerdì 20 luglio 2007 23:08

FONDAMENTI DELLA TEORIA

- La MUTAZIONE CASUALE, teorizzata da Darwin nel 1856
La mutazione casuale darwiniana ha due caratteristiche fondamentali: innanzi tutto è PREadattativa, ovvero pre-esiste allo stimolo ambientale fornito dalla selezione naturale. Questo è importante da ricordarsi, perché è controintuitivo: in genere per come siamo abituati a pensare, si tende a supporre che un adattamento avvenga perché c’è stato un cambiamento; fino agli anni '50 del secolo scorso, anche una forte corrente di evoluzionisti ha favorito una concezione più Lamarckiana (causa-effetto, ripresa dall'originale teoria di Lamarck) del concetto di mutazione casuale: ipotizzava infatti che la mutazione casuale insorgesse in seguito allo stimolo selettivo, e non pre-esistesse ad esso. Per conseguenza essi vedevano ad esempio, in una coltura batterica sottoposta ad agente tossico, che se 1 battere su 10.000 sopravviveva alla tossificazione della coltura, allora l'insorgenza media della mutazione adattativa alla tossina X in quella specie, è di 1/10.000.
La corrente evoluzionista più darwiniana invece, applicando quello che a posteriori si è visto essere il corretto approccio interpretativo, leggeva quello stesso dato empirico con l'affermazione che il numero medio di mutanti resistente alla tossina X in una qualsiasi coltura di quel dato batterio, è di 1/10.000.
La disputa fu infine sistemata da un celebre esperimento, che rispose positivamente alla "sfida" di riuscire a creare un batterio totalmente resistente ad una determinata tossina (sopravvivenza di 10.000 su 10.000), senza che quel batterio avesse mai incontrato in precedenza la tossina in questione. Ciò dimostrò la totale natura pre-adattativa della mutazione casuale, e da quei tempi lontani ad oggi naturalmente, molte altre schiaccianti conferme sono arrivate con l’avvento della biologia molecolare.

In secondo luogo, la mutazione casuale ha nel suo secondo termine, la parola "casuale" (random) una forte avversità ideologica da parte delle credenze religiose, ma non solo: si scambia molto spesso il concetto di mutazione casuale per "qualcosa che si pretenderebbe essere immune da ogni influenza causa-effetto". Questo è del tutto falso. La biologia non è la meccanica quantistica, non stiamo ragionando sul fatto che degli eventi siano intrinsecamente impredicibili poiché nascono a-causalmente "dal nulla". La nozione di casualità in biologia è soltanto quella di EVENTO NON CORRELATO. Ad esempio, se avessimo tutte le informazioni necessarie, potremmo tranquillamente risalire ai dettagli di ognuno dei miliardi di eventi casuali che ha determinato le mutazioni nel genoma della prima cellula nata su questo pianeta, fino a originare la comparsa della nostra specie. Potremmo contare tutti i singoli raggi x che l’hanno ionizzato, tutti gli errori di mitosi, tutti gli incidenti di duplicazione, tutti i mis-pairing delle basi, tutte le tautomerie cheto-enoliche che hanno causato l’insorgenza di mutazioni puntiformi, e così via.
Non c'è nessun motivo fisico per cui questo sia impossibile; non siamo di fronte ad un “principio di indeterminazione” o a una forma di divieto a priori: l'impossibilità pratica a reperire le informazioni, è il solo motivo per cui tale procedura fino ad oggi non è stata fattibile.
E' evidente quindi che qui, quando si parla di casualità in ambito evolutivo ci si riferisce all'impossibilità di prevedere e/o di rintracciare le cause di un dato evento naturale, mentre NON si sta invece affermando che queste cause siano prive di un'origine materiale. Essa c'è sempre, a prescindere da quale sia; ma è irrintracciabile e/o irrilevante ai fini del dibattito.
Aggiungo, sia detto per inciso, che per il credente la causa prima di ogni evento nell’universo è proprio la sua divinità… dal che si evince che non esiste alcuna forma di conflittualità fra questa teoria e una sua interpretazione conciliante con la fede religiosa.



da quello che tu scrivi si evince esempio che il virus del raffreddore non si sta modificando e diventando sempre più resistente agli antibiotici perchè comincia a modificarsi dal suo ceppo originale percui riesce a vincere le medicine , ma si sta modificando a priori , cioè è lui che ragionando per conto suo deve modificarsi , non stimolato dall'ambiente esterno

la seconda ipotesi e ti chiederei di evitare di tirare fuori il discorso di religione perchè da quello che stiamo discutendo centra poco , significa che la nostra conoscenz aè cosi limitata per poter veramente analizzare tutte le nozioni che ci darebbero la possibilità di risalire alla causa del cambiamento na to o che è in procinto di fare qualsiasi cosa nella nostra terra sia cellule , che animali , o altro .. giusto ? ti chiedo di dirmi se andando nella direzione giusta
Grazie


Rainboy
00sabato 21 luglio 2007 01:38

da quello che tu scrivi si evince esempio che il virus del raffreddore non si sta modificando e diventando sempre più resistente agli antibiotici perchè comincia a modificarsi dal suo ceppo originale percui riesce a vincere le medicine , ma si sta modificando a priori , cioè è lui che ragionando per conto suo deve modificarsi, non stimolato dall'ambiente esterno


No, questo è un fraintendimento: ho specificato in più punti che sono proprio le influenze ambientali la causa diretta o indiretta delle mutazioni casuali.

Vediamolo sull'esempio da te citato: il virus è un organismo molto semplice (tanto che saprai certamente che non è neppure un vero organismo, non avendo un proprio metabolismo autonomo). Per questo bisogna ammettere che è un esempio molto estremo, non certo la regola sotto il profilo evolutivo, e si presta a considerazioni interessanti.
Su strutture così semplici, la mutazione casuale agisce con estrema facilità: non ci sono molti effetti di compensazione (come la dominanza e la recessività degli organismi con patrimonio genetico diploide) e non ci sono molti "dettagli" legati, come spesso succede in organismi grandi e complessi, ad una sovrabbondanza di strutture utili e di genoma utile. Un virus è qualcosa di essenziale; parliamo di 5-20 geni, centinaia di volte meno di quanti ne contiene la più elementare forma di vita cellulare.
Devi considerare però che ogni singola particella virale di uno stesso ceppo, in ogni singola infezione di una cellula ospite, incontra migliaia di possibili fattori ambientali che potrebbero indurne variazioni: oltre a quelli normali (radiazioni, traumi fisico-chimici, etc.) il virus agisce infatti spostando, polimerizzando, tagliando e ricucendo fisicamente i propri geni per integrarli nel genoma della cellula ospite! Ti immagini quanti errori possono accadere in simili operazioni? E non solo errori in senso proprio, ma anche modificazioni a lungo termine: un virus cerca spesso mettere il gene virale X nello specifico punto Y del genoma ospite, perché ciò non ha lo stesso effetto che avrebbe metterlo nel punto casuale Z... (da cui derivano le implicazioni oncogene di certi virus, che con le loro tattiche da guastatori, predispongono all'insorgenza di tumori). Le parentesi parlando dell'influenza della mutazione casuale sui virus, sarebbero infinite; per esempio per motivi di ordine pratico succede che i retrovirus, quelli basati su RNA anziché su DNA, abbiano un metodo infettivo che li rende ancora più plastici e mutabili dei DNAvirus: non a caso l'influenza è un retrovirus. E poi alcuni virus concepiscono i propri geni in modo tale che siano "mobili" nel genoma della cellula ospite, che si spostino periodicamente da un punto all'altro... forse per fare in modo da renderli meno localizzabili ai suoi sistemi di difesa, o forse anche per altri motivi più specifici. E così via...

Proprio a causa della sua semplicità, una variazione minima (una proteina dell'involucro diversa al 2% per esempio) potrebbe avere effetti potentissimi, per esempio dargli l'immenso vantaggio di non assere identificabile dalle difese immunitarie di un ospite già "settato" sulla precedente proteina virale; o al contrario un immenso svantaggio, per esempio privarlo quasi completamente della capacità di aderire alla membrana degli ospiti e propagare l'infezione. Con un carburante così "potente", il motore selettivo può esibirsi in grandi prestazioni, e se consideri che un virus ha una vita media molto breve, generalmente non sopravvive nell'aria per più di poche ore (ma a volte si parla di minuti primi), e che il suo ciclo riproduttivo è basato sulla sintesi simultanea di migliaia di cloni di ogni particella, secondo processi misurabili in minuti secondi, allora capisci perché intere specie di virus "evolvano" a vista d'occhio.
Alcuni virus sono organismi che si selezionano ad una tale velocità da riuscire in un solo anno (facendo il giro del mondo: influenza cinese-asiatica-australiana-europea e così via) a tornare da noi "adattati" (in realtà dovremmo dire: "selezionati fra i pre-adattati") così bene da ingannare nuovamente le difese immunitarie tarate sulla versione dell'anno precedente. Questo in teoria è legato alla mera sopravvivenza delle forme di virus funzionali alla sopravvivenza nelle condizioni locali del corpo ospite, ma in pratica ha effetti di tipo casuale impredicibili su vasta scala: ed è per questo che un ceppo virale di un anno potrebbe essere molto violento, quello dell'anno successivo più blando. I virus questo non lo sanno e non lo possono prevedere; sono macchine prive di intelligenza, che per loro natura tendono a riprodursi quando si verificano le condizioni appropriate.

La mutazione casuale ad ogni modo, è sempre causata da variabili ambientali. Ciò che i sostenitori di Lamarck indirettamente ipotizzavano, era che in realtà fosse la selezione naturale stessa a "costruire " sporadicamente i propri mutanti sulla base delle richieste dei fattori ambientali: insomma, la casualità risiedeva nel fatto che tutti gli organismi in linea teorica potevano sviluppare un adattamento mirato, ma qualche organismo ci riusciva e molti no; mentre ormai da quasi mezzo secolo è stato dimostrato (con studi chilometrici che hanno fruttato più di un nobel) che tale interpretazione è errata. La selezione naturale lavora semplicemente in modo competitivo, e quindi non casuale, su ciò che la mutazione casuale gli ha in precedenza fornito. Il risultato, è un adattamento locale della specie nello spazio (la singola nicchia ecologica) e nel tempo (il presente).
Da notare ancora una volta che ho detto "il presente": osserviamo infatti che nessuna selezione competitiva per la sopravvivenza ragiona in funzione di condizioni ambientali che ancora non esistono; i mutanti che posseggono mutazioni utili per il presente, sopravvivono. Se per caso posseggono anche delle mutazioni che in un lontano futuro potrebbero diventare utili, ben venga, vorrà dire che tali mutazioni avranno trovato un "autobus" vantaggioso per raggiungere intatte le generazioni future; ma non esiste nessun bonus per chi nasce con una mutazione che oggi è inutile, ma fra due milioni di anni potrà avvantaggiare i suoi discendenti. Anzi, neanche fra due millenni o fra vent'anni. L'investimento evolutivo deve rendere ORA: la competizione serrata è nel presente, dove la variabilità è utile perché serve a selezionare nel pool creature che sopravvivano all'attuale situazione ambientale; questa selezione verso il presente accadrà anche a discapito delle speranze della stessa razza per l'adattamento futuro!
E non sto descrivendo speculazioni, sia chiaro: parlo di eventi che spesso sono accaduti in passato, e accadono ancora oggi. Ci sono razze che sono uscite dall'acqua soltanto per poi ritornarvi milioni di anni dopo; creature a sangue freddo diventate a sangue caldo e poi tornate a sangue freddo, quadrupedi che hanno sviluppato corna per poi privarsene e infine tornare a riprendersele; squame diventate pellicce e poi tornate squame; addirittura sistemi fotosensibili diventati gradualmente nei milioni di anni dei bellissimi occhi, e poi tornati altrettanto gradualmente alla loro forma primitiva... molte specie hanno sacrificato tutto pur adattarsi al massimo alla propria nicchia ecologica, salvo poi finire in un vicolo cieco, alla lunga incompatibile con i mutamenti dell'ambiente, ed estinguersi per questo. L'adattamento all'ambiente è il solo giudice; del resto noi homo sapiens siamo un esempio eccellente di questo aspetto dell'evoluzione... il nostro patrimonio genetico è un monumento al sistema sistema di selezione succitato (cosa che in futuro meriterà una miglior trattazione da parte mia). E prima di noi, moltissime altre specie estinte e viventi ci hanno offerto questo spettacolo: l'inconsapevole "sacrificio", per così dire, del futuro, a favore del presente.
Non si osserva quindi alcun tipo di finalismo.


