Peccatori impenitenti vanno tollerati ? (Matteo 18:15-17)

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2, 3, 4, 5
Seabiscuit
00lunedì 21 novembre 2005 15:01
Da una discussione già in corso emerge l'interrogativo del titolo di questo Thread che vorrei approfondire più dettagliatamente.

La scrittura base è quella di Matteo 18:15-17 che dice:
"15 “Inoltre, se il tuo fratello commette un peccato, va e metti a nudo la sua colpa fra te e lui solo. Se ti ascolta, hai guadagnato il tuo fratello. 16 Ma se non ascolta, prendi con te uno o due altri, affinché per bocca di due o tre testimoni sia stabilita ogni questione. 17 Se non li ascolta, parla alla congregazione. Se egli non ascolta neanche la congregazione, ti sia proprio come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse."

Claudio scrive:

Tu pensa : Gesù , ha mai scacciato qualcuno? Ha mai allontanato da Sè quelli che non credevano o che la pensavano come Lui? MAI!!!



Ciao Claudio
Ti posso chiedere di spiegarmi cosa comprendi dalla scrittura di
Matteo 18:15-17 ?

Sappiamo che gli esattori di Tasse erano malvisti dagli ebrei perché spesso esigevano più del dovuto. (Mt 5:46; Lu 3:12, 13; 19:7, 8 )

Addirittura evitavano di proposito di stare in compagnia degli esattori di tasse perchè li consideravano dei peccatori alla pari delle meretrici. (Mt 9:11; 11:19; 21:32; Mr 2:15; Lu 5:30; 7:34)
Gli esattori di tasse venivano inoltre disprezzati
perché erano al servizio di una potenza straniera, Roma, e in stretto contatto con gentili che per loro erano persone impuri.

Quindi, ripeto la domanda iniziale, Gesù cosa voleva dire con "Se egli non ascolta neanche la congregazione, ti sia proprio come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse." ?
Bicchiere mezzo pieno
00lunedì 21 novembre 2005 15:03
Trovo questo thread molto interessante. Bravo Sea! Hai fatto bene ad aprirlo.
Sono curioso di vedere cosa si dirà...
Seabiscuit
00lunedì 21 novembre 2005 15:07
Vorrei evitare che sia il solito dialogo fra Claudio e me...quindi siete tutti invitati a collaborare e dire le proprie opinioni
claudio.42
00lunedì 21 novembre 2005 16:29
Carissimo SEA, speriamo davvero che non restiamo soli anche questa volta.

Allora, vorrei capire , ma credo di sì, se si analizza questo verso in relazione alle dissociazioni da un gruppo.

Ricordiamo che il verso in questione, dice: " se un tuo fretello pecca contro di te..." e , si chiude con : "Sia per te, come l pubblicano".

Detto questo, diamo il via alla danze [SM=g27987]
/DIM]
Chi.dove.quando
00lunedì 21 novembre 2005 16:34
Re:

Scritto da: claudio.42 21/11/2005 16.29
Carissimo SEA, speriamo davvero che non restiamo soli anche questa volta.

Allora, vorrei capire , ma credo di sì, se si analizza questo verso in relazione alle dissociazioni da un gruppo.

Ricordiamo che il verso in questione, dice: " se un tuo fretello pecca contro di te..." e , si chiude con : "Sia per te, come l pubblicano".

Detto questo, diamo il via alla danze [SM=g27987]
/DIM]




Concordo.
Inizia con il "te" e finisce in modo personale con "per te".
Non vedo scomuniche in vista.

Ciao
Seabiscuit
00lunedì 21 novembre 2005 16:48
Domanda: Un esattore di tasse era incluso nella congregazione giudaica?
Seabiscuit
00lunedì 21 novembre 2005 17:05
Cerchiamo pure di capire di cosa stava parlando Gesù. Si riferiva forse a semplici contrasti fra due oppure a circostanze abbastanza gravi che, appunto portavano ad una grave conseguenza per il peccatore?

Io non penso che si tratta di semplici contrasti, perchè Gesù insegnò di perdonare fino a settantasette volte.

Quindi in questo caso stava stabilendo dei passi da osservare in caso di peccati più gravi, ma non tali che occorreva portarli al attenzione di altri se riuscivano a risolverli fra loro.

Quel "se" che ho evidenziato, implica che "se" non li risolvono fra loro, si tratta comunque di un peccato che potrebbe portare a delle conseguenze drastiche.

Fin qui, che ne pensate?
claudio.42
00lunedì 21 novembre 2005 18:56
Allora, iniziamo la interessante discussione.
Matteo 17.15 e seguenti, come abbiamo visto, parla di "un fratello che pecca contro di te".
Il fatto da stabilire è se questo peccato, come dice SEA, sia una cosa tra i due fratelli, o coinvolga anche la chiesa.
come dice SEA, Gesù disse a Pietro di perdonare fino a settanta volte sette (Matteo 18:21 e seguenti), e lo disse in seguito alla domanda fatta da Pietro, proprio dopo le parole di Gesù che abbiamo visto :"se un fratello pecca contro di te...dillo alla Chiesa...".

Il fatto stesso che pietro, dopo questo insegnamento, chiedesse al Cristo, quante volte perdonerà il fratello che avesse peccato contro di lui, e il fatto stesso che Gesù non gli disse: "dopo la prima volta che lo fà riprendilo tra te e lui, se non capisce, riprendilo con due o tre testimoni e se non basta dillo alla chiesa", ma, anzi, incitò Pietro a perdonare all'infinito, credo faccia capire che la questione , di cui parlava Cristo, sia stata tra i due fratelli e basta.
detto Questo, è da vedere, come dice SEA, come erano visti i pubblicani , e SEA cita diverse scritture. le scritture in questione, però , ci dicono come i pubblicani erano visti dai Farisei, ma noi, essendo Cristiani, dobbiamo seguire l'esempio di Cristo. su questo sarete tutti daccordo.

Come vedeva Gesù, i pubblicani?
Andava persino a casa loro, vedi l'esempio di Zaccheo, e altri.

Credo che per "provare" se sia giusto o meno Dissociare dei fratelli, abbisognamo di investigare altri versi. Che ne dite?

[Modificato da claudio.42 21/11/2005 19.44]

Seabiscuit
00lunedì 21 novembre 2005 20:34
Re:
Scritto da: claudio.42 21/11/2005 18.56


Il fatto stesso che pietro, dopo questo insegnamento, chiedesse al Cristo, quante volte perdonerà il fratello che avesse peccato contro di lui, e il fatto stesso che Gesù non gli disse: "dopo la prima volta che lo fà riprendilo tra te e lui, se non capisce, riprendilo con due o tre testimoni e se non basta dillo alla chiesa", ma, anzi, incitò Pietro a perdonare all'infinito, credo faccia capire che la questione , di cui parlava Cristo, sia stata tra i due fratelli e basta.



