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Trinita'

Ultimo Aggiornamento: 02/01/2011 21:39
20/10/2006 23:25
 
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Caro Mario,


Ti ho riportato troppe scritture che definiscono Cristo "L'unico figlio di Dio", la lèggi la parola unico?



A parte che "unico figlio" è errato (si deve tradurre ungenito) la parola unico indica tante cose: che era il figlio più amato, che era diverso dagli altri in quanto più potente, che era l'unico creato da Dio.

Non capisco perchè devi a tutti i costi pensare che nelle scrittire "figlio" debba avere il senso di generato per Gesù e creato per gli altri! Non vi è nessuan scritture che dice che Gesù è generato in senso trinitario coem Dio da Dio.


Gesù è l'unico figlio di Dio e l'unigenito Dio, non uno dei figli di Dio, sei scorretto a dire certe baggianate!



Ti ripeto: unico in che senso? Perchè Dio ha altro figli, come Isacco era Unico Figlio ma Abraamo aveva altro figli. Dove era la differenza? A te la risposta.

Shalom

21/10/2006 09:29
 
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Scritto da: barnabino 20/10/2006 23.25
Caro Mario,


Ti ho riportato troppe scritture che definiscono Cristo "L'unico figlio di Dio", la lèggi la parola unico?



A parte che "unico figlio" è errato (si deve tradurre ungenito) la parola unico indica tante cose: che era il figlio più amato, che era diverso dagli altri in quanto più potente, che era l'unico creato da Dio.

Non capisco perchè devi a tutti i costi pensare che nelle scrittire "figlio" debba avere il senso di generato per Gesù e creato per gli altri! Non vi è nessuan scritture che dice che Gesù è generato in senso trinitario coem Dio da Dio.


Gesù è l'unico figlio di Dio e l'unigenito Dio, non uno dei figli di Dio, sei scorretto a dire certe baggianate!



Ti ripeto: unico in che senso? Perchè Dio ha altro figli, come Isacco era Unico Figlio ma Abraamo aveva altro figli. Dove era la differenza? A te la risposta.

Shalom



Scusa ma a questo punto mi viene da chiedermi se lèggi i post...
Ti ho citato almeno 5 scritture dove egli è chiamato "unigenito figlio" o "figlio unigenito", i dizionari che ti ho citato spiegano bene come veniva inteso quel termine col significato basilare di "unico figlio nato" e riportano passi biblici per dimostrare questo, tu stesso hai scritto che "unigenito figlio" si traduce "figlio unico" a questo punto sinceramente sono stanco e non mi interessa risponderti almeno se non vedo da parte tua una riflessione piu seria su quanto ti si scrive.
Ciao Mario

"Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)
21/10/2006 18:06
 
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Per Barnabino

“Non riesco a capire davvero come questo avrebbe a che fare con il fatto che Gesù "condivide" la sostanza di Dio. Gesù è solo l'impronta lasciata dalla realtà divina. Non è quella realtà, è altro da essa. Dio è la realtà, Gesù è l'immagine, il riflesso, l'impronta. Dio è il sigillo, fatto di una sostanza mentre Gesù ne è solo l'impronta.”

Perché continui a ragionare come se non avessi davanti il termine ipostasi. Solo di ciò che ha una forma esterna l’impronta ricalca l’esterno e non l’interno, mentre qui si dice che è il la riproduzione dell’essere di Dio, della sostanza, e la riproduzione della sostanza è una sostanza, perché è un’essenza non una forma solida che è stata inchiostrata e dunque su un foglio lascia solo la riproduzione della superficie.

“L'impronta non ha la "sostanza" del sigillo”

Bisogna vedere che cosa intendi. Il sigillo è un attrezzo di pietra o di metallo sulla cui superficie sono incisi a incavo uno stemma. Ma il sigillo non è di per sé lo strumento di pietra bensì solo il disegno che vi è raffigurato sopra. Comunque se per sigillo intendi ciò che è disegnato/scavato sulla parte inferiore dell’attrezzo ciò che apparirà sul foglio è la riproduzione esatta del sigillo, mentre se per “non ha la sostanza del sigillo” intendi dire che non ha la sostanza di cui è fatto il sigillo, ciò il “timbro” sul foglio non è di pietra o metallo,questo avviene appunto perché l’impronta non riproduce l’interno del sigillo, cioè l’ipostasi/sostanza) del siglillo, ma solo il suo involucro esterno. Qui al contrario ci viene detto che ad essere riprodotto non è la forma esterna ma l’essere, la sostanza, che non è un’esteriorità che lascia un segno vuoto ma l’essenza.

“la rivela soltanto”

Sai com’è, nemo dat quod non habet. Non potremmo vedere il Padre nel Cristo in modo trasparente se non avesse la stessa sostanza, infatti Cristo dice: “come puoi dire mostraci il Padre? Chi ha visto me ha visto il Padre.” Che non è certo una cosa che possa dire che semplicemente è imitazione di un modello di santità. La tua esegesi è pacchiana e riduzionistica.

“Leggi il contesto: non si parla di "deità" ma di "messianicità".”

La messianicità non esclude la deità, infatti la deità l’aveva già attribuita a Cristo. Inoltre l’incipit della lettera agli Enrei è un’esaltazione della divinità di Cristo, ben più che mera messianicità, si dice infatti che sorregge tutto con la potenza della sua parole, che gli angeli lo devono adorare come quel versetto era indicato per l’adorazione di YHWH nell’AT. Ma questo l’aveva già detto Giovanni, tutti onorino il figlio come onorano il Padre.

“Dio è uno spirito, dunque Gesù prima di diventare uomo era uno spirito e "un dio" ovvero un angelo.”

Abbiamo già detto che questo politeismo non è di nostro interesse, nessuno ha ancora provato che esista, “fuori di me non c’è alcun dio” dice il deutero-Isaia. Quanto al fatto che sia un angelo abbiamo già smascherato questa panzana, è proprio il prologo stesso della lettera agli Ebrei a dire che Cristo non è un angelo.

“Mi pare che il senso della frase sia evidente nel contesto classico delle scritture. Quella era la su amodalità di essere.”

C’è scritto “en morphe theou”, non “en morphe anghelou”, se per voi Dio e gli angeli hanno la stessa sostanza perché avete un concetto pacchiano di natura e spirito non ci riguarda. Dio è infinitamente diverso e totalmente altro rispetto alla sostanza delle cose create.

“Io a Gesù elevo cantico di omaggio e lodi in preghiera. Quando gli uni lo vedranno in cielo non avranno problemi a prostrasi davanti a lui. Se Gesù fosse presente non avrei problemi a fare lo stesso, ad inchiarmi ed a baciarlo.”

