Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

L'autorità romana

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2007 15:53
11/01/2007 12:14
 
Modifica
 
Quota
Post: 9.983
Post: 1.802
Registrato il: 06/06/2005
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
Junior Forum
OFFLINE
II PARS

E ora il tuo capolavoro sull’Ascensio Isaiae

“il riferimento a Nerone non indica necessariamente il martirio a Roma, poichè Pietro poteva essere stato condannato da un qualunque procuratore in una qualunque località dell'impero, come accadrà a Policarpo.”

Qui la spudorataggine negazionista è pura. Come sanno anche i sassi la persecuzione cui ci si riferisce è la strage dei cristiani di Roma che Nerone fece usandoli come capro espiatorio dell’incendio. L’uccisione dei cristiani romani intendeva punire la comunità responsabile dell’incendio e non abbiamo alcuna traccia, a questa data, che ci sia stata una persecuzione anche fuori da Roma. Inoltre si dice chiaramente che è stato dato in mano a Nerone, non a un suo procuratore, e ritornano i soliti problemi: dove? A Babilonia dove i romani non c’erano neppure?
E cosa cavolo c’entra la morte di Policarpo. Fai gli stessi giochetti della Torre di Guardia che per parlare della Babilonia del I secolo citano il Talmud Babilonese che è di quattro secoli dopo? Policarpo non è morto sotto la persecuzione di Nerone, anzi nacque quando la persecuzione di Nerone era già finita. Basti pensare che nel 154 era a Roma per trattare con papa Aniceto, e infatti morì sotto il regno di Antonino Pio, cioè dopo che le persecuzioni s’erano fatte a tappeto su tutto l’impero con Domiziano.

“Secondo Gnilka "qui non si parla esplicitamente della morte violenta di Pietro" (Pietro e Roma, p. 115)”

Evidentemente la WTS non è riuscita ad insegnarti così bene l’arte della strategia teocratica, non hai imparato alla perfezione i suoi trucchi sull’arte di non dire tutta la verità, o forse ti vuoi suicidare dialetticamente, visto che citi una frase assolutamente decontestualizzata da un brano che io stesso avevo già citato. Riporto la citazione di Gnilka integrale integrale:

“In questa apocalisse si trova un passo che dovrebbe riferirsi al martirio di Pietro. Si parla di un re ingiusto, di un matricida, nel quale si sarebbe incarnato Beliar(=il diavolo). In una finta profezia si predice che avrebbe perseguitato la piantagione piantata dai dodici apostoli del Diletto (del Figlio Diletto) e che uno dei dodici sarebbe stato dato in sua mano (Asc. Is 4,2 s.). Non c’è alcun dubbio che col re matricida si voglia indicare Nerone. Questo nome si era attaccato saldamento all’imperatore. (Dione Cassio 62,18,4; Or. Sib. 4,121) Egli ha perseguitato la piantagione del diletto, cioè la Chiesa. Quando, in un siffatto contesto, si menziona uno dei dodici apostoli, non può trattarsi che di Pietro. Paolo non appartiene al gruppo dei dodici apostoli. Se il nome di Pietro non viene fatto esplicitamente ciò è dovuto allo stile apocalittico che procede per riferimenti indiretti. “Dato in mano a qualcuno” è una formulazione già di per sé minacciosa; ma se la mano di un matricida quella in cui si cade, può trattarsi solo del peggio. E’ quindi una questione secondaria se non si parla esplicitamente della morte di Pietro. Merita di osservare che il passo connette ancora una volta la persecuzione della comunità e il destino di Pietro con Nerone. Mente la Prima lettera di Clemente aveva richiamato alla memoria questa correlazione nella sua esposizione, l’Ascensione di Isaia vi allude alla maniera apocalittica. Questo scritto pone anche la persecuzione della comunità- in maniera paragonabile con l’Apocalisse giovannea- in una prospettiva escatologica finale, descrivendo, subito dopo l’annuncio della persecuzione, la parousia del Signore (Asc. Is. 4,14 ss. La presenza di Nerone autorizza a dedurre con certezza che si pensa alla comunità di Roma” (pag. 115)

Cioè l’autore voleva appunto dire che questo fatto visto il contesto è del tutto irrilevante la mancanza di esplicita. (Anche se a dire il vero considerato il genere letterario mi sembra sin troppo esplicito). Siamo in un fase del cristianesimo antichissima, quella in cui ci si attende ancora un’imminente ritorno di Cristo, la parousia, in questo caso seguirà subito dopo le persecuzioni cui è caduto vittima Pietro. L’orizzonte apocalittico e l’attesta di una parousia imminente hanno fatto giustamente datare questo scritto, come tutti i suoi simili, a circa gli anni 90 del I secolo

E ovviamente hai “dimenticato” di commentare il fr. Rainer, che è eloquentissimo. La tua ostinazione a non rispondere a quest’insieme di prove convergenti è spettacolare. A beneficio del pubblico e affinché tu non osi ancora una volta svincolare e fare il finto tondo quando fa comodo riporto le poche righe su questo frammento:


C’è uno stretto nesso tra questo testo e il frammento Rainer dell’Apocalisse di Pietro, anch’esso di fine I secolo (E. Peterson, Das Martyrium des hl. Petrus nach der Petrus-Apocalypse, in Frühkirke, Judentum und Gnosis, Roma, 1959, 88-91; O. Cullmann, op. cit. pag. 151)). Il passo rilevante ai nostri scopi recita: “Ecco, o Pietro, ti ho rivelato e spiegato tutto. Ora va nella città della prostituzione (ovviamente Roma N.d.R.) e bevi il calice che ti ho promesso dalle mani del figlio di colui che si trova nell’Ade. Così la sua distruzione avrà inizio, ma tu sarai invece degno della promessa”. Anche qui collimano nello stesso discorso Nerone, Pietro e l’orizzonte escatologico. Importante è anche la concentrazione su Pietro che contraddistingue questa tradizione. Essa è più antica di quella che pone Pietro e Paolo in parallelo. Dovrebbe essere sorta come tradizione autonoma: essa ci diviene accessibile verso gli anni novanta del I secolo, cioè trent’anni dopo gli eventi. Questa distanza cronologica relativamente breve garantisce l’attendibilità del martirio romano di Pietro. In questa medesima decade rientra la composizione della prima lettera di Clemente, della piccola apocalisse contenuta nell’Ascensione di Isaia, dell’Apocalisse di Giovanni e certamente anche del testo contenuto nel frammento Rainer (da Gnilka, op. cit. pag. 114-115)



Per Spirito

“Sono in linea con il pensiero di Teodoro. Che Pietro fu a Roma credo che sia ragonevolmente certo”

Grazie Spirito. Arrenditi Barnaba, sei solo! Persino i laici su quest’argomento non possono che constatare i fatti.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 11/01/2007 12.16]

---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:40. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com