Trinita'

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Polymetis
00domenica 15 ottobre 2006 17:29
L'insegnamento fatto con amore ha certo più effetti che quello impartito in preda al santo sdegno, ma ogni tanto, ed è questo il caso, farsi prendere per i fondelli da gente che discute di greco senza averlo mai studiato non porta alla carità bensì alla perdita della pazienza per il loro ingenuo modo di argomentare, del tutto a digiuno di metodologia.

Ad maiora
libero1978
00domenica 15 ottobre 2006 18:33
Re:

Scritto da: Polymetis 15/10/2006 17.29
L'insegnamento fatto con amore ha certo più effetti che quello impartito in preda al santo sdegno, ma ogni tanto, ed è questo il caso, farsi prendere per i fondelli da gente che discute di greco senza averlo mai studiato non porta alla carità bensì alla perdita della pazienza per il loro ingenuo modo di argomentare, del tutto a digiuno di metodologia.

Ad maiora



Scusa Polymetis, ma ti rendi conto di quello che dici?

Ma in mezzo alle tue eccellenti letture del vangelo sui testi originali greci non ti è mai capitato di leggere che qualcuno, al quale tu credi più di me, ha detto di amare i propri nemici,
di avere pazienza e di perdonare ( ammesso che l'altro sbaglia), settanta volte?

E qual'è il santo sdegno? A me risulta che il santo sdegno è quello di Gesù quando cacciò i mercanti. Ma perchè qui c'è qualcuno cattolico, evangelico, ortodosso, agnostico o testimone di geova che mercanteggia nel tempio, io qui di euro in circolazione non ne vedo. ( magari ci fossero, con questi chiari di luna ).

Oppur il santo sdegno è quello di Gesù verso i fariseidei farisei che volevano il primo posto e si mettevano i foglietti con le scritture stampate sulla fronte e poi si dimenticavano di fare le cose che erano scritte prchè erano ipocriti.

Ma per caso hai preso la gente di questo forum per i farisei che erano come sepocri imbiancati e come serpenti a sonagli?

Questo è quello che mi risulta essere il santo sdegno di Gesù, il resto non è santo sdegno, ma e solo mancanza di riguardo per gli altri.

Alla prossima.

[Modificato da libero1978 15/10/2006 18.42]

Teodoro Studita
00domenica 15 ottobre 2006 19:39
Re:

Scritto da: M.Tamburino 15/10/2006 17.00
Mi spiace Teodoro che adesso la persona scorretta e poco equilibrata sia diventata io, come surrettiziamente lasciano trasparire le tue parole. 15/10/2006 17.06]




Caro tamburino,
Ti prego di non fare come barnabino, il cui sport preferito è mettere in bocca al prossimo parole mai proferite, né mai pensate. Io ho detto l'esatto contrario, semplicemente mi chiedevo quale fosse il problema nei miei confronti.
Io curo una sezione tecnico-scientifica, non un'aula di catechismo,né un esperimento ecumenico. Io leggo e studio dei testi, non ho alcuna pretesa di essere un esempio "agapico", figuriamoci! Però vorrei vedere te nei miei panni, a esperimentare l'esasperazione cui ti conducono alcuni soggetti che non sono affatto interessati allo studio, ma solo all'apologia e al proselitismo. Sono tutti a gridare alla persecuzione ma loro non si dimostrano di certo più "agapici", basta vedere come hanno apostrofato polymetis (che persona triste.. incompetente.. etc etc) la cui unica colpa è quella di aver risposto con gli argomenti della scienza a questi cari fratelli che ogni giorno nelle loro pubblicazioni ci danno dei "pagani figli di Babilonia".
Lungi da me voler dare insegnamenti o giudizi morali di alcun tipo (mi limito a quelli grecistici), ma non credo che costoro possano lamentare alcunché dal nostro polymetis. Potrebbero invece lodarne la pazienza, visto che nonostante come viene trattato continua a mettersi sullo stesso piano di persone che pretendono di parlare di greco e di biblistica senza avere alcuna formazione specialistica.
Questo affermo in tutta tranquillità.
Cordialità a voi,

(Mario70)
00domenica 15 ottobre 2006 19:48
Re:

Scritto da: Teodoro Studita 13/10/2006 1.02

una espressione che ritengo di disappunto da parte del forista Teodoro Studita,



Solo una smorfietta, il Signore ha fatto grandi cose per Mario, siamo noi (io soprattutto) che non ci accontentiamo mai...



Rinnovo la mia richiesta di conoscere se la smorfietta riguardava il filioque e in caso affermativo, vorrei conoscere la tua posizione al riguardo.

Per poly:
Ti ringrazio per la spiegazione riguardo l'eternità, è stata molto apprezzata, inoltre ti ringrazio per aver approfondito cio che alcune orecchie non vogliono ascoltare, ossia il discorso sull'ipostasi per me fondamentale per capire in che senso Gesè è l'ipostasi della divinità... suggerirei ai tdg qui presenti di riflettere su queste cose e guardare meno alla forma con la quale sono state espresse.
Come ho detto piu volte il voler a tutti i costi difendere la propria fede ci porta a chiudere la nostra mente ad informazioni preziose, le quali potrebbero migliorare il nostro discernimento delle scritture, altrimenti si rischia di dire cose insensate e filologicamente aberranti.
Saluti Mario
M.Tamburino
00domenica 15 ottobre 2006 21:44

Cordialità a voi

Dammi pure del tu, Teodoro, non farti impressionare dal paio di lustri che ci separano.

Le scienze bibliche in effetti sono una sorta di "zona franca" dove il denominazionalismo od il credo almeno esplicitamente non vengono messi in mostra. Si condividono risorse, si pubblicano ricerche e controricerche, deduzioni e controdeduzioni.

Anche a me capita di leggere qualche rivista specializzata e francamente non vedo i toni e lo stile che spesso qui affiorano, da ambo le parti, d'accordo, ma questo non ci deve portare a vedere il bello dove il bello non c'è. Probabilmente se avessi i tuoi strumenti sarei infastidito anche io, quindi è facile che parliamo due lingue diverse.

Forse un giorno ti comprenderò.
jwfelix
00lunedì 16 ottobre 2006 00:14
Dato che si parla di trinità può essere interessante questo link

xoomer.alice.it/asuaimmagine/Presentazione.html

Felix
barnabino
00lunedì 16 ottobre 2006 01:44
Caro Polymetis,


Già siete politeisti, lo sappiamo



Continui a stupirmi la tua incompetenza che assume tratti di ossessività, nelle scritture ebraiche (compresi la LXX ed i Targum, e dunque non nel giudaismo pre-esilico) il termine theos era usato non solo in senso trascendente. Questo non ha nulla a che vedere con la presunta evoluzione teologica ipotizzata da alcuni critici, che tu mi sembra abbia sposato acriticamente.

Per i testimoni di Geova dunque Gesù non è “theos” nel senso di una “deità” (cosa che ci farebbe politeisti) ma è “theos” nello stesso senso in cui lo erano gli angeli (Gesù è il Logos il principale messaggero divino) o i mediatori tra Dio e gli uomini, come lo erano Mosè o altri esseri chiamati “theos” o “Geova” in quanto rappresentanti divini e non in quanto “theos” in senso ellenistico.

Nei Targum si legge che gli angeli eccelsi erano “theoi” senza che per questo gli ebrei li confondessero con Geova o con gli dei.


se c’è un solo Dio e anche Gesù è Dio allora la Trinità è uno sfogo più obbligato di un sillogismo



Ti ripeto, nel dire che Gesù era l'impronta della realtà di Dio io non leggo nessuna trinità (tre persone, una sostanza). Io leggo solo che in rare occasioni Gesù viene detto “dio”, cosa piuttosto comune anche per altri esseri che non erano Geova. Non si parla di nessuna uguaglianza di sostanza. Io al massimo vi leggo la divinità di Cristo e non la trinità. Qui ti si chiedeva dove si trova il concetto di TRINITA’ (tre persone) nella sola scriptura.