La questione implica solamente i due, finquanto quello che ha commesso il peccato non si ravvede. Si tratta appunto di un peccato non grave, ma nemmeno così lieve che un cristiano dovrebbe semplicemente perdonare e dimenticarsi della questione. Lo scopo del consiglio dato da Gesù è quello di guadagnare il fratello. Guadagnarlo vuol dire farlo riflettere sul accaduto, affinchè comprende che ha commesso qualcosa che merita la dovuta attenzione e che mostra una carenza spirituale.

Gesù, per arrivare al punto di esortare ad un certo momento di andare davanti alla congregazione, evidentemente sta dicendo come comportarsi per un peccato non proprio lieve che i due potrebbero risolvere tra loro. L'entità del peccato dev'essere per forza maggiore a quelle questioni minori come offese personali che, un cristiano dovrebbe saper perdonare e dimenticare senza dover ricorrere ad ulteriori provvedimenti. Altrimenti Gesù avrebbe dato appunto l'esortazione che diede più tardi a Pietro, cioè di perdonare dei torti subbiti senza ricorrere alla congregazione. (Mt. 18.21,22)


Come vedeva Gesù, i pubblicani?
Andava persino a casa loro, vedi l'esempio di Zaccheo, e altri.


È vero Gesù mangiava pure con gli esattori, ma a quale scopo? Per socializare con loro e divertirsi? Gesù disse: "Poiché io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori"
Ovviamente lo scopo di Gesù era quello di portare il messaggio anche a questi e ad aiutare spiritualmente quelli disposti.(Lu 18:9-14)
Matteo e Zaccheo erano fra questi.

La domanda più consona a questo episodio sarebbe, perchè Gesù usò gli esattori di tasse come figura in questo insegnamento?
Perchè uno che peccava e non si pentiva doveva essere trattato come un esattore di tasse se Gesù stesso ci mangiava. Insomma, se potevano andarci a mangiare che senso avrebbe questo insegnamento?


claudio.42
00lunedì 21 novembre 2005 21:22
Ti dò pienamente ragione, SEA, sul fatto che Gesù andasse tra pubblicani e peccatori allo scopo di portare il Messaggio del Regno. Ma , se ci pensi, questo punto, proprio questo punto entra in contrasto con il fatto che , chi oggi viene "dissociato" o "scomunicato" da certi gruppi religiosi (parlo anche di certi gruppi Evangelici, non solo del tuo, questo lo dico affinchè non lo prenda come attacco personale), non viene nemmeno più salutato.

Se Gesù andava nelle case dei pubblicani, è chiaro che aveva rapporti con loro. Ora, non pensi sarebbe meglio, che anche oggi, non venissero emarginati i "dissidenti?" proprio al fine di riguadagnarli a Cristo (se poi è da Cristo che apostatano, il che è da vedere).
Ti dico che anche io, quando ero nei governi di chiese, fui "obbligato" a disciplinare un fratello. Il perchè risiedeva nel fatto, o meglio, nei fatti : 1) bestemmiava- 2) trattava la moglie a pesci in faccia- 3) trattava male anche suo padre che era pastore della "radunanza". Il padre, proprio perchè era padre, non voleva vedere il comportamento del figlio, così, intervenni, mio malgrado, vietando,finchè quel tale era in quelle condizioni, di fare la Santa Cena (comunione).
Mai, l'ho allontanato dal culto e dalle prediche , perchè, se lo avessi fatto, può darsi che si sarebbe allontanato da Cristo stesso e questa , per me, sarebbe stata una grande colpa.

Al riguardo, cito un episodio da me letto, accaduto a Papa woityla. Fù portato da lui un barbone, ex sacerdote, e, non appena il barbone fù davanti a lui, disse a Woityla, che lui , da anni, si era allontanato dalla fede e che non voleva più saperne nulla. Woityla, si gettò in ginocchio, e disse al barbone: "Io devo confessarmi, e TU puoi farlo. Confessami". Il cuore di quell'uomo venne toccato, confessò il papa , si ricordò della sua vocazione e tornò a Cristo. Questo per dire qual'è il giusto atteggiamento Cristiano.

Ora, andiamo alla lettera ai Corinzi (tanto per cambiare..la ricordi? [SM=g27987] ).
All'inizio della sua prima, Paolo dice che vi è nella chiesa di Corinto, divisione in materia di fede (..io sono di Paolo, io di pollo, io di cefa...), e questo, a volte accade anche oggi, ma, a Corinto, nessuno viene "dissociato".

Nella seconda lettera, al capo 2, versi 5 in poi, si legge: " Ora se qualcuno è stato causa di tristezza, egli ha rattristato non tanto me, quanto, in qualche misura, tutti voi.
Basta a quel tale la punizione inflittagli dalla maggioranza; quindi ora, al contrario, dovreste piuttosto perdonarlo e confortarlo(non dice se quel tale abbia chiesto perdono), perchè non abbia a rimanere oppresso da troppa tristezza( deduco che, se avesse lui, chiesto perdono e i Corinti stentassero a concederlo, Paolo, sarebbe stato più esplicito e duro). Perciò vi esorto a confermargli il vostro amore; perchè per questo vi ho scritto: per vedere se siete ubbidienti in ogni cosa. A chi voi perdonate, perdono anch'io ( e quel tale , a Paolo non aveva chiesto perdono); perchè anch'io quello che ho perdonato, se ho perdonato qualcosa, l'ho fatto per amor vostro , davanti a Cristo. Affinchè non siamo raggirati da satana, infatti non ignoriamo le sue macchinazioni".


Non dimenticare, caro fratello SEA, che satana, usa le Scritture, e le mette nella mente delle persone, a suo piacimento. "dissociando un fratello, anche se vien fatto per motivi che sembrano amorevoli, può avere il risultato che , una persona, invece di "ravvedersi" si allontana del tutto da Cristo.

Poi, resta da vedere, quali siano i motivi di "dissociazione" e confrontarli con la Bibbia. Quelli, puoi dirmeli solo tu, non essendo iodentro i TDG, e non conoscendoli. tu me ne facessi un elenco, te ne sarei grato.

345

[Modificato da claudio.42 21/11/2005 21.28]

Seabiscuit
00martedì 22 novembre 2005 09:37
scritto da Claudio:

Ma , se ci pensi, questo punto, proprio questo punto entra in contrasto con il fatto che , chi oggi viene "dissociato" o "scomunicato" da certi gruppi religiosi (parlo anche di certi gruppi Evangelici, non solo del tuo, questo lo dico affinchè non lo prenda come attacco personale), non viene nemmeno più salutato.

Se Gesù andava nelle case dei pubblicani, è chiaro che aveva rapporti con loro. Ora, non pensi sarebbe meglio, che anche oggi, non venissero emarginati i "dissidenti?" proprio al fine di riguadagnarli a Cristo (se poi è da Cristo che apostatano, il che è da vedere).


Caro Claudio, non mi sono spiegato bene.
Gli esattori di tasse non erano degli espulsi per motivi religiosi. Venivano disprezzati per il lavoro che facevano. Gesù sicuramente non tollerava queste distinzioni, ma siccome già cerano usa figurativamente la classe degli esattori per far capire come dovrebbero considerare un peccatore impenitente che non ascoltava nemmeno la congregazione.

