Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

Predicare - Approfondimento

Ultimo Aggiornamento: 05/01/2007 21:56
13/07/2006 13:28
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Caro Mioo,


DOVETE partire sempre da quella in modo da non perdere l'oggetto della discussione



Hai ragione, qui, pur di dare addosso ai TdG, si finisce sempre divagare.

Mi pare di aver risposto e libero1978 mi pare che abbia spiegato anche meglio di me il senso di Matteo 5,12 versetto che, contrariamente a quanto è stato detto, i TdG non applicano solo a coloro che hanno la speranza celeste.

Shalom
13/07/2006 16:10
 
Modifica
 
Quota
Post: 9.983
Post: 1.802
Registrato il: 06/06/2005
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
Junior Forum
OFFLINE
“L’ellenismo non è cosa brutta (vorrei sapere dove lo hai letto) semplicemente se dobbiamo leggere un brano immerso in un’altra tradizione e culture non ha senso usarlo come riferiment”

Raccontala a chi non legge le vostre pubblicazioni, a chi non sa quanto sia satanico studiare filosofia. L’ebraismo non è una scatola impermeabile, da secoli e secoli era a contatto con gli altri poli del Vicino Oriente Antico e con l’ellenismo. Come già detto:
1) non esistono compartimenti stagni all’interno dei quali interpretare
2) Voi negate un’eipotetica evoluzione concettuale da Antico a Nuovo Testamento così come all’interno dell’Antico testamento stesso, entrambi i presupposti sono buoni solo per un branco di fondamentalisti americani della bible belt, con la ricerca non hanno a che fare
3) Che nell’Antico Testamento si proponesse una speranza terrena in fatto di risurrezione è appunto ciò che l’ultimo link da me segnalato contesta. .


“Come al solito fraintendi, io non parlavo di “etimologia” ma di significato. Il significato di essere “alla presenza” di qualcuno non implica l’essere necessariamente in un luogo con qualcuno ma essere di fronte a lui, alla sua vista.. come puoi leggere in versetti come Atti 10,33; Lc 12,9; 16,15 ecc”

Come dico sempre il problema non è cosa possa significare ma che cosa significhi realmente, sappiamo infatti che anche in un passo chiarissimo come questo si possono dilatare i sensi con mille marchingegni interpretativi, mille accostamenti indebiti, e dunque dire che si è nel tempio celeste e davanti a Dio non vuol ancora dire quello che c’è scritto. Inoltre è inutile che ci giri intorno, hai scritto che letteralmente voleva dire “alla vista”, il che è falso sia a livello etimologico sia a livello di significati sul dizionario, vuol dire stare in faccia a qualcuno. Ora tu puoi tranquillamente dirmi che non ti sta bene e deformare il brano con tutte le allegorie che ti sembrano opportune, ma non far perdere tempo a chi si limita a leggere quello che c’è scritto e ne prende atto. La parola è chiara, il contesto anche, perché subito dopo con la stessa parola di dice chi altri stia al cospetto di Dio, gli angeli. Il testo dell’Apocalisse usa una metafora spaziale, il naos di un tempio in cui sono questi eletti, e ci dice che in questo tempio stanno gli eletti dinnanzi a Dio, non ha alcun parallelo coi versetti che citi. “Enopios”, che è composto con “faccia”, è l’esatto calco indoeuropeo dell’italiano “di-fronte”, “fronte”, cioè il nostro viso, è il corrispondente del greco “enope”. Ora chiunque sano di mente da che io posso dire “nella preghiera sono di fronte a Dio”, tutti sanno che il termine ha un connotato spaziale, eppure sanno che qui lo sto usando in maniera metaforica. Allo stesso modo non esiste in greco un termine per indicare la spazialità che non possa essere anche usato in maniera metaforica, qualunque parola ci fosse stata scritta tu avresti avuto da ridere, questo perché adatti i fatti alle teorie e non le teorie ai fatti. Ma perché dicessi: “mi trovavo nella reggia di fronte al re” tutti capiscono che non sto usando il termine “di fronte” in modo figurato? Per la semplice ragione che ho ambientato il mio discorso in uno spazio, la reggia, e ho descritto come sono collocati gli oggetti. Questo modo di usare gli avverbi di luogo non ha nulla a che vedere con indebiti paralleli con frasi del tipo “mi trovo di fronte a Dio” con la mia coscienza, perché qui non ho dato nessuna connotazione o descrizione spaziale della scena. A contrario qui l’agiografo colloca l’azione in cielo, e ci dice : “Hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel sangue dell’agnello. Per questo si trovano davanti al trono di Dio e lo servono notte e giorno nel suo tempio(naos)”. Il naos è proprio la parte centrale del tempio dove risiede il Dio. Si può stravolgere questo brano in tutto, ma non in quello verso cui tutte queste metafore convergono, costoro sono alla presenza di Dio. Si dice di essi che sono morti, che sono dei martiri “hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel sangue dell’agnello”, infatti l’Apocalisse per parere unanime della critica è: “prima di tutto uno scritto di circostanza, destinato a rialzare e rafforzare il morale dei cristiani, forse scandalizzati che una persecuzione così violenta avesse potuto scatenarsi contro la chiesa di colui che aveva affermato: “non temete, io ho vinto il mondo”(Gv 16,33)” (Introduzione all’Apocalisse della Bible de Jérusalem) Uno scritto di consolazione per i cristiani perseguitati, infatti Roma “era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù.” (Ap 17,6)
Dunque non solo Giovanni ci dice che sono morti, ma che stanno in cielo alla presenza di Dio e che lo adorano nel suo tempio, l’immagine della la liturgia celeste.
Tutto questo per rispondere al tuo indebito accostamento con At 10,33, quanto a Lc 12,9 e 16,15 non ho capito neppure perché li hai citati, non tirano per nulla acqua al tuo mulino e il senso spaziale non dà problemi.