la seconda ipotesi e ti chiederei di evitare di tirare fuori il discorso di religione perchè da quello che stiamo discutendo centra poco , significa che la nostra conoscenz aè cosi limitata per poter veramente analizzare tutte le nozioni che ci darebbero la possibilità di risalire alla causa del cambiamento na to o che è in procinto di fare qualsiasi cosa nella nostra terra sia cellule , che animali , o altro .. giusto ? ti chiedo di dirmi se andando nella direzione giusta


Quell'excursus, di cui avrai notato la brevità proprio per non causare inutili distrazioni, rimanda al fatto che migliaia di grandi scienziati esperti dell'evoluzione nel mondo sono credenti in varie religioni, cattolicesimo incluso, ma non si fanno nessun problema a conciliare la propria fede con questa teoria. Ciò proprio in base al principio: date a Cesare quel che è di Cesare; riconoscete il caso dove c'è il caso e i fatti dove ci sono i fatti; alla base di questi processi accertati nella loro natura, esistono comunque fattori che non sono locali nello spazio e nel tempo di cui ci occupiamo, e non possono essere direttamente studiati nelle loro origini; per un credente, fino a che non si troverà una prova contraria, potrebbero essere attribuiti al volere di una divinità. La casualità si impone come tale davanti ai nostri occhi, per questo dobbiamo accettarla e lavorarci razionalmente sopra; ma di fronte agli occhi di un essere onniscente, potrebbe essere chiara e limpida come una polla d'acqua. Anche il fine, inesistente secondo ciò che noi vediamo e dimostriamo, potrebbe lo stesso essere qualcosa a noi incomprensibile, ma da lui perfettamente voluto e utile per i suoi piani.
MauriF una volta disse che, già prima di abbandonare la teoria neodarwinista, da buon credente restava comunque convinto che non ci sia atomo nell'universo che non si muova secondo il volere di Dio.
In biologia nessuna delle attuali acquisizioni scientifiche vieta una tale visione!

[Modificato da Rainboy 21/07/2007 2.09]

saulo1976
00sabato 21 luglio 2007 23:02
"non si può voler entrare nel merito della teoria dell'evoluzione limitandosi alla superficie..."

vediamo la cosa da due punti di vista differenti...per me il nodo da sciogliere...la cosa più importante da chiarire...è se l'evoluzione possa essere considerata un fatto...o invece rimane una teoria...prima sciogliamo questo nodo e poi si può discutere tranquillamente del resto....una volta chiarito che 2+2=4...si può andare avanti...se tu mi dici che 2+1=4...io posso cercare di farti notare che sei in errore...ti mostro svariati libri che attestano che 2+2=4...ma tu continui imperterrito a dire...2+1=4...secondo te ci sono le basi per andare avanti nella discussione...se dobbiamo parlare di matematica?...direi di no...

"Gould è stato uno degli evoluzionisti più accaniti della storia"

sono d'accordo...ma proprio per questo motivo sono molto importanti queste sue considerazioni...hanno un notevole peso...proprio perchè sono dette da un evoluzionista...paleontologo...biologo...ti ripeto cosa dice Gould...

malgrado la paleontologia attualmente ci dia un quadro sufficientemente completo delle specie esistite in passato...queste non mostrano variazioni apprezzabili nel tempo e i cambiamenti morfologici al loro interno sono piccoli e non orientati...per cui la specie si mantiene stabile per milioni e milioni di anni...per essere poi bruscamente sostituita da una nuova...la macro-evoluzione secondo la teoria degli equilibri punteggiati...è un fenomeno completamente indipendente dalla micro-evoluzione...mentre cioè il darwinismo classico spiega esaurientemente gli impercettibili cambiamenti che avvengono all'interno di ciascuna specie...non sembra in grado di interpretare in modo altrettanto convincente le trasformazioni che portano alla formazione di nuove specie, generi, famiglie, classi,che si originerebbero in modo improvviso e imprevedibile...

in pratica Gould ci dice le stesse cose che Darwin ci ripeteva più di un centinaio di anni fa...con una differenza importantissima...Darwin sosteneva che gli anelli di congiunzione erano mancanti perchè la documentazione fossile era a suo parere insufficiente all'epoca...però ricordava lui stesso che questo era uno dei limiti della sua teoria...cioè sosteneva che con una documentazione fossile adeguata ...questi anelli di congiunzione mancanti ...non ci sarebbero stati più...e in caso contrario...la sua teoria era da considerarsi errata...Gould...ripeto...evoluzionista accanito...paleontologo...biologo...ci dice che la paleontologia attualmente ci da un quadro sufficientemente completo delle specie esistite in passato...ma questi anelli di congiunzione...secondo Gould continuano a mancare...oggi Darwin avrebbe dovuto alzare bandiera bianca..la sua teoria era sbagliata...

secondo Darwin la micro-evoluzione era la base per la macro-evoluzione...secondo Gould la macro-evoluzione è indipendente dalla micro-evoluzione...

le differenze tra la teoria di Darwin e quella di Gould sono abissali...il paradosso sta proprio nel fatto che è stato un evoluzionista incallito a smentire Darwin...gli stessi dati di Gould ...se li avesse sostenuti un creazionista...sarebbe stato subito considerato uno scienziato poco serio...da tutti i Darwinisti...il fatto che proprio un evoluzionista incallito come Gould confermi la mancanza di questi anelli di congiunzione...è la garanzia che i creazionisti non sono dei folli anti-scientifici quando sostengono che mancano questi anelli di congiunzione...

[Modificato da saulo1976 21/07/2007 23.34]

Rainboy
00domenica 22 luglio 2007 07:12

le differenze tra la teoria di Darwin e quella di Gould sono abissali...il paradosso sta proprio nel fatto che è stato un evoluzionista incallito a smentire Darwin...gli stessi dati di Gould ...se li avesse sostenuti un creazionista...sarebbe stato subito considerato uno scienziato poco serio...da tutti i Darwinisti...il fatto che proprio un evoluzionista incallito come Gould confermi la mancanza di questi anelli di congiunzione...è la garanzia che i creazionisti non sono dei folli anti-scientifici quando sostengono che mancano questi anelli di congiunzione...



A questo punto non vale la pena di scrivere cose nuove.
Ripetiamoci:

[...] se già con i fossili Gould ebbe materiale paleontologico per fare supposizioni interessantissime, con il procedere dell'esame filogenetico delle razze e grazie agli studi di biologia molecolare moderna, compresi anche i filoni su (guarda caso) i geni architetto, si osserva che la natura sembra abbondare sia di caratteri esemplari aderenti all'astrazione descrittiva del gradualismo filogenetico, sia di caratteri che sembrano rispondere maggiormente ai concetti offerti dalla teoria degli equilibri punteggiati di Gould. Inutile precisare che entrambe le teorie rientrano sotto la definizione generale del modello dell'evoluzione neo-darwiniana, come del resto Gould ha sempre sostenuto...


[Modificato da Rainboy 22/07/2007 8.06]

Justee
00domenica 22 luglio 2007 22:37
Re:

No, questo è un fraintendimento: ho specificato in più punti che sono proprio le influenze ambientali la causa diretta o indiretta delle mutazioni casuali.



Scusami , non avevo capito in questo senso .. comunque ho bisogno di capire cosa intendi per cause dirette/indirette , perchè secondo me una esclude l'altra
Mi raccomando non perdiamo di vista l'oggetto della discussione , se andiamo OT dobbiamo rammentarcelo e tornare subito in tema ...


Vediamolo sull'esempio da te citato: il virus è un organismo molto semplice (tanto che saprai certamente che non è neppure un vero organismo, non avendo un proprio metabolismo autonomo). Per questo bisogna ammettere che è un esempio molto estremo, non certo la regola sotto il profilo evolutivo, e si presta a considerazioni interessanti.



sarai d'accordo con me perchè comunque è un esempio di evoluzione di un "organismo"


Su strutture così semplici, la mutazione casuale agisce con estrema facilità: non ci sono molti effetti di compensazione (come la dominanza e la recessività degli organismi con patrimonio genetico diploide) e non ci sono molti "dettagli" legati, come spesso succede in organismi grandi e complessi, ad una sovrabbondanza di strutture utili e di genoma utile. Un virus è qualcosa di essenziale; parliamo di 5-20 geni, centinaia di volte meno di quanti ne contiene la più elementare forma di vita cellulare.



si capisco , e potrei essere d'accordo , ma però come stai affermando c'è una situazione da gestire , e lo stai descrivendo molto bene , tutto ciò ha una sua finalità non c'è nulla al caso


Devi considerare però che ogni singola particella virale di uno stesso ceppo, in ogni singola infezione di una cellula ospite, incontra migliaia di possibili fattori ambientali che potrebbero indurne variazioni: oltre a quelli normali (radiazioni, traumi fisico-chimici, etc.) il virus agisce infatti spostando, polimerizzando, tagliando e ricucendo fisicamente i propri geni per integrarli nel genoma della cellula ospite!



ecco non ti seguo più perchè mi devi spiegare tutto questo operare a livello molecolare , biochimico cosa ha in relazione con Dio , cioè è come se dicessi che Dio (restiamo IT) ha sbagliato perchè le cellule fanno un pò come meglio gli aggrada ? oppure mi stai dicendo che Dio è cosi preciso che ha dato la possibilità alla cellula di gestire le emergenze rispetto all'ambiente esterno ?