La tua incompetenza invece sta nel fatto che non sai leggere la lingua di cui discuti.



Una tua opinione, io non ho mai millantato crediti, certo le mie conoscenze della lingua greca sono sufficienti a comprendere le grossolane semplificazioni che fai a fini puramente apologetici.


Dio infatti non ha un aspetto esterno, si dice che è il calco/impronta dell’hypo-stasis, cioè di ciò che sta sotto, la sos-stanza di Dio. (hypo-stasis =sub-stare) . Stessa parola!



E allora? Che Dio non ha un aspetto esterno è ovvio, ma Paolo non dice che Gesù “è” la sostanza di Dio oppure “ha” la sostanza di Dio piuttosto dice che ne è l’impronta. L’impronta è vuota, non possiede la sostanza dell’oggetto che l’ha impressa, al massimo ne riproduce il carattere così come Gesù è l’immagine di colui che non si può vedere.

Siamo di fronte a termini che nulla hanno di trinitario. L’uomo stesso è fatto ad “immagine di Dio”, Dio ovviamente non ha un aspetto esteriore, come nel caso di Cristo ci si riferisce allora alle qualità divine che erano visibili in maniera perfetta in Cristo. Giovanni dice che Gesù ci “ha spiegato” Dio. Dio nuovo immagini che nulla hanno a che fare con concetti trinitari di unità di sostanza.


questa metafora desunta dalla teologia alessandrina del Logos esprime l’identità di natura tra il Padre e il Figlio e nello stesso tempo la distinzione delle persone



Non vedo come possiamo sostenere con tanta certezza che esista un collegamento con la “teologia alessandrina” del Logos, e poi che cosa si intende esattamente? Io non ci vedrei infatti identità di natura tra padre e figlio.

Se dovessimo trovare delle affinità linguistiche io le troverei di più nella Sapienza personificata (Sap. 7,25-26) che però non danno addito a grandi speculazioni trinitarie, con tutti i problemi cronologici che questo scritto ci pone.

Quindi risparmiaci la tua incompetenza in greco e filosofia antica.


Potrei chiederti la stessa cautela, infatti non mi pare che tutti i commentatori siano d’accordo nel sostenere che nel passo di Ebrei 1,4 venga stabilita una identità di sostanza tra Padre e Figlio. Anche la JB, che tu citi, per affermarlo si rifà ad un ipotetico riferimento alla dottrina alessandrina del “logos” (a cui in Ebrei però non si fa esplicito riferimento) a riprova che, di per se stesso, tale concetto non è presente nelle parole dell’autore della lettera ed ha bisogno della stampella alessandrina per essere letto in quel senso.

Ma chi ha mai negato la distinzione delle persone?


Qui non si distingue la persona del Padre e quella del Figlio, ma la persona del Figlio da quella di Dio Onnipotente. Il ruolo di Gesù è chiaramente subalterno, egli infatti siede alla destra della Maestà. Non possiede lui stesso questa maestà, ma ne è solo il riflesso, l'immagine, il calco.

Ovviamente nei TdG nulla di tutto ciò esiste, la letteratura piove dal cielo, si sottolinea la pappa e si ripete, punto


Questi OT sono demenziali e dimostrano chi sono, tra di noi, coloro disposti a dialogare con mente aperta e coloro che sono chiusi nelle loro posizioni. Se la “pappa” è buona non vedo perché rifiutarla in nome della confusione che regna tra i trinitari. Io l’ho messa in discussione (la mia pappa), delle volte mi chiedo se tu abbia fatto altrettanto. Personalmente io non ho mai inibito nessuno, ed in primo luogo me stesso, dalla ricerca libera e sincera della verità. Se poi non ci credi non è affar mio, omnia munda mundi.

Shalom
(Mario70)
00lunedì 16 ottobre 2006 16:16
Re:

Scritto da: barnabino 16/10/2006 1.44
Caro Polymetis,


Già siete politeisti, lo sappiamo



Continui a stupirmi la tua incompetenza che assume tratti di ossessività, nelle scritture ebraiche (compresi la LXX ed i Targum, e dunque non nel giudaismo pre-esilico) il termine theos era usato non solo in senso trascendente. Questo non ha nulla a che vedere con la presunta evoluzione teologica ipotizzata da alcuni critici, che tu mi sembra abbia sposato acriticamente.


infatti poly parlava degli anni in cui fu scritto il NT,
Ricordiamoci inoltre che theos è usato nei confronti del figlio in modo singolare come ad esempio il termine "monoghenes theos" (unigenito Dio o Dio unico generato) Gesù è chiamato "Ho theos moi" da Giovanni ed il rapporto con il padre è cosi intimo da usare parole singolari che abbiamo gia trattato in precedenza, per nessun uomo o angelo è mai stato usato un simile linguaggio.



Per i testimoni di Geova dunque Gesù non è “theos” nel senso di una “deità” (cosa che ci farebbe politeisti) ma è “theos” nello stesso senso in cui lo erano gli angeli (Gesù è il Logos il principale messaggero divino) o i mediatori tra Dio e gli uomini, come lo erano Mosè o altri esseri chiamati “theos” o “Geova” in quanto rappresentanti divini e non in quanto “theos” in senso ellenistico.


Gesù non è uno dei mediatori ma è l'unico mediatore, egli è Il mediatore, inoltre come gia detto theos è usato per Cristo in modo del tutto nuovo, Di nessun altro è mai stata fatta una cosa del genere e sinceramente paragonarlo a Mosè o agli angeli è una vera e propria bestemmia.
Ricordiamoci che gli è attribuito il titolo proprio che era del padre ossia "Signore", fino a giungere all'esclamazione di Paolo: "c'è per noi un solo Signore Gesu Cristo" Ma se pure il padre è chiamato Signore ed anche lo Spirito santo, allora come può egli essere l'unico Signore?
La trinità ortodossa ne ha spiegato il senso e voi?




Nei Targum si legge che gli angeli eccelsi erano “theoi” senza che per questo gli ebrei li confondessero con Geova o con gli dei.


Si vede che tralasci il libro di ebrei, gli angeli lo devono adorare e non sono certo generati dal padre ma creati da Cristo stesso insieme a tutte le cose, nè sono la sua impronta o hanno la pienezza della deità, ne tantomeno la morphè di Dio ecc...




Dio infatti non ha un aspetto esterno, si dice che è il calco/impronta dell’hypo-stasis, cioè di ciò che sta sotto, la sos-stanza di Dio. (hypo-stasis =sub-stare) . Stessa parola!



E allora? Che Dio non ha un aspetto esterno è ovvio, ma Paolo non dice che Gesù “è” la sostanza di Dio oppure “ha” la sostanza di Dio piuttosto dice che ne è l’impronta. L’impronta è vuota, non possiede la sostanza dell’oggetto che l’ha impressa, al massimo ne riproduce il carattere così come Gesù è l’immagine di colui che non si può vedere. Siamo di fronte a termini che nulla hanno di trinitario. L’uomo stesso è fatto ad “immagine di Dio”, Dio ovviamente non ha un aspetto esteriore, come nel caso di Cristo ci si riferisce allora alle qualità divine che erano visibili in maniera perfetta in Cristo. Giovanni dice che Gesù ci “ha spiegato” Dio. Dio nuovo immagini che nulla hanno a che fare con concetti trinitari di unità di sostanza.


Appunto vedi solo la parola "impronta" e tralasci il significato di "hypostasis" basta leggerti per vedere come ti arrampichi sugli specchi pur di non ammettere l'evidenza, l'uomo non è certo l'ypostasis del padre o di Dio, ma semplicemente l'immagine, il che è ben diverso dalle parole usate per Cristo che ne fanno il creatore di ogni cosa.

