Gli ultimi posts sono un classico esempio di come copie di testi di incerti autori di chissà quale epoca, con il loro contenuto, ma, soprattutto, con l'interpretazione che se ne da oggi, riescano ad esercitare il controllo ferreo su menti moderne che, pur comprendendo la sofferenza ed il notevole disagio insiti in provvedimenti di emarginazione (un tempo al rogo, amici...mica bau bau miciu miciu), continuano a far dipendere la propria esistenza da essi, non solo condizionando se stessi, ma contribuendo a condizionare altri, calpestandone dignità e diritti.
Nemmeno la regola aurea dell'amore attribuita a Cristo serve a fermare tanta intemperanza...nemmeno i molteplici esempi citati di simpatia del Cristo per gli emarginati ed i sofferenti. E' il colmo.
Si dice che si comprende il disagio di chi viene colpito dalla barbara emarginazione, se ne soffre anche, ma non si può fare a meno di attuarlo.
Si rifletta un attimo sul buon senso di Davide di Giuda e sull'infelssibilità di un suo generale che uccise un suo (di Davide) figlio eretico.
Quel generale fu poi raggiunto dalla vendetta di Davide.
Si rifletta.
In ottemperanza a chi(?), si dice di soffrire, ma, pur soffrendo, si deve fare, dal momento che sono ignoti gli autori di certi testi ed i tempi in cui scrissero, oltre al fatto che si tratta di copie di copie manoscritte che mancano di un nesso logico con le probabili origini? E voi state qui a scannarvi pur non potendo offrire una sola prova concreta dell'attendibilità di quei testi, per non parlare della prova che dovreste dare dato che li attribuite all'elaborazione di una mente divina.
Di che valore può essere la citazione di tale Policarpo, discepolo presunto del Giovanni Evangelista?
Chi ha tradotto i suoi scritti, quando, e da quali manoscritti?
Oppure Eusebio di Cesarea ha rielaborato gli scritti a suo piacimento?
Chi può affrire certezze oggi?
Bisogna tener presente che c'è:
LA CERTEZZA (che è cosa seria e dimostrabile)
LA CERTEZZA DELL'INGANNO (che è cosa ignominiosa, a cui, personalmente, relegherei fatti e fatterelli, come quello citato di quel tale Policarpo)
L'INGANNO DELLA CERTEZZA ( che è quello di cui da sempre le religioni si son servite per asservire la gente ed i popoli)
Sarebbe ora che si cominci a dar senso alla propria dignità ed al proprio liberopensiero, che non è, come qualcuno si azzarda a dire, anarchia e spirito di indipendenza totale. Lo so che la dipendenza è caratteristica corteggiata ed amata dai vertici religiosi!...come, d'altronde, potrebbero esercitare la loro influenza senza che ci sia chi dipenda da loro?
Pyccolo
[Modificato da pyccolo 20/08/2007 17:37]