O ma è già presente rammenti? Dal 1914. In questo momento ti sta guardando e non è che siccome al momento sta invisibile appollaiato su un nembo ad aspettare di far strage di innocenti tu non possa interagire con lui e parlargli.

“E allora? Non vedo cosa vuoi dimostrare. Ci sono molti dei e Sognori. Da una parte dei in cieli (e un solo Dio , il Padre) e Signori in terra (e un solo Signore in terra, Gesù).”

Come dicevo il “sulla terra” applicato ai molti signori è una tua invenzione, infatti si dice all’inizio del brano che sta parlando per il cielo e sulla terra. E bada, amico politeista, che non dice che ci sono molti dei in cielo ma che ci sono molti cosiddetti dèi in cielo, sebbene per noi ce ne sia solo uno, facendo saltare i vostri teoremi da monolatria. (Ma se almeno vi sentiste quando parlate, dei cristiani che per salvare la loro teologia arrivano ad affermare che “vi sono molti dèi in cielo”). Non dice “vi sono molti theoi e un solo ho theos”, dice “vi sono molti cosiddetti theoi, mentre per noi(ergo i cosiddetti non lo sono) un sono theos(senza articolo).”

“n Salmo 110 ci sono due Adon, uno è Adonai, il Signore assoluto, Geova, e poi l'Adon ovvero Gesù Cristo. Il Signore (Geova) ha detto al mio Signore (Davide/Gesù). Anche Davide per Piatro era "signore" ma Geova rimaneva "Signore del Signore" Gesù. Non un Signore (Geova/Gesù) ma due: Geova Signore sul signore Gesù.”

Siamo dinnanzi alla ingenua illusione tipica del fondamentalismo americano di poter accostare pezzi di diverse epoche come se nulla fosse, tutto ciò è basato sull’assurda premessa che la teologia dell’AT sia uguale a quella del NT e che questo non abbia portato alcun cambiamento. Non esiste una cristologia vetero-testamentaria per l’agiografo Gesù Cristo non sapeva neppure chi fosse, al massimo si possono trovare accenni di cristologia prefigurata, come in Proverbi o in questo caso. Qui il Salmo è applicato a Davide e, in quanto Salmo regale, la tradizione successiva lo rileggerà come applicabile a Gesù in quanto re sacerdote. Ma veniamo al testo. Nella versione dei LXX che poi verrà citata dal NT (ad esempio Mc 12,36) c’è scritto “eipen ho kyrios tô(i) kyriô(i) mou”, ergo due articoli. Nel Tm non c’è una contrapposizione tra adonai e 'adown ma tra YHWH e 'adownm ma anche Dio Padre è spesso definito 'adown quindi siamo da capo. (E, per inciso, se anche non ne soffissi venuto a capo la cosa non avrebbe avuto la benché minima rilevanza perché con quale ingenuità fondamentalista si può pensare di trovare la cristologia del NT nell’AT?).

“Ti inviti poi a leggere 1 Timoteo 6,15-16 dove Paolo”

Paolo?

“spiega il senso della sua affermazione:
"Questa [manifestazione] il felice e solo Potentato mostrerà nei propri tempi fissati, il Re di quelli che governano come re e [il] Signore di quelli che governano come signori, il solo che ha immortalità"

Perché citi testi in lingue straniere senza tradurli?

“Come vedi qui Gesù e chiaramente Signore sui signori umani, e non in senso assoluto come tu pretendo allo solo scopo apologetico di equipararlo al Signore Geova, Egli è IL SOLO DIO.”

Ah, ma se questo passo si riferisce a Gesù le cose per te si mettono male in quanto oltre a dire che è il “Signore dei Signori” (titolo di Dio nell’AT, es. Dt 10,17; Sal 135,3, ecc.), si dice anche che è il solo che possiede l’immortalità (ma Dio Padre non è immortale anche lui)? Inoltre questo passo non dice nulla né più né meno di quanto dice Paolo in Corinzi, infatti anche lui aveva detto che si sono molti “cosiddetti” Signori, il problema è che per noi ce n’è uno solo. Questo passo di Timoteo è semplicemente lo sbeffeggiamento del culto pagano degli imperatori, Dio infatti è il Signore di questi falsi signori. Al contrario Gesù è “il Signore” in senso assoluto. E’ quanto diceva anche Bultmann nel testo che ti proposi quando affermava che l’ebraismo non ha mai chiamato il messia col titolo assoluto “il Signore”, ma sempre “il Signore nostro”, “il Signore del cielo”, ecc., cioè sempre con una specificazione, mentre usato in modo assoluto è riservato a Dio (“assoluto” in grammatica si intende in senso etimologico, cioè “sciolto da legami/specificazioni). Il NT divinizza Cristo nel momento in cui dice: “ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore” (Fil 2,11)
San Giuda dice: “l’unico padrone e signore Gesù Cristo.”, eppure anche Dio Padre è l’unico Signore e Padrone.

“n cielo ed in terra c'è giustamente un solo ho theos, Gesù (come Mosè) infatti (come nel caso si Signore) non è theos in senso assoluto, trascendente, ma lo è in quanto essere potente”

No, non c’è scritto “ci sono molti theoi ma un solo ho theos”, bensì “ci sono molti cosiddetti theoi in cielo e in terra, ma un solo theos(senza articolo)”. Questi quel “c’è un solo theos”(ripeto senza articolo), si riferisce sia al cielo che alla terra, come è scritto.

“altrimenti dovremmo negare che "kyrios" si possa appplicare ad esseri umani perchè c'è un "solo Signore" in terra. Assurdo!”

Distinguiamo i piani, non si nega che si possa applicare, infatti dice che sono “cosiddetti”, nega che lo siano davvero.

“Ignorante, Paolo parla tranquillamente di altri battesimi che non sono certo quello di Giovanni”

Sentirsi dire da un TdG “ignorante” è decisamente ridicolo, visto che le vostre riviste sono la concentrazione e l’affastellamento di tutte le facilonerie del cosmo. Qualsiasi altro battesimo fuori da quello cristiano per Paolo non è un battesimo. “un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.” (Ef 4,5) Spero tu non voglia seriamente tornare ai tuoi battesimi di brocche. O forse parli di Eb 6,2, ma allora non devi dirmi che ne parla Paolo, e poi ne avevamo già discusso a proposito dei battesimi di stoviglie: “Della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno”(Eb 6,2) I più interpretano in due modi:
1)Che non sia parlando di battesimi ma di immersioni, cioè dei riti di purificazioni ebraici
2)Che stia parlando appunto della disputa tra battesimo di Giovanni e battesimo cristiano (At 18,25; 19, 1-5)

“Questo non è certo un concetto trinitario, anche per i TdG il figlio e lo spirito sono divini.”