“Per di più “la grande folla” non è fatta di “morti” ma di vivi, essi “vengono” dalla grande tribolazione a cui i cristiani è detto che sopravvivranno.”

Sono martiri, di cui l’Apocalisse non fa altro che parlare del resto, e c’è pure scritto.

“Rivelazione 21,3 dice che semmai sarà la “tenda di Dio” ad essere con il genere umano e Dio si attenderà tra il genere umano e non viceversa.”

Questa è la Nuova Gerusalemme che scende dal cielo, è una visione del tutto celeste. Inoltre non ti conviene sostenere che parli della terra, infatti tutta la visione non fa che rimarcare di come Dio sia presente con il popolo, mentre il vostro Geova se ne starà in cielo a regnare lasciando noi poveretti sulla terra a guastare frutta. Dice il versetto: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno il suo popolo, ed egli sarà il Dio-con-Loro.” Ripete tre volte la stessa cosa, la separazione tra Dio e gli uomini tipica di quest’epoca è finita, come dice Paolo “allorà vedrò faccia a faccia”.

“Il fatto che si dica che anche gli angeli stavano “enwpion” il trono di Dio non significa nulla, anche essi, nella loro posizione celeste, sono sottomessi alla sovranità di Dio”

E questo che rilevanza dovrebbe mai avere? S’è forse sostenuto che la grande folla non sia sottomessa a Dio? La cosa più importante è che proprio nel contesto del versetto che stiamo analizzando si dice chi altri stia dinnanzi a Dio.

“Il problema è la posizione iniziale, gli angeli sono spiriti e sono “nei cieli” simbolici, dunque stanno alla vista davanti a Dio in quella posizione”

Come già detto gli angeli non stanno da nessuna parte, né in cieli simbolici né in cieli non simbolici, perché il paradiso non è un luogo ma una dimensione simbolica. Tuttavia, come ho già scritto e mi sono stancato di ripeterlo, di questo ne sono convinto io da filosofo, la Bibbia infatti usa una scansione tripartita del cosmo fatta da “cielo\terra\scheol”. Avevo scritto a tal proposito: “Il paradiso non è un luogo ma uno stato dell’anima, tuttavia siccome per esprimerlo la Bibbia usa metafore spaziali è evidente che l’essere o non essere compresi in questo spazio indica il trovarsi o meno in questo stato dell’anima.” Essere nel tempio celeste sta appunto per essere nella condizione in cui la tua anima è con Dio.