Ti immagini quanti errori possono accadere in simili operazioni? E non solo errori in senso proprio, ma anche modificazioni a lungo termine: un virus cerca spesso mettere il gene virale X nello specifico punto Y del genoma ospite, perché ciò non ha lo stesso effetto che avrebbe metterlo nel punto casuale Z... (da cui derivano le implicazioni oncogene di certi virus, che con le loro tattiche da guastatori, predispongono all'insorgenza di tumori). Le parentesi parlando dell'influenza della mutazione casuale sui virus, sarebbero infinite; per esempio per motivi di ordine pratico succede che i retrovirus, quelli basati su RNA anziché su DNA, abbiano un metodo infettivo che li rende ancora più plastici e mutabili dei DNAvirus: non a caso l'influenza è un retrovirus. E poi alcuni virus concepiscono i propri geni in modo tale che siano "mobili" nel genoma della cellula ospite, che si spostino periodicamente da un punto all'altro... forse per fare in modo da renderli meno localizzabili ai suoi sistemi di difesa, o forse anche per altri motivi più specifici. E così via...



non ho capito se è qualcosa in favore di un ordine che rende la creazione intelligente o di qualcosa su cui il caso la fa alla grande


Proprio a causa della sua semplicità, una variazione minima (una proteina dell'involucro diversa al 2% per esempio) potrebbe avere effetti potentissimi, per esempio dargli l'immenso vantaggio di non assere identificabile dalle difese immunitarie di un ospite già "settato" sulla precedente proteina virale; o al contrario un immenso svantaggio, per esempio privarlo quasi completamente della capacità di aderire alla membrana degli ospiti e propagare l'infezione. Con un carburante così "potente", il motore selettivo può esibirsi in grandi prestazioni, e se consideri che un virus ha una vita media molto breve, generalmente non sopravvive nell'aria per più di poche ore (ma a volte si parla di minuti primi), e che il suo ciclo riproduttivo è basato sulla sintesi simultanea di migliaia di cloni di ogni particella, secondo processi misurabili in minuti secondi, allora capisci perché intere specie di virus "evolvano" a vista d'occhio.
Alcuni virus sono organismi che si selezionano ad una tale velocità da riuscire in un solo anno (facendo il giro del mondo: influenza cinese-asiatica-australiana-europea e così via) a tornare da noi "adattati" (in realtà dovremmo dire: "selezionati fra i pre-adattati") così bene da ingannare nuovamente le difese immunitarie tarate sulla versione dell'anno precedente. Questo in teoria è legato alla mera sopravvivenza delle forme di virus funzionali alla sopravvivenza nelle condizioni locali del corpo ospite, ma in pratica ha effetti di tipo casuale impredicibili su vasta scala: ed è per questo che un ceppo virale di un anno potrebbe essere molto violento, quello dell'anno successivo più blando. I virus questo non lo sanno e non lo possono prevedere; sono macchine prive di intelligenza, che per loro natura tendono a riprodursi quando si verificano le condizioni appropriate.



vedi è qui che non ti capisco , cioè siamo d'accordo che il virus è comunque una forma intelligente , che riesce a modificarsi sotto l'effeto di stimoli interni o esterni , ma comunque ogni anno è li , noi siamo un corpo imperfetto ricordi , solo a seguito dell'apocalisse saremmo migliori
Cioè quello che voglio trasmetterti e tu lo descrivi molto bene è che comunque c'è un modo di operare di costruire di affermarsi che possiamo definire intelligente
Scendiamo ancora nel più piccolo guarda gli atomi , tutti ben allineati , tutti ognuno sul proprio livello , ognuno legato all'altro con una forza esatta per creare la struttuta , questo ti sembra un caso .. ti sembra una non creazione ?? (OT)


La mutazione casuale ad ogni modo, è sempre causata da variabili ambientali. Ciò che i sostenitori di Lamarck indirettamente ipotizzavano, era che in realtà fosse la selezione naturale stessa a "costruire " sporadicamente i propri mutanti sulla base delle richieste dei fattori ambientali: insomma, la casualità risiedeva nel fatto che tutti gli organismi in linea teorica potevano sviluppare un adattamento mirato, ma qualche organismo ci riusciva e molti no; mentre ormai da quasi mezzo secolo è stato dimostrato (con studi chilometrici che hanno fruttato più di un nobel) che tale interpretazione è errata. La selezione naturale lavora semplicemente in modo competitivo



lui e un altro , avevano creato la doppia denominazione delle specie , una dava il ceppo l'altra la caratteristica , che però non dicono nulla sul tuo ragionamento della selezione naturale , perchè se vuoi la selezione naturale io non la vedo tranne noi stupidi uomini che la stiamo eseguendo ,la selezione esite o è esistita tanto tempo addietro dove gli animali potevano distruggere altri animali più piccoli che con l'aiuto del sistema terra fatto di vulcani , meteoriti hanno completato l'opera


, e quindi non casuale, su ciò che la mutazione casuale gli ha in precedenza fornito. Il risultato, è un adattamento locale della specie nello spazio (la singola nicchia ecologica) e nel tempo (il presente).
Da notare ancora una volta che ho detto "il presente": osserviamo infatti che nessuna selezione competitiva per la sopravvivenza ragiona in funzione di condizioni ambientali che ancora non esistono; i mutanti che posseggono mutazioni utili per il presente, sopravvivono. Se per caso posseggono anche delle mutazioni che in un lontano futuro potrebbero diventare utili, ben venga, vorrà dire che tali mutazioni avranno trovato un "autobus" vantaggioso per raggiungere intatte le generazioni future; ma non esiste nessun bonus per chi nasce con una mutazione che oggi è inutile, ma fra due milioni di anni potrà avvantaggiare i suoi discendenti. Anzi, neanche fra due millenni o fra vent'anni. L'investimento evolutivo deve rendere ORA: la competizione serrata è nel presente, dove la variabilità è utile perché serve a selezionare nel pool creature che sopravvivano all'attuale situazione ambientale; questa selezione verso il presente accadrà anche a discapito delle speranze della stessa razza per l'adattamento futuro!
E non sto descrivendo speculazioni, sia chiaro: parlo di eventi che spesso sono accaduti in passato, e accadono ancora oggi. Ci sono razze che sono uscite dall'acqua soltanto per poi ritornarvi milioni di anni dopo; creature a sangue freddo diventate a sangue caldo e poi tornate a sangue freddo, quadrupedi che hanno sviluppato corna per poi privarsene e infine tornare a riprendersele; squame diventate pellicce e poi tornate squame; addirittura sistemi fotosensibili diventati gradualmente nei milioni di anni dei bellissimi occhi, e poi tornati altrettanto gradualmente alla loro forma primitiva... molte specie hanno sacrificato tutto pur adattarsi al massimo alla propria nicchia ecologica, salvo poi finire in un vicolo cieco, alla lunga incompatibile con i mutamenti dell'ambiente, ed estinguersi per questo. L'adattamento all'ambiente è il solo giudice; del resto noi homo sapiens siamo un esempio eccellente di questo aspetto dell'evoluzione... il nostro patrimonio genetico è un monumento al sistema sistema di selezione succitato (cosa che in futuro meriterà una miglior trattazione da parte mia). E prima di noi, moltissime altre specie estinte e viventi ci hanno offerto questo spettacolo: l'inconsapevole "sacrificio", per così dire, del futuro, a favore del presente.
Non si osserva quindi alcun tipo di finalismo.



perdonami ma non sono per nulla d'accordo ,il tempo fa il suo corso , ne più ne meno , certo abbiamo animali che sono usciti dalla terra , ma che ci sono rientrati , tutto quello che vuoi ma questo è evoluzione che rende l'essere adattabile al suo sistema di vita , vedi io credo una cosa , che magari può stupirti .. secondo me Dio ha fatto tutto ciò che vediamo ,quello che è accaduto io non o escludo a priori , perchè esempio la spiegazione dei dinosauri io credo che ci siano stati e questo lo ritroviamo nella Bibbia , ma che si siano estinti per motivi climatici , percui come dire Dio ci ha dato , ora stà aspettando , sta alla finestra se cosi si può dire , per vedere di cosa siamo capaci fino alla fine .. però non confondiamo la Creazione con l'Evoluzione
Rainboy
00lunedì 23 luglio 2007 02:08
Mi fa piacere che iniziamo ad entrare nel vivo dell'argomento. Però leggendo quello che mi rispondi, penso che per intenderci ci sia ancora parecchio da fare. Vediamo un po' di approfondire ancora l'aspetto del virus.

Ma prima di tutto una parentesi, perché ho visto alcuni passaggi nel tuo post che mi inducono a pensare ad un errore o fraintendimento sull'uso di alcune parole: "VITA" non è sinonimo di "INTELLIGENZA". Tutti i sistemi viventi hanno per loro intrinseca natura una propria adattabilità, propria specifica di ogni specie, che deriva dalle peculiarità che hanno accumulato nel proprio patrimonio genetico, nel corso dell'evoluzione; se guardi un batterio moderno, che ha 3 miliardi di anni di evoluzione alle spalle, scoprirai che si tratta di una macchina veramente brava nell'arte della sopravvivenza, che conosce tutti i "trucchi" per sopravvivere negli ambienti ostili e, a livello di specie, sa anche come manipolare statisticamente la mutazione naturale e la selezione naturale in modo da costruire con grande facilità dei ceppi di sé stessa resistenti a tutte le minacce ambientali (come gli antibiotici). Questo comportamento, risultato dell'"esperienza" di sopravvivenza accumulata nel patrimonio genetico di quelle creature per miliardi di anni, non in modo diretto ma sempre in modo preadattativo (prospera sempre il mutante migliore nella condizione migliore) dimostra certamente un'eccellente adattamento all'ambiente; ma potrebbe far pensare ad un profano che si possa fare, per così dire, un salto ontologico: dall'adattabilità all'intelligenza.
Tuttavia, se stai intendendo con il termine "intelligenza" la capacità di scegliere autonomamente la risposta da dare ad un evento, al fine di raggiungere uno scopo remoto e/o autonomamente scelto, ti assicuro che questa forma di "intelligenza" non si riscontra in nessuna forma di vita di livello inferiore: il comportamento di un batterio non è molto differente da quello di un programma con alcune centinaia di stringhe di codice, che gli dicono "se incontri la sostanza A, produci l'enzima K", "se incontri temperatura -10°, produci il fattore L" e così via. Si tratta di una macchina molto sofisticata, capace di una limitata autoregolazione, in alcuni casi anche dell'esecuzione di programmi complessi (per esempio di far "cooperare" gruppi di geni per far ottenere uno scopo comune prestabilito) e di una risposta mirata ad un set di variabili prestabilite, accumulate nel corso di milioni di anni. Gli esempi più eclatanti li abbiamo studiando gli archeobatteri e le specie di eubatteri più elementari sopravvissute nelle nicchie ecologiche più remote: sono batteri antichi che pur avendo versioni arcaiche dei geni più basilari per il metabolismo cellulare, ci mostrano però dei grossi "vuoti di programmazione" proprio in tutti quei punti in cui i discendenti moderni mostrano gli equipaggiamenti genetici che gli sono serviti a colonizzare le zone "ostili", come l'atmosfera, la terra, l'interno degli organismi pluricellulari.
Ne consegue che la loro "intelligenza", la loro adattabilità, risulta fortemente (e proporzionalmente) diminuita.


ho bisogno di capire cosa intendi per cause dirette/indirette , perchè secondo me una esclude l'altra



In realtà è più semplice di quanto sembri. Il principio di partenza della mutazione casuale sarebbe riassumibile nell'assioma "niene è perfetto, tutto interagisce con tutto". L'aria è percorsa in continuazione, come sai, da milioni di particelle di energia radiante, capaci di ionizzare la materia; gli ioni si formano ovunque anche soltanto in modo temporaneo, magari per miliardesimi di secondo, e le molecole della chimica organica non sono assolutamente quelle bazzecole che si studiano al liceo, come l'acido acetico o l'anidride carbonica. Su scala di molecole sufficentemente complesse (migliaia di atomi incastrati in strutture tridimensionali) come il DNA, l'RNA, gli enzimi proteici, si osserva che nessuna forma è particolarmente stabile; ed è un bene che sia così, perché forme troppo stabili non sarebbero abbastanza dinamice e adattabili da poter "lavorare" come vuole la cellula. Ma siccome in biochimica vale sempre l'equazione "forma = funzione della molecola", qualsiasi cosa possa far variare la forma di una molecola, altera anche il risultato della sua azione. La cellula lo sa bene e sfrutta questa cosa a suo vantaggio (quasi nessun enzima ad esempio ha una sola forma utile: sono previste forme diverse per comportamenti diversi, così si risparmia energia!) ma il meccanismo non funziona affatto in modo lineare. La caoticità è totale.
Per dirne una, il DNA sottoposto ai normali fattori ambientali, come il campo magnetico terrestre, le radiazioni cosmiche e degli isotopi terrestri, gli urti cinetici con le altre molecole, le interazioni dipolo-dipolo indotte, l'equilibrio acido-basico e quello cheto-enolico, etc etc, tende spontaneamente a denaturare alcuni suoi componenti; è una delle molecole più stabili della cellula, eppure se non ci fossero enzimi atti a ripararlo che lavorano in continuazione, in ogni momento l'interazione spontanea con le particelle del resto del nucleo (che pure sono perfettamente calibrate in sua funzione) causerebbe la degenerazione delle sue basi azotate e la perdita di informazione genetica.
E questa è soltanto la punta dell'iceberg: non dimentichiamoci che il DNA è sottoposto a operazioni meccaniche pazzesche... la sola trascrizione implica il coinvolgimento di una dozzina di sub-unità enzimatiche (pezzi di proteine che si montano a formare un'enorme "fabbrica"), che srotolano, stirano, tagliano a metà, leggono, reincollano, riarrotolano e infine riattorcigliano il DNA.
Immaginati che influssi possono avvenire durante questi processi, se uno degli enzimi coinvolti è afflitto da una leggera imperfezione... un atomo leggermente ionizzato, un legame geometricamente non perfetto, o cose simili.
Le influenze originali spesso possono essere irrintracciabili, anche se ovviamente è tutta una questione del livello di conoscenza di cui disponiamo per ricostruire gli eventi.
E' bene che si tenga sempre a mente che il principio della mutazione casuale, è il principio stesso della vita: nulla è perfetto, tutto interagisce con tutto, e l'errore funzionale non è soltanto una possibilità: è una certezza. L'unica cosa che bisogna chiedersi non è "se", ma "dove" e "quando".