Ma io non ho detto che è un concetto trinitaria, non è infatti il come i dati possano stare insieme, bensì i singoli dati che poi daranno vita al “teorema”. Inoltre il problema è solo vostro, voi credete che esistano altre divinità fuori di Dio, noi no, e siamo in buona compagnia.

“a "papata bollente" c'è solo nella tua fantasia malata, a meno che non vollero 300 anni per farla bollire.”

Trecento anni? Ancora sei convinto della boiata propagata dalla WTS secondo cui la divinità di Cristo fu inventata a Nicea da Costantino? Quando la WTS afferma queste cose si rifà alle stesse fonti da mitologia comparata cui attinge Dan Brown. La divinità di Cristo sta ben chiara nel NT, infatti lui e il Padre sono una cosa sola, mentre gli altri possono essere una cosa sola tra di loro solo “in essi”, cioè partecipando alla superiore unione tra Cristo e il Padre. Gesù è dichiarato Dio sin dal prologo di Giovanni, e così in tutta la sua predicazione tenta di farlo capire, tant’è che i giudei lo vogliono lapidare perché lui, che è uomo, si fa Dio. Evidentemente tu in base a quelle che presumi essere le categorie giudaiche del I secolo non capisci che Gesù si fa Dio mentre i Giudei del I secolo che le loro categorie mentali le conoscevano meglio di te l’avevano capito benissimo, tant’è che glielo rinfacciano, evidentemente quel linguaggio non era per loro così lineare come ti illudi che sia. E così capirono i primi Padri, da Ignazio che chiama Gesù ho theos passando per un grande depositario della tradizione giovannea, Ireneo.

“Giovanni non intendeva certo dimostrare che i giudici ingiusti erano "dei" in senso ellenistico. Il suo richiamo all'AT indica che il senso di "theos" come essere non trascendente era ben conosciuta ed utilizzata.”

Si chiama citazione, se io cito Dante Alighieri a gente che ha orecchio e che conosce l’italiano del 300 non vuol dire che il senso delle parole della citazione che faccio sia ancora corrente. Essere conosciuto ed essere utilizzato sono due cose diverse. Come dissi altrove che io sia al corrente del fatto che “duce” in italiano arcaico vuol dire guida non implica che possa proclamarmi duce davanti al gruppo di turisti che guido in una città d’arte. Se dovessi fare un riassunto sul perché il NT usa theos in quest’occasione direi:
1)Perché il NT quando ricorre all'AT cita in gran parte la traduzione dei LXX, e lì c'è theos
2)Perché salterebbe tutta l'argomentazione di Gesù se non l’usasse. Qui Cristo argomenta in modo diacronico, cioè in base ai due sensi di elohim e tenendoli insieme. Lo accusano di bestemmiare perché si fa Dio (appunto perché elohim in quel periodo designava Dio e non più come nell'epoca pre-esilica gli esseri potenti in generale), lui però risponde loro che se la scrittura chiama elohim/dèi anche degli uomini potenti allora a maggior diritto può farlo lui che Dio lo è per davvero. Gesù usa cioè l'ambivalenza del termine rifacendosi al vecchio significato per metterli nel sacco. C'è poi una chiara nota di derisione perché la Scrittura che cita chiamava "dèi" i giudei iniqui in senso di derisione, cioè si fanno dèi ma in realtà sono degli operatori di iniquità, e così anche i farisei. Siamo cioè ancora una volta nelle casistica dei falsi dèi. Ma come farisei, voi e i vostri antenati vi fate dèi e io no? Un gioco semantico ben riuscito.

“E' un fatto, ed è un fatto che certe espressioni sarebbero incomprensibili ai gentili senza la mediazione della LXX o delle scritture ebraiche”

Ma il fatto che nel NT ci siano semitismi perché dovrebbe implicare che il pubblico è a maggioranza ebreo in città che invece sono greche. Più probabile che si tratti di involontari semitismi sinattici di pensiero, ma un conto è non sapere come si articola la sintassi greca, che è molto complessa, tutt’altro conto è non sapere che cosa i pagani intendevano per “dio” e dunque l’assurdità della mancata specificazione.

“parte che "unico figlio" è errato (si deve tradurre ungenito): la parola unico indica tante cose: che era il figlio più amato, che era diverso dagli altri in quanto più potente, che era l'unico creato da Dio.”

Il termine indica sia chi è unico nel suo genere (cosa che mi va benissimo perché la natura di Dio è unica, anzi, “unico”(monogenos) viene spesso riferito al Dio dei filosofi in greco, o Parmenide lo riferisce all’essere, che è uno ed unico), significa dunque unico per genere ma genere nel senso di genos, la stirpe, sia il figlio unico (ad esempio in Eschilo, Ag., 898 ), basta aprire un dizionario di greco.
Col tuo “il più amato” siamo dinnanzi ad un ennesimo esempio di esegesi banalizzante e riduzionistica volta a sminuire la grandezza del Cristo, il quale invece va onorato come il Padre, Giovanni docet. Tuttavia ciò dimostra come il Sola Scriptura non funzioni proprio, perché l’interpretazione di qualunque testo è inesauribile e tu per far saltare le argomentazioni altrui non hai fatto altro che tirare fuori un significato attestato tra i tanti, cioè l’unico del suo genere in quanto più amato, per poterti trincerare nella tua teologia stabilita a priori. Per fare ciò devi piagare a una simile riduzione ermeneutica una quantità inverosimile di testi che proclamano l’unigenita figliolanza divina di Cristo, mentre noi altri come qualunque re dell’AT abbiamo solo ricevuto l’adozione a Figli, come San Paolo insegna.