“Sono io che dovrei stupirmi, il paradiso con gli angioletti, San Pietro alla porta e Dio con la barba bianca è cosa che mi risulta non abbiano insegnato i testimoni di Geova ma i tuoi correligionari… vai a predicare a loro se ti ascoltano!”

Dimmi dove avresti trovato queste cose nel nostro catechismo o in un documento del magistero? Che i paradiso ci siano gli angeli e San Pietro ne siamo tutti convinti, che stia a guardia di una porta, che abbia una chiave in mano, e che Dio abbia la barba bianca solo moduli artistici della storia dell’arte ispirati a motivi biblici.

“I seguaci di Dio possono essere in qualunque luogo, non devono essere nei cieli per adorarlo!”

Paralogismo. Il fatto si possa adorare Dio in qualunque luogo non implica che non lo si possa adorare proprio in cielo, come infatti sta scritto. Dalla Bibbia sappiamo che in una liturgia celeste anche gli angeli adorano Dio, è un tema ricorrente sia nella Bibbia che nei Padri, anzi la liturgia terrena d’essere riflesso di quella celeste. La WTS sa bene ciò di cui parlo e il significato di quel versetto, infatti ha riconosciuto che la visione parla del tempio celeste ma ha tentato di tutto per dimostrare che con naos non si intendeva il tempio interno ma il cortile del tempio, cioè il mondo. Sulle clamorose contraddizioni nell’arco di pochi anni cui sono andati incontro si legga il link già indicato.

Ad maiora
---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
13/07/2006 21:36
 
Modifica
 
Quota
Post: 1.110
Post: 0
Registrato il:
Sesso: Maschile
OFFLINE
Re:

Written by: libero1978 13/07/2006 12.40
Ti ringrazio Giacomo, ma sinceramente quello che pensa la WTS
io non lo sò, dovrebbero rispondere loro.

Io ti posso dire come queste scrittura si possono interpretare secondo la mia testa bacata.

Una ricompensa nei cieli può essere una ricompensa che uno va in cielo e la riceve là, ma può essere anche una ricompensa che sta nei cieli, che è stata preparata nei cieli e che scende sulla terra a chi la merita.

Ti faccio un esempio. Se io dico ad un bambino che se fa il bravo c'è una bella ricompenza nel frigorifero ( per esempio un dolce o un gelato ) questo non significa che il bambino si deve infilare nel frigorifero e se lo deve mangiare là dentro.

Poi che ti devo dire, il cielo non è un frigorifero e può darsi che veramente si deve andare in cielo per avere la ricompenza, per me le due cose sono uguali.

La seconda scrittra che parla delle nazioni che stanno sulla terra abitata mi pare che non si riferisce al cielo ma lo dice chiaro chiaro che parla della terra abitata.

Magari ne avrò poco di criterio ma almeno questo è il mio criterio, dovete avere pazienza. [SM=g28000]

Ma adesso posso avere una risposta alla mia domanda?

Grazie per l'attenzione.

[Modificato da libero1978 13/07/2006 12.44]




Ogni tanto (ma proprio ogni tanto) ci sono degli interventi che meritano. Questo è uno di quelli ...

Caro Libero, il tema infatti non è "dove" ma "con chi". Ora la mia testa bacata mi dice che se Cristo parla di un "con me" poco mi importa il dove (se sulla terra o nel frigorifero), invece mi importa sapere se è con Lui o meno.

In realtà, come ha detto bene Poly (magari non sempre in quattro parole, quattro [SM=g27988] ) non si pone l'accento sul dove è il luogo dei risorti quanto su con chi sono. Ora se il Cristo sarà in Terra, basta dirlo.

Ma in realtà, quello che io penso, è che in qualche misura ed in qualche modo l'al di là sarà "fisico", reale, sebbene una realtà fisica ed una realtà pneumatica. E' lo stesso apostolo Pietro che parla di "nuovi cieli e nuova terra", che la terra sarà dissolta o distrutta.

Quindi io credo davvero che se Dio avesse voluto che l'uomo vivesse una vita eterea, lo avrebbe creato come un essere angelico. Quanto poi questa fisicità sia vicina o lontana a questa, non lo so, mi sfugge e francamente mi interessa poco. Mi interessa invece sapere che sarà con Lui, che Lui (bontà Sua) mi ammetterà (spero) nel Regno insieme a tutti coloro che ne saranno giudicati degni e con i quali ho condiviso questa vita nella carne.