Sui virus, posso soltanto aggiungere che il procedimento dell'infezione virale è un meccanismo molto macchinoso, pur a dispetto della sua velocità; la vulnerabilità alla mutazione casuale, quando il sistema-virus, paragonabile per semplicità ad una singola macro-molecola sofisticatissima, cerca di interagire con il sistema-cellula, disturbando i suoi meccanismi più intimi per cercare di indurla alla sintesi di particelle virali, assistiamo ad un processo dove il tasso di possibili errori è enorme... e questo naturalmente è un "extra" proprio dei virus e di nessun altra categoria di forme di vita.


ecco non ti seguo più perchè mi devi spiegare tutto questo operare a livello molecolare , biochimico cosa ha in relazione con Dio , cioè è come se dicessi che Dio (restiamo IT) ha sbagliato perchè le cellule fanno un pò come meglio gli aggrada ? oppure mi stai dicendo che Dio è cosi preciso che ha dato la possibilità alla cellula di gestire le emergenze rispetto all'ambiente esterno ?


La biochimica e la biologia non citano l'opera di esseri divini da nessuna parte. Ma non è per ragioni ideologiche: è semplicemente perché non ce ne è bisogno. Come ti ho detto sopra, al livello attuale, stiamo parlando di costrutti dall'enorme, inimmaginabile complessità molecolare, ma pur sempre macchine basate su interazioni molecolari chiaramente distinguibili. Lo scopo di tali macchine, nel senso dell'azione per cui tutte sono universalmente programmate, è quello di riprodursi. La mutazione stessa, seppur inevitabile per motivi contingenti (le imperfezioni della materia, sostanzialmente parlando) non è un'attività che vede coinvolti degli "sforzi" consapevoli da parte delle forme di vita: semplicemente, prima o poi accade.


vedi è qui che non ti capisco , cioè siamo d'accordo che il virus è comunque una forma intelligente , che riesce a modificarsi sotto l'effeto di stimoli interni o esterni , ma comunque ogni anno è li , noi siamo un corpo imperfetto ricordi , solo a seguito dell'apocalisse saremmo migliori
Cioè quello che voglio trasmetterti e tu lo descrivi molto bene è che comunque c'è un modo di operare di costruire di affermarsi che possiamo definire intelligente
Scendiamo ancora nel più piccolo guarda gli atomi , tutti ben allineati , tutti ognuno sul proprio livello , ognuno legato all'altro con una forza esatta per creare la struttuta , questo ti sembra un caso .. ti sembra una non creazione ?? (OT)



Temo purtroppo che in questo non ci capiamo molto bene, invece. Il virus è una macchina altamente adattata, ben selezionata; selezionata PASSIVAMENTE però: il principio è semplice, il virus adatto sopravvive e si replica, il virus inadatto schiatta; l'ambiente seleziona chi è il primo e chi è il secondo, in mezzo al pool di mutanti. Ma questo processo, pur non essendo casuale (perché i fattori ambientali lo determinano in modo essenziale) è tutto fuorché "intelligente"! Non ha una sua logica, e soprattutto non permette inferenza alcuna di un'intelligenza propria nelle creature.
Ciò vale anche per forme di vita più complesse, o per intere popolazioni di forme di vita. Ad esempio, nonostante il nostro sistema immunitario sia incommensurabilmente più complesso di qualsiasi virus, anch'esso è stupido, meccanico. Non devi, ti ripeto, confondere l'adattabilità meccanica con l'intelligenza, per quanto le due cose a volte possano sembrare simili perché danno risposte simili in determinate situazioni ambientali.
Si possano vedere delle correlazioni a livelli molto superiori (come le reti neurali). Ma per ora, a questi livelli non le devi confondere!
Il DNA non è nella maniera più assoluta vettore di "intelligenza", né lo sono le singole proteine o le singole cellule. Bisogna sempre ricordarsi la scala su cui lavoriamo, e su scala microscopica l'intelligenza è un concetto che non ha senso.
Il nostro sistema immunitario ad esempio è stupido, talmente stupido che determinate infezioni con un sufficente grado di adattamento, come l'AIDS, possono addirittura permettersi il lusso di attaccarlo direttamente. E non fanno nulla di trascendentale per riuscirci: semplicemente posseggono le chiavi molecolari appropriate per l'opera. Lo ingannano colpendolo nei suoi punti deboli, e il sistema, incapace di reagire oltre la propria portata o di inventare soluzioni che trascendano allo spettro di variabili sui quali è progettato per lavorare, alla fine crolla.
Comunque, nonostante sia stupido, il S.I. è progettato per determinati compiti e su quei compiti resta straordinariamente adattabile. Considera che ogni volta che ci ammaliamo, per sintetizzare un anticorpo lui deve compiere l'impossibile missione di "craccare" il codice della compatibilità molecolare fra le proteine antigene e l'anticorpo; in altre parole, nell'arco di pochi giorni, deve progettare qualcosa di sufficentemente efficace da vanificare, sia pur in modo locale e limitato, i risultati ottenuti dal patogeno accumulando milioni di anni di mutazioni casuali e selezione naturale.
Vedi bene quanto sia adattabile un sistema capace di fare questo: sotto molti aspetti, è paragonabile ad una rozza forma di supercomputer, costruito dalle interazioni "dialoganti" di cellule sparse nei nostri tessuti.
Un'entità che in ultima analisi potremmo definire straordinariamente complessa e adattabile... ma poco, davvero poco intelligente; per questa funzionalità servono altre attrezzature e altri ordini di grandezza, che dei semplici globuli bianchi non posseggono.


lui e un altro , avevano creato la doppia denominazione delle specie , una dava il ceppo l'altra la caratteristica , che però non dicono nulla sul tuo ragionamento della selezione naturale , perchè se vuoi la selezione naturale io non la vedo tranne noi stupidi uomini che la stiamo eseguendo ,la selezione esite o è esistita tanto tempo addietro dove gli animali potevano distruggere altri animali più piccoli che con l'aiuto del sistema terra fatto di vulcani , meteoriti hanno completato l'opera


In primis, meteoriti e vulcani è meglio per adesso che non li tiri fuori (le grandi estinzioni non sono una forma di "selezione naturale" vera e propria: non agiscono se non in modo minimo sulla mutazione casuale, semplicemente sterminano tutto ciò che cammina).
In secundis, noi uomini non stiamo eseguendo nessuna forma di selezione naturale; anzi, la nostra opera su piante e animali è da millenni una lampante forma di selezione artificiale: una vacca da latte ad esempio in termini naturali è un abominio, i cui svantaggiosissimi caratteri non sopravvivrebbero mai in natura; idem dicasi per dei pomodori rossi e succosi, del mais con le sue mega-pannocchie, delle galline che fanno un uovo al giorno e così via.
Allo stesso modo gli OGM sono organismi adattati intelligentemente da noi per servire i nostri scopi, utilizzando una forma di modificazione che trascende la mera selezione, e arriva alla modifica diretta dei geni interessati; nulla hanno a che vedere con l'idea distorta che stiamo "manipolando la selezione della specie" o altre stupidaggini simili. Semplicemente, addomestichiamo ciò che ci serve. A volte (molto più raramente di quanto non si pensi) questo rappresenta un potenziale pericolo per le interazioni naturali, e bisogna prendere determinate precauzioni; ma più spesso, sono preconcetti di chi non ha ancora capito che cos'è l'ingegneria genetica, e soprattutto non ha chiaro come funziona la naturale ingegneria della natura!

In ultimis, quando mi dici che "non vedi esempi" di selezione naturale: ebbene non posso che risponderti che sei tu che non vedi esempi di selezione naturale, e questo perché, è il caso di dirlo, non hai mai cercato l'angolazione giusta per guardarli. Conosci il caso di biston betularia, la falena bianca che viveva nelle foreste di betulle presso Londra? Conosci i fringuelli delle Galapagos, o le testuggini marine? Sono casi classici (ma non antichi: documentati soprattutto dagli ultimi 50 anni ad oggi) che nel ramo biologico anche uno studentello conosce; chi non è del ramo ovviamente non è tenuto a sapere nulla, ma i casi di selezione naturale attualmente in corso e chiaramente visibili sono tutt'attorno a noi: basta semplicemente, osservare e informarsi. Possibilmente non da siti di creazionisti...

Se la storia dei fringuelli o delle falene non ti affascina comunque, basta osservare il modo in cui i batteri reagiscono agli antibiotici: sono un caso estremo, bisogna dire; selezione naturale purissima, applicata ad un pool di mutazioni casuali eccezionalmente vasto per tempi brevi; ma sono spettacolari per poter osservare il motore dell'evoluzione ai suoi massimi livelli di efficacia.
Non c'è maestro di vita più abile e consumato di un batterio...


Cioè quello che voglio trasmetterti e tu lo descrivi molto bene è che comunque c'è un modo di operare di costruire di affermarsi che possiamo definire intelligente


Sfortunatamente no, non c'é in senso proprio. Ci sono strutture bellissime, sistemi caotici e sistemi ordinati, funzioni semplici e complesse... ma non c'è nulla che ci autorizzi ad inferire che ci sia dietro un'intelligenza creatrice; al contrario, ci sono errori ed imperfezioni; e soprattutto ci sono le stupefacenti analogie di cui ti parlai a pagina 2, che ci danno una prova indisputabile dell'origine comune.
Comunque ripeto, l'evoluzione non è l'abiogenesi. In riferimento a quest'ultima, credere che qualcuno abbia voluto costruire una "base" iniziale è pur azzardato e improbabile (statisticamente molto meno probabile dei processi spontanei) ma per ora resta possibile. C'è ancora un vuoto nelle nostre conoscenze sulla nascita della vita... e anche se abbiamo già fatto passi nella giusta direzione, passerà probabilmente molto tempo, prima che si riesca a colmarlo.