“Non capisco perchè devi a tutti i costi pensare che nelle scrittire "figlio" debba avere il senso di generato per Gesù”

Perché San Paolo dice che noi siamo solo Figli adottivi (Gal 4,4-5). Ovviamente noi non abbiamo in mente una generazione come quella degli dèi pagani, dove c’è un parto reale, in quanto questi dèi hanno forma umana e dunque ad esempio Latona scappa, mentre ha le doglie, dal serpente mandato da Hera per ucciderla, e si rifugia sull’isola di Delo dove partorisce nel vero senso della parola Apollo e Diana. Nulla di tutto questo, bensì generato è nel senso di non creato, cioè emanato da Dio e non creato dal nulla. Inoltre se “Figlio di Dio” era un titolo così normale per il messia, non si capisce perché il Sinedrio pretenda che Gesù abbia bestemmiato proclamandosi tale. Sentiamo il GLNT sulla differenza tra “figlio di Dio” nell’AT e nel NT quando è riferito a Gesù, e sull’eccezionalità di tale titolo per il messia nel giudaismo del II tempio, ve ne riporto solo alcuni stralci* perché le divagazioni su Qumran non ci interessano:







Figlio di Dio non è il un titolo così banale nel giudaismo del II Tempio, e non si è soliti definire uomini figli di Dio, questo è uno dei casi in cui “uso attestato secoli prima” non implica “uso corrente”, un po’ come il duce di Dante cui già accennai. Ma evidentemente i tdG sono convinti che gli ebrei del I secolo avessero lo stesso modus dicendi del testo biblico nelle sue varie fasi, cosa impossibile tra l’altro visto che Israele è passato dal politeismo alla monolatria fino al monoteismo, e dunque non c’è un'unica teologia nell’AT. MA che parliamo a fare se non c’è una base comune chiamata scienza su cui discutere, quella base chiamata metodo storico-critico?
A proposito di Figlio di Dio al processo cito l’illuminate spiegazione del Ricciotti:


“Allora il sommo sacerdote, assumendo un atteggiamento ispirato e solenne, insistette: Ti scongiuro per il Dio vivente affinché ci dica se tu sei il Cristo (Messia), il Figlio d'iddio. L'atteggiamento del sommo sacerdote sembrava quello di un uomo che, tutto preso dal desiderio della verità, aspettasse soltanto una parola d'assicurazione per affidarsi e rendersi totalmente ad essa; udendolo si sarebbe detto che, a una risposta affermativa di Gesù, egli si sarebbe prostrato riverente davanti a lui riconoscendolo come il Messia d'Israele. Si noti inoltre, accuratamente, che Caifa ha scongiurato Gesù a dichiarare se egli sia il Cristo, il Figlio d'iddio. Cosicché i termini dell'interrogazione sono due; Gesù potrà affermare o negare di essere il Cristo, ossia il Messia, e oltre a ciò di essere il Figlio d'iddio. E’ probabile che Caifa, in questo scongiuro, usasse i due termini come praticamente sinonimi; tuttavia egli stesso e gli altri membri del Sinedrio mostreranno in seguito di saper ben distinguere il preciso significato dei due termini, e attribuiranno al termine il Figlio d'iddio un significato distinto e assai più alto che quello di Messia.

§ 567. Il momento era davvero solenne. Tutta l'operosità, tutta la missione di Gesù apparivano quasi riassunte nella risposta che egli avrebbe data allo scongiuro del sommo sacerdote. Chi interrogava era rivestito dell'autorità somma e ufficiale in Israele; chi rispondeva era colui che nella sua vita aveva serbato quasi costantemente occulta la sua qualità di Messia per ragioni d'oculata prudenza, confidandola soltanto negli ultimi tempi e soltanto a persone opportune e predisposte. a allora le ragioni di prudenza avevano cessato di esistere: pericoloso che fosse, era ben giunto il momento di dichiarare apertamente la propria qualità davanti all'intero Israele, rappresentato dal sommo sacerdote e dal Sinedrio. Tuttavia la risposta, che Gesù aveva già pronta, sarebbe stata certamente oggetto di scandalo per coloro a cui era diretta, a causa delle loro particolari condizioni di spirito: inoltre sarebbe stato necessario dapprima mettere bene in chiaro taluni principi sui quali essi potevano equivocare. Gesù quindi prudentemente ammoni: Se io ve (lo) dico, non (mi) crederete; se poi (vi) interrogherò, non (mi) risponderete (Luca, 22, 67-6[SM=g27989]. Questa ammonizione deluse per un momento l'ansiosa aspettativa dell'intera assemblea, i cui membri perciò dovettero esortare l'imputato a rispondere, ripetendogli alla rinfusa la domanda del sommo sacerdote per ottenere la dichiarazione che essi si aspettavano. Gesù allora, indirizzandosi al sommo sacerdote rispose: Tu (l')hai detto; il che significava: “Io sono ciò che tu hai detto” (§ 543). A questa schematica affermazione l'imputato aggiunse una dichiarazione rivolta all'intera assemblea: Senonché vi dico, da adesso vedrete il figlio dell'uomo seduto a destra della “Potenza” e veniente sulle nubi del cielo. Questa aggiunta adduce, fondendoli insieme, due celebri passi messianici (Daniele, 7, 9. 13; Salmo 110 ebr., 1); essa infatti vuole precisare il senso della schematica affermazione di Gesù ricollegandola con le sacre Scritture ebraiche, e nello stesso tempo appellarsi ad una futura prova di quella affermazione due al ritorno glorioso del Messia sulle nubi del cielo, predetto dalle Scritture.

§ 568. Appena udite le parole di Gesù tutti i sinedriiti insorsero protesi e vibranti, e a gara domandarono all'imputato: Tu dunque sei il Figho d'Iddio? (Luca, 22, 70). Dalla precedente risposta di Gesù essi già avevano ottenuto la preziosa confessione che egli si reputava Messia: poteva tuttavia rimanere un dubbio, cioè se egli si reputasse bensì Messia ma non già “Figho d'iddio” nel senso ontologico dell'appellativo. In realtà, le allusioni fatte da Gesù ai due passi messianici mettevano sufficientemente in chiaro anche questo punto; tuttavia i sinedriti, ansiosi di ottenere una piena dichiarazione dall'imputato, gliene rivolsero formale domanda: Tu dunque sei oltreché il Messia anche il Figlio d'Iddio? Più precisi ed esatti di così, quei giudici non potevano essere. Più precisa ed esatta non poté essere la risposta di Gesù, la quale nel silenzio palpitante del tribunale risonò: Voi dite che io sono; il che significava: “Io sono ciò che voi dite” cioè il Figlio d'iddio. Ottenuta questa nettissima affermazione, il sommo sacerdote gridò esterrefatto: Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, adesso avete udito la bestemmia! Che ve (ne) pare? Tutti a gran voce risposero: E’ reo di morte! Per rendere più visivo e più impressionante il suo sdegno, il sommo sacerdote mentre aveva lanciato il primo grido si era anche strappato l'orlo superiore della tunica, com'era usanza di fare quando si assisteva ad una scena di sommo cordoglio; ma in realtà se quell'uomo avesse mostrato palesemente sul volto i veri sentimenti che aveva nel cuore, il suo aspetto sarebbe apparso illuminato di profonda e sincera gioia. Egli infatti credeva d'esser riuscito a far bestemmiare Gesù, e con ciò ad implicano nella sua propria condanna.