Perché vedi, caro Libero, l'agiografo quando parla di Terra distrutta o parla sempre della Terra attuale oppure è in senso simbolico (ed allora mi chiedo perché non possano essere "simbolici" quei testi che parlano di "vita futura" su una Terra).

In sintesi hai ragione tu: la nostra speranza è nei cieli, e si chiama Cristo. La vita eterna o è con Lui oppure non sarà mai eterna. Sarà una proiezione indefinita di questa.

Contento tu ... a me questa basta e avanza. Io voglio vedere il mio Signore! [SM=g27987]

[Modificato da M.Tamburino 13/07/2006 21.39]

14/07/2006 01:41
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Caro Tamburino,


E' lo stesso apostolo Pietro che parla di "nuovi cieli e nuova terra", che la terra sarà dissolta o distrutta



Se si intendi questo passo letteramente allora anche i "vecchi cieli" devono essere distrutti e dunque anche la dimora divina. Non regge. Tanto più che i "mansueti erediteranno la terra" doce Gesù e la "volontà di Dio" deve essere fatta anche sulla terra (e non solo nei cieli). Come sai "terra" nelle scritture ha molteplici significati tra cui gli abitanto della terra, la società umana come è strutturata, così come i "cieli" sono simbolo di governi.

Per altro non tutti i manoscritti sono concordi in questi versetti, per esempio se alcuni al v.10 dicono che la terra e le sue opere "saranno arse" (Alessandrino e Vulgata) altri (Sinaitico e Vaticano) dicono "saranno scoperte".

Non capisco perchè su questo forum, dove spesso molti sono pronti a criticare le letture letteralistiche, in altri casi (quando fa comodo!) ci si ferma alla lettera. Qui Pietro cita Isaia dove però la "nuova creazione" che riguarda "nuovi cieli e terra" non è un nuovo pianeta ma "Gerusalemme" ovvero il centro del dominio e dell'adorazione divina. Nulla fa pensare ad un cataclisma che spazzerò via la terra in Isaia, perchè Pietro doveva citarlo in un senso diverso?


La vita eterna o è con Lui oppure non sarà mai eterna. Sarà una proiezione indefinita di questa.



Non vedo perchè mai, Adamo ed eva erano posto sulla terra con la prospettiva della vita eterna. Non capisco cosa ci sia di tanto strano nella vita eterna sul pianeta terra. Agli ebrei questa sembrava un prospettiva naturalissima.


Contento tu ... a me questa basta e avanza. Io voglio vedere il mio Signore!



Cosa pensi di vedere di più di quello che hai visto o che Dio ti farà vedere? Gesù disse: "Chi ha visto me ha visto anche il Padre. Come mai dici: ‘Mostraci il Padre’?"

Non hai fede per credere che Dio si farà vedere più di quanto tu pensi in qualunque luogo un essere si trovi? Dovunque gli esseri vivranno potranno vedere Dio, come Adamo parlava con Dio nel giardino di eden gli uomini portati alla perfezione spirituale dal più grande sommo sacerdote Gesù Cristo potranno di nuovo beneficiare della stessa relazione con il Padre.

Shalom

14/07/2006 01:55
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Caro Poly,


entrambi i presupposti sono buoni solo per un branco di fondamentalisti americani della bible belt, con la ricerca non hanno a che fare



In quanto a branco si dice di animali e non di esseri umani, il tuo tono mi pare che renda evidente la tua frequantazione di quest'ultimo genere di esseri visto che i tuoi giudizi sono più fondamentalisti di quelli della bible belt (per tua cultura i TdG non sono nati e neppure particolarmente diffusi in quell'area). In tutti i casi sono meglio i fondamentalisti americani o i leghisti bresciani di cui non fai parte ma di cui certo condividi gergo e cadenza?

Per il resto non sono in grado di risponderti, non capisco i versi che emetti. E possibile che quando comincerai ad articolare parole umane, come rispetto e amore, potrò finalmente intendere il tuo arcano dialetto.