Non ha detto, fate bene a considerare così gli esattori, ma disse di considerare un peccatore impenitente come già facevano con gli esattori.

Per fare un esempio. Cristo chiaramente disprezza il razzismo. Ora pensa che c’è un gruppo di persone bianche che odiano quelli di razza nera. Per fare il paragone, gli esattori sarebbero quelli di razza nera. Gesù per far capire ad un bianco come dovrebbe considerare un peccatore impenitente, gli direbbe, ecco trattalo come tratti i neri. Non sta giustificando quel azione razzista fra bianchi e neri, ma sapendo che il bianco non vuole avere nulla a che fare col nero, usa quel modo di pensare per far comprendere il comportamento da usare.



Ora, andiamo alla lettera ai Corinzi (tanto per cambiare..la ricordi? ).
All'inizio della sua prima, Paolo dice che vi è nella chiesa di Corinto, divisione in materia di fede (..io sono di Paolo, io di pollo, io di cefa...), e questo, a volte accade anche oggi, ma, a Corinto, nessuno viene "dissociato".


Le scritture non ti danno ragione. Proprio fra i corinti ci fu un caso di fornicazione e come lleggiamo in 1 Corinti 5:1-5 quel uomo venne espulso dalla congregazione.


1 In effetti, si riferisce che fra voi c’è fornicazione, e fornicazione tale che non esiste neanche fra le nazioni, che un certo [uomo] ha la moglie del [proprio] padre.

5 consegniate tale uomo a Satana per la distruzione della carne, affinché lo spirito sia salvato nel giorno del Signore.

Che tale uomo venne espulso dalla congregazione lo si comprende oltre il versetto 5 anche dai versetti successivi dove dice nel vers. 6 che un po’ di lievito fa fermentare l’intera massa e di eliminare tale lievito.

I vers. 9- 13 poi sono chiarissimi. Fa capire che devono separarsi non da quelli di fuori che compiono tali azioni, ma proprio da quei fratelli in seno alla congregazione.



Nella seconda lettera, al capo 2, versi 5 in poi, si legge: " Ora se qualcuno è stato causa di tristezza, egli ha rattristato non tanto me, quanto, in qualche misura, tutti voi.
Basta a quel tale la punizione inflittagli dalla maggioranza; quindi ora, al contrario, dovreste piuttosto perdonarlo e confortarlo(non dice se quel tale abbia chiesto perdono), perchè non abbia a rimanere oppresso da troppa tristezza( deduco che, se avesse lui, chiesto perdono e i Corinti stentassero a concederlo, Paolo, sarebbe stato più esplicito e duro). Perciò vi esorto a confermargli il vostro amore; perchè per questo vi ho scritto: per vedere se siete ubbidienti in ogni cosa. A chi voi perdonate, perdono anch'io ( e quel tale , a Paolo non aveva chiesto perdono); perchè anch'io quello che ho perdonato, se ho perdonato qualcosa, l'ho fatto per amor vostro , davanti a Cristo. Affinchè non siamo raggirati da satana, infatti non ignoriamo le sue macchinazioni".


La seconda lettera ai corinti invece esorta a riassociare il peccatore che ha mostrato pentimento. Se dice di perdonare. Perdonare cosa? Il peccato da lui commesso. Ma come potrebbero perdonare una persona che non mostra pentimento e quindi continuerebbe in quel peccato? Ricordi il lievito che fermenta la massa? Dovrebbero perdonare ad uno che non mostra pentimento per poi subito dopo mettere in pratica l’esortazione di eliminare tale lievito?

Da questo si capisce che, finché non mostra pentimento non può essere riammesso, proprio per evitare che i suoi pensieri e azioni negativi (lievito) possano influire sul resto della congregazione pura (massa).


Non dimenticare, caro fratello SEA, che satana, usa le Scritture, e le mette nella mente delle persone, a suo piacimento. "dissociando un fratello, anche se vien fatto per motivi che sembrano amorevoli, può avere il risultato che , una persona, invece di "ravvedersi" si allontana del tutto da Cristo.


Paolo esorta ad allontanare e a non avere nulla a che fare con persone che non si attengano ai sani principi morali e puri.
1 Cor. 5:11
“Ma ora vi scrivo di cessar di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo.”

Devi capire che tali persone non vengono abbandonate del tutto. Ci sono dei amorevoli provvedimenti per ristabilirlo. Ma se tali persone non sanno accettare questa disciplina e si allontanano del tutto, allora vale il pensiero di Giovanni che disse:
“Sono usciti da noi, ma non erano della nostra sorta; poiché se fossero stati della nostra sorta, sarebbero rimasti con noi. Ma [sono usciti] affinché fosse manifesto che non tutti sono della nostra sorta.” (1 Giov. 2:19)

Inoltre Paolo, riferendosi a chi cammina disordinatamente, scrisse alla congregazione di Tessalonica: “Smettete di associarvi con lui, affinché si vergogni. Eppure non lo considerate come un nemico, ma continuate ad ammonirlo come un fratello”. — 2Ts 3:6, 11, 13-15


Poi, resta da vedere, quali siano i motivi di "dissociazione" e confrontarli con la Bibbia. Quelli, puoi dirmeli solo tu, non essendo iodentro i TDG, e non conoscendoli. tu me ne facessi un elenco, te ne sarei grato.


Alcune delle trasgressioni passibili di disassociazione dalla congregazione cristiana sono fornicazione, adulterio, omosessualità, avidità, estorsione, furto, menzogna, ubriachezza, linguaggio oltraggioso, spiritismo, omicidio, idolatria, apostasia e il causare divisioni nella congregazione. (1Co 5:9-13; 6:9, 10; Tit 3:10, 11; Ri 21:8 )




a presto fdetr

[Modificato da Seabiscuit 22/11/2005 9.49]

claudio.42
00martedì 22 novembre 2005 12:36
Re:

Scritto da: Seabiscuit 22/11/2005 9.37

Alcune delle trasgressioni passibili di disassociazione dalla congregazione cristiana sono fornicazione, adulterio, omosessualità, avidità, estorsione, furto, menzogna, ubriachezza, linguaggio oltraggioso, spiritismo, omicidio, idolatria, apostasia e il causare divisioni nella congregazione. (1Co 5:9-13; 6:9, 10; Tit 3:10, 11; Ri 21:8 )




a presto fdetr

[Modificato da Seabiscuit 22/11/2005 9.49]





caro SEA, su queste cose che tu citi, sono daccordo, per le prime 12. per le ultime due, dovremmo discuterne un pò di più, non conoscendo io i casi in cui vengono "dissociati" i fratelli.
leggo da altri (ripeto, non lo sò io, ma da altri), che a volte si viene dissociati se si esprime qualche dubbio su qualche interpretazione di "passi Biblici". non sò se sia vero o meno, ma se lo fosse, non la vedo una buona cosa. la buona cosa, sarebbe essere sempre pronti a discuterne.
Un caso di "dissociazione" che conosco, accaduto a Viareggio ad un mio amico di nome Stefano, da 5 anni TDG, è stato nelo motivo perchè lui, ex fumatore (sigarette), ha iniziato di nuovo a fumarne qualcuna. per questo è stato dissociato e me lo hanno confermato anche degli anziani che ogni tanto vengono a casa mia per discutere con me.
Alla mia richiesta del "perchè", mi è stato risposto che che è nella congregazione non può fumare in quanto "il corpo è il tempio dello Spirito Santo" e mi hanno ciatato 1° Corinzi 6:19.