Scendiamo ancora nel più piccolo guarda gli atomi , tutti ben allineati , tutti ognuno sul proprio livello , ognuno legato all'altro con una forza esatta per creare la struttuta , questo ti sembra un caso .. ti sembra una non creazione ?? (OT)


Se basta così poco per stupirti, sappi che i processi della trascrizione, della traduzione, della sintesi proteica e delle modificazioni post-traduzionali e post-sintentiche sono tutti in gran parte noti. Tanto è vero che virus e proteine virali possono essere riprodotte in laboratorio al giorno d'oggi (come ti ho detto, i virus sono molto semplici rispetto a dei veri organismi viventi, figuriamoci a delle forme di vita intelligenti) e addirittura possono essere modificati a piacimento, usando batteri convertiti in "fabbriche" di particelle virale e praticando dell'ingegneria genetica sul genoma del virus e del batterio. La branca della ricerca medica che sviluppa la cosiddetta "terapia genica" si serve proprio di queste tecnologie per trasformare un virus patogeno in un vettore di cure capaci di agire a livello genetico e quindi semi-permanente.
Ma questa è ingegneria di livello avanzato e a tutt'oggi sperimentale; se volessimo addentrarci qui dovremmo prima spiegare molte altre cose...


perdonami ma non sono per nulla d'accordo ,il tempo fa il suo corso , ne più ne meno , certo abbiamo animali che sono usciti dalla terra , ma che ci sono rientrati , tutto quello che vuoi ma questo è evoluzione che rende l'essere adattabile al suo sistema di vita ,


Hai assolutamente ragione: "questo è evoluzione che rende l'essere adattabile al suo sistema di vita". Il punto è che tale è l'unica forma di evoluzione che si osserva. Io ho detto che NON SI OSSERVA alcun tipo di finalismo, non ho detto che se un dio dovesse esistere, il suo finalismo sarebbe per forza visibile ai nostri occhi. Tu puoi credere quello che vuoi, sappiamo entrambi che Dio non concerne la scienza... ma qui su questo pianeta devi sottostare ai dati che si raccolgono, e ragionare in base a quelli. Apprezzo il tuo desiderio di capire cosa dice la teoria dell'evoluzione, ma quando ne parliamo, devi anche pensare che intere generazioni di grandi scienziati credenti nelle fedi più disparate ti hanno preceduto, e hanno cercato in tutti i modi di capire quale interpretazione poteva funzionare. Non puoi obiettivamente pensare di smontare la teoria facendo riferimenti a concetti astratti come la bellezza degli organismi (che io valorizzo enormemente, conoscendo alcuni dettagli extra di quelle strutture... ci sono cose veramente al di là della nostra immaginazione). Semplicemente, questo tipo di ragionamento non funziona: le creature viventi sono cose belle, ma non sono perfette, tutt'altro; sono afflitte dalle loro debolezze e adattate ai loro contesti; recano in sé tracce indelebili di ciò che sono state, della loro storia, perfino dei loro drammi e di come si sono evolute per superarli. Studiandole in dettaglio, l'unica conclusione a cui si arriva è che funziona solo l'interpretazione dell'evoluzione neo-darwiniana. "Funziona" come tutte le teorie, cioè con alti e bassi, traguardi e difficoltà; ma funziona ormai molto bene, con una capacità interpretativa eccellente e di gran lunga migliore di quella offerta da qualsiasi altra teoria mai tentata.

I contrasti con la fede? Certo io sono ateo, ma anche se fossi credente, come molti degli scienziati credenti del globo, non penso proprio che li avvertirei. Come diceva Galileo, il più grande dei libri mai scritti da Dio non è la Bibbia, ma la Natura... come possiamo pensare di errare, nella nostra volontà di leggere da questo libro? E' questa l'opera suprema che ha posto davanti ai nostri occhi, ben prima che qualsiasi testo sacro umano fosse scritto. Che razza di sciocchi saremmo, se non usassimo il cervello che il creatore ci ha dato, per comprendere la bellezza della sua creazione?


vedi io credo una cosa , che magari può stupirti .. secondo me Dio ha fatto tutto ciò che vediamo ,quello che è accaduto io non o escludo a priori , perchè esempio la spiegazione dei dinosauri io credo che ci siano stati e questo lo ritroviamo nella Bibbia , ma che si siano estinti per motivi climatici , percui come dire Dio ci ha dato , ora stà aspettando , sta alla finestra se cosi si può dire , per vedere di cosa siamo capaci fino alla fine .. però non confondiamo la Creazione con l'Evoluzione


L'Evoluzione è un fatto stracomprovato, la Creazione intesa in senso biologico, un atto di fede. Se si cerca il giusto accomodamento e si danno le corrette e ragionevoli interpretazioni, le due cose possono essere perfettamente compatibili; ma aveva ragione Schopenheuer, dicendo che la conoscenza è fatta di una sostanza più dura di quella di cui è fatta la fede: sicché quando le due si urtano, è sempre la seconda a spaccarsi.

ciao [SM=g27988]

Rain

[Modificato da Rainboy 23/07/2007 2.32]

saulo1976
00martedì 24 luglio 2007 20:54
Rainboy ...Gould conferma o no la mancanza di questi anelli di congiunzione??...non giriamoci intorno...se questi anelli di congiunzione ci fossero stati...Gould e soci avrebbero sfornato questa teoria degli "equilibri punteggiati" secondo te?...
saulo1976
00martedì 24 luglio 2007 23:59
"se un articolo titola Darwin aveva ragione e documenta tale affermazione, il minimo che tu possa fare per essere credibile è smontare questi documenti"


non c'è bisogno di uno che smonti questi documenti...si smontano da soli...

il titolo dell'articolo è "Darwin aveva ragione. E il gambero diventò mosca"

già è un pezzo che cerco di farti capire che Darwin si è sbagliato...l'hanno capito tutti ...tranne tu e qualcun altro...ma andiamo avanti...

"e il gambero diventò mosca"

sì ma nei loro sogni immagino...perchè in realtà la loro rimane una supposizione...sai cos'hanno ottenuto in realtà in laboratorio?

un gamberetto senza gli arti posteriori...questo hanno ottenuto...

la mutazione del DNA si verifica durante lo sviluppo...di un embrione che è già un embrione di gamberetto...e il risultato della mutazione è un gamberetto deforme...cioè un gamberetto senza gli arti posteriori...

tanto rumore per nulla...

il fatto che la mutazione si sia verificata in questo gene "maestro" non cambia molto...perchè dalla mutazione di questo gene non ne viene fuori una specie nuova...ma semplicemente un gamberetto deforme...mancante degli arti posteriori...per farti capire meglio a te e a chi legge...se si fosse ottenuto un gamberetto con le ali in laboratorio...o con un organo nuovo...già sarebbe stata una scoperta molto più interessante...e volendo si sarebbe potuto parlare di nuova specie ...ma così che cosa vuoi che ti smonti?
Rainboy
00mercoledì 25 luglio 2007 00:50

Rainboy ...Gould conferma o no la mancanza di questi anelli di congiunzione??...non giriamoci intorno...se questi anelli di congiunzione ci fossero stati...Gould e soci avrebbero sfornato questa teoria degli "equilibri punteggiati" secondo te?...



Certo che Gould parla degli anelli di congiunzione. Semplicemente i tempi sono diversi, e questo sulla base della metafora dei "cornicioni della cattedrale", o chiamali come vuoi (ho tradotto impropriamente dall'inglese, non so se ci sia un'equivalente italiano). Studiatela quella dannata teoria!!!

La teoria degli equilibri punteggiati utilizza la MUTAZIONE CASUALE, la SELEZIONE NATURALE e la DERIVA GENETICA... e infatti proprio per questo, per la terza e ultima volta Saulo, le ipotesi di Gould sono incluse del modello neo-darwinista!

Adesso cosa ti inventerai, sentiamo?
Dopo aver negato l'utilità dei geni architetto, sollevato "conflitti" con la termodinamica, affermato l'incompatibilità con Gould (praticamente come dire che il darwinismo classico era incompatibile con Darwin) quale sarà il prossimo coniglio bianco dal tuo cappello?

[Modificato da Rainboy 25/07/2007 1.56]

spirito!libero
00mercoledì 25 luglio 2007 14:37

“per farti capire meglio a te e a chi legge...se si fosse ottenuto un gamberetto con le ali in laboratorio...o con un organo nuovo...già sarebbe stata una scoperta molto più interessante...e volendo si sarebbe potuto parlare di nuova specie”



Mi fa piacere che pensi ciò. Dunque, se ho capito bene, se si ottenesse un gamberetto, o un qualsiasi animale, con parti aggiuntive in modo che il risultato fosse completamente diverso dalla specie di partenza ma funzionale lo considereresti una prova attendibile ? E fai bene perché se ciò accadesse si dimostrerebbe che i geni architetto sottendono alla macro-evoluzione.

Ma la vuoi sapere una cosetta?.......... CIO E’ GIA’ AVVENUTO IN LABORATORIO !!!

Oooh finalmente hai fatto un’affermazione degna di nota e a tale affermazione corrisponde necessariamente l’accettazione del dato sperimentale, leggi con attenzione:

"in un agguerrito laboratorio della California, sono state riprodotte in dettaglio due piccolissime mutazioni, portatrici di grandi effetti, avvenute 400 milioni di anni fa, grazie alle quali si passò di colpo da un artropode, l'Artemia (detta anche scampetto della salamoia, o - chissà perché - scimmiotto di mare, molto popolare tra gli amanti dei piccoli acquari come cibo vivo per i pesci), al moscerino dell'aceto. L'artemia ha undici paia di zampe e una sorta di coda che batte vigorosamente mentre nuota, mentre il moscerino ha ali per volare, solo tre paia di zampe, e nessuna coda. Come queste due minime e antichissime mutazioni spontanee in un gene "maestro" siano riuscite a produrre tanto cambiamento è stato ricostruito, sequenza per sequenza e molecola per molecola, dai genetisti Matthew Ronshaugen, Nadine McGinnis e William McGinnis, dell'Università della California a San Diego. Come già da tempo i biologi sospettavano, una piccola, rara e fortunata mutazione in un gene di regolazione, uno di quelli che ho sopra chiamato geni "maestri” può d'un tratto produrre una specie nuova, assai diversa da quella di partenza. Si è riprodotta in laboratorio la genesi spontanea di uno di quei "mostri fortunati" ( hopeful monsters ) di cui già dagli anni Quaranta si parlava, tra il credulo e l'incredulo, nei lavori teorici sull'evoluzione."



Ed ecco le tue tanto sospirate “ali”, che altro hai bisogno per convincerti che le tue posizioni sono irrazionali e a-scientifiche ?

Inoltre ti invito a leggere questo:

TRE MILIARDI DI ANNI IN NOVE MESI
LE STRAORDINARIE SOMIGLIANZE TRA EMBRIONI UMANI E ANIMALI SONO LE ULTIME TRACCE DI UN PASSATO COMUNE, UN ARCHIVIO STORICO DELLA VITA.

