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L'autorità romana

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2007 15:53
09/11/2006 13:41
 
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Re:

Written by: barnabino 09/11/2006 13.28
Caro Luigi,

I Padri apostolici non dicono nulla circa la presunta autorità di Roma e del Vescovo di Roma.

Shalom



Ciao barnabino, perchè dici che non vi è niente a riguardo.
Aspettiamo Teodoro.
O puoi già postare qualcosa sull'argomento.
Ciao

[Modificato da luigi2 09/11/2006 13.46]

09/11/2006 14:28
 
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Re: Re:

Written by: luigi2 09/11/2006 13.41


Ciao barnabino, perchè dici che non vi è niente a riguardo.
Aspettiamo Teodoro.
O puoi già postare qualcosa sull'argomento.
Ciao

[Modificato da luigi2 09/11/2006 13.46]




I Padri apostolici sono qualcosa di esiguo, sia per arco cronologico, sia per numero di opere superstiti che possono tranquillamente essere raccolto in un volumetto, sia perché solitamente parlano di tutt'altro fuorché l'organizzazione della Chiesa a livello sovra-locale e dunque se anche avessero avuto idee a proposito del Primato sono rari i contesti in cui avrebbero avuto occasione di esplicitarlo; ad esempio io sono un sostenitore del primato petrino ma se sto scrivendo un libro sui patimenti di Cristo in croce non ho nessun motivo per parlarne. L'unico Padre apostolico che ci dà uno sguardo ecumenico in quanto scrive ad altre chiese e ci dice della loro organizzazione è Ignazio. Sull'ecclesiologia di Ignazio e la sua considerazione per Roma puoi leggere questo brano di G. Falbo: www.santamelania.it/approf/2005/papers/ignazio.htm
Importantissimo anche l'intervento del vescovo di Roma Clemente per risolvere le beghe dei Corinzi nell'omonima lettera.

Ad maiora
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(Κ. Καβάφης)
09/11/2006 19:22
 
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Caro Luigi,

I Padri Apostolici sono gli scrittori cristiani del I e II secolo, benchè Roma fosse, per forza di cose, una congregazione molto importante (con Antiochia ed Alessandria e prima Gerusalemme) non riveste agli occhi di questi scrittori alcuna particolare autorità, e lo stesso vale per i vescovi di Roma.

Per trovare tracce tangibili bisogna aspettare diversi anni, per non dire secoli.

Shalom


09/11/2006 19:40
 
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Vabbene spostiamoci pure sui padri della Chiesa, S. Agostino
S. Ambrogio etc.

Grazie Polimetis per il brano.

09/11/2006 20:29
 
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" Padri Apostolici sono gli scrittori cristiani del I e II secolo"

Ma davvero? Questa è una novità.

"per forza di cose, una congregazione molto importante (con Antiochia ed Alessandria e prima Gerusalemme) non riveste agli occhi di questi scrittori alcuna particolare autorità"

Visto che abbiamo fatto la sensazionale scoperta che i Padri apostolici sono quelli dei primi due secoli (il che è falso comunque), ciò espone la tua affermazione ad una smentita. Ireneo infatti che è vissuto nel II secolo scrisse: "Ma poiché sarebbe troppo lungo in quest'opera enumerare le successioni di tutte le Chiese, prenderemo la Chiesa grandissima e antichissima e a tutti nota, la Chiesa fondata e stabilita a Roma dai due gloriosi apostoli Pietro e Paolo. Mostrando la tradizione ricevuta dagli apostoli e la fede (cf. Rm 1,[SM=g27989] annunciata agli uomini che giunge fino a noi attraverso le successioni dei vescovi… Infatti con questa Chiesa, in ragione della sua origine più eccellente, deve necessariamente essere d'accordo ogni Chiesa, cioè i fedeli che vengono da ogni parte — essa nella quale per tutti gli uomini è sempre stata conservata la tradizione che viene dagli apostoli." (Adversus haereses 3, 3, 1-3)
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09/11/2006 20:44
 
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Re:

Written by: luigi2 09/11/2006 19.40
Vabbene spostiamoci pure sui padri della Chiesa, S. Agostino
S. Ambrogio etc.