ho discusso con loro sul significato di corinzi, per ben quattro volte (ogni volta veniva un anziano nuovo) ed alla fine, si sono dovuti arrendere che "l'UNICO peccato" contro il corpo, proprio scritto in corinzi 6:18 (il verso precedente a quello usato da loro), è la "fornicazione".

hanno citato anche 1° Corinzi 3:17. abbiamo "dibattuto" anche su quello, ma siamo arrivati alla conclusione, che lì, Paolo, stà citando "corpo" come insieme, come chiesa, e parla di chi "distrugge il corpo" con dottrine sbagliate.
Mi hanno dato ragione, ma non hanno "riammesso" il fratello, dicendo che nella congregazione si usa così: se fumi, non puoi essere dei loro.

E' così anche da te?
sandraN
00martedì 22 novembre 2005 13:40
Chi fuma viola più di un principio cristiano. Pecca non solo contro il proprio corpo ma anche contro il corpo degli altri esponendoli al cancro.

Per comprendere perché questo non è appropriato per un cristiano riflettiamo su alcune ragioni per cui i testimoni di Geova non fumano.

In primo luogo il diffuso vizio di fumare tabacco — sotto forma di sigarette, sigari o usando una pipa — è in contrasto con quanto l’apostolo Paolo scrisse alla congregazione di Corinto: “Carissimi, liberiamoci da tutto ciò che ci sporca, sia nel corpo sia nello spirito”. (II Corinti 7:1, Parola del Signore, Il Nuovo Testamento) Subito prima Paolo si era riferito ad attività religiose che equivalevano a “toccare la cosa impura”. (II Corinti 6:17) Quindi ampliò l’argomento con le sue parole riportate in II Corinti 7:1, che riguarderebbero qualsiasi attività sporcasse moralmente, spiritualmente o fisicamente il cristiano. Il principio può essere certamente applicato all’abitudine di far uso di tabacco.

Guardando da vicino coloro che fanno uso di tabacco, probabilmente avrete visto che hanno dita e denti macchiati, e sarete al corrente di come i polmoni dei fumatori siano anneriti e inquinati. Il loro vizio è impuro e mette seriamente in pericolo la loro salute e la loro vita.

Fumare tabacco equivale a far uso di droga, e l'assuefazione che ne deriva ne è una prova. Così, sia il fumo quello del tabacco, della marijuana o di qualche altro tipo di sigaretta , il fatto stesso di fumare è una violazione del principio di II Corinti 7:1. — Confronta Romani 12:1.

Né si può dire che una persona mostri di amare i familiari e gli amici se li obbliga ad aspirare il suo fumo. (Marco 12:31).

Queste sono alcune ragioni che inquadrano il fumo in una gravissima violazione del principio dell'amore e della sacralità della vita.

Sandra.
Seabiscuit
00martedì 22 novembre 2005 14:20
Re: Re:
Scritto da: claudio.42 22/11/2005 12.36

leggo da altri (ripeto, non lo sò io, ma da altri), che a volte si viene dissociati se si esprime qualche dubbio su qualche interpretazione di "passi Biblici". non sò se sia vero o meno, ma se lo fosse, non la vedo una buona cosa. la buona cosa, sarebbe essere sempre pronti a discuterne.



A questo riguardo mi sono più volte ripetuto che non ê così. Ora ti cito testualmente cosa dice la nostra Torre di Guarda, pubblicazione ufficiale.

w01, 1/7 pag 18-21
al titolo:
"I dubbi sono sempre dannosi?

Naturalmente, non tutti i dubbi sono dannosi. Prima di credere in qualcosa a volte bisogna aspettare finché non si è sicuri dei fatti. In materia di religione, le esortazioni a credere semplicemente e a non dubitare di nulla sono pericolose e ingannevoli. È vero, la Bibbia dice che l’amore “crede ogni cosa”. (1 Corinti 13:7) Il cristiano amorevole è senz’altro pronto a credere a coloro che in passato si sono dimostrati fidati. Ma la Parola di Dio avverte anche di non ‘riporre fede in ogni parola’. (Proverbi 14:15) A volte il passato di una persona fornisce ragioni valide per dubitare di lei. “Benché [chi parla con inganno] renda la sua voce benevola”, avverte la Bibbia, “non credergli”. — Proverbi 26:24, 25.

Anche l’apostolo Giovanni avverte i cristiani di non credere ciecamente. “Non credete ad ogni espressione ispirata”, scrive. Piuttosto “provate le espressioni ispirate per vedere se hanno origine da Dio”. (1 Giovanni 4:1) Un’“espressione” — un insegnamento o un’opinione — potrebbe sembrare di origine divina. Ma viene veramente da Dio? Nutrire qualche dubbio o aspettare prima di credere può proteggerci perché, come dice l’apostolo Giovanni, “sono usciti molti ingannatori nel mondo”. — 2 Giovanni 7."

Come tu stesso puoi leggere, avere dubbi ê una questione umanissima e lecita. Come potrebbe la congregazione disassociare qualcuno, avendo questo testo a disposizione?
Un fratello che nutre qualche dubbio, se si rivolge alle persone qualificate per chiarire quel dubbio, verrà sempre aiutato in merito e MAI disassociato solo perchè nutriva un dubbio.

Diversamente se facciamo propaganda di tali dubbi in congregazione con il solo intento di far sorgere gli stessi dubbi ad altri conservi e correndo il rischio che questi inciampano e perdono la propria fede.

Abbiamo già trattato l'argomento "far inciampare altri" nel thread sul sangue e sappiamo entrambi che questo è un peccato contro Crsito.

Sulla questione del fumo ti ha risposto bene a mio avviso la sorella Sandra. Chi fuma va contro la “legge regale” che dice: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso” e non applica ciò che la Bibbia dice ai cristiani di non contaminare neppure il proprio corpo: “Purifichiamoci dunque da ogni contaminazione di carne” (II Cor. 7:1)


un abbraccio fdetr
claudio.42
00martedì 22 novembre 2005 14:32

Sulla questione del fumo ti ha risposto bene a mio avviso la sorella Sandra. Chi fuma va contro la “legge regale” che dice: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso” e non applica ciò che la Bibbia dice ai cristiani di non contaminare neppure il proprio corpo: “Purifichiamoci dunque da ogni contaminazione di carne” (II Cor. 7:1)





Sul resto rispondo stasera perchè devo andare al lavoro.
sul fumo, vi ricordo che uno può fumare anche fuori e quando è solo. per la contaminazione di "carne" bisognarebbe andare a vedere cosa sono le "opere della carne" , non credete?

non fate l'errore di vedervi più santi di altri, questo ve lo dico in Nome di Cristo. ricordate che DIO è Colui che pesa gli spiriti e non la carne.