Shalom a te

barnabino
00martedì 17 ottobre 2006 00:29
Rispondo a queste obiezioni che sono i classici argomenti apologetici trinitari che non provano nulla, vedo che la discusssione si accentra sulla deità di Gesù, mentre Eupeptico parlava esplicitamente di trinita, ovvero tre persone in una sostanza. Dove è mai affermato questo concetto trinitario nella sola scriptura? qui si continua a giovare su due o tre versetti perdendo di vista il contesto globale.


infatti poly parlava degli anni in cui fu scritto il NT,



A me risulta che quando fu scritto il NT si usava la LXX che per altro non era un documento preesilico ma piuttosto recente. Anche in Filone solo "ho theos" indicava espressamente Dio Onnipotente. Nella LXX era normale riferirsi ad angeli, rappresentanti divini e giudici con il titolo theos. Non vedo perchè trovare strano che Gesù, quale Logos o principale messaggero divino, sia chiamato theos per almeno due volte.

Ti ricordo il rasoio di Occam, se esiste una soluzione semplice non ha senso cercarne una complicata, complicata al punto di richiedere 300 anni di speculazioni filosofiche molto lontane dalla comune comprensione, anche del tempo.


theos è usato nei confronti del figlio in modo singolare come ad esempio il termine "monoghenes theos" (unigenito Dio o Dio unico generato)



Dio unico generato? Ma dove ha mai letto che monogenes derivi da monos-gennaw? A me risulta che anche a livello etimologico derivi da monos-genos, "unico" o se ci rifacciamo al senso che aveva nella LXX il "più amato". In Ebrei 11,17 Isacco è detto "monogenes" benchè non fosse realmente figlio unico, ma nel senso che era "unico" per Dio, il più amato.

Come vedi nulla che ci faccia pensare a condivizioni di natura. Se leggiamo le scritture "trinitarie" nel loro contentesto (ovvero quello di un Gesù messia e figlio di Dio in senso ebraico) non vi è nessun mistero, ma solo svelamento ed improvvisa chiarezza, tutti i tasselli tornano al loro posto.


Di nessun altro è mai stata fatta una cosa del genere e sinceramente paragonarlo a Mosè o agli angeli è una vera e propria bestemmia



Nessuno mette in dubbio che gesù sia speciale quale figlio primogenito. Ma questo non vedo come possa farci pensare che sia Geova o che condivida la sostanza divina di Dio. Qui siamo nel campo della pura fantasia.

Circa la bestemmia di paragonare Mosè a Gesù essa fu pronunciata da Pietro. Mosè disse:

"Susciterò per loro di mezzo ai loro fratelli un profeta come te; e in realtà metterò le mie parole nella sua bocca, ed egli certamente pronuncerà loro tutto ciò che io gli comanderò" (De 18:18,19)

E nel citare questo passo in Atti 3 Pietro non ha dubbi nell'affermare che "il profeta come Mosè" era Gesù stesso. Inoltre come Mosè fu il mediatore del Patto fra Dio e israele Gesù fu il Mediatore del nuovo Patto fra Dio e la "nazione santa" (1Pt 2:9; Gal 6:16; Eso 19:3-9; Lu 22:20; Eb 8:6; 9:15) ma ci sono tantissimi altri paralleli. Insomma, non mi pare davvero un paragone spericolato ne tanto meno bestemmiatorio.


se pure il padre è chiamato Signore ed anche lo Spirito santo, allora come può egli essere l'unico Signore?



Per quello ci sono anche altri che sono tranquillamente chiamati Signore, alcuni erano signori relativamente alla moglie, alla famiglia o alla nazione. Dunque anche se Paolo dice che c'è "un solo signore" evidentemente era relativo ad una certo contesto. Lo stesso passo dice anche che vi è "un solo battesimo" quando in realtà nel NT Paolo stesso fa riferimento a più tipi di battesimo. A me pare che siamo talmente nell'ovvio che mi stupisco che tu stia qui a propormi argomenti puramente apologetici.

Piuttosto mi pare assurdo che tu non veda quel "vi è un solo Dio, il Padre" dove è usata esplicitamente l'espressione heis Theòs inequivocabilmente la massima e più chiara confessione di monoteismo applicata non a Gesù ma unicamente al Padre.


Si vede che tralasci il libro di ebrei, gli angeli lo devono adorare



Non vedo dove lo leggi, proskynew è usato centinaia di volte per il semplice rendere omaggio ad un personaggio importante, per esempio ad un fratello maggiore o un re, non è un caso che dove il versetto di Ebrei che invita gli angeli a rendere omaggio a Gesù il contesto è quello della sua unzione, o generazione, a re messianico. Più che normale invitarli a rendere omaggio ad un personaggio di lignaggio regale, il primogenito figlio di Dio.


non sono certo generati dal padre ma creati da Cristo stesso insieme a tutte le cose, nè sono la sua impronta o hanno la pienezza della deità, ne tantomeno la morphè di Dio ecc...



Che gli angeli siano inferiori a Gesù è indubbio. Egli è il "primogenito" della creazione sia in senso temporale che di eccellenza, egli è l'Arcangelo, l'immagine [eikon] di Dio, di cui possiede la morphè [somiglianza esteriore] l'impronta (fatta di vuoto) della sua realtà, ma non certo la "sostanza". Da nessuna espressioni di quelle che hai citato si può dedurre in qualche modo che Gesù condivida la stessa "sostanza" di Dio.


Appunto vedi solo la parola "impronta" e tralasci il significato di "hypostasis"



Perchè? secondo te Paolo qui usava hypostasis nello stesso senso che le venne attribuita al concilio di Nicea? Io leggo che potrebbe indicherebbe la "realtà intelligibile" o la "realtà" di Dio. In Gesù sarebbe visibile la realtà inteligibile di Dio.

Ma in ogni caso il rapporto tra Gesù e Dio è per Paolo quello tra il sigillo (Dio) e la sua impronta (Gesù). Da quando in qua sigillo e impronta condividono la stessa sostanza?

Shalom

Apologeta
00martedì 17 ottobre 2006 23:07
Re:

Scritto da: Teodoro Studita 16/10/2006 11.21
Il fatto che io abbia anche una laurea in odontoiatria e varie specializzazioni in ambito chirurgico non vedo come possa inficiare il mio cursus accademico in codicologia. Sarei stato più competente di costui anche senza le due lauree, visto che ho fatto il liceo classico dove (almeno ai tempi) il greco si studiava.



Ritengo che la logica obblighi ciascun critico ad esprimersi solo dopo aver conosciuto l'oggetto della critica, altrimenti, qualunque ragionamento potrebbe essere motivato da pregiudizio, piuttosto che dall'obbiettività.
Perchè dnq non provate a leggere questo studio analitico fatto sia pur da un pinco pallino qualunque, ma il cui lavoro d'essere conosciuto prima di aprir bocca per esprimere una qualunque critica, sia essa pro o contro?
Personalmente sto finendo di leggerlo -(l'avevo ordinato un mese fa, e l'ho ricevuto solo da pochissimi giorni)- e devo dire che il suo contenuto è davvero interessante. Molte delle riflessioni e conclusioni a cui arriva l'autore, le ho trovate intelligenti e coerenti.
Inviterei pertanto a leggere anche voi questo libro, dopo di che lo si potrà discutere insieme. yhuj

[SM=g27988]

jwfelix
00martedì 17 ottobre 2006 23:50
Re: Re:


Scritto da: Apologeta 17/10/2006 23.07

Ritengo che la logica obblighi ciascun critico ad esprimersi solo dopo aver conosciuto l'oggetto della critica, altrimenti, qualunque ragionamento potrebbe essere motivato da pregiudizio, piuttosto che dall'obbiettività.
Perchè dnq non provate a leggere questo studio analitico fatto sia pur da un pinco pallino qualunque, ma il cui lavoro d'essere conosciuto prima di aprir bocca per esprimere una qualunque critica, sia essa pro o contro?





Ciao Apologeta,

è un vero piacere risentirti.
Purtroppo quello che dici tu non fa parte dello stile e della cultura di Teodoro.
Non parliamo poi di logica.
Ricordati che qui prima si critica e poi si continua a criticare senza aver letto niente.

Sorry,

Felix


barnabino
00mercoledì 18 ottobre 2006 16:25
Caro Apologeta,

Anche io ho letto il saggio di Siracusa e mi pare adeguato al taglio (che non voleva essere certo storico-filologico) che l'autore gli ha dato.