Shalom [SM=x511460]
14/07/2006 08:31
 
Modifica
 
Quota
Post: 1.110
Post: 0
Registrato il:
Sesso: Maschile
OFFLINE
Io non so se questo forum è tutto altalenante nelle applicazioni. Io parlo per me e se è con me che stai parlando, spiegami le comodità alle quali farei affidamento, altrimenti significa che parli con me ma indirizzandoti a qualcun altro.

Ciò detto, pensare che Dio "sta" è un antropoformismo assurdo, e quando i cieli non c'erano dove stava Dio? Quindi esiste una "creazione" prima di Dio? E non c'è bisogno di scomodare la Scrittura, por favor ... questo si chiama buon senso.

Io non so se la nuova creazione seguirà ad una distruzione o meno. Io mi aspetto che la creazione stessa, che geme e soffre, andrà incontro ad una novità escatologica. L'apostolo o l'agiografo per parlare di qualcosa che verrà "edificato" non può che pensare a qualcosa che verrà "distrutto", a prescindere dalla dinamica effettiva. Di più, francamente non riesco ad immaginare.

Ciò detto, il punto non è caro Barnabino la comodità di passare dal letterale al simbolico: questo non fa problema a chi non crede che nell'esclusività della Rivelazione di Dio (che peraltro la Scrittura stessa non si attribuisce. Ma dove?) o della non contraddizione o dell'inerranza. Sono schemi logici che non mi appartengono. E non si tratta nemmeno di figurarsi un mondo dove "Dio" possa entrare per far visita di tanto in tanto, come se fosse un parente lontano. Inoltre è difficile far trasudare dalla Scrittura ciò che credevano gli tutti gli Ebrei di tutti i tempi. Al tempo di Gesù c'era chi credeva nella risurrezione e chi non ci credeva. Quale dei due gruppi erano gli Ebrei a cui fai riferimento? Che cosa resta dunque? Immagini che hanno il potere di evocare. Per un popolo con una storia nomade, la Terra evoca. Per un popolo che conosce la fame, il banchetto evoca. Per un popolo che soffre la sete, una fonte evoca. Per un popolo che conosce la guerra, la pace evoca. Evoca che cosa? Un tutt'altro.

Qundi, si tratta di credere se la vita futura sia una proiezione di questa. E, perdonami, se c'è una credenza pagana ma più pagana non si può è proprio quella di un al-di-là quale mondo speculare dell'al-di-qua o parallelo di questo, dove si ha bisogno di cibo, vestiti e mezzi; dove gli dèi sono uomini divinizzati; dove si va e si viene dall'Olimpo.

Se ti può far piacere, ripeto ciò che ho detto: io credo che la vita eterna avrà una fisicità altrimenti la vita nella carne non è una cosa buona, scadiamo nel manicheismo e Dio sarebbe quella divinità crudele che punisce l'uomo imprigionandolo nella materialità.

Fantasia, Barnabino, fantasia. Dio ne ha più di me, di te e di tutti gli uomini di tutti i tempi (agiografi compresi).

A me basta sapere che il Cristo dice "dove sono io, là sarà anche il mio servo". Non vice-versa.

Shalom [SM=g27985]

[Modificato da M.Tamburino 14/07/2006 8.33]

14/07/2006 14:54
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Caro Tamburino,


Quale dei due gruppi erano gli Ebrei a cui fai riferimento? Che cosa resta dunque?



A nessuno dei due, ovviamente Gesù faceva riferimento alla rivelazione divina e non alle molte idee filosofiche che avevano in qualche modo influenzato il giudaismo del suo tempo. Quando i profeti parlavano agli ebrei caduti nell'idolatria era per riportare Israele alla rivelazione divina, allontanarli dai miti umani.


Qundi, si tratta di credere se la vita futura sia una proiezione di questa. E, perdonami, se c'è una credenza pagana ma più pagana non si può è proprio quella di un al-di-là quale mondo speculare dell'al-di-qua o parallelo di questo, dove si ha bisogno di cibo, vestiti e mezzi



Ma nelle scritture non vi è alcuna "proiezione" della vita presente in un al di là.