A stasera.
Seabiscuit
00martedì 22 novembre 2005 18:15

Paolo in 2 Cor. 6:17,18
Dice “cessate di toccare la cosa impura”.
Fumare non è fra le “cose impure” che Dio condanna? Non è una “contaminazione della carne” che procura ogni sorta di rischi per la salute?

Dato che Dio è puro, o “santo”, può approvare che qualcuno si contamini volutamente in questo modo?
1 Pietro 1:15,16
“15 ma, secondo il Santo che vi ha chiamati, divenite anche voi santi in tutta la [vostra] condotta, 16 perché è scritto: “Dovete essere santi, perché io sono santo”.”

Inoltre Paolo non mette in guardia solo dalla ‘contaminazione della carne' ,ma anche del proprio spirito’, o inclinazione mentale.
Chi fuma può liberamente pensare che questo vizio non domina i suoi pensieri?


claudio.42
00martedì 22 novembre 2005 18:28
Rispondo prima a Sandran, che scrive:

In primo luogo il diffuso vizio di fumare tabacco — sotto forma di sigarette, sigari o usando una pipa — è in contrasto con quanto l’apostolo Paolo scrisse alla congregazione di Corinto: “Carissimi, liberiamoci da tutto ciò che ci sporca, sia nel corpo sia nello spirito”. (II Corinti 7:1, Parola del Signore, Il Nuovo Testamento) Subito prima Paolo si era riferito ad attività religiose che equivalevano a “toccare la cosa impura”. (II Corinti 6:17) Quindi ampliò l’argomento con le sue parole riportate in II Corinti 7:1, che riguarderebbero qualsiasi attività sporcasse moralmente, spiritualmente o fisicamente il cristiano. Il principio può essere certamente applicato all’abitudine di far uso di tabacco.


, poi, risponderò a SEA.

Allora, cara Sandra, tu mi citi paolo, in 2° Corinzi 7:1, dicendomi che amplia l'argomento di "non toccare nulla di impuro" , in 2° Corinzi 6:17.

Seconda Corinzi 6:17, cita Isaia 52:11.

Si nota che 2° Corinzi 6:17. nei versetti appena sopra, precisamente al verso 14 (perchè non si può usare versi isolate, per fare "dottrine"), dice: " Non vi mettete con gliinfedeli sotto un giogo che non fà per voi; infatti, che rapporto c'è tra la giustizia e l'iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale accordo tra cristo e Beliar? O quale rapporto tra il fedele e l'infedele?. E che armonia tra il tempio di DIO e gli idoli? noi siamo infatti il tempio dell'IDDIO vivente"..e poi dice le parole citate da Sandran, di "uscire di mezzo a loro e non tocacre nulla d'impuro".
E' chiero anche ad un bambino che quì Paolo parla di CREDENTI e NON, e cita Isaia che già 720 anni prima di Cristo, incitava il popolo Ebraico di "uscire di mezzo a loro e non toccare nemmeno le cosa loro, ritenute impure (se si legge Isaia, si capisce che parla di idoli, statue, focacce offerte agli idoli, etc).

Ora , se si vuol paragonare le cose inerenti altri dei, dei non credenti, con una sigaretta fumata da un credente, siamo proprio fuori strada. Anche perchè, e quì chiedo risposta: Perchè Paolo, direbbe "che c'è un solo peccato contro al proprio corpo, ed è la fornicazione?".

Perchè, sempre Paolo, in Colossesi 2:20 e seguenti, direbbe: "perchè, se siete morti agli elementi del mondo, vi lasciate imporre dei PRECETTI, quali : "non toccare, non assaggiare, non maneggiare" (tutte cose destinate a scomparire con l'uso)secondo i comandamenti degli uomini? " e continua poi, dicendo che quelle cose non hanno alcun valore.

se si guarda sempre colossesi, capo 3:5 e seguenti, Paolo dà una lista di cose da "cessare" e sono tutte cose che vengono dal "dentro" della persona: "Fornicazione, impurità (non mi dite che parla di cose come il fumo, per favore), passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria....continua con :"ira , collera, calunnia, parole oscene". tutto ciò si accorda alla perfezione con le parole del Cristo: "Nulla (NULLA!!) di quello che entra dalla bocca contamina (a livello spirituale) l'uomo, ma quello che NE ESCE, perchè dall'abbondanza del cuore la bocca parla".

Ora, capisco che il fumo faccia male, come fà male il mangiar troppo, il girare in auto che inquina e tante altre cose, ma da lì, a ritenere una persona credente che fuma qualche sigaretta, un impuro e toglierlo da una comunità, mi ricorda molto da vicino i metodi Farisaici, che si ritenevano separati e santi, ma uccisero cristo.

Ora , cara Sandran, vi faccio una domanda: secondo te , se uno crede, ma fuma, è salvato?

Grazie per le risposte.


claudio.42
00martedì 22 novembre 2005 18:37
Puoi rispondere anche tu, SEA, dato che ritieni la spiegazione di sandraN, idonea, e la ribadisci nel post sopra al mio. le mie domande sono: come interpretate e che valore date alle parole di paolo, "che c'è un solo peccato contro al corpo, la fornicazione", e, se per voi , un credente che fuma sia salvato o meno.


Intanto ti quoto.

Paolo esorta ad allontanare e a non avere nulla a che fare con persone che non si attengano ai sani principi morali e puri.
1 Cor. 5:11
“Ma ora vi scrivo di cessar di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo.”



non mi sembra che tra questi casi di "dissociazione" ci sia qualcosa di "esteriore" tipo il fumo...o sbaglio?

[Modificato da claudio.42 22/11/2005 19.35]

parliamonepino
00martedì 22 novembre 2005 22:17
Nella preghiera del Padre nostro non si parla di condanna, di giudizio, di puntare il dito contro qualcuno.

Si parla di perdono.

Non c’è stata data autorità di giudizio.

Non siamo in grado di stabilire il pentimento.

Quando il figliol prodigo è tornato dal padre, non era pentito.

Aveva solo fame.

Era disperato.

Quando ha visto il padre corrergli incontro ed abbracciarlo, solo in quel momento ha detto: "Padre ho peccato contro il cielo e contro di te."

Il padre non gli ha chiesto se fosse pentito!

Non l'ha mortificato, umiliato, sottoposto a restrizioni.

Lo ha trattato con tutti gli onori.

Nessuno ha il potere di conoscere il cuore degli uomini.
Per tale motivo nessuno, ripeto, nessuno ha autorità di giudicare e condannare nessuno.
Ognuno raccoglie quello che semina.
Tutti devono rendere conto a Dio e non agli uomini.
Meno male che è così!
Infatti, il re Davide disse: "Preferisco cadere nelle mani di Dio che nelle mani degli uomini che non hanno nessuna misericordia.".