Mi pare comunque pessima l'abitudine di stroncare un'opera senza neppure averla letta facendo solo generici riferimenti alle credenziali dell'autore che, per quanto ne sappiamo, potrebbe come Teodoro, essere uno studente alla Sapienza.

Shalom

In tutti i casi si continua ad andare OT:

1. Nessuno ha ancora detto quale debba essere la base comune su cui discutere (sola scriptura, padri, padri fino a che anno?)

2. Nessuno ha ancora detto dove l'idea della trinità "tre persone che condividono una sostanza" sia presente nella sola scriptura.

Ci si balocca con la "divinità" di Gesù oppure con gli insulti verso i TdG ma non si arriva la nocciolo della questione. Indicativo, non credete?

Shalom [SM=g27998]

[Modificato da barnabino 18/10/2006 16.27]

=Siegil=
00giovedì 19 ottobre 2006 11:49
Ciao a tutti, mi aggiungo anche io a questa interessante discussione, se non vi dispiace.

"Nella LXX era normale riferirsi ad angeli, rappresentanti divini e giudici con il titolo theos. Non vedo perchè trovare strano che Gesù, quale Logos o principale messaggero divino, sia chiamato theos per almeno due volte."

Credo che tu stia tralasciando una cosa, e cioè che nella fase più antica dell'ebraismo, con il titolo elohim (tradotto con theos) si definivano gli esseri potenti in generale, quindi anche rappresentanti divini e giudici. Ma a mano a mano il termine è andato ad indicare solo Dio (Isaia dice infatti "non ci sono dei al di fuori di me").

"Dio unico generato? Ma dove ha mai letto che monogenes derivi da monos-gennaw? A me risulta che anche a livello etimologico derivi da monos-genos, "unico""

Interessante questa questione su monos-gennaw e monos-genes.. potresti spiegarmi meglio cosa vuol dire monos-gennaw e la differenza con monos-genes? Te ne sarei grato. Comunque se monogenes significa unico allora monogenes theos vuol dire unico Dio... mi sembra che questo vada a favore della trinità e non contro...

"Per quello ci sono anche altri che sono tranquillamente chiamati Signore, alcuni erano signori relativamente alla moglie, alla famiglia o alla nazione. Dunque anche se Paolo dice che c'è "un solo signore" evidentemente era relativo ad una certo contesto."

Si però in questo caso il contesto è lo stesso, ovvero in quel passo, all'interno dello stesso contesto, viene detto sia che il padre è l'unico Dio, sia che il figlio è l'unico Signore.

"Perchè? secondo te Paolo qui usava hypostasis nello stesso senso che le venne attribuita al concilio di Nicea? Io leggo che potrebbe indicherebbe la "realtà intelligibile" o la "realtà" di Dio. In Gesù sarebbe visibile la realtà inteligibile di Dio."

Questa è una tua interpretazione, ma hypostasis vuol dire sostanza, e sostanza è l'intima essenza intrinseca di un qualcosa.

"Ma in ogni caso il rapporto tra Gesù e Dio è per Paolo quello tra il sigillo (Dio) e la sua impronta (Gesù). Da quando in qua sigillo e impronta condividono la stessa sostanza?"

Se prendo del pongo e ci imprimo una biglia, un pezzo di pongo avrà la forma della biglia, ma i due non avranno certo la stessa sostanza: una sarà di vetro e una di pongo. Se voglio descrivere questo posso dire: Un pezzo di pongo è riproduzione della forma della biglia (= stessa forma). Se faccio una statua di un uomo, la statua avrà la stessa immagine e forma dell'uomo, ma i due avranno diversa sostanza. Se voglio descrivere questo dico: La statua è riproduzione della forma e dell'immagine dell'uomo (= stessa forma, stessa immagine). Ma di Gesù di dice non che egli riproduce la sostanza o l'immagine di Dio, ma si dice che è riproduzione dell'hypostasis (=stessa sostanza).
barnabino
00giovedì 19 ottobre 2006 16:37
Caro Siegil,


Credo che tu stia tralasciando una cosa, e cioè che nella fase più antica dell'ebraismo, con il titolo elohim (tradotto con theos) si definivano gli esseri potenti in generale



Mi pare di aver già risposto a questa obiezione, infatti la LXX venne realizzata al più presto nel II-III secolo prima di Cristo e non si fa problemi a rendere con "theos" il termine theos (senza articolo) anche quando a riferito ad angeli e altri esseri. Lo stesso Filone, nel I secolo, usa theos per definire Mosè ed il Logos quali rappresentanti e mediatori divini, ovviamente non identificandoli con l'Iddio Onnipotente che egli definisce specificamente ho theos. Il fatto che la LXX mantenga la distinzione tra "theos" e "ho theos" indica che essa era chiaramente compresa dai lettori.


Ma a mano a mano il termine è andato ad indicare solo Dio (Isaia dice infatti "non ci sono dei al di fuori di me")



La frase "non c'è altro Dio all'infuori di me" non è una novità di Isaia ma si trova anche in Deuteronomio e se pure Isaia la usa lo stesso profeta definice il re messianico come ’El Gibbòhr ovvero "dio potente" dimostrando che non aveva problemi ad usarlo, limitato al suo senso secolare, ad altro esseri genericamente potenti.

Questo perchè 'elohim nel senso di giudice, angelo o re messianico non indica un essere trascendente in concorrenza con YHWH ma semplicemente un essere potente, secondo la radice della parola, o un rappresentante divino.


potresti spiegarmi meglio cosa vuol dire monos-gennaw e la differenza con monos-genes?



Monos-genes indica solo che Gesù è "figlio unico", l'unico del suo tipo (e dunque non assimilabile a Dio Onnipotente)oppure il più "amato" secondo il senso che spesso questo termine ha nella LXX. Se invece derivasse da monos-gennaw indicherebbe che Gesù è il "solo generato" da Dio (tuuti glialtri sono creati). Etimologicamente genes indica "specie, tipo" mentre gennaw indica "generare".


all'interno dello stesso contesto, viene detto sia che il padre è l'unico Dio, sia che il figlio è l'unico Signore



E allora? Il Padre è l'unico Di in relazione ai molti detti dei, il Figlio è Signore in relazione ai molti detti Signori. E' ovvio nelle scritture che Dio (YHWH) è il Signore del Signore Gesù (vedi Salmo 110,1) e che a sua volta Gesù è da lui investito dell'autorità come Signore su coloro che sono Signori.

Leggi poi il passo alla luce di I Timoteo 6,15:

"Questo il felice e solo Potentato [nel contesto Gesù] mostrerà nei propri tempi fissati, il Re di quelli che governano come re e Signore di quelli che governano come signori"

Come vedi per Paolo la Signoria di Gesù è relativa ad un ambito di autorità e non a quella assoluta dell'Iddio Onnipotente.

In Efesini Paolo ribadisce il concetto 4,5-6: "un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo; un solo Dio e Padre di tutti, che è sopra tutti e mediante tutti e in tutti"

Paolo è chiaro: solo il Padre è heis Theòs traduzione di ’Elohìm ’echàdh che nelle scritture indica l'esclusività dell'unico Dio e che non viene mai usato a proposito di Gesù.


Questa è una tua interpretazione, ma hypostasis vuol dire sostanza, e sostanza è l'intima essenza intrinseca di un qualcosa.



Anche questa è una tua interpretazione, il termine ha molti significati, letteralmente indica solo "sostrato, quello che sta sotto". Quello che tu dai è un significato filosofico, presente ma non certo l'unico o il più consueto. Diciamo che delle 5 volte in cui hypostasis compare nel NT (puoi controllare le altre 2 occorrenze di Eberi) e le 20 volte nella LXX non mi pare che abbia un significato metafisico di sostanza in senso trinitario. In un dizionario biblico io leggo: "base, fondamento, supporto, sostegno, pegno, possesso, sedimento, realizzazione, esistenza, realtà, proposito". Insomma ne abbiamo di che sbizzarirci.