Grazie Polimetis per il brano.




Vuoi sapere il parere di Agostino e Ambrogio sul primato? Quanto ad Agostino lo tratto con piacere, giacché spesso è usato dai protestanti in funzione anticattolica grazie alla sua intepretazione di "Pietra" nel brano sul primato in Matteo (Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa). Per Agostino "pietra" non era Pietro ma il Cristo che parlava di se stesso.
Ovviamente chi si limita a dire questo di Agostino nel tentativo di smontare il primato petrino dimentica di dire un bel po' di cose. Agostino infatti da giovane credeva che “questa pietra” si riferisse a Pietro, poi cambiò idea e ritenne che si riferiva a Gesù, ma nulla di tutto ciò ha mai intaccato la sua fede nel primato petrino, semplicemente aveva cambiato la sua interpretazione di questo versetto. Il vero cristiano per Agostino è sempre in comunione con la cattedra di Roma giacché “semper apostolicae cathedrae viguit principatus" (Ep 43,3,7) E diceva di Pietro: "pertanto Pietro, per aver ricevuto il suo nome da questa pietra, rappresentava la persona della Chiesa che è edificata su questa pietra e ha ricevuto le chiavi del regno dei cieli” (Le Ritrattazioni, 31, 21) E scrisse al vescovo di Roma questa frase chiarissima sul suo pensiero: “tu primeggi in essa(nella Chiesa N.d.R.) per la sede più alta” (Contro le due lettere dei pelagiani, I, 1, 2) Infatti Agostino ci dice: "Tra questi apostoli il solo Pietro meritò di meritò di rappresentare tutta la Chiesa. Per il fatto che egli da solo rappresentava tutta la Chiesa, meritò di udire: "A te darò le chiavi del regno dei cieli". (Sermones 295,2,2) E ancora: "Mi tiene saldo nella Chiesa la successione dei sacerdoti dalla stessa sede di Pietro Apostolo, al quale il Signore dopo la risurrezione comandò di pascere le sue pecorelle fino al presente episcopato" (Contro la lettera di Mani, 4)
Anche Sant'Ambrogio fu assertore del primato, un primato funzionale e organizzativo, arrivando ad affermare “Ubi Petrus, ibi Ecclesia”, “Dove c’è Pietro, la c’è la Chiesa” (Enarr. In Ps., 40, 30)
Tra l’altro nel passo di Agostino che di solito i protestanti citano, quello in cui si dice che "pietra" per lui in quel caso è Cristo, il Santo Dottore ci dice anche che proprio il suo maestro S. Ambrogio era di parere diverso e che per lui “pietra” in quel passo era invece Pietro. Ci dice il Santo Dottore: "Pietro, che ebbe la fede piena, ricevette le chiavi del regno dei cieli, per chiudere agli altri" (Espos. Evang. Sec. Lucam 7,177). Nell'exameron (5,24,88 ) e nel grande inno Aeterne rerum conditor, Pietro è chiamato la pietra della Chiesa. Nel De virginitate (16,105) si afferma che in Kefa c'è il fondamento della Chiesa e il magistero della disciplina. Nel De fide (IV,5,56) Ambrogio ci ricorda che Gesù ha accordato a Pietro un regno e lo ha stabilito fondamento della Chiesa, ecc.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 09/11/2006 20.46]

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(Κ. Καβάφης)
09/11/2006 22:07
 
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Sul primato c'è da fare una precisazione sul metodo. Occorre distinguere tra il primato del vescovo di Roma e quello di Pietro, per una banale ma spesso misconosciuta verità storica, cioè che Pietro non è mai stato vescovo di Roma, né ha fondato la comunità cristiana di Roma. Pietro può ben dirsi vescovo di Antiochia e, seppure indirettamente, fondatore anche della chiesa di Alessandria, ma non c'è alcuna fonte neanche vagamente vicina ai fatti in questione che ci dica che Pietro sia mai stato vescovo di Roma. Le fonti più antiche (Egesippo, Eusebio che dal primo copia, etc.) danno la successione Lino-Cleto-Clemente, non esiste alcun riferimento a Pietro come vescovo di Roma.
C'è poi anche chi dice che non sia mai stato a Roma, ma questa è una bufala.

