Scritto da: F.ebe 04/08/2006 20.17
Questo riconoscimento giuridico, che è un dato di fatto, conferma che i Testimoni di Geova hanno uno statuto coerente col sistema normativo dello stato italiano.
Cordialmente, Ebe.[Modificato da F.ebe 04/08/2006 20.19]
ciao ebe,
mi potresti dimostare a parole tue e non rifacendoti necessariamente al
giudizio in corso d'opera,ripeto a parole tue,l'assoluta concordanza tra lo statuto e la prassi religiosa ?
perchè vedi il processo e un giudizio definitivo sono ancora in sospeso fino all'ultimo grado ma in un forum si discute di argomenti,quindi nonostante per ora le carte siano state rimescolate dal provvedimente di un tribunale,sarei interessato a conoscere nel merito i pareri di chi , penso e spero con cognizione di causa e non per partito preso , asserisce che esiste totale identità tra statuto e prassi.
illustratemi....
per esempio se io leggo che
l'Assemblea DECIDE , quindi come tu stessa mi scrivesti...
>>>IO: dati i
"rilevanti" effetti del provvedimento di dissassociazione,chi DECIDE dovrebbe avere
consapevolezza di quale DECISIONE sta prendendo,
dovrebbe ossia sapere non solo chi sta disassociando ma anche perchè e se questo perchè è corretto e in linea con i principi che animano la fratellanza mondiale.
giusto ?
>>>TU: Giusto! Ed è infatti quello che fu applicato nei miei confronti.
e poi da un verbale depositato si deduce che questa Assemblea è stata in grado di DECIDERE avendo analizzato e valutato come entrambi riteniamo necessario e non semplicemente ratificando la DECISIONE di altri non autorizzati dallo statuto (ma su questo punto spero tu mi contraddica,vorrebbe dire che hai capito il nocciolo della questione) , il tutto dedicando circa
8 secondi a ciascun caso , dico 8 secondi , forse il tempo di leggere il nome dell’imputato che cosa dovrei pensare ?
quale
saggia e soppesata DECISIONE l’Assemblea può aver preso in 8 lunghissimi secondi ?
inoltre….
Se la prassi religiosa e lo statuto non sono altro che un immagine riflessa e trasmessa con linguaggio differente , potrei sapere dove la dottrina religiosa dei tdg riserva una possibilità di allontanamento dall’organzazzazione senza dover subire la disassociazione come sembra in effetti possibile a norma di statuo almeno fino ad ora ?
Dove le dimissione ex art.5 hanno la loro base scritturale ?
Dove tali dimissioni sono illustrate in linguaggio religioso nel libro “organizzati…” ?
Putroppo non sarà facile in un clima come quello descritto da
gengi affermare il diritto di un uomo ad autodeterminarsi senza che uno
“stato nello stato” condizioni il suo agire ma quello che trovo assolutamente singolare è che ai tdg di questo forum , i quali si vantano
giustamente di aver vinto casue su casue , ricorrendo in appelli e contro appelli fino ai più alti gradi di giudizio e di fronte alle corti internazionali in difesa della
libertà di espressione , basti un giudizio favorevole prima della conclusione stessa del processo , per affermare che senza dubbio a norma di legge hanno ragione.
Questi tribunali umani , più volte osteggiati e disconosciuti , hanno oggi raggiunto il
dono dell’infallibilità….meno male !
Ciao a tutti
bruno
p.s.
cara ebe rileggendomi ho trovato il "tono" che ho usato un pò aggressivo, niente di personale,ti prego soffermati sui contenuti così ci chiariamo meglio...è che il tema mi prende particolarmente...come avrete capito
[Modificato da giainuso 04/08/2006 21.58]