Ma anche se avesse il senso da te descritto di "intima essenza" qui Paolo non dice che essa apparteneva anche a Gesù o che la condividesse con Dio, dice solo che Egli ne era "l'impronta" (immagine/riflesso) cioè il calco "vuoto" e non "pieno", diverso come diversa è la sostanza del sigillo e quella dell'orma che lascia sulla creta.


Ma di Gesù di dice non che egli riproduce la sostanza o l'immagine di Dio, ma si dice che è riproduzione dell'hypostasis



Questo è ovvio, nessun uomo ha mai visto Dio dunque in nessun caso Gesù può essere l'immagine in senso "letterale"! Ma se noti anche di Adamo viene detto che è fatto "ad immagine di Dio" (come di Gesù è detto che è l'immagine del Padre) senza che questo implichi nessuna identità di sostanza.

In Giovanni è detto che Gesù "è colui che ha spiegato" il Padre e il Luca si dice che "nessuno conosce pienamente il Padre eccetto il Figlio". Gesù ci ha mostrato la sostanza del Padre, in particolare le sue qualità, come quella dell'amore (Dio è amore!) ma questo non vedo cosa posso sostenere la tesi di una condivisione di sostenze in senso trinitario!

In tutti i casi, torno a ripetere, qui vi accentrate sulla divinità di Cristo, mentre Eupeptico chiedeva della trinità. Che Gesù fosse la rappresentazione dell'essere di Dio sono d'accordo anche i TdG ma non ci vedo nulla di trinitario, non vedo ricordate tre persone che condividono la stessa sostanza dovina!

Shalom
(Mario70)
00giovedì 19 ottobre 2006 18:45
Re:

Scritto da: =Siegil= 19/10/2006 11.49
Ciao a tutti, mi aggiungo anche io a questa interessante discussione, se non vi dispiace.

"Nella LXX era normale riferirsi ad angeli, rappresentanti divini e giudici con il titolo theos. Non vedo perchè trovare strano che Gesù, quale Logos o principale messaggero divino, sia chiamato theos per almeno due volte."

Credo che tu stia tralasciando una cosa, e cioè che nella fase più antica dell'ebraismo, con il titolo elohim (tradotto con theos) si definivano gli esseri potenti in generale, quindi anche rappresentanti divini e giudici. Ma a mano a mano il termine è andato ad indicare solo Dio (Isaia dice infatti "non ci sono dei al di fuori di me").

"Dio unico generato? Ma dove ha mai letto che monogenes derivi da monos-gennaw? A me risulta che anche a livello etimologico derivi da monos-genos, "unico""

Interessante questa questione su monos-gennaw e monos-genes.. potresti spiegarmi meglio cosa vuol dire monos-gennaw e la differenza con monos-genes? Te ne sarei grato. Comunque se monogenes significa unico allora monogenes theos vuol dire unico Dio... mi sembra che questo vada a favore della trinità e non contro...

"Per quello ci sono anche altri che sono tranquillamente chiamati Signore, alcuni erano signori relativamente alla moglie, alla famiglia o alla nazione. Dunque anche se Paolo dice che c'è "un solo signore" evidentemente era relativo ad una certo contesto."

Si però in questo caso il contesto è lo stesso, ovvero in quel passo, all'interno dello stesso contesto, viene detto sia che il padre è l'unico Dio, sia che il figlio è l'unico Signore.

"Perchè? secondo te Paolo qui usava hypostasis nello stesso senso che le venne attribuita al concilio di Nicea? Io leggo che potrebbe indicherebbe la "realtà intelligibile" o la "realtà" di Dio. In Gesù sarebbe visibile la realtà inteligibile di Dio."

Questa è una tua interpretazione, ma hypostasis vuol dire sostanza, e sostanza è l'intima essenza intrinseca di un qualcosa.

"Ma in ogni caso il rapporto tra Gesù e Dio è per Paolo quello tra il sigillo (Dio) e la sua impronta (Gesù). Da quando in qua sigillo e impronta condividono la stessa sostanza?"

Se prendo del pongo e ci imprimo una biglia, un pezzo di pongo avrà la forma della biglia, ma i due non avranno certo la stessa sostanza: una sarà di vetro e una di pongo. Se voglio descrivere questo posso dire: Un pezzo di pongo è riproduzione della forma della biglia (= stessa forma). Se faccio una statua di un uomo, la statua avrà la stessa immagine e forma dell'uomo, ma i due avranno diversa sostanza. Se voglio descrivere questo dico: La statua è riproduzione della forma e dell'immagine dell'uomo (= stessa forma, stessa immagine). Ma di Gesù di dice non che egli riproduce la sostanza o l'immagine di Dio, ma si dice che è riproduzione dell'hypostasis (=stessa sostanza).



Con barnabino è una battaglia persa in partenza, non ragiona ma ripete sempre le stesse cose anche davanti all'evidenza.
Tutte le traduzioni esistenti al mondo hanno tradotto "monoghenes theos" come l'unigenito Dio, tutti i dizionari biblici spiegano che si tratta del fatto che è l'unico Figlio di Dio, l'unico ad essere generato da Dio e lui tergiversa con traduzioni tipo "piu amato" ecc... anche le traduzioni inglesi riportano "only begotten" da to beget = generare, ma che vuoi... è interessante notare che se è l'unico figlio di Dio è ovvio che abbia condivisione di natura col padre, ovvio per tutti ma non per lui!

il verso 14 di Giovanni lo chiarisce:

LND GIOVANNI 1:14 E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria dell' unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità.

Stai attento perchè le bibbie si sono dimenticate di mettere tra quadre la frase "gloria dell' unigenito [in quanto creato direttamente da Geova] proceduto dal padre."

come se nel testo ci fosse stato monoktisew "unico creato"

LND Giovanni 3:16 Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

LND 1 Giovanni 4:9 In questo si è manifestato l' amore di Dio verso di noi, che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi vivessimo per mezzo di lui.

LND Giovanni 3:18 Chi crede in lui non è condannato ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell' unigenito Figlio di Dio.

Ma anche qui si tratta di unico creato... insomma qualsiasi scrittura citi non serve a niente.

Dio padre, se genera, non puo far altro che generare un Dio come lui, ecco perchè Gesù è chiamato "unigenito Dio", ma non essendoci lo spazio nella dimensione divina, Cristo è uno nella sostanza col padre, non essendoci il tempo, egli è generato dall'eternità, ma queste cose sono filosofie pagane quindi non possono essere accettate.
Ciao Mario
barnabino
00giovedì 19 ottobre 2006 21:55
Caro Mario,


non ragiona ma ripete sempre le stesse cose anche davanti all'evidenza



Potrei dire lo stesso dei trinitari, ma vorrei evitare commenti non pertinenti e puramente soggettivi che poco aggiungono alla discussione. Soprattutto trovo molto antipatici i tuoi commenti basati sulla convinzione che il sottoscritto parta prevenuto o difenda certe letture per partito preso. Ti posso assicurare che non è così, la mia ricerca onora la verità storica e filologica e, come vedi, se sono qui a discuterne con te vuol dire che non si tratta di una posizione rigidamente dogmatica.


Tutte le traduzioni esistenti al mondo hanno tradotto "monoghenes theos" come l'unigenito Dio



Io non direi proprio, la CEI traduce con "unigenito figlio" e così la TILC e la Nuova Diodati. Come vedi non esiste questo consensus universale di cui parli. Per altro anche la TNM traduce senza problemi "unigenito dio", non mi pare che sia quello il problema, il problema è il significato da attibuire ad "unigenito".


tutti i dizionari biblici spiegano che si tratta del fatto che è l'unico Figlio di Dio, l'unico ad essere generato da Dio



Che specie di dizionari biblici consulti? A me risulta il contrario. Fammi sapere chi sostiene che monogenes indichi "l'unico ad essere generato" perchè mi giunge nuovo un consensus in questo senso. Lo Zerwick dice che l'etimologia è "monos + genos" e anche il Fitzmyer, nel DENT, lo fa derivare da monos-genos (e non da monos-gennao). Il Kittel nel GLNT dice che "è usato anche più liberamente, senza riferimento alla discendenza, per cui vuol dire unico nel suo genere, senza pari. Ma va rilevato che ‘unico nel suo genere’ non significa unico nella sua specie, o classe, ma unico nel modo di essere”. Nella nota del DENT su Giovanni 1,18 in particolare è detto:

"In questo modo [l'uso che ne fa Epifanio di Salamina tra IV e V secolo] il possibile significato di "unico nato" assunse una ulteriore seriore sfumatura: unico generato - una sfumatura che l'originale tasto di Gv. difficilmente ammette"

Insomma, a me il quadro appare un pò più variegato di come lo hai presentato tu, per questo mi sono permesso di dubitare che sia solo io quello irragionevole in questa discussione.