E' difficile da capire?

"Nella stessa misura che perdoniamo, saremo perdonati.

Il termine condanna non dovrebbe far parte del nostro vocabolario.
Il perdono è il termine corretto, perchè tutti siamo dei miserabili.
Nessuno escluso.
I moralisti facevano parte degli scribi e farisei.

Cristo li ha chiamati: "Sepolcri imbiancati". In poche parole "ipocriti".

Io lo sono stato, un tempo.

Oggi, ho capito che l'uomo è pieno di debolezze e solo la grazia divina, per il sacrificio di Gesù Cristo ci può salvare.
Null'altro.
Il perdono verso noi stessi e verso gli altri è la formula per non cadere nell'ignobile e insensato pensiero di essere, in qualche modo, superiore a qualcun altro.
Siamo tutti allo stesso livello.
Non ci sono maestri.
La condanna ed il giudizio sono un inganno.

La domanda formulata in questo tread è articolata nel modo sbagliato.

Solo Cristo ha diritto di parlare con libertà di parola al riguardo.

Noi siamo in una posizione di biasimo e non di approvazione.

L'approvazione viene dal giudizio imperscrutabile di Cristo!

Cristo non ha mai parlato di regole, ma di amore verso il prossimo. [SM=g27998]

Firmato Giuseppe Lupo.
claudio.42
00martedì 22 novembre 2005 22:36
Carisssimo Pino, ti quoto non al 100%, ma al 10.000%.

E' quello che da anni mi sforzo di far capire, ma sembra di lottare contro i mulini a vento. Da troppi, la Bibbia è usata come una MAZZA!
Costoro purtroppo non comprendono lo spirito delle Scritture e fanno lo stesso errore degli scribi e farisei.

daccordissimo anche sul nome del tread, niente di più sbagliato. la parola "tollerare" non PUO' far parte del vocabolario cristiano.

Bravo fratello.

con affetto, claudio. 345
sandraN
00martedì 22 novembre 2005 23:25
QUANDO il figlio perduto, o prodigo, nell’illustrazione di Gesù ritorna a casa di suo padre, come viene accolto? Ascoltate mentre Gesù racconta:

“Mentre era ancora lontano, suo padre lo scorse e fu mosso a pietà, e corse e gli si gettò al collo e lo baciò teneramente”. Che padre misericordioso e affettuoso, e come rappresenta bene il nostro Padre celeste, Geova!

Probabilmente il padre aveva udito della vita dissoluta di suo figlio. Tuttavia lo accoglie a casa senza pretendere tante spiegazioni. Anche Gesù ha un tale spirito nell’accogliere le persone, e prende l’iniziativa nell’avvicinare peccatori ed esattori di tasse, rappresentati nell’illustrazione dal figlio prodigo.

È vero che il padre perspicace dell’illustrazione di Gesù deve intuire che suo figlio è pentito osservando la sua espressione triste e dimessa al ritorno. Ma l’amorevole iniziativa del padre rende più facile al figlio confessare i propri peccati, come racconta Gesù: “Quindi il figlio gli disse: ‘Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te. Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Fammi come uno dei tuoi salariati’”.

Ma prima quasi che il figlio riesca a finire la frase, suo padre passa all’azione, ordinando ai suoi schiavi: “‘Presto, portate una lunga veste, la migliore, e vestitelo, e mettetegli un anello nella mano e sandali ai piedi. E conducete il giovane toro ingrassato, scannatelo e mangiamo e rallegriamoci, perché questo mio figlio era morto ed è tornato alla vita; era perduto ed è stato ritrovato’. Ed essi cominciarono a rallegrarsi”.

Questa meravigliosa parabola di Gesù mostra perciò che il perdono è conseguenza dell'incontro fra la volontà del peccatore di riavvicinarsi a Dio e la volontà di Dio di riaccogliere il peccatore pentito,fra l'umiltà di quest'ultimo e la misericordia di Dio.

Sandra

parliamonepino
00mercoledì 23 novembre 2005 00:36
"Quando finalmente si rese conto della sua situazione, disse tra di sé: 'A casa mia perfino i servi hanno cibo che basta e avanza, mentre io me ne sto qui a morire di fame! Ritornerò a casa di mio padre e gli dirò: 'Padre, ho peccato contro Dio e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Ti prego prendimi come tuo servo'.
Così il giovane tornò a casa sua. Era ancora lontano che suo padre lo vide arrivare; pieno d'amore e compassione gli corse incontro, lo abbracciò e lo baciò.
Il figlio gli disse:'Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te, non sono più degno d'essere chiamato tuo figlio!'.
Ma il padre disse ai servi: 'Svelti portate i vestiti più belli........................................Era perduto ed ora l'ho ritrovato!'.............................................................(conclude) questo tuo fratello era per me come morto ed è tornato in vita! era perduto ed ora l'ho ritrovato!".



Il figlio era ritornato perchè aveva fame
. Aveva escogitato di dire "quelle cose" per farsi accettare dal padre, la fame lo aveva "piegato". Poi appena visto il padre, ripetè quello che aveva in mente, ma non fu neanche ascoltato, non era importante per il padre. Il figlio era tornato alla vita, aveva riconosciuto nel padre la misericordia, la pietà, la compassione, le emozioni viscerali che trascendono la ragione. Non si parla di pentimento, ma di misericordia.

Il figlio si pentì sicuramente, ma dopo.

Il padre provò pietà e misericordia prima.

Firmato Giuseppe Lupo.
Sonnyp
00mercoledì 23 novembre 2005 06:49
Misericordia negata a una MAMMA!
Quando mia moglie è stata "SEGNATA" per aver parlato ai nostri figli di quanto stava scoprendo, non le fu mostrata ALCUNA misericordia... ne prima.... ne tanto meno dopo!

Tu, cara sorella, ti segnamo perchè i tuoi figli, sono "prima" dei tdg e poi sono tuoi figli, e tu non avresti dovuto turbarli con i tuoi dubbi. Avresti dovuto tenerli per te!

Ecco che con un discorso di 10 minuti, alla adunanza seguente, mia moglie veniva cancellata, distrutta, denigrata come un'appestata o lebrosa. La mortificazione di ricevere una segnatura, dopo ben 25 anni di FEDELE, ININTERROTTO e cieco servizio, venivano dimenticati e cancellati, peggio che con un sol colpo di spugna! Da notare che invece la BIBBIA, la VERA BIBBIA, dice che Dio NON dimentica ciò che abbiamo e continuiamo a fare per Lui! Dov'è quindi questa misericordia cara SandraN?

Dopo la segnatura, nessun fratello o sorella ci ha più invitati a casa loro. Mia moglie era buona solo più per andare a predicare, alle adunanze, contribuire nelle cassette delle contibuzioni e..... pulire i gabinetti quando toccava il suo turno! UMILIANTE, MORTIFICANTE e assolutissimamente NON MISERICORDIOSO! Capite l'assurdo? Una madre è segnata perchè non può parlare ai suoi figli di alcuni dubbi che le sono sorti in seno a delle incongruenze molto palesi nelle pubblicazioni geoviste! Ma quando mai si è visto che una madre non possa "confidarsi" con sua figlia? O viceversa un figlio con la sua migliore amica: La MAMMA? Ma stiamo dando i numeri o li abbiamo già dati e me li sono persi? Prima di parlare di misericordia..... impariamola dalla Bibbia, e poi veniamo a fare anche i maestri se è il caso, cara SandraN, alias Betelita!

