Re: Re: Re: che dire...
Scritto da: il.gabbiano 07/08/2006 20.52
Caro Hus,
da sempre è chiaro a tutti che l'accoglimento del reclamo, con la conseguente sospensione della provvisoria esecuzione impugnata dal Pucci, ha rimesso in piedi il corso normale del processo. Fino alla sentenza definitiva non sarà possibile alcun giudizio preventivo in un senso o nell'altro.
Infatti, sono pienamente d'accordo, ma vallo a dire a tutti i giuristi e costituzionalisti occasionali che danno per scontate le decisioni giudiziali delle fasi successive e pensano di avere già in tasca una sentenza svavorevole alla CCTdG in quanto alla corretta applicazione del loro statuto.
Sta di fatto che il convenuto intende riaffermare il suo diritto a procedere nei confronti del credente attore secondo la prassi di sempre: espulsione/disassociazione, in ossequio alle norme statutarie, che si trasforma, in difformità delle norme statutarie e dell'ordinamento giuridico italiano, in scomunica con conseguente discrimanzione del credente, ghettizzazione ed emarginazione in tutti quei modi ormai abbondantemene descritti e conosciuti, anche se voi vi ostinerete a rionoscerlo.
Premesso che personalmente mi sono sempre pronunciato negativamente sulla scomunica, ( e non comprendo perchè rivolgendoti a me mi annoveri fra i favorevoli con quel "voi").
Stiamo comunque parlando dal versante legale della questione e mi sembra che l'ordinamento italiano non si pronunci affatto
sull'istituto della scomunica.
Bisognerà vedere quanto la sentenza terrà conto di questa realtà di fatto e quanto invece non ne terrà conto, facendo passare il tutto a favore del convenuto, così come è stato accolto allo stesso modo il suo reclamo.
La sentenza terrà conto della legislazione vigente e non di fattori ad essa estranei.
Ammesso che ciò avvenisse, la sentenza non renderebbe giustizia al credente PUcci, per cui, come per il caso Luigi Tosti (giudice), si proseguirebbe, immagino, in tutti gli altri gradi di giudizio e, nell'ipotesi della sconfitta in cassazione, si proseguirebbe, penso, dinanzi alla corte europea. Anche nel caso di una debacle completa, si continuerebbe la lotta infinita fino a vedere ripristinati i diritti di libertà e di scelta di ogni credente. E' solo questione di tempo.
Guarda che se ciò si verificasse non ne sarei affatto rammaricato. Che le confessioni religiose a cominciare dalla
cattolica vengano ridimensionate, non dico annientate come auspica gengis, lo auspico anch'io.
Ciò che vi è stato sempre chiesto ed a cui non avete mai risposto è se voi ritenete corretto che un ente possa violare i più elementari diritti umani, come incitando alla discriminazione del credente espulso e minacciando, chi non si adeguasse alle regole della discriminazione, con lo stesso provvedimento di espulsione e successiva discriminazione.
Guarda amico il.gabbiano che l'argomento del thread e la tesi che viene portata avanti è che lo statuto della CCTdG è disatteso platealmente nella prassi dei TdG. Finora ho risposto su questo punto e non su altre questioni. Se poi, off topic e a titolo personale mi chiedi se un ente possa violare e far violare i più elementari diritti umani ti rispondo con un vigoroso no.
Ricordate che oggi combattete contro i vostri stessi diritti, mentre domani potreste aver bisogno di chi vi sostenga nel rivendicarli.
Personalmente sto solo rispondendo a chi dichiara, senza tenere conto dell'ultimo pronunciamento giudiziale ( e senza attendere i successivi ) che la CCTdG viola le sue norme statutarie.
Non sono socio della CCTdG e non ho alcun diritto di cui preoccuparmi nè adesso nè in futuro.
I pronunciamenti di Lagomarsino e di Parisi, e di chiunque altro, esprimono semplicemente un parere qualificato di professionisti del mestiere, parere di cui chi di dovere potrebbe tener conto, così come potrebbe ignorarlo.
Sta di fatto che un crescente numero di giuristi si sta interessando al problema del disconoscimento dei diritti umani fondamentali in seno ad alcune comunità religiose ( tutte a parer mio), e questo certamente non gioca a favore di chi li calpesta. E' un monito.
Qui come dice l'amico gengis,( andando a mio parere eccessivamente all'opposto estremo)dovrebbe cambiare la costituzione e la vigente normativa che a mio parere potrebbe ridisegnarsi in senso più laico. Io per il momento mi attengo all'attuale normativa che stando all'ultimo pronunciamento disponibile da parte della Magistratura ha dichiarato correttamente applicato il proprio statuto da parte della CCTdG.
Detto questo, ed ammesso che la sentennza potrà esservi favorevole, nessun giudice potrà convincere della bontà di quella sentenza il credente violato nella sua dignità, nella sua coscienza, nelle sue scelte, nei suoi affetti...è questo che dovreste comprendere, e non penso che sia così difficile capirlo.
Lo capisco benissimo, ma vedo che si parla sempre e solo dei TdG e non si parla di quel che succede nella CC con particolare riguardo all'esercito di preti ai quali è negato il diritto ad una normale sessualità preferendo tollerare e coprire dilaganti fenomeni socialmente insidiosi.
Secondo te chi vive del sostentamento riservato al clero non è pesantemente condizionato se desidera unirsi ad una compagna?
In quale ricatto morale e a quali conflitti di coscienza è costretto?
Adesso qualcuno dirà che sto deviando dal discorso, ma se usciamo fuori dagli aspetti legali ed entriamo in quelli morali dobbiamo fare un discorso a 360° e non puntare il dito
su un unica confessione religiosa, per giunta minoriraria, perchè saprebbe tanto, come è stato già fatto notare, di una sorta di caccia alle streghe.
Mi auguro che ogni dibattito sia uno sprone per verificare la tenuto del proprio rispetto per i diritti umani fondamenatli.
Tanti saluti
Il Gabbiano
A questo augurio mi unisco, l'importante però che questi argomenti non siano utili solo a demonizzare e a mettere all'indice esclusivamente una confessione religiosa minoritaria
a maggior "gloria" di quella maggioritaria.
Saluti.
[Modificato da husband70 08/08/2006 0.23]