Dio padre, se genera, non puo far altro che generare un Dio come lui, ecco perchè Gesù è chiamato "unigenito Dio"



Sarebbe da capire dove leggi che Dio "genera" Gesù e che senso vi attribuisci. Dio infatti genera anche le montagne ed i colli, senza che siano "Dio da Dio". Padre ha un senso molti ampio nelle scritture.

Come hai letto nei dizionari che ti ho mostrato monogenes indica solo "unigenito" o l'unico e non "unico generato". Gli angeli sono detti "figli di Dio" ma non per questo sono stati "generati" in senso trinitario, piuttosto sono figli in quanto creati da Dio.

Per altro gli angeli sono detti "theoi" e dunque mi pare del tutto plausibile che come unico angelo (o theos) di cui Dio si servì per portare all'esistenza le altre creature sia definito da Giovanni "unigenito dio".


queste cose sono filosofie pagane quindi non possono essere accettate



Se sono pagane o meno non posso dirtelo, il fatto è che non se ne trova traccia nella sola scriptura. Ammesso di accettarla come solo punto in comune.

Di fatto vi continuate a soffermare sulla divinità di Cristo eludendo la domanda principale: dove è affermata la trinità (TRE persone e non DUE) che condividono la stessa sostanza?

In giovanni 1,18 si stabilisce che Gesù un "figlio di Dio" unico nel suo genere. Bene, ero d'accordo con questo fin dall'inizio della discussione, ma io chiedo dove si parla di tre persone in una sostanza? Qui non vedo concetti di questo tipo.

Shalom

[Modificato da barnabino 19/10/2006 21.59]

Polymetis
00venerdì 20 ottobre 2006 02:40
Barnabino non ha capito nulla di quello che gli ho detto. Se io immergo la mia faccia nel gesso perché ho intenzione di farmi fare una statua l’impronta che lascia la mia faccia non sono io, allo stesso modo se il mio piede lascia un’impronta sulla sabbia quell’orma non è il mio piede. Tutto ciò è corretto perché qui si sta parlando di cose che hanno una forma esterna, un involucro, e dunque l’impronta è il calco dell’esterno. Ma qui si dice che ciò che viene riprodotto è l’hypostasis di Dio, il “ciò che sta sotto” di Dio, l’ essenza ecc. ciò che fa di qualcosa quello che è.
Qual è l’essenza del cane? L’essere cane. Qui la BJ dice che si afferma l’identità di natura proprio perché è la sostanza ad essere riprodotta, la natura di Dio. Il termine è “calco” è un termine tecnico di quella che noi oggi definiremmo la zecca, indica solitamente la riproduzione esatta di un sigillo o di un’immagine su una moneta. Non ha senso dire che l’orma di qualcosa non è quella cosa, perché questo discorso primitivo ha senso solo quando non si fa il calco dell’essenza di qualcosa ma bensì il della sua esteriorità. La riproduzione della sostanza non può essere che un’altra sostanza, perché la sostanza, ciò che sta sotto, non ha un aspetto esteriore che possa essere riprodotto con un altro. Sostanza è ciò che rende qualcosa ciò che è, se la si voglia chiamare la realtà intima di quest’essere o la sua natura è indifferente. Solo un paio di note. Morphe nel passo di Filippesi che aveva in mente Mario e che ha citato a Barnaba non ha nulla a che fare con la forma intesa nel senso di forma esteriore, anche perché Dio non ha questo genere di forma, non ha confini, non ha un esterno che lo delimiti e che gli dia una “forma” nel senso moderno del termine.
A proposito di morphe in Filippesi sentiamo Bultmann:


Idem per tutte le altre obiezioni che ha fatto Barnabino a Mario e che abbiamo già smontato nel corso degli anni, ad esempio abbiamo ripetuto per mille volte che proskyneo non indica tanto l’adorare o il venerare, che è disputa inutile, bensì un atteggiamento esterno, la proskynesis è il prostrarsi a terra, cosa che i TdG non fanno mai pensando a Gesù, è certo un “rendere omaggio”, ma è un rendere omaggio fatto prostrandosi faccia a terra, perché tale venerazione esigevano i monarchi orientali, e il seguito anche Alessandro Magno, motivo per cui subì una rivolta dei suoi principi che della parola “proskynesis” da veri uomini greci neppure volevano sentir parlare. Inoltre s’è già detto che quella è una frase dell’AT che parla dell’adorazione a YHWH, dunque è chiaro cosa significhi. Idem per la storiella giudaizzante del fatto che theos e Signore è usato anche per altri, Paolo infatti specifica che ci sono molti “cosiddetti Signori”, ma per noi c’è un solo Signore. Ecc. Siamo stanchi (specie alle 2.30 del mattino!).
Quanto alla questione se si stia evadendo o meno la domanda di Eupetico da parte mia posso dire che vi ho già risposto, o sbaglio?
Teodoro Studita
00venerdì 20 ottobre 2006 10:40
Permettetemi una piccola parentesi sulla citazione di Bultmann.

Secondo me ci sono buone ragioni per pensare che i campi semantici di Schema e morphè siano meno contigui di quanto sia stato detto. Bultmann stesso alla fine del paragrafo riferisce per onestà che il teorema non torna sempre, e che se è sempre vero che morphé indica la "modalità di esistenza", lo Schema a volte indica appunto uno "schema esteriore", che è secondo me l'accezione più propria. In quest'ottica la differenza tra "metamorfosi" e "metaschematismo" diventa sostanziale.
Se l'argomento vi interessa apro un thread in sez. biblistica.
Cordialità,
barnabino
00venerdì 20 ottobre 2006 14:13
Caro Polymetis,

Ti ripeto, il tuo argoemnto è del tutto ininfluente. Dio non ha "forma" e lo sappiamo benissimo ma l'uomo è fatto a "sua immagine". Questo non significa che Adamo riproduca la "sostanza" divina condividendola con Lui. Semplicemente Adamo era la rappresentazione visibile delle sue qualità, in particolare l'amore.

Paolo spiega che anche la creazione "ci fa vedere Dio" perchè "le sue invisibili [qualità], perfino la sua sempiterna potenza e Divinità [theiotes], si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché si comprendono dalle cose fatte, così che sono inescusabili".


l’hypostasis di Dio, il “ciò che sta sotto” di Dio, l’ essenza ecc. ciò che fa di qualcosa quello che è



Non vedo perchè tra i tanti significati di hypostasis devi proprio scegliere questo e dilatarlo ad unico possibile, Paolo non lo usa mai in quel senso ma semmai nel sensi di "essere" o "realtà".

questo discorso primitivo ha senso solo quando non si fa il calco dell’essenza di qualcosa ma bensì il della sua esteriorità



Non si tratta di "esteriorità" ma di "realtà intelligibile". Gesù è semplicemente l'impronta della realtà divina, egli ci ha "spiegato" come è Dio in termini inteliggibili. Bultmann mi pare che non vada oltre questo.


non ha nulla a che fare con la forma intesa nel senso di forma esteriore, anche perché Dio non ha questo genere di forma



Di nuovo, non vedo cosa c'entri, è ovvio in tutte le scruttire che Dio non ha una forma visibile. La forma "estriore" indica quello che di Dio è intelligibilemente percepibile, ovvero le sue qualità che sono resi visibili nella vita del Cristo. Il DENT dice chiaramente che "L'equiparazione tra morphè ed ousia è attestata solo nell'esegesi patristica"


proskynesis è il prostrarsi a terra, cosa che i TdG non fanno mai pensando a Gesù



E a te chi lo ha detto? I testimoni di Geova non hanno alcun problema a prostrarsi a terra davanti ad un re o a Cristo se fosse presente. Ed sssi rendono omaggio a lui con cantici, lodi e nelle preghiere rivolte a Dio. Se Gesù fosse qui non avrei problema a rendergli omaggio con un inchino ed un bacio. Egli sia lodato per sempre!