(Scusami, forista "Un sorriso", ma non ho proprio resisitito a cantargliene due a questo post così misericordioso!)
sandraN
00mercoledì 23 novembre 2005 07:50
Innanzitutto una madre amorevole è incoraggiante e positiva, non semina dubbi nella mente dei figli per minarne la fede e attentarne alla spiritualità.

Seminare dubbi è normalmente riprovevole per un qualunque TdG, ma è PARTICOLARMENTE riprovevole per una madre. In casi particolari di figli fermi e fedeli potrebbe minare non tanto la loro relazione con Geova, ma la relazione fra madre e figli.
( Zaccaria 13:6 )Come è stato indicato in altri 3D, quando si hanno dubbi si va prima dagli anziani ad esternarli ed essi aiuteranno a dissiparli. ( Giuda 22 )

In quanto alla parabola di Gesù relativa al figliol prodigo lì il Messia non stava dando una lezione di tattica per rientrare nei favori di Dio per convenienza personale, ma il giusto modo di riallacciare una relazione con Dio basata sull'amore, sulla fede e sul sincero ravvedimento.

Dio dà generosamente. Abbiamo già appreso dal racconto di Luca che Dio esaudisce le richieste di quelli che perseverano nella preghiera e che continuano a vigilare. Anche altri scrittori biblici furono ispirati a dare consigli pratici sui soggetti strettamente attinenti della preghiera e della fede.

Giacomo, per esempio, all’inizio della sua lettera ci rammenta che dovremmo ‘continuare a chiedere a Dio’ per avere la sapienza necessaria ad affrontare e superare varie prove. Egli ammonisce e avverte: “Ma continui a chiedere con fede, non dubitando affatto”. Chi continua a dubitare è “un uomo indeciso [greco: “con due anime”]” e non riceve nulla da Dio. Noi vogliamo invece che la nostra fede sia del tipo che Giacomo menziona: “Questa provata qualità della vostra fede produce perseveranza”. (Giac. 1:3-[SM=g27989] Sebbene inizialmente la nostra fede non sia forse così grande come quella di Abraamo, può crescere e deve sempre risuonare vera, non insincera. Possa dirsi di noi ciò che scrisse Paolo: “La vostra fede cresce straordinariamente e aumenta verso gli altri l’amore d’ognuno di tutti voi”. La vera fede non è solo un processo mentale, ma come scrisse ancora Paolo, ‘si deve esercitare fede nel proprio cuore’. Dobbiamo avere buoni motivi, che producano buone opere. — Rom. 4:20; 10:9, 10; 2 Tess. 1:3.

A conferma di quanto detto, Giacomo scrisse in seguito: “Purificate le vostre mani, o peccatori, e purificate i vostri cuori, o indecisi”. Prima di questo, anche Giacomo, come Gesù, aveva fatto certi contrasti allo scopo di far capire meglio delle verità che dovevano essere messe in risalto:

“Sottoponetevi perciò a Dio; ma opponetevi al Diavolo, ed egli fuggirà da voi. Appressatevi a Dio, ed egli si appresserà a voi”. — Giac. 4:7, 8.

Che incoraggiamento a essere decisi nel modo giusto e, infine, che invito rincorante! Si potrebbe essere decisi a perseverare per un senso del dovere, ma appressarsi a qualcuno indica un sentimento più profondo. Deve scaturire dal cuore, spingere la persona a prodigarsi e a essere pronta a fare sacrifici per ottenere e mantenere l’intima relazione personale desiderata. Notate che Giacomo non dice che se ci appressiamo a Dio Egli, per così dire, starà semplicemente lì seduto ad accoglierci. Piuttosto, se noi intraprendiamo una precisa azione personale per appressarci a Dio, allora anch’egli intraprenderà un’azione corrispondente da parte sua. In che modo? Ebbene, egli ha già preso ottimi provvedimenti che includono la sua Parola e il dono di suo Figlio come nostro redentore, facendo in modo che uomini imperfetti e peccaminosi possano appressarsi a lui. Questi provvedimenti sono aperti a tutti quelli che desiderano valersene con un motivo sincero e verace.

Comunque, fa Dio qualcosa di natura più strettamente personale? In moltissimi casi, cos’è che tocca e attira il cuore di chi cerca la verità? Più che la semplice conoscenza della verità, non è anche il sincero e caloroso interesse personale mostrato da colui che viene impiegato come ministro di Dio? (1 Cor. 3:5)

Mentre colui che cerca la verità viene guidato passo per passo nella via della giustizia, comincia a capire quale privilegio è quello di essere impiegati da Geova come suoi rappresentanti nell’aiutare altri ancora. Questo è reso possibile dal versamento del suo spirito nel nostro cuore, affinché produciamo il frutto di tale spirito e manifestiamo vero amore come fa Dio. — Gal. 5:22, 23; 1 Giov. 4:11.

Un ultima precisazione, magari fossi una betelita, purtroppo
non lo sono. Sarei felice di esserlo.


Sandra.


[Modificato da sandraN 23/11/2005 7.59]

Seabiscuit
00mercoledì 23 novembre 2005 09:57
Caro Claudio, ho avuto un pò da fare e per questo non ho risposto subito, scusami per l'attesa.

Secondo me è inutile girarci troppo attorno. Fumare causa danni fisici e può essee causa di morte. Già solo questo dovrebbe essere riflessivo e far capire che non è compatibile con il pensiero del nostro Dio, un Dio d'amore che ci ha donato un corpo e che gli spetterebbe quel minimo di rispetto dimostrandoGli che apprezziamo questo corpo in dono e non lo contaminiamo e roviniamo.

Al riguardo per me basta la scrittura di
1 Pietro 1:15,16 che avevo già citato.
“15 ma, secondo il Santo che vi ha chiamati, divenite anche voi santi in tutta la [vostra] condotta, 16 perché è scritto: “Dovete essere santi, perché io sono santo”.”

Il nostro creatore ci invita a divenire santi come lo è lui IN TUTTA LA NOSTRA CONDOTTA. Bene se qualcuno si riesce ad immaginare che fumare sia una condotta eccellente e santa...che dire, fumate pure.

Per me questo discoroso è chiuso e preferirei tornare in tema. L'argomento è se i peccatori impenitenti vanno espulsi o no.

Se volete continuiamo con questo, altrimenti attendo che vi finite di fumare tutto quello che ritenete utile.

ciao fdetr
claudio.42
00mercoledì 23 novembre 2005 11:35


Sandran scrive:
Innanzitutto una madre amorevole è incoraggiante e positiva, non semina dubbi nella mente dei figli per minarne la fede e attentarne alla spiritualità.