§ 569. Senonché l'interrogazione rivolta dal sommo sacerdote a Gesà aveva costituito una procedura del tutto illegale. Poiché fino allora era mancata la prova testimoniale, si era cercato di rendere l'imputato testimonio avverso a se stesso, contro la norma stabilita in Sanhedrin, 9 b, e di sorprenderlo in un preteso delitto flagrante; in tal modo non si teneva più conto dei pretesi delitti passati per concentrarsi unicamente su uno presente, e Gesù non figurava più come un imputato responsabile di antiche colpe ma come un innocente arrestato per esser provocato a bestemmiare. Inoltre Gesù, affermando di essere il Messia, non aveva affatto bestemmiato: in primo luogo perché egli in quella sua affermazione non aveva impiegato il nome di Dio, bensì aveva prudentemente sostituito al pronome personale o generico di Dio (Jahveh ovvero Elohim) l'appellativo di “Potenza” come solevano fare i rabbini; in secondo luogo, perché attribuire a se stesso o ad altri unicamente la qualità di Messia d'Israele non poteva considerarsi una bestemmia. Senza uscire infatti dal rabbinismo più ortodosso, un secolo più tardi il grande Rabbi Aqiba proclamerà Messia quel Bar Kokeba che guiderà l'ultima e più catastrofica ribellione della Giudea contro Roma; eppure, nonostante questa fallace proclamazione, Rabbi Aqiba non solo non fu giudicato bestemmiatore ma rimase poi sempre come uno dei più illustri luminari del giudaismo dell'Era Volgare. Perciò l'affermazione messianica che Gesù aveva fatta di se stesso, anche se non era accettata, poteva essere giudicata dai suoi avversari tutt'al più vana e millantatrice quale di un allucinato od esaltato come in realtà fu giudicata da alcuni contemporanei l'affermazione di Rabbi Aqiba - ma bestemmia contro la Divinità non era in alcun modo. Perché dunque il presidente gridò, e il tribunale confermò, che Gesù aveva bestemmiato? Evidentemente in forza della risposta affermativa data da Gesù all'ultima interrogazione: Tu dunque sei il Figlio d'iddio? In questa domanda il termine il Figlio d'Iddio certamente non è - nell'intenzione stessa dell'interrogante - un pratico sinonimo del termine Messia, bensì rappresenta in confronto con questo termine un ulteriore progresso, un climax, e riveste un significato assai superiore: gli interroganti volevano sapere da Gesù se egli, nel significato ontologicamente vero, si riteneva il Figlio d'iddio. Avendo Gesù risposto in maniera affermativa, fu giudicato bestemmiatore. E cosi il processo religioso era finito e la sentenza era stata data: Gesù era stato giudicato reo di morte come bestemmiatore. La procedura era riuscita al sommo sacerdote in maniera superiore alla sua aspettativa. Visto che era inutile sperare nelle deposizioni dei testimoni subornati, egli si era rivolto direttamente all'imputato prendendo di mira dapprima la qualità di Messia, perché ottenuta una confessione su questo punto il reo confesso ne avrebbe dovuto rispondere poi in sede politica davanti al procuratore romano. Senonché la confessione era stata così ampia e solenne, che aveva portato spontaneamente all'altra interrogazione se l'imputato fosse - oltreché Messia - anche il Figlio d’Iddio. Questa nuova interrogazione, più delicata e decisiva che mai, aveva ottenuto pure essa una risposta pienamente affermativa. Cosicché, in conclusione, l'inquirente aveva trionfato in ambedue i campi: in quello nazionale-politico, perché l'imputato aveva confessato di essere il Messia d'Israele; in quello rigorosamente religioso, perché aveva confessato di essere vero Figlio d'Iddio. Questa seconda confessione era stata decisiva davanti al tribunale del Sinedrio; la prima verrà addotta e sarà egualmente decisiva davanti al tribunale del procuratore romano. Questi fatti avvennero - come già accennammo (§ 564) - nella seduta mattinale, la quale fu definitiva e incorporò nella sua procedura i risultati provvisori ottenuti nella seduta notturna. Ma nel frattempo erano già avvenuti o tuttora avvenivano altri fatti, che qui raggruppiamo a parte.(Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, Milano, 2003, Oscar Mondadori, pag 646-650



Ad maiora

*Per chi volesse leggerselo integralmente le parti saltate sono le ultime 8 righe di pagina 174(note escluse), inoltre le pagg 175-177 (esclusa l’ultima riga), non le ho scansionate perché come ripeto parlano di Qumran.

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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
21/10/2006 19:05
 
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Caro Mario,


Scusa ma a questo punto mi viene da chiedermi se lèggi i post...



Non posso stare dietro a un grafomane che va costantemente OT (Polymetis) ed altri quattro temi altrettanto pesanti, altrettanto OT. Mettetevi d'accordo sul seguire una traccia comune oppure aprite altri 3D specifici. Per adesso il vostri argomenti non mi dicono nulla che possa farmi cambiare parere. Nessuna espressione usata nel NT è esplicita, tutte richiedo una interpretazione piuttosto improbabile, e tutte sono comunque perfettamente inscrivibili nel contesto veterotestamentario senza scomodare Nicea.

Invece la domanda di questo 3D, a cui nessuno ha ancora risposto non è la divinità/deità di Cristo ma se si il concetto di trinità ovvero, lo ripeto, non due ma tre persone che condividono una sostanza, si trova ed è chiaramente espresso (ovvero è "necessario" usarlo per spiegarla) nella sola scriptura.

Come ho detto il mio parere è no, sinceramente non ho ancora capito il vostro.

Shalom
21/10/2006 19:24
 
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Ragazzi veramente non capisco
Ricapitolando possiamo dire alcune cose sicure

1° La parola Trinità nella Bibbi aNon esiste
2° Il primo ad usare il termine greco trias fu Teofilo di Antiochia nel suo Ad Autolico II,15 (180 c.) in cui identifica la trinità (trias) con "Dio, il Verbo suo, e la Sapienza". La Sapienza per Teofilo è "la forza divina che assiste Dio nella creazione" (M. Simonetti).
3° Nessun altro di voi a smentito o confermato
4° Secondo il mio modo di vedere la sola scrittura esalta il concetto di Trintà all'interno della Bibbia
5° ognuno di voi sta dimostrando la Deità delle tre persone ma non l'unità (che secondo me c'è) l'interazione , la sostanza e questo da forza al nostro Testone (perdonami Barnabino [SM=x511476] ) nel riaffermare i suoi concetti
21/10/2006 20:59
 
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Quindi se ho ben capito barnabino tu affermi che, anche se biblicamente si può affermare che Gesù ha la stessa sostanza del Padre, ciò non vuol dire che questa sostanza sia in effetti condivisa dai due, ma come io e te abbiamo la stessa sostanza che ci rende uomini, ma in effetti le nostre sostanze sono separate, potrebbero essere separate anche quelle di Padre e Figlio... è questo che vuoi dire?