Dio ha messo Adamo ed Eva sulla terra per vivere per sempre su di essa, fin dall'inizio. Fare la sua "volontà" in terra significa solo che Dio adempie il suo proposito originale. Non si tratta di "proiettare" nulla, si tratta del naturale progetto divino per l'uomo. Non vedo come la vita "celeste" possa essere "superiore" o essere una ancor di più ambiziosa proiezione dei desideri inconsci dell'uomo mediata dal platonismo ed il suo orrore per il corpo.

Se questo fu il progetto di Dio per l'uomo non capisco cosa tu possa trovarci di tanto "indecente" nel cibo, nel vestito, nel sesso e nel buon vino: "Ho conosciuto che per loro non c’è nulla di meglio che rallegrarsi e fare il bene durante la vita; e anche che ogni uomo mangi e in realtà beva e veda il bene per tutto il suo duro lavoro. È il dono di Dio" recita Qohelet. Possiamo non essere d'accordo? Salomone era forse un pagano o non sentiva il desiderio di un contatto totale con il suo Dio? E così anche Isaia e Giobbe?

Quando Gesù risorge miracolosamente i morti come i profeti del passato li risorge tutti qui, sulla terra, in carne e ossa e la morte, a differenza di certa cultura cattolica, non è definita nel NT "una sorella" ma è una "nemica". Nessun passaggio ad una vità migliore è descritto ma l'interruzione di quella che era la volonta di Dio, che l'uomo vivesse sulla terra.


Se ti può far piacere, ripeto ciò che ho detto: io credo che la vita eterna avrà una fisicità altrimenti la vita nella carne non è una cosa buona, scadiamo nel manicheismo e Dio sarebbe quella divinità crudele che punisce l'uomo imprigionandolo nella materialità



Perchè? Cosa ha di "cattivo" la materialità? Cosa ha di "cattivo" la vita nella carne se essa è stata realizzata da Dio dichiarando che "era tutto molto buono"? Dio ha creato l'uomo per vivere nella nostra terra e se non avessero peccato sarebbero vissuti per sempre. La trovi una "prigionia"? Mi sembra di aver sentito già queste parole: "A ciò il serpente disse alla donna: “Positivamente non morirete. Poiché Dio sa che nel medesimo giorno in cui ne mangerete i vostri occhi davvero si apriranno e voi sarete davvero simili a Dio".

Come vedi già il "Satan" aveva insinuato che Dio avesse tolto qualcosa all'uomo e prospettato la possibilità di divenire "simili" a lui. Così come "gli angeli che non mantennero la loro posizione originale ma abbandonarono il proprio luogo di dimora" a cui accenna Giuda.


A me basta sapere che il Cristo dice "dove sono io, là sarà anche il mio servo". Non vice-versa.



Infatti qui stiamo parlando di doppia speranza, com eti ho detto un et-et e non un aut-aut. In quel passo Gesù si rivolgeva a coloro a cui Gesù prospettò la speranza celeste (ricordati che è il vangelo di Giovanni, siamo oltre il 90 e la differenza era ben chiara).

Riferito però all'umanità in generale Giovanni stesso dice che "Dio si attenderà tra il genere umano" e "Dio sarà con loro" e non viceversa. Questo perchè "Dio ha dato la terra ai figli degli uomini". Questa era la volontà di Dio ben chiara, perchè negarla?


E non si tratta nemmeno di figurarsi un mondo dove "Dio" possa entrare per far visita di tanto in tanto, come se fosse un parente lontano



Non mi pare che sia questa la speranza biblica, Rivelazione dice che Dio si "attenderà" con il genere umano. La nostra relazione sarà piena e soddisfacente, come Abraamo saremo "amici" di Dio e suoi "figli" in senso pieno. Non abbiamo ragione di credere che il rapporto tra Dio ed i suoi figli terreni sia meno inteso e significativo che con quelli spirituali, da dove lo deduci? Credi che Dio non sia in grado di rivelarsi piemente ai suoi figli sulla terra?


e quando i cieli non c'erano dove stava Dio?



Le scritture fanno una chiara distinzione tra "cieli" (quale che fossero intesi in senso letterale) e "cieli" intesi come dimora divina. Nessuno scrittore biblico ha mai pensato che Dio risiedesse dentro a creazione fisica, egli è piuttosto del tutto trascendete la materialità.


