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L'autorità romana

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2007 15:53
07/01/2007 20:45
 
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Caro Luigi,


ho già sprecato abbastanza tempo della mia epifania a discutere coi brillanti antichisti di questo simposio di accademici



Direi che qui non servono antichisti, servono acrobati da uan parte e persone di buon senso dall'altra. Da un punto di vista di antichistica Polly non ha proposto molto di più di quanto dicono i manuali di apologetica cattolica.

Polly nasconde l'assenza di argomenti con la presunta impreparazione dei sui interlocutori. In realtà basta leggere, Clemente non parla che Pietro fosse a Roma nè ch vi fosse ucciso, lo stesso fa Ignazio. Che i due sono citati assieme può essere indicativo, ma non basta di fronte al silenzio di tutto il Nuovo Testamento, quasi contemporaneo ai fatti narrati.


Spero che non mi hai incluso anche me.



Beh, a meno che tu non sia un antichista...

Perchè nell'attesa del venerato maestro, le cui spiegazioni non mi pare che dicano nulla di nuovo, provi a fare un pò l'antichista rispondendo alle obiezioni che ho proposto?

Non è che ipotizzare l'assenza di Pietro a Roma farebbe cadere tutto l'edificio della tua chiesa?


Veramente singolare come la tanto amata, rispettata e difesa "Parola di Dio" tale da migliaia di anni cambi cosi' disinvoltamente da bocca a bocca, da luogo a luogo e da religione a religione



Caro Claudio, a me pare che basti un pò di buon senso in questi casi, e forse, sulla forzatura dei testi devo purtroppo darti ragione.

Perchè mentre Paolo parla tranquillamente di Roma nelle sue lettere Pietro userebbe invece un nome criptato, chiaramente ostile, in una lettera che di fatto ha un tono del tutto diverso, come si legge in 2:13-16?

Perchè userebbe in una lettera un termine usato più tardi nella letteratura apocalittica, un genere letterario completamente diverso? Chi poteva capirlo?

Perchè alla fine del II secolo quella lettera è ignorata e non è ritenuta canonica proprio a Roma, dove sarebbe stata scritta?

Perchè ignorare a priori tutte le altre opzioni? Babilonia in Mesopotamia, ricca colonia ebraica, Babilonia intesa come metafora di diaspora, sofferenza oppure Babilonia in Egitto?

A chi giova questo atteggiamento irrazionale e di scarso buon senso?

Shalom

[Modificato da barnabino 07/01/2007 20.46]

[Modificato da barnabino 07/01/2007 20.52]

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