Semplicemente non lo adoriamo come Dio ma come il nostro Re e Sovrano Signore, in tutta la LXX tale termone era inteso e usato in quel modo, non abbiamo ragione di credere che i lettori dell'AT pensasassero che i fratelli adorassero Giuseppe o il Re.


Idem per la storiella giudaizzante del fatto che theos e Signore è usato anche per altri, Paolo infatti specifica che ci sono molti “cosiddetti Signori”, ma per noi c’è un solo Signore. Ecc. Siamo stanchi (specie alle 2.30 del mattino!).



Si ma Paolo specifica anche che Gesù e "il solo Signore" relativamente ai signori terreni, come mostra il passo stesso e quello di I Timoteo citato. Paolo parla anche di "un solo battesimo" ma poi parla anche di altri "battesimi". Come vedi è assurdo applicare un termine in senso "assoluto" quando non vi è ragione di farlo.


Quanto alla questione se si stia evadendo o meno la domanda di Eupetico da parte mia posso dire che vi ho già risposto, o sbaglio?



Sbagli, per ora dici le solite quattro banalità trinitarie su cui vorresti costruire il solito castello di carte. Qui si chuedeva dove nella sola scriptura si afferma che TRE persone condividono UNA sostanza.

Shalom





=Siegil=
00venerdì 20 ottobre 2006 15:49
"Ti ripeto, il tuo argoemnto è del tutto ininfluente. Dio non ha "forma" e lo sappiamo benissimo ma l'uomo è fatto a "sua immagine". Questo non significa che Adamo riproduca la "sostanza" divina condividendola con Lui. Semplicemente Adamo era la rappresentazione visibile delle sue qualità, in particolare l'amore."

Perdonami ma non vedo il senso del discorso: se ci fosse scritto che Gesù è riproduzione dell'immagine di Dio allora potresti certo rispondere che noi siamo fatti ad immagine di Dio ma non abbiamo la stessa sostanza. Ma di Gesù non si dice che riproduce l'immagine, le qualità esteriori, l'amore, i sentimenti o altro ma si dice che riproduce la sostanza.

"E a te chi lo ha detto? I testimoni di Geova non hanno alcun problema a prostrarsi a terra davanti ad un re o a Cristo se fosse presente. Ed sssi rendono omaggio a lui con cantici, lodi e nelle preghiere rivolte a Dio. Se Gesù fosse qui non avrei problema a rendergli omaggio con un inchino ed un bacio. Egli sia lodato per sempre!"

Ok però il punto non è tanto il prstrarsi a terra, ma cosa significasse tale atto per i greci: la proskynesis era fatta verso i sovrani che volevano essere adorati e trattati come Dei. I greci, fieri della propria libertà, non si sarebbero mai prostrati a terra davanti a qualcuno solo per rendere un semplice omaggio, per quanto ne so.

Vorrei inoltre fare notare un paio di cose:

Chi può dire di se stesso di ESSERE "la vita"?
Chi può dire di se stesso di ESSERE "la verità"?
Chi può dire di se stesso di ESSERE "Il vivente"?
Chi può dire di se stesso di ESSERE "il primo e l'ultimo"?
Chi può dire di se stesso di ESSERE "la luce"?

Certamente solo Dio.

Per quanto riguarda la trinità, una volta che si afferma che il figlio è Dio, il padre è Dio, lo spirito santo è Dio, che essi sono persone distinte e infine che c'è un solo Dio (tutte cose queste deducibili dalla scrittura), non penso che ci sia altra scelta nell'affermare che l'unità deve stare nella sostanza.

PS: Anche se sto andando un po' OT, vorrei chiedere una cosa riguardo il termine theos: è vero che esso vuol dire anche autorità e giudice oltre che Dio, o è una balla?
andreiu2
00venerdì 20 ottobre 2006 17:40
Re:

Scritto da: =Siegil= 20/10/2006 15.49

PS: Anche se sto andando un po' OT, vorrei chiedere una cosa riguardo il termine theos: è vero che esso vuol dire anche autorità e giudice oltre che Dio, o è una balla?

.

Il sostantivo "theos" può significare Dio, la divinità, però bisogna vedere se ci troviamo nella LXX oppure nel NT. Questo perchè la LXX essendo la traduzione in greco dell'AT "theos" è la traduzione di "elohim" che nell'ebraico indica un essere potente o autorevole. Non così nel NT in cui si può osservare che i destinatari sono per lo più greci e perciò il significato di "theos" è ricondotto a Dio. Il contesto deve chiarire l'uso di "theos" ma è assurdo ricondurre il significato di theos in una mera rappresentanza divina, considerando l'uso di theos nel greco classico e neotestamentario.

barnabino
00venerdì 20 ottobre 2006 18:15
Caro Siegil,


Ma di Gesù non si dice che riproduce l'immagine, le qualità esteriori, l'amore, i sentimenti o altro ma si dice che riproduce la sostanza



Non vedo la differenza, per esempio secondo Giovanni "Dio è amore", così la sostanza o l'essere di Dio è l'amore. Non vedo come puoi sostenere che Paolo intendesse sostanza in senso trinitario. Ti ho mostrato come hypostasis non ha primariamente quel senso, nè la LXX nè lo stesso Paolo, perfino in ebrei, lo usano in quel senso! Non si vede perchè lo dovrebbe fare qui in un contesto nel quale si dice che Gesù è il "riflesso" della gloria di Dio e ce lo presenta come Figlio "generato" da Dio come Re Messianico. Siano dunque fuori da ogni contesto di possibile identità di sostanza in senso trinitario e dentro la concezione ebraica di Figlio di Dio, che poi in altri passi possa essere discutibile non ci interessa, qui si parla di Figlio in quel senso. Assurdo se poco prima si fosse affermato che Gesù condivideva la stesa sostanza con Dio!

Anche Colossesi ci parla di Gesù come dell'"immagine" di Dio, esattanente come Adamo era ad "immagine" di Dio. Nulla che ci faccia pensare a condivisioni trinitarie, tanto più che non si parla affatto di tre persone.

E' ovvio che se Paolo usa termini come "immagine, impronta, riflesso, forma" non ci vuol certo cominicare che Gesù aveva la stessa sostanza di Dio. Sarebbe quanto meno assurdo visto che aveva la possibilità di esprimerlo in termoni più epliciti. Tali immagini ovviamente indicano non una somiglianza "fisica" con Dio ma "spirituale". Dio, pur invisibile, è stato spiegato da Gesù che ce lo ha mostrato con il suo amore per il genere umano.


ma cosa significasse tale atto per i greci: la proskynesis era fatta verso i sovrani che volevano essere adorati e trattati come Dei



La lettera agli ebrei non è diretta ai greci che non avrebbero capito molto del complesso sistema giudaico e dei riferimenti che si fanno all'Antico Testamento, dunque non vedo perchè parlare di "greci" genericamente. Inoltre anche i "greci" (che per la maggior parte, secondo gli Atti) dovevano essere ebrei della diaspora conoscevano bene la LXX, definitivamente il loro testo di riferimento, anche per la lingua.

Ora, nella LXX proskuneo è usato centiniaia di volte per indicare il rendere omaggio a personaggi che non avevano certo pretese di "adorazione". Ci si prostra al re ma anche al padre, ai fratelli maggiori e davanti ai funzionari. Non vedo perchè Paolo non lo possa applicare a Gesù. Che termine doveva usare?L'atto di prostrarsi in se stesso non indica nulla di più che un atto di omaggio. Giovanni di prostra davanti a degli angeli, ma naturalmente non pensava di "adorarli" come dei.