Io mi aspetto che la creazione stessa, che geme e soffre, andrà incontro ad una novità escatologica. L'apostolo o l'agiografo per parlare di qualcosa che verrà "edificato" non può che pensare a qualcosa che verrà "distrutto", a prescindere dalla dinamica effettiva.



Una novità escatologica non vedo perchè debba necessariamente ad una distruzione "materiale".

Come ti ho detto Pietro parlare della terra, un termine che spesso indica la società umana. Dunque non dobbiamo pensare ad una deflagrazione universale, nuova terra indica solo una nuova società umana e i nuovi cieli un nuovo governo, il promesso regno di Dio in cui regnerà la giustizia.


Fantasia, Barnabino, fantasia. Dio ne ha più di me, di te e di tutti gli uomini di tutti i tempi (agiografi compresi).



Dio ha certo fantasia ma ci ha comunicato il suo progetto, non capisco perchè secondo te sarebbero più credibili le tue speculazioni filosofiche che la semplicità evangelica. Inoltre non mo pare che gli agiografi abbiamo "fantasia", in tutti mi pare ben chiaro il destino della terra e dell'uomo. Le loro descrizioni coerenti e sobrie sono ben lontane dai miti pagani da cui, secondo il tuo parere, sarebbero stati influenzati.

Mamma mia... ma non staremo andando troppo sul profondo per la calura estiva?

Il fatto è che mi pare che io e te partiamo da due diverse concezioni di base sulla rivelazione... possibile incontrarsi a metà strada? Con i cattolici la discussione finosce sempre su questo punto... alla fine la tradizione ha maggiro valore della rivelazione, anzi, la rivelazione non esiste e dunque non resta che la tradizione. Scusa se l'ho riassunto molto (troppo!) in soldoni, ma questa è l'impressione che personalmente ricevo parlando con cattolici. E se la vera tradizione non stesse Roma? [SM=g27988]

Shalom

[Modificato da barnabino 14/07/2006 14.56]

[Modificato da barnabino 14/07/2006 14.58]

14/07/2006 15:22
 
Modifica
 
Quota
Post: 1.110
Post: 0
Registrato il:
Sesso: Maschile
OFFLINE
Caro Barnabino, quelle non erano resurrezioni, dai! Lo sai tu e lo so io che cosa Paolo intende per resurrezione, non farmi innervare che c'è già il caldo a farlo.

Io non ho parlato di Tradizione ma di Scrittura: dove sono io, là sarà anche il mio servo (e non sta parlando di viaggi intergalattici).


E se la vera tradizione non stesse Roma?

Infatti sta a Milano [SM=g27988] ma te lo spiegherò se e quando ti deciderai a venirmi a trovare.

