Re:
Scritto da: jwfelix 02/10/2006 0.31
Ciao MArio, che ne pensi di questa???
Eusebio: “(Cap. 1 p. 198, 26 2 ' 9: ) Il Verbo ha la gloria di occupare il primo posto nel dominio dell'universo ed il secondo nel regno del Padre, in quanto egli è la luce che trascende l'universo e che intesse la sua danza intorno al Padre; egli si colloca in mezzo e separa la natura che noi pensiamo come senza principio e senza generazione (ingenita) dalla sostanza delle cose create... (Cap. 3 p. 202, 1 2: ) (Di tutte le schiere angeliche e spirituali che guidano e reggono il mondo) è Signore il Verbo regale come un prefetto (hyparchos) del grande re... (Cap. 4 p. 202, 31 34 (Il Verbo è stato l'unico a spiegarci la sostanza invisibile ed incorporea del Padre), il Verbo di Dio che penetra tutte le cose, che è padre della sostanza razionale ed intellettuale propria dell'uomo , che è il solo ad essere collegato (exemménos) con la divinità del Padre, che innaffia i suoi discendenti con quanto scaturisce dal Padre. (Di qui derivano tutti i benefici che gli uomini godono) ... (Cap. 11 p. 227, 5 9) Dobbiamo ammirare con immenso stupore il Verbo invisibile il quale formò ed abbellì il mondo ed è l'unigenito di Dio che il Creatore dell'universo il qual è al di là ed enormemente al di sopra d’ogni sostanza dopo averlo generato da se stesso, stabilì condottiero e pilota di questo mondo [e subito dopo, p. 227, 15 20 continua (siccome le nature create non potevano raggiungere Dio, da cui le separa una distanza infinita), giustamente, Colui che è la bontà integrale ed il Dio dell'universo, frappone, in quello che potremmo definire lo spazio intermedio, la divina ed onnipresente vigoria del sua Verbo unigenito.
Essa si mantiene con il Padre in un rapporto che non potrebbe essere più preciso e più intimo e, stando in lui, ha il vantaggio di conoscerne tutti i segreti; tuttavia nella sua somma bontà si abbassa e in qualche modo si adegua a quelli che sono lontani dalla vetta suprema.”
Felix
Ma che fai citi il mio autore preferito? Vedo che hai letto la mia prsentazione... pensa che è proprio grazie a lui che mi sono informato bene sul discorso della generazione eterna del logos, Eusebio infatti dipendeva filosoficamente da Origene, il quale credeva proprio in questa, egli era preoccupato del sabellianesimo e con questo discorso cercò di abbattere quella teoria usando paragoni un po troppo arditi, il passo successivo è metabolizzare che se Cristo è generato da Dio dall'eternità, è Dio come il padre.
A proposito di generato, un amico poco fa mi ha scritto quanto segue:
"Sul fatto che i primi cristiani intendessero la nascita di Cristo come une generazione e non come una creazione credo che ti possa essere utile questo frammento dall'Omelia sulla Pasqua di Melitone di Sardi, è un testo del 150 d.C. e dunque di soli 50 anni dopo l'ultimo Vangelo. Di lui si dice: "Come Figlio infatti fu generato(techtheis) e come agnello trascinato al sacrificio e come pecora immolato e come uomo seppellito, ma risorse dai morti come Dio, essendo per natura (physei) Dio e uomo. Egli è tutto (Os estin ta panta), in quanto giudica Legge, in quanto insegna Logos, in quanto salva grazia, in quanto genera Padre*, in quanto è generato Figlio, in quanto patisce pecora, in quanto è sepolto uomo, in quanto risorge Dio (Perì Pascha 6-
Come si vede l'essere generato di Cristo viene descritto con un linguaggio preso dalla vita famigliare, dice infatti "come figlio fu generato", e usa tikto che vuol dire partorire generare, senza possibilità di prenderlo come una creazione ex nihilo perché è proprio il verbo delle partorienti. Avevano dunque un'idea ben chiara di che tipo di rapporto interorresse tra il Padre e Cristo, cioè che è generato proprio perché il Figlio (in barba alla riduzione antico-testamentaria che i TdG fanno del titolo "Figlio di Dio", che nel NT vuol dire tutt'altro come si può vedere anche da commentari base come il Kittel).
Identifica anche Cristo col Dio onnipotente di Ap 1,7 in quanto dice: "Egli è l'alfa e l'omega, egli è il principio e la fine: principio inenarrabile e fine incomprensibile, egli è il Cristo." (Peri pascha 105)
Ma ancora più bello il fr. 14: "Per questo egli venne a noi; per questo da incorporeo che era si tessé un corpo della nostra natura. Apparso come Agnello, rimase pastore, tenuto in conto di servo, non perse la sua dignità di Figlio, era portato da Maria, mentre era rivestito dal Padre suo; calpestava la terra e riempiva il cielo; si mostrava bambino, ma non abbandonò l'eternità; apparve povero ma non si spogliò delle sue ricchezze; bisognoso di cibo, non smise di nutrire il mondo; rivestì la forma di servo, ma non mutò la forma del Padre (cfr. Fil 2,6 per "morphe" che dunque vuol davvero dire "natura"). Egli era tutto. Stava innanzi a Pilato, mentre era assiso con il Padre; era fissato al legno e sosteneva l'universo".
Qui si staglia con una chiarezza allucinante l'idea ortodossa della doppia naura di Cristo.
Ciao
* Non è da intendere come un'antenato del sabellianesimo, non sta sovrapponendo Padre e Figlio. Vuole semplicemente dire che in quanto genera secondo lo Spirito è Padre, in quanto è generato secondo lo Spirito, è Figlio."
Ciao Mario
[Modificato da (Mario70) 02/10/2006 20.30]