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La Verità della Bibbia

Ultimo Aggiornamento: 23/06/2006 16:06
15/10/2004 13:09
 
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Tutti sanno che la Bibbia è un libro religioso, sacro, speciale. Forse lo hanno preso in mano, ne hanno una copia in casa. La trattano con massimo rispetto. E... non la leggono. Diceva con ironia un grande biblista Paul Clodel: "Il rispetto dei cattolici per la Bibbia è enorme, e consiste soprattutto nel tenersene a rispettosa distanza".


Quando ho domandato ad un giovane perché pur avendo in casa la Bibbia, non ne aveva approfittato per conoscerla bene, mi rispose con tutta semplicità: " Ho provato, ma la sua lettura mi è risultata difficile, e a lungo andare noiosa. Mi sono scoraggiato, e ho lasciato perdere". È una risposta frequente. Tante famiglie hanno la Bibbia in casa, ma più come un oggetto religioso che come un libro vivo, interessante, da leggere e capire.

a) L’autore della Bibbia


La fede dei cristiani dice: Dio è il grande autore della Bibbia. Con questo non vogliamo dire che il Signore abbia avuto una comunicazione diretta con i cosiddetti autori ispirati, dettando loro le sue pagine come si detta una lettera ad una segretaria. Il suo influsso sugli scrittori della Bibbia si produsse dentro un insieme di fatti, il cui risultato fu che vennero messi per iscritto quei ricordi che contengono il messaggio rivolto da Dio a tutti gli uomini. Ma cerchiamo di chiarirci sul discorso:

Ispirazione, Rivelazione, Assistenza dello Spirito Santo


L’ispirazione è l’intervento divino su un profeta o uno scrittore sacro: lo Spirito Santo illumina la sua mente e spinge la sua volontà perché trasmetta, senza pericolo di errore, quelle verità che Dio vuole comunicare all’umanità.


È garante Dio stesso e perciò la trasmissione non può essere errata. Ma l’autore sacro non viene usato come un automa: mantiene invece la sua personalità, il suo stile, la sua cultura e i limiti della medesima, per cui sono possibili errori storici, geografici, astronomici e scientifici in genere.


Nel contenuto dell’ispirazione possono esserci nuove rivelazioni, sviluppo e conferma delle precedenti, esortazioni ad una vita migliore, regole di vita morale, norme di saggezza ed altri valori umani, che lo Spirito Santo ha voluto inculcare.


Ma non sono messaggio di Dio gli errori di meteorologia, astronomia, geografia, storia ecc.; i numeri poi spesso sono simbolici, o comunque inesatti perciò non sono attendibili. Se si fossero seguiti questi criteri non si sarebbe avuto l’increscioso caso Galileo; ma il terrore delle aberrazioni dei novatori di allora spingeva ad una interpretazione troppo letterale. Bisogna notare che Dio stesso ha accettato e approvato il testo redatto dall’autore umano, giudicandolo adatto alla mentalità e al grado di cultura dei destinatari del tempo. Perciò la Chiesa non si permette di mutare il testo sacro neppure in quei punti evidentemente superati dalla cultura odierna, raccomandando edizioni con note esplicative. E secondo la congenialità dell’autore si sono avuti diversi generi letterari: storico; esortativo; poetico; parabole, romanzi; ecc...


La Rivelazione è il discorso di Dio con L’umanità, col quale Egli svela le sue verità: la sua grandezza; la sua potenza; la sua maestà; ma soprattutto il suo amore infinito e il suo operato verso gli esseri umani che Egli considera suoi amici, anzi vuole divinizzarli come suoi figli, e suoi collaboratori fiduciari; a questo fine tende tutta la sua opera creatrice e redentrice conseguentemente ne deriva quale deve essere la risposta degli uomini, i loro comportamenti, il loro orientamento e le regole della loro vita.


Questo discorso Dio l’ha cominciato nel Paradiso terrestre con i primi uomini e l’ha portato sempre avanti attraverso i secoli, ma gli uomini hanno ascoltato poco e quel poco che hanno recepito l’hanno stravolto con tante aberrazioni.


Ecco perché a un cero punto Dio scelse un uomo di buona volontà, ardentemente desideroso di avere idee più chiare su Dio e le cose divine, e gli si comunico.


Abramo, anche noi lo chiamiamo nostro padre nella fede; un uomo dalla fede eroica, un uomo contro corrente: si sente estraneo alle deviazioni religiose del suo popolo ed emigra; dove va conserva una netta distinzione dall’errata religiosità dei popoli in mezzo ai quali si trova: Dio gli si confida e gli promette una discendenza ed una patria; nella sua vicenda ci sono molti momenti oscuri, che gli parla; perciò si fida di Dio anche quando tutto sembra contrario a tale fiducia.


Il suo figlio Isacco ed il nipote Giacobbe vivono degli stessi ideali e si dispongono a recepire l’ulteriore sviluppo del discorso di Dio: è l’origine del popolo d’Israele, che si sente privilegiato di questa eredità.


Questo popolo ebbe sempre un concetto di Dio nettamente più puro di tutti gli altri popoli dell’antichità: Dio Creatore e Signore del cielo e della terra, unico e supremo, degno d’immenso rispetto, benevolo verso gli uomini, dai quali però vuole fedeltà a Lui e onestà verso gli altri; questo popolo inoltre recepisce le promesse divine di una salvezza meravigliosa e le conserva fedelmente, anche se poi non la sa riconoscere in Cristo.