Per quanto riguarda invece il primato del vescovo di Roma in quanto tale, ci si deve rifare ai canoni conciliari, che se vi interessa possiamo vedere con calma.

Cordialità,
09/11/2006 22:54
 
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Caro Luigi,

Mi correggo visto che si chiede maggiore precisione, i Padri apostolici sono gli scrittori cristiani tra la fine del I secolo e la prima metà del II secolo definiti prima da Cotelier nel seicento a cui poi furono aggiunti Papia, l'epistola a Diogeneto e infine la Didachè, quando fu scoperta la secondo metà dell'ottocento.

Ireneo di Lione visse non è considerato un Padre apostolico e comunque dalle sue dichiarazioni non si evince direttamente nessun particolare primato della congregazione di Roma in fatto di autorità si dice solo che era “somma ed antichissima ed a tutti nota”. La cita solo per semplicità e non perchè la considerasse speciale in questo, infatti al III,3,2 dice: "Poichè sarebbe lungo in quest'opera enumerare le successioni di tutte le chiese ci limiteremo ecc..." e dunque invita a seguire questa chiesa (cioè le chiese che dovrebbe trasmettere la tradizione apostolica) piuttosto che quelle da lui considerate eretiche.

Diciamo che a partire dalla vita di Pietro, di cui non conosciamo che poco o nulla dopo gli Atti, gli sviluppi successivi del primato romano, ammesso che di primato si possa parlare, sono tracciati da testimonienza dai contorni piuttosto vaghi.

Shalom
09/11/2006 23:22
 
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Come promesso una piccola bibliografia sul primato petrino, per chi volesse approfondire:

Schatz K., Il primato del papa, Brescia, Queriniana,1996

Falbo G., Il primato della Chiesa di Roma alla luce dei primi quattro secoli, Roma, Coletti, 1989

Il primato del vescovo di Roma nel primo millennio: ricerche e testimonianze, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1991

Rahner K., Episcopato e primato / Karl Rahner, Joseh Ratzinger. - Brescia : Morcelliana, 1966. - 191 p. ; 22 cm. - (Quaestiones disputatae).

E. Testa Le comunità orientali nei primi secoli e il primato di Pietro, in Rivista Biblica 16 (196[SM=g27989] 547-555

G. Feldato, San Pietro e la sua Chiesa tra i Padri d’Oriente e d’Occidente nei primi secolo, Roma, 1976

M. Maccarrone, Apostolicità, episcopato e primato di Pietro. Ricerche e testimonianze dal II al V secolo, Roma, 1976

Pesch R., I fondamenti biblici del primato, Brescia, Queriniana, 2002

Gnilka J., Pietro e Roma : la figura di Pietro nei primi due secoli, Brescia, Paideia, 2003

Per Barnabino

“Ireneo di Lione visse non è considerato un Padre apostolico”

Ma io non l’ho citato perché è un Padre apostolico bens perché ti sei contraddetto affermando che i Padri apostolici sono quelli dei primi due secoli, ma poi negando che in essi la chiesa di Roma rivestisse “qualche particolare autorità”. Avevi infatti affermato che per avere tutto ciò bisognava attendere secoli. Ciò è smentito dalle parole di Ireneo.

“La cita solo per semplicità e non perchè la considerasse speciale in questo, infatti al III,3,2 dice: "Poichè sarebbe lungo in quest'opera enumerare le successioni di tutte le chiese ci limiteremo ecc..." e dunque invita a seguire questa chiesa (cioè le chiese che dovrebbe trasmettere la tradizione apostolica) piuttosto che quelle da lui considerate eretiche.”