Ma se è così:

1-Sarebbe antibiblico in quanto si affermerebbe l'esistenza di due dei.
2-Le tesi dei Testimoni di Geova andrebbero comunque a cadere.

Inoltre c'è da dire che non si può certo pretendere che theos o theotes possano essere usati semplicisticamente per indicare quelcosa di divino. Uno che possiede la theotes, la deità è dio, non è divino. Di un bravo poeta si potrebbe dire che è divino ma non che è dio! E soprattutto se io volessi dire che il poeta è divino perchè mai dovrei dire che è dio, creando confusione e incomprensioni, se esiste appunto l'aggettivo divino?

Comunque per come la vedo io:

1-La bibbia dice che Padre, Figlio e Spirito Santo sono dio
2-La bibbia dice che c'è un solo dio.

La bibbia non dice però, o lo dice molto più implicitamente rispetto alla divinità delle tre persone, che tale paradosso è possibile perchè le tre persone condividono la sostanza. Però è anche vero che essa non contiene tutta la verità, c'è infatti la tradizione che la completa, tradizione tramandata dalla Chiesa. La bibbia dice che tale Chiesa è infallibile, ha infatti il potere di legare e di sciogliere, potere che certo non verrebbe dato a un assemblea fallibile, come se le cose giuste potessero essero soggettive. In più le porte degli inferi non prevarranno su di essa. Quindi nel momento in cui la Chiesa si è messa a discutere per risolvere il "paradosso" trinitaro, almeno per come la vedo io, essa deve avere per forza di cose deliberato la dottrina corretta, che si attiene alla verità, in virtù della propria infallibilità.
_________________________________
-Non avere nulla: se incontri un buddha, uccidilo... se incontri un tuo antenato, uccidilo... non avere legami, non essere schiavo di nessuno, vivi semplicemente per la tua vita.
(Toa, 31esimo Genjo Sanzo)

-La verità è il prezioso dono degli dei, qualcosa di veramente incredibile. Disgraziatamente, quantunque la gente ascolti il suo nome mille milioni di volte è ugualmente difficile da raggiungere.
(Shaka di Virgo)

A.m. (PowerPlay!!!)
21/10/2006 21:56
 
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Carissimi,
lo sò di essere decisamente OT,poichè posso neppure esprimermi in merito ad un argomento tipicamente intracristiano(Trinità),ma quanto scritto da barnabino nel suo ultimo post,mi ha dato onestamente da pensare.
barnabino dichiara ai suoi interlocutori(riguardo alla Trinità):"Per adesso il vostri argomenti non mi dicono nulla che possa farmi cambiare parere".
Non sò voi,ma io credo che siano davvero pochi i casi in cui un utente di un forum,si lasci convincere da un paio di post seppure ben articolati.In realtà,a meno che un individuo non abbia già nel suo intimo,sviluppato una sorta di ripensamento circa la natura delle dottrine che appoggia e condivide,nessun post potrà persuaderlo a farlo.


In secondo luogo,certe affermazioni si basano su pressuposti ancora tutti da indagare,proprio in riferimento all'ebraismo del Secondo Tempio.Mi riferisco alle credenze dell'epoca che risultano spesso assai incomplete.

Era luogo comune,un tempo, ritenere che il crisitanesimo derivasse, per le sue dottrine, dall'AT,in opposizione al giudaismo.

Oggi nessun serio studioso può invece negare l'evidenza,ovvero che, è il medio giudaismo quello da cui trae origine il cristianesimo e l'ebraismo rabbinico,un medio giudaismo che ha ancora assai tanto da rivelarci. E siccome la conoscenza dei grandi temi del giudiasmo medio ci permette di ricostruire la storia del pensiero di quella specifica epoca,un tale studio, è basilare per avere "almeno" una pallida idea di ciò che costituiva il fondamento teologico/dottrinale del cristianesimo primitivo e dell'ebraismo rabbinico.
Ma per ricostruire la storia del pensiero ebraico antico,le sole Scritture possono illustrarci ben poco se non ci affidiamo allo studio della letteratura giudiaca di quei secoli.
Per cui,sostenere di sapere cosa passasse per la testa di un ebreo riguardo a certi termini e dottrine,senza aver avuto modo di consultare i testi Apocrifi dell'Antico Testamento o i manoscritti del Mar Morto,o le opere di Filone e Giuseppe Flavio,risulta assai arbitrario.

Così,ad esempio quando si afferma che gli ebrei non riconobbero in Gesù di Nazaret il messia profetizzato dalle Scrittutre perchè attendevano un condottiero politico,è vero ma, solo in parte;poichè Israele all'epoca(ma anche nel corso dei secoli successivi),elaborerà modelli di figure messianiche assai variegate,ed è indispensabile conoscere approfonditamente la storia del messianismo ebraico per farsene un'idea: ovvero,la rinascita del messianismo nel II secolo,il messianismo superumano,il messianismo duplice,il messianismo davidico,il messianismo cristiano,quello razionalista, quello politico, quello mistico, quello secolare ect...

Così,noi oggi dobbiamo chiederci,per onestà intellettuale se,all'epoca del Secondo Tempio,il giudiasmo promuovesse in sè una qualche dottrina,seppure allo stato embrionale che permise ai discepoli di Gesù (sulla base dei suoi insegnamenti) di annotare scorci di verità cristiane,che le generazioni successive avrebbero potuto poi raccordare e sviluppare in maniera più specifica .

Non mi intrufulo nella questione che, come premettevo all'inizio de mio post,non mi compete,ma come amante della storia del pensiero ebraico antico,mi sono permessa di fare queste brevi annotazioni.

[SM=g27985] Shalom




21/10/2006 23:34
 
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Cara Topsy,


In realtà,a meno che un individuo non abbia già nel suo intimo,sviluppato una sorta di ripensamento circa la natura delle dottrine che appoggia e condivide,nessun post potrà persuaderlo a farlo



Non sono d'accordo, questo è vero di fronte a dichiarazioni ambigue o opinabili. Se gli apostoli volevano comunicare una novità assoluta come quella di Dio che si era materializzato in un Figlio che era anche lui Dio ma solo in quanto sostanza e non persona mi aspetto di trovarlo a chiare lettere.