Questo patrimonio religioso però Dio non lo comunicò in maniera spettacolare e pubblica, se non eccezionalmente, come la proclamazione dei dieci Comandamenti sul Sinai. Preferì più volentieri la via della confidenza amorosa e volle la collaborazione umana per trasmettere alla Comunità umana le sue verità per mezzo di uomini: queste sono le persone ispirate.


L’assistenza dello Spirito Santo è la garanzia che Cristo ha assicurato alla sua Chiesa: l’assistenza per mantenere intatto ed approfondire il messaggio divino, per poterlo comprendere sempre meglio.


Nella Rivelazione e nell’Ispirazione l'iniziativa era Dio, qui il compito è dei Successori degli Apostoli (Papa e Vescovi uniti con lui) garantiti da Cristo: lo Spirito Santo si limita ad impedire errori di fede.


Riassumendo, possiamo dire che la Bibbia è la Parola di Dio in quanto ci trasmette tutto ciò che Dio ha voluto dirci, e nel modo in cui Egli ce l’ha voluto dire.


Agendo così, Dio rispetta la libertà e la spontaneità degli autori sacri che redassero la Bibbia.


In sostanza l’ispirazione divina della Bibbia rimane un mistero. La Bibbia è al tempo stesso tutta opera di uomini, e opera di Dio. Gli autori - ispirati dal grande autore, Dio - espressero ciò che Egli voleva dire, ma riflettendo la propria personalità e quella della propria epoca.



b) Come leggere la Bibbia


La Bibbia non è un’ opera uscita di getto dai suoi autori. Prima di essere fissata nello scritto, parecchi libri venivano raccontati e tramandati a viva voce, grazie alla straordinaria capacità di memoria degli antichi orientali. Questi racconti sono all’origine di alcune grandi "tradizioni" che hanno prodotto i primi cinque libri della Bibbia ( Genesi; Esodo; Levitico; Numeri; Deuteronomio che prendono il nome di Pentateuco):

la "Jahvista" dall’uso del nome JHWH (il Signore), dato a Dio;
la "Elohista" dal nome più generico Elhoim (Dio dei Padri);
la "Sacerdotale" (Pristercodex), così chiamata perché si interessa a ciò che favorisce il culto a Dio o lo ostacola
la "Deuteronomista", presente nel libro del Deuteronomio.

La conoscenza di queste "tradizioni" aiuta a cogliere i diversi modi con cui Dio ha parlato e ha rivelato se stesso all’uomo. Questa è una prima pista per iniziare la lettura della Bibbia.


C’è poi una seconda pista di lettura. È quella che segue il racconto degli avvenimenti che costituiscono il tessuto di tutta la Bibbia. Ecco allora il racconto della creazione, che dà origine al mondo e a una storia che si svolge tra la fedeltà di Dio e l’infedeltà dell’uomo (Adamo ed Eva).


Ecco lo snodarsi dei continui interventi di Dio lungo questa storia: l’elezione del popolo ebraico in Abramo; la sua liberazione dall’Egitto; il dono della terra promessa; la presenza dei personaggi decisivi della sua storia come i Giudici (Sansone), i Re (Davide), i Profeti (Isaia; Geremia) e i Sapienti (Giobbe; Qohèlet; Salmi).


Ecco anche l’affermarsi delle esigenze di Dio: la fedeltà all’Alleanza e ai Comandamenti, l’ascolto della sua Parola e l’impegno nel riconoscere Lui solo come vero ed unico Dio. Ma ecco anche le infedeltà dell’uomo e l’intervento punitivo di Dio: all’orizzonte della storia del popolo biblico va profilandosi l’esilio, che solo la bontà di Dio trasformerà in un nuovo punto di partenza del cammino che conduce all’incontro con Gesù, il Messia.


C’è, infine, una pista più facile e più suggestiva. È quella che già nelle "mani" di Dio, nella creazione, nella sua "destra" e nel suo "braccio", nell’esodo e nel suo "cuore", nell’esilio, vede delinearsi "il corpo" che questo Dio prenderà in Gesù di Nazareth. È questa la pista che noi cristiani percorriamo per una lettura unitaria di tutta la Bibbia.


La Bibbia è un libro divino, perché ci da notizie personali su Dio, i suoi piani sulla storia, e la sua opinione riguardo agli uomini e agli avvenimenti. In questo senso, è un libro molto unitario, di un solo autore (Dio).


Ma è anche un libro umano, che abbraccia duemila anni di dialogo religioso tra l’uomo e Dio, e affronta i problemi umani emersi lungo le diverse civiltà. In questo senso è un libro complicato, di tanti autori.

Di qui la difficoltà di leggere la Bibbia:

perché Dio si serve di uomini diversi, in tempi e situazioni diverse, e perciò il dialogo è ogni volta diverso;

e perché gli uomini intendono Dio secondo le loro mentalità, culture, tempi, e così lo esprimono negli scritti.


Tuttavia la Bibbia è il libro più letto del mondo. Non sappiamo esattamente il numero di esemplari finora diffusi, ma ogni anno la cifra aumenta di quasi duemilioni.

[Modificato da ariadipoesia 15/10/2004 13.17]

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