Come molti scienziati del suo tempo (prima metà dell'ottocento) Ernst von Baer, un embriologo estone, aveva una collezione di embrioni di animali in vasi sotto alcool. Un giorno si accorse però di avere dimenticato di mettere le etichette su alcuni dei vasi. E di non riuscire più a capire a quale specie l'embrione contenuto appartenesse. "Potrebbe trattarsi di lucertole", scriveva nel suo diario, "o di uccellini o persino di mamiferi". Da questo episodio e dalle riflessioni che von Baer fece su quanto gli era capitato, nacque la famosa teoria della ricapitolazione: embrioni di specie diverse, sostiene in sostanza la teoria, presentano stadi in cui sono molto simili fra loro perché nel corso del suo sviluppo ogni embrione ripercorre i passi salienti dell'evoluzione. Nella crescita dell'embrione umano, per esempio, si potrebbero trovare tracce del nostro passato di pesci.
Una teoria che oggi, in versione più articolata, sta trovando conferma negli studi di genetica avanzati. Lo sviluppo di un embrione avviene sulla base di "istruzioni" che sono contenute nei cosiddetti geni. Bloccando i geni detti "architetto", quelli che in ogni organismo complesso, sia esso moscerino o elefante, hanno il compito di coordinare gli altri geni (vedere Focus n.55) e progettare la forma del corpo, i ricercatori sono riusciti ad attivare precedenti istruzioni genetiche e a far risorgere strutture come spine dorsali, vertebre, orecchie, ali, e mandibole, passate di moda già centinaia di milioni di anni fa.
L'UOMO PESCE
Baer aveva notato che testa e corpo di embrioni di diverse specie ai primi stadi dello sviluppo si assomigliano molto. Solo quando l'embrione è vicino alla nascita manifesta le caratteristiche tipiche del pesce o dell'uccello o dell'essere umano in costruzione. Come mai? Per spiegarlo Baer ricorse alla teoria dell'evoluzione di Charles Darwin: le modifiche genetiche casuali, che appaiono ogni volta che da una coppia di genitori nasce un figlio e che, sommandosi le une alle altre, hanno trasformato le specie nel corso della storia - ad esempio facendo evolvere l'uomo da progenitori scimmieschi come Lucy (vedere Focus n.54) - si sarebbero sviluppate, secondo Baer, proprio durante la costruzione dell'embrione. E quasi sempre aggiungendosi alla fine di questo processo di sviluppo. Gli stadi di sviluppo embrionale più antichi, quelli che portavano alla costruzione di anfibi e rettili, sarebbero rimasti cioè all'inizio dello sviluppo embrionale. E le nuove istruzioni si sarebbero aggiunte nella fase finale. Perciò l'embrione di un mammifero passerebbe attraverso uno stadio in cui assomiglia ad un embrione di pesce per poi assumere caratteristiche di anfibio, di rettile e infine quelle definitive.
STRATI SOVRAPPOSTI
"Raccontata così può sembrare una castroneria", spiega Edoardo Boncinelli, embriogenetista del Dibit-Istituto San Raffaele di Milano. "ma oggi c'è un'interpretazione che spiega perché le mutazioni successive non hanno cancellato le tracce dell'evoluzione precedente". Questa interpretazione dice che un cambiamento, se avviene in una fase precoce dello sviluppo embrionale, ha meno probabilità di avere successo: nel senso che modifica troppo l'organismo e molto probabilmente ne causa la morte prima ancora della sua nascita. Mentre se si verifica nelle ultime fasi dello sviluppo embrionale, ha più possibilità di diventare definitivo. Ci sono cioè più possibilità che un essere con questo cambiamento nasca, si riproduca e metta alla prova le sue nuove caratteristiche nella lotta per la sopravvivenza.
IL NONNO DEI GIRINI
Un esempio della conservazione di tracce antiche è quello della rana, facile da studiare perché il suo embrione si sviluppa in gran parte fuori dall'uovo, come girino. Il girino ha, nella prima fase di sviluppo, la coda e le branchie, e assomiglia molto al suo antenato pesce. Poi acquisisce i polmoni e mette le zampe, e infine la coda si atrofizza e cade: diventa un anfibio. Quando osserviamo i mutamenti che si verificano in poche settimane nei girini, è come se rivedessimo, con il comando "avanti veloce", una fase dell'evoluzione dai pesci agli anfibi avvenuta 300 milioni di anni fa e che impiegò milioni di anni per compiersi.
Il girino non è un'eccezione. Le branchie continuano a comparire anche durante lo sviluppo embrionale dei mammiferi (vedi foto a pag.120 del n.58 di Focus). Nella prima fase di questo sviluppo appaiono infatti nella regione della testa strutture simili ad arcate e tasche. Sono le stesse dalle quali, nei pesci primitivi, avevano origine le branchie. Quando i pesci abbandonarono il mare per diventare anfibi, queste arcate e tasche divennero inutili, ma non sparirono. L'evoluzione le riciclò per altre funzioni. Negli animali evolutisi successivamente, gli abbozzi di branchie danno infatti origine alla mascella e ad altre strutture della gola.
BRICOLAGE CON MANDIBOLE
Insomma, come ipotizza il biologo molecolare francese François Jacob, "l'evoluzione ha fatto del bricolage, utilizzando per nuovi scopi materiali che erano stati progettati per utilizzazioni ormai superate".
Altro esempio di bricolage della natura è lo sviluppo dell'orecchio interno. Nell'uomo la trasmissione delle vibrazioni della membrana del timpano al nervo acustico viene fatta da tre ossicini: martello, incudine e staffa. Nei nostri antenati simili a lucertole, i rettili arcaici, la catena era formata solo da due ossicini, che consentivano una trasmissione del suono discreta ma meno fine di quella dei mammiferi. Da dove è arrivato il terzo ossicino? Gli scienziati hanno scoperto che è stato preso dalla mascella inferiore dei rettili. Questa infatti inizialmente era fatta di varie ossa per essere snodabile e ingurgitare grossi bocconi (in pratica animali interi, come fanno ancora oggi i serpenti). Quando nel corso dell'evoluzione la mandibola cambiò e si dotò di un osso solo, che aveva il vantaggio di dare maggiore forza e consentire la masticazione, una delle ossa mandibolari del rettile, diventata superflua, si trasformò nel terzo elemento nella catena degli ossicini.
TRE RENI IN SUCCESSIONE
Anche lo sviluppo dei reni del mammifero durante la fase embrionale porta tracce del passato. Negli embrioni di mammifero, infatti, prima si sviluppano reni molto simili a quelli dei pesci. Poi questi reni si atrofizzano e ne emergono altri, in posizione più arretrata rispetto alla testa, che somigliano al sistema renale degli anfibi. Infine si formano nuovi reni, quelli definitivi. E i precedenti, quelli da anfibio, vengono riciclati per formare strutture collegate alle ovaie e ai testicoli.
Altre volte invece le strutture arcaiche si sommano a quelle nuove. Come nel caso dei tre cervelli dell'uomo. Quello più antico, ereditato dai rettili, il tronco cerebrale, ha le funzioni vegetative fondamentali (respirazione, regolazione della pressione sanguigna) e si sviluppa per primo. Poi viene avvolto dal secondo cervello, detto mesencefalo e molto importante nei primi mammiferi. Infine inizia a crescere la corteccia che avvolge tutte le strutture precedenti: è il cervello dei mammiferi, particolarmente sviluppato nell'uomo.
UOMINI CON LA CODA
Dell'esistenza in noi di queste tracce di antichi progenitori, a volte, spontaneamente, emerge la prova. Sono i cosiddetti "atavismi", cioè forme e organi che appartenevano al passato e che riappaiono nel corpo di creature contemporanee. Nascono così balene con le zampe posteriori, che erano state perse quando questi mammiferi terrestri si rituffarono in mare (vedere Focus n.44). Uomini con abbondante peluria sul volto, come le scimmie. Serpenti con zampe rudimentali come avevano i rettili più arcaici. Uomini con abbozzi di code e cavalli con zoccoli a tre dita.
Questi atavismi hanno da sempre incuriosito i biologi. Ma è da pochi anni chegli scienziati si sono accorti di poterli creare in laboratorio bloccando i geni architetto. Manipolando questi geni (detti anche geni "Hox") fanno "risorgere" caratteristiche del passato. Pier Chambon, dell'Università Louis Pasteur di Strasburgo, ha creato un topo con un sistema uditivo a metà strada tra quello di mammifero e quello di rettile: l'orecchio interno di questo topo ha due ossicini, invece di tre: un progetto caduto in disuso circa 200 milioni di anni fa, al tempo dei dinosauri. Charles Bieberich, dell'Holland Laboratory di Rockville, nel Maryland, toccando un altro gene architetto, ha dato a un topo una spina dorsale simile a quelle usate dai dinosauri 200-300 milioni di anni fa: ha dischi vertebrali mobili, come quelli del collo, e costole staccate dai dischi che si prolungano ben oltre il torace.
DENTRO DI NOI, IL MOSCERINO
E l'uomo, l'ultimo sviluppo della catena evolutiva? Conserva ancora incredibili analogie coi moscerini della frutta, insetti di pochi millimetri (contro i quasi due metri dell'uomo), diecimila geni (contro i circa settantamila geni umani) e dotati di otto cromosomi (contro i 46 umani). Andrea Ballabio, genetista italiano che lavora per Telethon, ha scoperto ormai oltre 100 geni che uomo e moscerino hanno in comune: geni che producono sempre le stesse proteine inventate dall'evoluzione centinaia di milioni di anni fa.
TUTTI QUANTI CON LE PINNE
In tutti i vertebrati, quindi anche nell'uomo, gli arti appaiono dapprima come pinne. Poi però la cartilagine delle pinne si raggruma in cinque dita. Nella fase fetale il quinto dito del maiale è scomparso, quello del pollo è ormai uno sperone. La distruzione delle parti inutili, come la palmatura delle mani umane, è gestita da speciali geni.
Amelia Beltramini - Focus n.58 dell'agosto 1997

Saluti
Andrea
Rainboy
00mercoledì 25 luglio 2007 16:35
Grazie per il supporto e per l'articolo, Spirito. Sai, è veramente stancante trovarsi di fronte a certe persone...
Mi fa piacere soprattutto la tua attenzione alla ricerca di articoli mirati: io non ho accesso online a molte fonti di informazione scientifica divulgativa, forse anche perché spesso non le cerco e faccio riferimento a testi di altra natura.

L'articolo postato è del 1997, dal che si deduce, casomai qualcuno non si fosse fidato di me quando l'avevo detto, che i geni architetto sono una realtà risaputa ormai da molto tempo.
Aggiungo che proprio per via della data, alcuni dati numerici sono da emendare: il numero di geni effettivi del genoma umano è oggi stimato in 22.000-25.000, e le somiglianze con Drosohpila Melanogaster sono molto più grandi di quelle già notevoli evidenziare lì.