Paolo non è ambiguo nello spiegare certi atteggiamenti nei confronti della Legge Mosaiaca, vi fu dibattito e polemica. Ora, qui mi si vuol far credere che passasse il messaggio di Tre Persone=Geova (in sostanza) in modo indolore e silente quando si faceva difficoltà ad accettarlo anche solo quele messia. Nessun ebreo che si preoccupasse di definire questa questione o di metterla in discussione. Assurdo!


Oggi nessun serio studioso può invece negare l'evidenza,ovvero che, è il medio giudaismo quello da cui trae origine il cristianesimo e l'ebraismo rabbinico,un medio giudaismo che ha ancora assai tanto da rivelarci



Mi pare che invece gli amici trinitari neghino che il NT si rifaccia in qualche modo all'ebraismo in qualunque forma, piuttosto si pensa ad uan evoluzione in senso ellenistico. Il vecchio era il monoteismo rabbinico ed il nuovo era la monosostanza polipersonale del cristianesimo (dove la si trovi non è dato di saperlo però!).


Ma per ricostruire la storia del pensiero ebraico antico,le sole Scritture possono illustrarci ben poco se non ci affidiamo allo studio della letteratura giudiaca di quei secoli



Mi pare che tu mi dia ragione: la sola scriptura non è sufficiente. Per gli ebrei, giustamente dico io, la tradizione che la spiega è quella rabbinica (che nega la trinità) e per i cristiani è quella niceana (che la afferma). Non a caso per Teodoro i TdG che a loro volta negano la trinità sono da iscrivere tra i gruppi giudaico-millenaristi. Per me questo sarebbe un grande onore, ma non posso accettarlo semplicemente poichè considero Gesù non un semplice Rabbi ma il Messia stesso.


sostenere di sapere cosa passasse per la testa di un ebreo riguardo a certi termini e dottrine,senza aver avuto modo di consultare i testi Apocrifi dell'Antico Testamento o i manoscritti del Mar Morto,o le opere di Filone e Giuseppe Flavio,risulta assai arbitrario



Hai ragione, certo dobbiamo chiederci quanto tali testi abbiano importanza visto che risultano praticamente ignorati nel NT dove è citato quasi esclusivamente l'AT come poi fu cristalizzato a Jamnia. Certo ci possono dare delle indicazioni, sono d'accordo con te.


Così,noi oggi dobbiamo chiederci,per onestà intellettuale se,all'epoca del Secondo Tempio,il giudiasmo promuovesse in sè una qualche dottrina,seppure allo stato embrionale che permise ai discepoli di Gesù (sulla base dei suoi insegnamenti) di annotare scorci di verità cristiane,che le generazioni successive avrebbero potuto poi raccordare e sviluppare in maniera più specifica



Hai perfettamente ragione, ma mi pare che gli amici trinitari sostengano il contario, ovvero che il NT si scostasse dell'ebraismo in modo repentino verso il (?) 50-60 con Paolo che avrebbe proclamato una messaggio ellenistico, in termini ellenistici per i pagani, in cui si sosteneva che YHWH era una sostanza in tre persone distinte e che lo spirito, fino ad allora una forza attiva, era in realtà un essere lui stesso Dio, reinterpretando così in termini noti ai pagani tutta la Tanack come neppure Filone aveva osato fare. E questo fuori dal contesto ebraico-rabinico da come si evince dal fatto che sa questa novità non scaturì nel I secolo alcun dibattito sulla "deità" di Cristo (misteriosamente scoppiato in seno al cristianesimo due secoli dopo).

A me, francamente, tale lettura dei fatti pare esagerata.

Shalom



22/10/2006 00:20
 
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Caro Siegil,


anche se biblicamente si può affermare che Gesù ha la stessa sostanza del Padre, ciò non vuol dire che questa sostanza sia in effetti condivisa dai due



Io non vedo dove biblicamente si affermi che Gesù "la stessa sostanza del Padre". Paolo NON LO DICE in nessun modo, dice solo che Gesù è "l'impronta" [charakter] della sostanza del Padre dove sostanza non indica certo "ousia" in senso trinitario.

Che il Figlio ci "mostri" in modo "visibile" l'essere di Dio non vedo come possa provare che Paolo pensava ad una condivisione di sostanza tra i due. Lo trovo molto lontano dal pensiero di Paolo per cui Gesù è riflesso/immagine di Dio e non "sostanza di Dio".


come io e te abbiamo la stessa sostanza che ci rende uomini, ma in effetti le nostre sostanze sono separate, potrebbero essere separate anche quelle di Padre e Figlio... è questo che vuoi dire?



Stessa "Sostanza" che ci rende uomini? Ma dove vivi, nel medio evo? E soprattutto dove trovi tale concetto nelle scritture? In esse Gesù, Dio, Satana e gli Angeli sono esseri spirituali, non si accenna a nessuna "sostanza" speciale di Dio o di Gesù. Gesù è uno spirito come lo sono gli angeli, ed entrambi sono detti "theos". A ma le conclusioni sembrano chiarissime, non vedo perchè complicare le cose.


Sarebbe antibiblico in quanto si affermerebbe l'esistenza di due dei.



Argh! Ma come devo spiegarlo? Nelle scritture il termone theos non indica solo un essere trascendete ma indica anche un semplice essere potente o un rappresentante di Dio, angeli sono tranquillamente chiamati theos e perfino YHWH senza che ci fosse alcuna confusione o deriva politeistica.

Non ci sono due dei, chè UN SOLO DIO (ho theos) ed esseri umani o spirituali non trascedenti che lo rappresentano detti occasionalmente "theos" ovviamente in un senso diverso che da theos in senso strettamente religioso.

Trovo assurda l'ostinazione a credere che theos indichi SOLO la persona di Dio o esseri trascendenti. Mi dispiace ma non è così nelle scritture, e pure Gesù lo ricordò senza nessun imbarazzo politeistico.


Uno che possiede la theotes, la deità è dio, non è divino



E allora? la Signoria indica che uno è un signore, ma non vedo davvero come questa qualità abbia a che fare con la sua "sostanza". La signoria indica una qualità di quell'individuo e non la la sua "sostanza" in senso personale.


Di un bravo poeta si potrebbe dire che è divino ma non che è dio!



Paolo non ci dice che Gesù è un bravi poeta, ma ci dice espressamente ha ricevuto da Dio tutte le qualità necessarie perchè potesse mostrare agli esseri umani il significato di Dio. Questo giustifica ampiamente la frase di Paolo, il modo di essere di Gesù ci ha mostrato la realtà del Padre. Ma nulla di trinitario, non vedo sostanze e non vedo tre persone!


