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L'autorità romana

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2007 15:53
06/12/2006 13:52
 
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“e poiché Clemente aggiunge “essi divennero un glorioso esempio tra noi” è la conferma definitiva che questa massa di martiri va identificata con la persecuzione della comunità romana condotta da Nerone.”

Premetto che per quanto mi riguarda il martirio di Pietro può anche essere avvenuto a Roma, io volevo solo dimostrare che Pietro non ha retto la comunità romana ne tanto meno ha dato il suo mandato a qualche vescovo di Roma. Comunque la frase sopra citata dell’articolo di Polymetis mi sembra significativa per far notare come si voglia davvero a tutti i costi far quadrare i cerchi. Questa è fanta-storia non ci sono santi. Ma come si fa a dedurre da quella frase e dal contesto di Clemente che il “presunto” martirio (presunto perché Clemente non lo dice esplicitamente) sia avvenuto proprio a Roma ? è un mistero logico insondabile.

Difatti mi sembra di gran lunga più equilibrata questa di frase:

“Clemente soltanto l'informazione che Pietro e Paolo sono caduti vittime di una persecuzione pagana in seguito a un contrasto interno”

anche se, ripeto, non si parla esplicitamente di martirio, tuttavia in questo caso è probabile che Clemente parli di tale avvenimento anche se non ne siamo certi. Fare dei parallelismi sul senso che gli autori di diverse epistole scritte in anni diversi volevano dare al termine “invidia” per ricondurre l’avvenimento citato da Clemente al martirio addirittura in Roma, mi sembra davvero piegare i fatti alla nostra visione della storia.

“Pietro, in quanto dipendente dalla comunità di Gerusalemme, con il suo atteggiamento libero nei confronti della Legge (Gal. 2, 11 ss.) si trovava in una posizione più difficile coi giudeocristiani di quella in cui si trovava invece Paolo; potremmo dunque benissimo considerare le “molte pene” patite a causa dell'invidia (I Clem. 5, 4) come difficoltà di questo genere nei rapporti con i capi di Gerusalemme e con i loro fanatici assistenti.”

Non condivido anche questo passaggio. Sappiamo che Pietro fu ripreso dalla Chiesa di Gerusalemme per il fatto che cenava con i pagani convertiti che non rispettavano i precetti giudaici. Pietro subito obbedì al richiamo della sua Chiesa distaccandosi da costoro. Il tipo di cristianesimo che predicava l’apostolo non è affatto chiaro, dalle fonti pare di notare in lui una posizione che sta a metà tra l’estremismo paolino (apertura totale ai gentili escludento i precetti giudaici) e l’estremismo opposto di Giacomo (totale rispetto della legge e dei riti di purificazione). Dunque ipotizzare una sorta di ostilità dei giudeocristiani nei confronti di Pietro non ha molto senso, mentre lo può effettivamente avere se ipotizziamo tale risentimento nei confronti di Paolo. Mi viene tuttavia da riflettere sul fatto che quando io parlai di contrasti accesi tra giudeocristiani e paganocristiani qualcuno di mia conoscenza mi obiettò che non vi sono prove storiche di tale conflitto, ora tali prove compaiono, ne deduco che almeno abbiamo fatto un passo avanti.

“Essa corrisponderebbe comunque alle parole di Gesù, contenute in Mt 24, 10: “Molti si tradiranno e si odieranno a vicenda…” “

Parole così vaghe possono voler dire qualsiasi cosa.

“non siamo assolutamente costretti a pensare che il quadro del martirio di Pietro sia stato il medesimo di quello di Paolo e della gran folla”

Direi che non abbiamo alcuna evidenza in questo articolo, ma solo congetture, alcune delle quali molto forzate se non addirittura fantasiose.

“l'analisi della prima lettera di Clemente mostra, se non con certezza almeno con grande verosimiglianza, che Pietro patì il martirio a Roma”

Ma quando mai ! Non si parla esplicitamente di martirio, per non parlare del luogo, dedurne che sia stato a Roma è davvero inventare di sana pianta.

“ennesima conferma che i primi cristiani non si sognavano di attribuire privilegi a Roma in qualità in virtù del suo posto nell’impero”

Come già detto non mi riferivo all’importanza di Roma in quanto città imperiale nel senso politico del termine, ma nel senso di importanza sociale, geografica, economica, della comunità in essa formatasi, inoltre mi dovresti spiegare questo passaggio, già evidenziato da Teodoro, del concilio ecumenico (infallibile ?) di Calcedonia (451):

XXVIII.
Voto sui Privilegi della sede di Costantinopoli.
Seguendo in tutto le disposizioni dei santi padri, preso atto del canone [III] or ora letto, dei 150 vescovi cari a Dio, che sotto Teodosio il Grande, di pia memoria, allora imperatore si riunirono nella città imperiale di Costantinopoli, nuova Roma, stabiliamo anche noi e decretiamo le stesse cose riguardo ai privilegi della stessa santissima chiesa di Costantinopoli, nuova Roma. Giustamente i padri concessero privilegi alla sede dell'antica Roma, perché la città era città imperiale. Per lo stesso motivo i 150 vescovi diletti da Dio concessero alla sede della santissima nuova Roma, onorata di avere l'imperatore e il senato, e che gode di privilegi uguali a quelli dell'antica città imperiale di Roma, eguali privilegi anche nel campo ecclesiastico e che fosse seconda dopo di quella.

“Il primato da questa lettera risulta splendidamente”

Per nulla. Mi si dica dove risulta “splendidamente” tale primato ! E’ assurdo perché tutti gli storici seri concordano sul fatto che le prime comunità erano rette dal collegio dei presbiteri e non dal vescovo monarca.

“perché Roma prende l’iniziativa su una regione orientale”

Sai bene che la mutua vigilanza delle chiese era normalissima in quel periodo.

“per mezzo nostro (cioè la Chiesa di Roma)”

Questa aggiuntina tra parentesi non ti sembra un modus operandi del tutto fuori da ogni criterio storico ? Quel “per mezzo nostro” sta per i cristiani o i presbiteri in senso generico e non significa la Chiesa di Roma !

Saluti
Andrea

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