Posso inoltre dire che tutte le dissertazioni sull'embriologia (note sotto il profilo anatomico da almeno un secolo e sotto quello genetico da un ventennio) sono veramente lampanti solo se l'embriologia la si è fatta: qualsiasi studente di media preparazione sa o dovrebbe sapere che embriologicamente noi all'inizio SIAMO a tutti gli effetti pesci, poi anfibi e infine mammiferi generici, prima di differenziarci in embrioni del genere homo; questo semplicemente perché nelle fasi di sviluppo appropriate attiviamo i geni necessari alla nostra embriogenesi in quell'ordine. Gli organi non nascono miracolosamente già fatti, né in tal modo compare la forma fisica o il sistema scheletrico. Nessuna cellula "sa" cosa fare fin dall'inizio, perché tutte nascono da generazioni precedenti che si moltiplicavano avendo caratteristiche indifferenziate (e quindi prive di assegnazione specifica); è fuori luogo l'idea secondo cui lo zigote iniziale sappia già cosa fare solo perché ha tutto il DNA inserito in memoria: lui non sa assolutamente nulla, sa soltanto che deve riprodursi.
I vari step nell'organizzazione non sono contemporanei a quelli dell'acquisizione di massa, a livello delle singole cellule: moltiplicarsi non significa differenziarsi, e viceversa. I processi di moltiplicazione, migrazione e differenziazione sono plasmati dall'influenza dei giusti interruttori, che si attivano in ogni cellula a seguito della comprensione reciproca (conseguita tramite dialogo chimico) dello stato di avanzamento del processo di embriogenesi; a ciò consegue l'attivazione di nuove parti del genoma, inizialmente in modo generalizzato, poi in modo sempre più locale e specifico nelle varie popolazioni di cellule coinvolte.
Il procedimento è tutt'altro che lineare, proprio a causa delle vistose eredità evolutive che si porta dietro, le "sacre procedure" codificate nel genoma, che furono selezionate durante i milioni di anni semplicemente perché funzionarono in modo sufficentemente efficace da competere in modo proficuo, non certo perché fossero insostituibili. Del resto l'adozione dell'embriogenesi attuale è solo una fra le infinite teoricamente possibili, che ha i suoi pregi (fra i quali quello, che sembra scontato ma non lo è affatto, di avere successo in un numero ragionevole di casi) e i suoi difetti (difetti notevoli, se si considera che quasi il 50% delle cellule del feto deve commettere suicidio cellulare durante l'embriogenesi, per non ostacolare lo sviluppo della creatura nelle fasi successive a quelle in cui erano richieste; gli sprechi di energia e biomassa lungo tutta la genesi sono più che cospicui).
Per questo non c'è affatto da soprendersi se lo spostamento spazio-temporale dell'influenza di uno di questi interruttori, un gene architetto, può determinare i cambiamenti più radicali: è stato dimostrato che durante l'embriogenesi l'attività dei geni viene usata perfino come bussola spaziale da parte delle popolazioni cellulari, le quali si "riconoscono" in base all'attivazione di geni di polarità differenti; ad esempio, le cellule esterne di molti tessuti decidono il proprio ruolo triangolando la propria posizione in accordo con quelle interne; le cellule che stanno "su" comprendono qual'è il loro ruolo confrontandosi con quelle che stanno "giù", e così via.
I geni architetto e quelli di polarità (spesso le due funzioni vanno a braccetto) sono relativamente pochi, e quindi molte mutazioni non influiscono sui geni chiave per questi processi, pertanto seguono un andamento darwiniano classico più scontato; ma nei milioni di anni, non fosse altro per mera statistica, alcune devono sicuramente averlo fatto; e i loro risultati inevitabilmente furono soggetti al vaglio della selezione naturale. Cambiare il gene giusto al momento giusto per mutazione casuale, spesso poteva significare una variazione di sviluppo enorme... cambiare quello sbagliato nel momento sbagliato, come molto più spesso poteva accadere, era equivalente ad un banale aborto spontaneo. Il procedimento, per ragioni complesse che qui non mi sarebbe facile spiegare, ha facilità maggiore ad avvenire per organismi semplici (come gli invertebrati) piuttosto che per organismi complessi (come i mammiferi superiori). Questo spiega la sua incidenza nettamente maggiore fra classi molto semplici come quelle degli insetti, che macroevolvono con ricchezza e facilità impressionante; ma non sono mancate le eccezioni, e molti vedono nello sviluppo di alcune capacità cerebrali straordinariamente sviluppate nel genere homo, proprio lo zampino di alcuni geni architetto mutati, come ad esempio l'ormai noto e arcistudiato FOXP2.


Purtroppo stupidamente, quando correggo certe esternazioni, do' per scontato di esprimermi su basi comuni (o su una volontà di approfondire) che nei fatti molti non hanno. Non devo dimenticarmi che c'è molta gente che crede a scemenze fotomontate come quel video antiabortista di Youtube, e che pensa davvero che un feto di 10 settimane sia un ometto in miniatura con le manine e gli occhietti dolci...

[Modificato da Rainboy 25/07/2007 16.43]

saulo1976
00mercoledì 25 luglio 2007 21:02
"Ed ecco le tue tanto sospirate 'ali', che altro hai bisogno per convincerti che le tue posizioni sono irrazionali e a-scientifiche?"

com'è facile fraintendere...cioè tu da questo articolo hai compreso che in laboratorio sono spuntate le ali al gamberetto?...questo articolo da te citato è datato 2002...e già l'avevo letto in passato...ho fatto le mie consuete ricerche per capire meglio di cosa si trattava...e al momento non mi risulta che questo gruppo di ricerca di S.Diego guidato da McGinnis abbia reso noto appunto che una mutazione genetica abbia prodotto gamberetti con le ali o con organi nuovi...mi risulta invece che questa mutazione genetica abbia prodotto un gamberetto con tre paia di zampe...invece di dieci...e ciò è dovuto alla proteina Ubx...che appunto ha la funzione di sopprimere gli arti...ora sembra certo che questa mutazione non sarebbe stata possibile se la proteina Ubx non fosse già stata presente nell'artemia...questo significa (al momento per lo meno) che la mutazione in un gene "maestro" può generare novità biologiche solo se queste novità sono previste già nel progetto di partenza...quindi non sono vere e proprie "novità" ma progetti contenuti nel DNA di partenza..quindi in questo caso del gamberetto...

non mi sembri molto informato Spirito...probabilmente se fosse spuntato questo gamberetto con le ali ...Sermonti nel suo libro datato 2006...ne avrebbe parlato...stiamo parlando di fatti...e Sermonti nel suo libro parla solo di quelli...e non avrebbe potuto scrivere quel che ha scritto sui geni...perchè è una persona estremamente seria...al contrario di quel che pensi...
Rainboy
00giovedì 26 luglio 2007 05:12
L'articolo la data ce l'ha sotto, ed è il 1997. Evidentemente ciò di cui parli tu è un'altro esperimento. Aggiungo che sono già state ottenute su Drosophila, con singole mutazioni dei geni della famiglia HOX, conversioni di zampe in antenne e di zampe in ali: in pratica balzi di milioni di anni racchiusi in singole modifiche, che a tutti gli effetti possono considerarsi mutazioni macroevolutive destinate a precorrere la speciazione.


ciò è dovuto alla proteina Ubx...che appunto ha la funzione di sopprimere gli arti...ora sembra certo che questa mutazione non sarebbe stata possibile se la proteina Ubx non fosse già stata presente nell'artemia...questo significa (al momento per lo meno) che la mutazione in un gene "maestro" può generare novità biologiche solo se queste novità sono previste già nel progetto di partenza...quindi non sono vere e proprie "novità" ma progetti contenuti nel DNA di partenza..quindi in questo caso del gamberetto..



Appunto, Saulo. E fra un po' spero che arriverai anche alla conclusione che tutti gli organismi della classe a cui appartengono entrambe le specie, hanno moltissimi geni in comune.
Perché è proprio questo il punto: il riciclo di molti geni strutturali simili, manovrati da pochi geni architetto diversi, è un fenomeno che può dare origine ad alcuni dei casi più eclatanti di macroevoluzione. Come in questo caso, che addirittura è stato riprodotto in laboratorio.
Cosa pretendi di più? Devo forse ricordarti di nuovo che noi abbiamo il 98% del nostro patrimonio genetico in comune con i topi? Stessi o simili geni strutturali e quindi stesse o simili proteine strutturali; ma da dove pensi che derivino le nostre differenze somatiche con loro, se non dalle modifiche accumulate (soprattutto) nei nostri geni architetto?
E' semplicemente la prova empirica dello straordinario potere che la mutazione casuale e la selezione naturale possono avere in determinate circostanze. Basta toccare i geni giusti.

Ma non ti preoccupare, da qualche parte ci sarà senz'altro una spiegazione chiara e coerente che riporta tutto ciò alla creazione divina: continua pure a fidarti di Sermonti e della sua incredibile conoscenza in materia... [SM=x511447]

[Modificato da Rainboy 26/07/2007 5.29]

saulo1976
00lunedì 30 luglio 2007 16:49
"sono già state ottenute su Drosophila, con singole mutazioni dei geni della famiglia HOX, conversioni di zampe in antenne e di zampe in ali"

al momento la mutazione in un gene "maestro" sembra possa generare novità biologiche solo nel caso questi progetti siano già contenuti nel DNA di partenza... la Drosophila già possiede le ali e le antenne...una mutazione in uno di questi geni HOX giustifica queste conversioni di zampe in ali e antenne...al contrario il gamberetto non possiede le ali ad esempio...e neanche una mutazione di questi geni HOX sembra in grado di fargliele spuntare...almeno al momento...il futuro non lo possiamo prevedere...

se non credi a questa mia affermazione...ti prego di fare le dovute ricerche e di verificare se ciò che scrivo si basa esclusivamente sui fatti che abbiamo a nostra disposizione al momento o no...


in laboratorio non è stato riprodotto alcun un gamberetto con le ali o con organi nuovi...

"ma da dove pensi che derivino le nostre differenze somatiche con loro"

questa è una domanda a cui non so rispondere...già ti ho detto più volte che ho trovato interessante il libro di Sermonti ...ti invito a leggerlo...perchè ci sono molti capitoli che troverai interessanti a mio parere..non tutti...ma parecchi...lo stesso invito lo rivolgo all'amico Spirito...

grazie a Sermonti ho un quadro più chiaro in testa ...la mutazione casuale di Darwin...grazie alla selezione naturale appunto...micro-evoluzione e gradualmente e lentamente macro-evoluzione...Gould e soci hanno capito che la micro-evoluzione è un fenomeno completamente indipendente dalla macro-evoluzione...l'hanno capito grazie alla documentazione fossile ....le nuove specie si originerebbero in modo improvviso e imprevedibile...e non gradualmente e lentamente come vorrebbe Darwin...

la mia conclusione è forse più una domanda...se all'interno di ciascuna specie le differenze che osserviamo ..sono differenze biochimiche...e i geni quindi hanno il loro ruolo...visto che Gould è arrivato alla conclusione che micro-evoluzione e macro-evoluzione...sono due fenomeni indipendenti...è possibile secondo voi che i geni non c'entrino niente con la "macro-evoluzione"?...e che quindi la risposta a questa domanda vada cercata altrove?

i fatti a nostra disposizione non smentiscono questa idea...anzi a mio parere la rafforzano...
Rainboy
00lunedì 30 luglio 2007 18:08
Ci sono motivi inerenti la tua ideologia di base, ma credo che il nocciolo della questione sia che tu non hai ascoltato una parola di quello che ho detto.
Non mi spiego altrimenti il fatto che dopo pagine e pagine, ancora fai ragionamenti strampalati sul significato dei geni architetto, ancora non hai capito il valore dell'esperimento di drosophila, addirittura continui a fare citazioni distorte su Gould... senza ricordare le amenità precedenti che mi fanno ridere solo a pensarci (la termodinamica!!! Oddio tenetemi che cado dalla sedia [SM=x511447] [SM=x511447] [SM=x511447] ).

Bah, parlare con te è come parlare con un muro. E a differenza di Spirito, io non penso che sia mio dovere stare qui all'infinito a smontare le assurdità logiche di chi capita, soltanto per fare da salvagente al prossimo che potrebbe essere ingannato da questo o quel topic ascientifico: io i topic li leggo dalla radice se voglio contribuirvi, e in questo qui c'è materiale più che sufficente per permettere ad una persona che non sia creazionista per partito preso, di comprendere chi fa riferimento a teorie scientifiche e chi no.
Non sprecherò quindi altro tempo nella speranza di eliminare qualche vuoto fantasma ideologico; ti saluto Saulo, e goditi le tue convinzioni. Qualsiasi velleità di dialogo avessi con te sul tema, è ufficialmente chiusa.

Justee, se hai qualche domanda, ponila pure e mi sforzerò di risponderti nei limiti delle mie capacità. In caso contrario, con Spirito partito in vacanza, non so chi altro abbia interesse a continuare la discussione.