Seminare dubbi è normalmente riprovevole per un qualunque TdG, ma è PARTICOLARMENTE riprovevole per una madre. In casi particolari di figli fermi e fedeli potrebbe minare non tanto la loro relazione con Geova, ma la relazione fra madre e figli.
( Zaccaria 13:6 )Come è stato indicato in altri 3D, quando si hanno dubbi si va prima dagli anziani ad esternarli ed essi aiuteranno a dissiparli. ( Giuda 22 )




.

Giacomo, per esempio, all’inizio della sua lettera ci rammenta che dovremmo ‘continuare a chiedere a Dio’ per avere la sapienza necessaria ad affrontare e superare varie prove. Egli ammonisce e avverte: “Ma continui a chiedere con fede, non dubitando affatto”. Chi continua a dubitare è “un uomo indeciso [greco: “con due anime”]” e non riceve nulla da Dio. Noi vogliamo invece che la nostra fede sia del tipo che Giacomo menziona: “Questa provata qualità della vostra fede produce perseveranza”. (Giac. 1:3- Sebbene inizialmente la nostra fede non sia forse così grande come quella di Abraamo, può crescere e deve sempre risuonare vera, non insincera. Possa dirsi di noi ciò che scrisse Paolo: “La vostra fede cresce straordinariamente e aumenta verso gli altri l’amore d’ognuno di tutti voi”. La vera fede non è solo un processo mentale, ma come scrisse ancora Paolo, ‘si deve esercitare fede nel proprio cuore’. Dobbiamo avere buoni motivi, che producano buone opere. — Rom. 4:20; 10:9, 10; 2 Tess. 1:3.

A conferma di quanto detto, Giacomo scrisse in seguito: “Purificate le vostre mani, o peccatori, e purificate i vostri cuori, o indecisi”. Prima di questo, anche Giacomo, come Gesù, aveva fatto certi contrasti allo scopo di far capire meglio delle verità che dovevano essere messe in risalto:

“Sottoponetevi perciò a Dio; ma opponetevi al Diavolo, ed egli fuggirà da voi. Appressatevi a Dio, ed egli si appresserà a voi”. — Giac. 4:7, 8.





Io dico: ma non vi vergognate? non avete nemmeno un minimo di ritegno?

citate la Bibbia per far dire cose che nemmeno ,chi scriveva pensava.
Giacomo parla di "dubbi", riguardo alla FEDE verso DIO e NON verso una congregazione!

Come siete subito pronti a parlare di Diavolo contro chi inizia a pensarla diversamente da voi. E pure arrivate a dire che un genitore NON NE DEVE parlare con il proprio figlio. Questa è una setta bella e buona. una CHIESA, non ha paura di rispondere a dei "dubbi" riguardo alcuni passi. Ricordiamo che la mamma in questione non metteva in dubbio l'esistenza di DIO, non metteva in dubbio la Bibbia, metteva in dubbio degli insegnamenti.

Come se foste voi, gli unici "portavoce "di DIO.




[Modificato da claudio.42 23/11/2005 12.01]

claudio.42
00mercoledì 23 novembre 2005 12:14
Re:
Scritto da: Seabiscuit


un Dio d'amore che ci ha donato un corpo e che gli spetterebbe quel minimo di rispetto dimostrandoGli che apprezziamo questo corpo in dono e non lo contaminiamo e roviniamo.





sarebbe meglio non toccare questo tasto, e tu sai bene perchè, che ne dici SEA?


Al riguardo per me basta la scrittura di
1 Pietro 1:15,16 che avevo già citato.
“15 ma, secondo il Santo che vi ha chiamati, divenite anche voi santi in tutta la [vostra] condotta, 16 perché è scritto: “Dovete essere santi, perché io sono santo”.”

Il nostro creatore ci invita a divenire santi come lo è lui IN TUTTA LA NOSTRA CONDOTTA. Bene se qualcuno si riesce ad immaginare che fumare sia una condotta eccellente e santa...che dire, fumate pure.




Vedi SEA, il fatto che fumare qualche sigaretta, tolga la santità e sia un peccato, è un pensiero tuo. Perchè non mi rispondi al verso di corinzi sul corpo come tempio dello Spirito Santo, che ho ciatato? Ed al fatto che sia chiamato l'unico peccato contro al corpo la fornicazione?


Per me questo discoroso è chiuso e preferirei tornare in tema. L'argomento è se i peccatori impenitenti vanno espulsi o no.




se per peccatori impenitenti , per voi sono anche chi fuma, credo che siamo in argomento pieno, solo che , come sempre , bisognerebbe cercare di rispondere usando la Bibbia e non quello che noi riteniamo giusto.
A tal proposito, pensiamo alle persone sovrappeso. Fà bene al corpo? Non è il corpo il tempio dello spirito santo? Per il grasso non vale? ricorda SEA, che danneggia la circolazione sanguigna, il fegato, il cuore e molto, molto altro, eppure, conosco molte donne e qualche uomo, TDG, molto al di là del peso "forma".

Allora che facciamo: "due pesi e due misure come i farisei?".





Seabiscuit
00mercoledì 23 novembre 2005 13:42
Caro Claudio
secondo me infatti lo stesso principio del fumo vale pure per chi pecca di golosità.

Siccome non stiamo trattando quali sono i peccati che meritano l'espulsione, ma se un peccatore impenitente la meirta, gradirei tornare in tema. Altrimenti si continuerà al infinito su cosa sia peccato e cosa no.

A me invece non interessa questo. Il thread che ho aperto vorrebbe analizare se un peccatore impenitente deve essere tollerato nella congregazione. Essere un peccatore impenitente implica che stiamo parlando di un peccato grave.

Quindi partiamo dalla premessa che il peccato grave sia la fornicazione.
Secondo te, un fornicatore, va espulso oppure no?

Giusto per avere una base in comune su cui possiamo dialogare.
libero1978
00mercoledì 23 novembre 2005 14:00
Vorrei dire che non lo sò se fumare è peccato o non è peccato,
quello che sò è che fà male e una solo volta ho fumato una sigaretta e mi girava la testa e non ho fumato più.

Ma poi io non penso che fumare sia nella natura che Dio ha dato all'uomo se no ci creava con un fumaiolo sulla testa.

O mi sbaglio jyhu
Seabiscuit
00mercoledì 23 novembre 2005 14:11
Caro Libero, secondo me hai proprio ragione. A me fa riflettere la seguente scrittura:
Matteo 22:37
"37 Gli disse: “‘Devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua mente’. 38 Questo è il più grande e il primo comandamento. 39 Il secondo, simile ad esso, è questo: ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’."

Oltre a dire che devo amare Dio con tutta la mia mente e sinceramente mi chiedo come posso farlo se ho il vizio del fumo e la mia mente è condizionata da questo vizio, dice pure di amare il mio prossimo come me stesso.
Uno che fuma ama se stesso? Ditemi di si e chi lo dice non ha proprio la più pallida idea di cosa provoca il fumo.



scusate l'OT
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:34.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com