La bibbia dice che Padre, Figlio e Spirito Santo sono dio



Per quallo lo dice anche di Mosè, degli angeli e dei Re e dei Giudici di Israele. Alcuni angeli sono detti persino Geova. Fanno parte anche loro della trinit? Lo spirito, che è sempre stata la forza di Dio, da quando venne considerato Dio e perchè?


La bibbia dice che c'è un solo dio



Appunto, Paolo dice che vi è un solo Dio e Padre, Gesù dice, pregando suo Padre, che tutti lo devono conoscere come il solo vero Dio, ancora Paolo dice che vi è un solo Dio, il Padre che è sopra tutti. Non mi pare un concetto difficile da afferrare. Tu risulta che mai Gesù o lo spirito di Dio siano detti "solo Dio" termine che nell'ebraismo aveva un significato inequivocabile?


è anche vero che essa non contiene tutta la verità, c'è infatti la tradizione che la completa, tradizione tramandata dalla Chiesa



Dunque per te la trinità non si trova nella sola scriptura, ma richiede la successiva (200 o 300 anni) tradizione della chiesa a cui di fatti appartiene.

Shalom


22/10/2006 01:58
 
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Re:

Scritto da: barnabino 21/10/2006 23.34
Cara Topsy,
Non sono d'accordo, questo è vero di fronte a dichiarazioni ambigue o opinabili. Se gli apostoli volevano comunicare una novità assoluta come quella di Dio che si era materializzato in un Figlio che era anche lui Dio ma solo in quanto sostanza e non persona mi aspetto di trovarlo a chiare lettere.




Capisco il motivo delle tue riserve barnabino,e su queste non alcun diritto di pronunciarmi.Vanno rispettate.Dalle Scritture desideri "chiarezza",e se un concetto per te,non è esposto a chiari lettere,nel tuo intimo non ne sei persuaso.Ne prendo atto.


C'era un appunto cmq che mi sentivo di fare,e che può renderci tutti un pò più elastici nell'argomentare:
Non è nella mentalità dell'orientale esporre una dottrina in maniera organica e sistematica come fosse un moderno trattato di Teologia,e lo stesso Antico Testamento,è un testo assai composito,presso cui è documentata in maniera disordinata, l'evoluzione della sensibilità religiosa ebraica;la Bibbia ebraica è anche il prodotto di una cultura,quella di Israele,in lotta con la sua stessa identità,in cui il conflitto tra i diversi generi letterari e le diverse idee contenute al suo interno, non sono dissimili da quei conflitti culturali che appariranno nei testi della letteratura giudaica del Secondo Tempio e quella talmudica.


Oggi tutto ciò è ravvisabile persino nell'ebraismo rabbinico.Non esiste una "teologia ebraica" definita a chiari lettere, esposta in modo univoco e definito.Chi desidera avvicinarsi all'ebraismo, oggi come un tempo,si troverebbe dinnazi ad un "testo sacro" che funge da enorme "autorevole appunto" e una massa di discussioni, dibattiti, controversie, massime, proverbi, anedotti, midrashim... da cui dover trarre,fondamentalemente da sè,attraverso la guida di maestri competenti,e varie codificazioni, i principi di fede ebraica fondamentali.


Alcuni appunti:
sostanzialmente la Bibbia ebraica,non svolge indagini sulla natura divina;più che altro si limita a sostenere che Egli non è sottoposto alle limitazioni umane,che è inconoscibile,e che si rivela parzialmente solo attraverso i "comandamenti",ovvero, ci è permesso conoscere solo ciò che Egli vuole da noi.


ma...


...se andiamo ad esaminare attentamente i testi della letteratura giudaica composte per lo più tra il 200 a.C. e il 100 d.C,facciamo delle importanti scoperte ... che in parte sembrano straordinariamente tornate in auge,in questo 3d!

Oggi i tdg predicano che Gesù è il messia = arcangelo Michele?
Ebbene,esistevano comunità giudaiche che prima dell'avvento del cristianesimo predicavano cose molto simili.
Per costoro il male nel mondo era così forte e radicato che occorreva qualcuno più forte dell'uomo,un angelo o un superangelo,che potesse distruggerlo!
Nel "Libro delle Parabole"(fine I secolo a.C.), il Figlio dell'Uomo è un superangelo,creato all'inizio della creazione ,prima di ogni altro angelo,che si manifesterà alla fine dei tempi come giudice finale!



Per tutti gli altri cristiani,Gesù invece,è lo stesso Dio,che si è incarnato, ed è sceso qui sulla terra tra gli uomini,per condurre alla salvezza il genere umano.
Ebbene,se andiamo a leggerci il "Libro dei Giubilei",il movimento di speranza messianica del II secolo,a.C aveva raggiunto livelli tali che, il testo si spinge sino a narrarci di come un giorno, Dio stesso dovrà scendere fra gli uomini,per dar vita a una rinnovazione totale del cosmo.
In questa nuova concezione, si immagina un intervento di Dio così totale da far sì che Egli stesso venendo a vivere tra gli uomini,diventi il mediatore fra se stesso e gli uomini,quasi a sottolineare che nessun altro potrebbe mai assolvere alle funzioni dell'unto messianico,così immane appariva il suo compito!
Secondo questa concezione, le funzioni del Messia non possono essere assolte da altri che da Dio stesso.Egli solo può essere il Messia:-)


La letteratura apocrifa contiene entrambe le concezioni di cui argomentate.Vale la pena aggioranarsi e non scartare a priori quanto alcuni considerano "favolette non ispirate" e vi scorgera l'origine,allo "stato embrionale" di molte credenze odierne,ebrei compresi!
Siamo tutti "figli" del medio giudaismo,che ci piaccia o meno:-)
Altro che sole Scritture!

Non a caso il Nuovo Testamento cita il libro di Enoc, mentre il Quarto libro di Ezra riproduce in maniera completa l'odierna teoria cristiana del Peccato Originale che non è formulata in alcun testo dell'Antico Testamento.


Che poi ogni movimento citasse a sostegno delle proprie ideologie passi delle Antiche Scritture,è cosa scontata barnabino.Dalle Scritture si soleva trarre sostegno per qualunque ideologia di cui ci si faceva carico. Lo prova il fatto che sebbene le Scritture siano le stesse,i movimenti religiosi che affermano di trovare leggittimità da esse, sono molteplici e le più disparate!
E non è affatto vero che le Scritture stanno in piedi da sole,poichè non esiste comunità di fedeli che accanto al testo sacro non abbia affiancato una propria produzione letteraria che, si assuma il compito di "illustrarne" e "specificarne" il contenuto.


Shalom! [SM=g27985]




[Modificato da Topsy 22/10/2006 3.42]

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