Buongiorno a tutti.
(Upuaut)
00martedì 31 luglio 2007 21:06
Interessante articolo:

First study reporting chimps using caves
authored by ISU anthropologist


AMES, Iowa -- Chimpanzees in Senegal apparently have much in common with our earliest human ancestors.


www.iastate.edu/~nscentral/news/2007/apr/caves.shtml
saulo1976
00mercoledì 1 agosto 2007 20:48
caro Rainboy al momento non si può dimostrare che questi geni architetto sottendono alla macro-evoluzione...questi sono fatti ...quando tornerà dalla vacanza spero Spirito ti chiarisca che probabilmente ha unito due articoli diversi...uno datato 2002..e l'altro(quello che parlava degli embrioni) datato invece 1997...come vedi sei tu quello che non leggi...che non verifichi...che non vuole un dialogo...se non uni-direzionale....Spirito per lo meno legge ciò che scrivo e ci riflette sù(almeno spero) ...tu proprio niente...forse anche perchè sei un ragazzo immagino...e dai troppe cose per scontate...

non sono per niente irrazionale e a-scientifico e credo che chi LEGGE questo topic ...possa capirlo...

ancora ho altre cose da aggiungere...dopo tutte le tue risate sulla termodinamica...devo necessariamente far capire ai lettori perchè la termodinamica è in contrasto con la teoria dell'evoluzione...e poi dopo aver gettato il sasso...e grazie all'aiuto preziosissimo di Sermonti...cercherò di spiegare pure perchè la "macro-evoluzione" non è detto dipenda dai geni...tu ovviamente se vuoi sei libero di intervenire...al limite mi accontenterò del solo Spirito...
saulo1976
00sabato 11 agosto 2007 23:24
Sermonti: le grandi differenze non sono nei geni

questo è uno dei capitoli più interessanti di tutto il libro " dimenticare Darwin"...

"un obiettivo della ricerca sulle mutazioni era la speranza che il loro accumulo avrebbe prodotto nuove specie. Ma ciò non è mai accaduto, perchè non è questo il genere di innovazioni che valga a costruire qualcosa. Specie affini presentano lo stesso quadro di mutazioni, che è piuttosto un contrassegno di affinità che una fonte di diversità."


cosa sostiene Sermonti?

ci sono molti esempi in natura di forme diversissime dotate di uno stesso DNA ...e al contrario forme molto simili con DNA totalmente differenti...

prendiamo in esame il secondo caso (DNA differenti -forme molto simili)...questi casi sono noti col termine di "evoluzione convergente" tra gli evoluzionisti...secondo lui è un termine improprio perchè per parlare di "evoluzione convergente" dovuta alla selezione naturale delle stesse mutazioni...dovremmo constatare una improbabile convergenza nei DNA tra un marsupiale e un mammifero...e appunto non è così...

la domanda che nasce spontanea è...com'è possibile che con DNA lontani poi la natura ci fornisca forme con una somiglianza impressionante?

la risposta di un evoluzionista a questo dilemma...il già citato Gould..

"la convergenza non rende mai identici due organismi complessi"..e su questo potrei essere d'accordo...però la forma quasi identica come la si spiega?..

"la ripetizione delle forme è dovuta all'adattamento ottimale a problemi comuni che offrono poche soluzioni alternative"

e questa sarebbe la spiegazione di Gould...spiegazione che non reputo per niente convincente...

ma non sono proprio gli evoluzionisti stessi che ci dicono che l'evoluzione non si ripete mai...che se l'evoluzione ricominciasse da qualche remoto progenitore, seguirebbe vie del tutto differenti da quelle storiche?..

ma come potrebbe essere così in base a ciò che dice Gould?..

più logico il ragionamento di Sermonti che giustamente fa notare che sembra esistano delle leggi morfogenetiche che privilegino certi esiti morfologici...

d'altronde lo stesso Gould non riesce a spiegarsi "il più vasto problema metafisico del perchè così spesso una "buona" forma debba seguire una semplice regolarità numerica"

e non è riuscito a spiegarselo proprio perchè la teoria dell'evoluzione non lo permette...uno che pensa che la "macro-evoluzione" sia dovuta ai geni...a mio parere non potrà mai trovare una spiegazione soddisfacente...
saulo1976
00domenica 12 agosto 2007 16:07
interessanti pure i casi di diversità di forme a parità di DNA...

l'esempio principale che riporta Sermonti è quello del bruco e della farfalla..

"Bruco e farfalla" scrive il genetista..."sono forme diverssissime, non l'una derivata dall'altro, ma ambedue nate da cellule embrionali, totipotenti, alcune delle quali il bruco conserva nel suo corpo perchè lo distruggano e ne ricostruiscano un altro."

il processo di sostituzione del bruco con la farfalla è promosso da alcuni ormoni e represso da un altro...ma non è certo un ormone ad organizzare o lo stesso DNA a stabilire forme così diverse...


un altro esempio di forme diverse a parità di DNA ...lo possiamo trovare nelle termiti...soldati e operai hanno lo stesso DNA del Re e della Regina ma non hanno sviluppato l'esoscheletro..gli occhi ..le ali...al contrario appunto della coppia reale...

oppure l'axolotl...un piccolo anfibio messicano...che in un laghetto parigino si è convertito in una salamandra ...l'amblistoma..

amblistoma e axolotl hanno lo stesso DNA ...ma nella salamandra entrano in funzione geni ..già presenti nell'axolotl... ma dove si conservano dormienti...da migliaia di generazioni...

salamandra e axolotl erano classificati in diversi subordini di anfibi..la cui differenza era un minuscolo atomo di iodio...di cui le acque del laghetto parigino erano piene...

l'axolotl era la larva dell'amblistoma ma ..cosa importantissima.. è capace di riprodursi come larva in Messico...quindi di formare specie di per sè...

come vedete grandi cambiamenti nella forma e nelle funzioni degli organismi possono essere spiegati con un ormone o uno ione...senza andare a scomodare dunque il DNA...

"le forme sono espressione di figure autonome e predisposte e il DNA si limita a dar loro due cose gioconde:la piccola variabilità e la vita" ..conclude così il capitolo Sermonti...
ClintEastwood82
00domenica 12 agosto 2007 18:27
Non sono evoluzionista almeno per ora e non condivido varie cose scritte da Rainboy, però bisogna riconoscere che di tutti voi che l'avete criticato, ce ne fosse stato uno che gli ha portato dati scientifici a confutazione.
Quando MauriF parlò dell'argomento i dati non mancavano, qui invece vedo solo critiche senza prove e solo scopiazzamenti presi qua e là; compratevelo un testo base di biologia, non costano poi così tanto.
saulo1976
00lunedì 13 agosto 2007 23:08
i dati non mancano a mio parere Estwood...e poi non credo ci sia stato qualcuno che abbia criticato Rainboy...da parte mia ha ricevuto solo una critica...quella di non leggere ciò che scrivo...ma non ho criticato nulla di ciò che ha scritto...anzi ti dirò che condivido pure buona parte delle cose che ha scritto...ovviamente non tutte...

il punto è che lo vedo limitato...e come lui vedo limitati un pò tutti gli evoluzionisti...perchè appunto considerano l'evoluzione un fatto...in questa discussione ho già chiarito che a me interessa soprattutto mettere in evidenza che l'evoluzione non è un fatto...quindi ho utilizzato un certo tipo di approccio ...Rainboy vede l'evoluzione come un fatto a priori...con lui si può ragionare solo in certi termini...perchè appunto non riesce a vedere l'altra faccia della medaglia...sì perchè ci sono due faccie...

non c'è niente di male a mio parere ad essere evoluzionisti...ma quando sento che l'evoluzione è un fatto...beh mi convinco sempre più che l'evoluzionismo sia solo un'ideologia e nulla più...


gli scopiazzamenti sono necessari...perchè non sono un biologo...Sermonti è un genetista di fama internazionale...altamente criticato persino da semplici studenti di biologia...per le sue idee...per quel che ho letto nei suoi libri...non mi sembra affatto un ex-scienziato...o uno scienziato pazzo...al contrario mi sembra uno scienziato molto in gamba...quindi ti consiglio di leggere qualche suo libro...prima di giudicarlo...
(Upuaut)
00martedì 14 agosto 2007 12:11
Io sono ovviamente evoluzionista (come lo è qualsiasi buon biologo, ovviamente, anzi: qualsiasi scienziato serio, e qualsiasi persona anche profana di scienza ma che abbia due dita di cervello necessarie per distignuere una teoria scientifica da una dogma metafisico). Sono evoluzionista proprio perchè le prove scientifiche a favore dell'evoluzionismo ci sono, a milioni, e di vario tipo e genere. E rainboy ha fatto un discorso molto serio, coerente e basato su FATTI REALI DIMOSTRATI E DIMOSTRABILI.
La Scienza per fortuna si nutre di prove, ed è per questo che qualsiasi ideologia creazionista o post-creazionista (come l'ID, ad esempio) non hanno e non potranno mai avere un posto nella Scienza, a causa della loro intrinseca indimostrabilità.
saulo1976
00martedì 14 agosto 2007 17:33
se domani ...non so per quale motivo...ma Richard Dawkins ripudiasse l'evoluzionismo...e aderisse a qualche modello creazionista...diventerebbe immediatamente uno scienziato poco serio...un ex scienziato??...immagino molti di voi evoluzionisti rimarrebbero sorpresi...ma di sicuro vi domandereste...perchè Dawkins ha cambiato idea?...

Sermonti prima di cambiare idea sull'evoluzione era considerato uno dei migliori nel suo campo...ma voi ve lo siete domandato ...perchè Sermonti ha cambiato idea?...
ClintEastwood82
00mercoledì 15 agosto 2007 14:25

"il punto è che lo vedo limitato...e come lui vedo limitati un pò tutti gli evoluzionisti...perchè appunto considerano l'evoluzione un fatto...in questa discussione ho già chiarito che a me interessa soprattutto mettere in evidenza che l'evoluzione non è un fatto...quindi ho utilizzato un certo tipo di approccio ...Rainboy vede l'evoluzione come un fatto a priori...con lui si può ragionare solo in certi termini...perchè appunto non riesce a vedere l'altra faccia della medaglia...sì perchè ci sono due faccie... "



Anche io penso che molti che credono all'evoluzione nn vogliano sentir ragioni di mettere in discussione la teoria, però è anche vero che per affrontare argomenti del genere occorre una certa preparazione in materia; copiare argomenti di altri, in tal caso Sermonti, senza comunque avere qualche base per capirci, è alquanto avventato in quanto se la discussione inizia a prendere una piega tecnica poi cosa si risponde? Anche io tempi addietro copiavo così, quando avevo scarsa preparazione di biologia, però avevo MauriF che mi copriva le spalle, altrimenti è arduo senza preparazione affrontare argomenti del genere.



"non c'è niente di male a mio parere ad essere evoluzionisti...ma quando sento che l'evoluzione è un fatto...beh mi convinco sempre più che l'evoluzionismo sia solo un'ideologia e nulla più..."


Che ci sono persone che l'abbiano preso quasi come un dogma è più che certo, però ciò non significa che per il fanatismo di alcuni debba cadere tutto l'impianto.



"gli scopiazzamenti sono necessari...perchè non sono un biologo...Sermonti è un genetista di fama internazionale...altamente criticato persino da semplici studenti di biologia...per le sue idee...per quel che ho letto nei suoi libri...non mi sembra affatto un ex-scienziato...o uno scienziato pazzo...al contrario mi sembra uno scienziato molto in gamba...quindi ti consiglio di leggere qualche suo libro...prima di giudicarlo..."


Se scopiazzi come detto sopra, poi se la discussione prende piega non so quanto potrai rispondere, ma è un consiglio poi fai come vuoi tu; inoltre non occorre essere genetisti di fama ma solamente farsi un giro in una libreria e acquistare qualche volume per prepararsi, certo così non si diventa biologi, ma almeno si hanno le basi in materia; inoltre lo studio dell'evoluzione non riguarda solo la biologia, ma anche la paleontologia, le scienze della terra, l'etologia, etc.

Per quanto riguarda Sermonti è ancora un grande scienziato all'estero, ma a molti in Italia ciò da fastidio e dicono che sia un ciarlatano, usandogli contro ciò che ha scritto ultimamente, dei libri sulle fiabe, senza capire che un grande scienziato se non lo mischia con la scienza, può scrivere anche su Topo Gigio, ciò non collide con il suo prestigio.

Ad maiora.
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