Un autentico paralogismo. Giacché il fatto che per brevitas citi la successione apostolica di una sola Chiesa non toglie nulla di quello che dice su questa Chiesa, anche perché dice proprio che cita questa Chiesa giacché in virtù della sua origine più eccellente (Pietro e Paolo), deve necessariamente concordare ogni altra Chiesa. Non vedo come cambi di una virgola l’ecclesiologia di Ireneo. Cosa distingue gli eretici dai veri cristiani? La successione apostolica, infatti, dice Ireneo, noi possiamo enumerare ciascuno dei vescovi dal tempo degli apostoli sino a noi. Posso farlo per tutte le Chiese? No, è troppo lungo, scelto dunque la Chiesa più importante. Lo cito nuovamente: “poiché sarebbe troppo lungo in quest'opera enumerare le successioni di tutte le Chiese, prenderemo la Chiesa grandissima e antichissima e a tutti nota, la Chiesa fondata e stabilita a Roma dai due gloriosi apostoli Pietro e Paolo. … Infatti con questa Chiesa, in ragione della sua origine più eccellente (appunto Pietro e Paolo), deve necessariamente essere d'accordo ogni Chiesa, cioè i fedeli che vengono da ogni parte — essa nella quale per tutti gli uomini è sempre stata conservata la tradizione che viene dagli apostoli. Dunque, dopo aver fondato ed edificato la Chiesa, i beati apostoli affidarono a Lino il servizio dell'episcopato; di quel Lino Paolo fa menzione nelle lettere a Timoteo (cf. 2Tm 4, 21). A lui succede Anacleto. Dopo di lui, al terzo posto a partire dagli apostoli, riceve in sorte l'episcopato Clemente, il quale aveva visto gli apostoli stessi e si era incontrato con loro ed aveva ancora nelle orecchie la predicazione e davanti agli occhi la loro tradizione …”
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09/11/2006 23:44
 
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Re:


cioè che Pietro non è mai stato vescovo di Roma, né ha fondato la comunità cristiana di Roma.



Se noti ciò che dice Ireneo sta scritto: “I beati apostoli [Pietro e Paolo], avendo fondato e istituito la Chiesa, trasmisero a Lino l’incarico dell’episcopato" 3,3,3
Se glielo hanno trasmesso, significa che prima lo possedeva uno dei due. E' vero che in genere si iniziano ad elencare i vescovi da Lino ma si dice sempre che prima c'era Pietro, per la banale ragione che l'episcopato glielo ha passato lui. Per comprendere meglio Ireneo proviamo con un autore quasi contemporaneo, Tertulliano nel 200 ca. scrive:

“…Mostrino esse la successione dei loro vescovi in modo da poter risalire o ad un apostolo o ad un loro discepolo, così come fanno le CHIESE APOSTOLICHE, ad esempio… la Chiesa di Roma che presenta Clemente CONSACRATO DA PIETRO” (32,2)

Come diceva Ireneo infatti sia Clemente che Lino conobbero Pietro.

“Visita le Chiese apostoliche nelle quali ancora PRESIEDONO GLI APOSTOLI DALLE LORO CATTEDRE…. Quanto fortunata è la Chiesa di Roma in cui Pietro e Paolo profusero la loro dottrina, ove Pietro morì come il Signore, Paolo fu decollato come Giovanni Battista…” (36,3)

Qui, discorrendo sugli apostoli che ancora presiedono dalle loro cattedre grazie ai vescovi loro successori, si nominano Pietro e Paolo in relazione a Roma, per la banale ragione che Pietro era il vescovo.

Cipriano di Cartagine (ca. 210 - 25[SM=g27989],pur odiando particolarmente il papa come è utile ricordare, chiamava la sede episcopale romana “Cattedra, dignità, posto o carica di Pietro” (ad esempio Ep. LV,[SM=g27989]

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 09/11/2006 23.46]

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