Non entro ulteriormente in questo tema perchè vedo che è emotivamente troppo impegnativo per Polymetis ed altri cattolici romani presenti sul forum, quello che voglio evidenziare è che sul "primato" di Roma e del suo vescovo nei primi secoli non esiste nessun consensus accademico.
Diciamo che spesso basta leggere qualche frase di un trattato per indovinare la religione di colui che lo ha scritto.
A mio avviso entrambi gli schieramenti dovrebbero considerare i documenti con maggiore serenità. In genere gli studiosi non schierati riconoscono che Roma aveva una certa supremazia per via della sede nella città che allora dominava il mondo civilizzato. Roma però non era la sola a vantare un provenienza apostolica e quindi contava più il "rango" della città che non le sue origini. Gli storici sono oggi concordi nel parlare di un primato "onorario" più che pratico, nel senso che Roma non aveva nessuna autorità di imporre scelte dottrinali o soluzioni ai problemi.
Per tutti suggerisco un testo di esemplare equilibrio:
Ewa Wipszycka, Storia della Chiesa nella tarda antichità, Bruno Mondadori, 2000
Shalom
[Modificato da barnabino 12/11/2006 16.31]