14/07/2006 15:44
 
Modifica
 
Quota
Post: 9.983
Post: 1.802
Registrato il: 06/06/2005
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
Junior Forum
OFFLINE
Non ho ulteriormente intenzione di prendere parte a questa discussioni perché mi sembra che il problema non siano tanto le prove ma i presupposti stessi da cui dovrebbe partire il confronto. Assistiamo ancora una volta al ritornello "è scrittuale"/" non è scritturale" rispetto all’AT, quando sappiamo che al tempo di Gesù non c’era un canone. Ma soprattutto sono frasi di questo genere “per riportare Israele alla rivelazione divina, allontanarli dai miti umani” che non hanno senso, come se Israele fosse quel compartimento stagno, come se l’AT non fosse influenzato dai miti di tutto il Vicino Oriente, come se esistesse questa fantomatica purità Noi cattolici diciamo che Dio agisce per cause seconde, cioè che accanto agli interventi diretti egli agisce anche attraverso le leggi della natura che lui stesso a creato, e se in un mito babilonese c’è qualcosa di buono una contaminazione su questo fronte a me non farebbe né caldo né freddo. La chiave di successo dei TdG è la semplicità (o la banalità?) delle loro dottrine, che cadono completamente sotto l'accetta di Feuerbach quando sostiene che la religione consiste nel promettere a dei frustrati come premio divino tutto quello che non hanno avuto in terra. E’ la semplicità (o il semplicismo) dei TdG quello che non mi permette di parlare con loro serenamente, anche in questo caso ho letto cose che possono solo suscitare il sorriso: si parla ancora di Adamo ed Eva, si nomina il Qoèlet attribuendolo a Salomone, non si distinguono i generi letterari e dunque si ignora che il vino la frutta sono certo un piacere per l’uomo, ma il desiderio di infinito che sente dentro testimonia di come egli sia chiamato al un compimento più grande del suo destino. Anche qui i TdG si appoggiano più sull’Antico Testamento che non conosceva la speranza escatologica dell’essere con Cristo e devono buttare via tutto Paolo e il suo desiderio di eternità in Cristo e con Cristo, o meglio, devono relegare tutte queste predizioni a una classe che starebbe in alto per l’eternità a guardare in basso. La religione dei TdG è una sintesi di semplicità (nel senso deteriore di ingenuità), una religione basata sul presupposto di una specie di Dio tribale vendicativo, Geova la virile persona di guerra, colui che alla fine del mondo darà fuori anche i bambini basandosi sulla “malvagità” dei genitori. I TdG paradossalemente dal punto di vista della sociologia e della storia delle religioni sono normali, nel senso che la loro genesi e le loro dottrine “umane, troppo umane” hanno tutto di storico e ben poco di divino, oggi come 500 anni fa torniamo a sentire le prediche di queste reincarnazioni di Müntzer intente a resuscitare i più cupi toni biblici e promettere l’immediato regno di Dio magnificando la morte e la distruzione. Penso d’aver così risposto a chi via mail mi chiedeva perché non sono sereno quando discuto con loro, e la risposta è semplice, come il Consilio Ecumenico delle Chiese non li ritengo cristiani, ma non solo per motivi cristologici, a mio avviso sono il più grande esempio di travisamento del messaggio di fondo cristiano che si possa trovare oggi. Li ritengo degli ingannati, e ho già spiegato che a mio avviso nessuno con una previa formazione biblica potrebbe mai diventare testimone di Geova, la semplificazione la banalizzazione delle problematiche sconvolgerebbero chiunque con un istruzione, non parliamo poi di tutta la retorica che hanno messo in piedi sul diritto all’ignoranza che essi rivendicano quando la scienza biblica o naturale dà loro contro su tutta la linea, basta etichettare con l’espressione “cose del mondo” per squalificarle e creare il clima più tipico che un sociologo conosca: fuori c’è solo satana, dentro l’organizzazione l’oasi. Per questo dico che i TdG sono normali, nel senso che rispecchiano a tavolino tutto quello che si attende un sociologo da questo tipo di culti, anche sotto il profilo del metodo esegetico. Tutto quello che posso fare è sperare che con lo studio individuale la gente capisca non tanto l’erroneità scontata delle loro dottrine ma la loro banalità, la logica semplicistica di chi le ha formulate e che pretende esista un’opinione divina coerente su tutti gli argomenti dalla prima all’ultima pagina della Bibbia.

Pax

P.S. Dire che è riscontrabile una mentalità da bible belt non significa affermare una genesi geografica o una diffusione.


---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
14/07/2006 15:48
 
Modifica
 
Quota
Post: 1.110
Post: 0
Registrato il:
Sesso: Maschile
OFFLINE
Giobbe 7:15 Preferirei essere soffocato, la morte piuttosto che questi miei dolori
Filippesi 1:21 Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno

Ad esempio, siccome in un passo la morte è definita "nemica" lo spauracchio del "La Bibbia non si può contraddire!" ti porta a non valutare correttamente (ma solo a denigrare) il senso che può avere il termine di un "pazzo" (perché così lui si definiva), e cioè quello di morte come "sorella".

La morte infatti era tanto nemica, che nessuno mai l'ha invocata alla luce della caducità della vita, vero?

Comunque potrai anche aspirare ad occupare la stanza migliore del tuo Signore, sedersi sulle sue poltrone più morbide, gustare la sua tavola, saccheggiare la sua cantina, compiacerti nel suo talamo ma ...

... ma potresti non incrociarlo mai nella Sua casa ... [SM=g27991]

[Modificato da M.Tamburino 14/07/2006 15.51]

Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:17. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com