I greci, fieri della propria libertà, non si sarebbero mai prostrati a terra davanti a qualcuno solo per rendere un semplice omaggio, per quanto ne so



Leggi di "greci" che si siano prostrato davanti a Gesù nei vangeli, o leggi di uomini che si prostrarono davanti a Gesù dopo la sua ascesa in cielo?


Chi può dire di se stesso di ESSERE "la vita"?
Chi può dire di se stesso di ESSERE "la verità"?
Chi può dire di se stesso di ESSERE "Il vivente"?
Chi può dire di se stesso di ESSERE "il primo e l'ultimo"?
Chi può dire di se stesso di ESSERE "la luce"?

Certamente solo Dio



Non mi pare. Perchè dici questo? Leggi bene i contesti da cui trai quelle scritture! Gesù è la vita in quanto al suo riscatto dobbiamo la vita. E' la verità poichè ci ha insegnato la verità sul Padre. Il vivente poichè risorto a vita eterna da suo Padre. Il primo e l'ultimo perchè il primo ad essere risorto dai morti a vita celeste e l'ultimo è lui a risorgere il resto dei morti. La luce perchè facendoci conoscere la verità di Dio ha adempiuto la profezia messianica di Isaia, luce per rimuovere il velo dalle nazioni.


non penso che ci sia altra scelta nell'affermare che l'unità deve stare nella sostanza



Non mi pare così ovvio, visto che ci vollero 300 anni, scomodare filosofi di ogni specie e lotte tra teologi ed imperatori di pareri opposti. Ario e gli altri non erano certo degli ignoranti o dei miscredenti. Se per te è questa è ovvietà!

Che poi Gesù o lo spirito siano "Dio" nel senso di "Dio Onnipotente" non mi pare che sia dimostrato, io quei passi li leggo senza difficoltà nel contesto dell'AT senza bisogni di tirare fuori sostanze e miscugli. Se sono comprensibili nel contesto di riferimento non vedo perchè leggerli in un contesto che richiede secoli di speculazioni. Si deve propendere per la lettura più semplice che è quella inserita nel contesto dell'AT.


vorrei chiedere una cosa riguardo il termine theos: è vero che esso vuol dire anche autorità e giudice oltre che Dio, o è una balla?



In molti passi della LXX theos è riferito agli angeli, a Mosè, ai giudici ed al re d'Israele o al suo discendente. In realtà è errato dire he "theos vuol dire" giudice o autorità. Piuttosto esso indica personaggi che rappresentano Dio in qualità di giudici, re, messaggeri o mediatori, come Gesù caricati di autorità o forza da Geova.

In certi casi era normale identificare un messaggero con il nome di colui che lo mandava, come se non ci fosse distinzione, per esempio nella Legge si dice di "portare qualcuno davanti a Geova" per intendere che si portava davanti ad un suo rappresentante, senza che per questo esso diventata "Dio Onnipotente", così come spesso gli angeli ed i profeti che parlano a nome di Dio lo fanno in prima persona, come se fosse Dio stesso a parlare.

Shalom
barnabino
00venerdì 20 ottobre 2006 18:31
Caro Andrea,


Non così nel NT in cui si può osservare che i destinatari sono per lo più greci e perciò il significato di "theos" è ricondotto a Dio



Affermazione opinabile, innanzi tutto la maggioro parte di "greci" erano inizialmente soprattutto ebrei della dispora e proseliti. Inltre secondo Rodney Stark il numero di cristiani intorno al 100 doveva essere di non oltre 35.000 persone.

In tutti i casi i "greci" erano educati non su testi pagani, la loro Bibbia era la LXX in cui theos è usato anche in senso non trascendente, certo le cose cambiarono dal 70 in poi, come dimostra la confusione che venne a crearsi.

Inoltre sia gli evangelisti che Paolo non mostrano di aver eliminato il loro "semitismo" per adottare terminologie diverse. Se i vangeli erano "destinati" ai greci è alquanto strano trovare espressioni del tutto incomprensibili a chi non era ebreo o non conosceva la LXX. Lo stesso vangelo di Giovanni è pieno di semitismi e riferimenti, linguistici e teologici, all'AT, per cui non vedo strano che possa descrivere il Figlio di Dio, il Logos preesistente, colui che ha speigato Dio con un termine che viene usato nell'AT per Mosè. E chiaro che nel NT l'unico essere che può fregiarsi di questo titolo è Gesù. Non a caso è usato solo in riferimenento a lui ed a nessun altro rappresentante terreno successivo.

Shalom
=Siegil=
00venerdì 20 ottobre 2006 19:13
Ma elohim vuol dire esseri potenti solo nella fase arcaica dell'ebraismo. Per quelli che scrivono il nuovo testamento elohim e quindi la sua traduzione theos possono voler dire solo vero dio o falso dio, ma in ogni caso vuol dire dio, non essere potente o rappresentante divino. Theos viene usato per rappresentanti divini nel vecchio testamento solo perchè hanno deciso di tradurre elohim con theos, ma elohim non aveva più lo stesso significato di secoli prima. Inoltre Gesù possiede la theotes, la deità, che lo rende per forza dio, o mi vuoi dire che theotes viene usato in senso metaforico... in lui risiede corporalmente tutta la pienezza della divinità! Più chiaro di così... inoltre tutto ciò che gli si chiederà nel suo nome egli lo farà, tutto ciò che il padre possiede (quindi anche il potere) egli lo possiede. Tutto ciò che fa il padre egli lo fa ugualmente. E poi senza di lui niente fu fatto di tutto il creato e ciò logicamente lo esclude dal creato. Viene chiamato ho theos in giovanni 20;28.
(Mario70)
00venerdì 20 ottobre 2006 20:16
Re:

Scritto da: barnabino 19/10/2006 21.55
Caro Mario,


non ragiona ma ripete sempre le stesse cose anche davanti all'evidenza



Potrei dire lo stesso dei trinitari, ma vorrei evitare commenti non pertinenti e puramente soggettivi che poco aggiungono alla discussione. Soprattutto trovo molto antipatici i tuoi commenti basati sulla convinzione che il sottoscritto parta prevenuto o difenda certe letture per partito preso. Ti posso assicurare che non è così, la mia ricerca onora la verità storica e filologica e, come vedi, se sono qui a discuterne con te vuol dire che non si tratta di una posizione rigidamente dogmatica.


Ok ti do per buono il fatto che parlando con me dimostri di non essere rigidamente e stupidamente ancorato al CD e questo ti fa onore, significa che a volte [SM=g27988] usi il cervello per conto tuo, detto questo però sei totalmente chiuso nella comprensione di determinate scritture e di termini che sono molto piu profondi del significato semplicistico che gli dai tu (o meglio che ne da il CD) ti invito perciò a digerire meglio quello che ti si dice cercando di andare oltre la difesa istantanea delle tue idee che precede ogni tua eventuale riflessione.



Tutte le traduzioni esistenti al mondo hanno tradotto "monoghenes theos" come l'unigenito Dio



Io non direi proprio, la CEI traduce con "unigenito figlio" e così la TILC e la Nuova Diodati.


Credevo di parlare con una persona che prendesse per scontato il fatto che esistano varianti testuali che hanno "figlio" invece di "Dio", ovviamente mi riferivo alle versioni che hanno accettato la variante piu probabile "Dio".



tutti i dizionari biblici spiegano che si tratta del fatto che è l'unico Figlio di Dio, l'unico ad essere generato da Dio



Che specie di dizionari biblici consulti? A me risulta il contrario. Fammi sapere chi sostiene che monogenes indichi "l'unico ad essere generato" perchè mi giunge nuovo un consensus in questo senso. Lo Zerwick dice che l'etimologia è "monos + genos" e anche il Fitzmyer, nel DENT, lo fa derivare da monos-genos (e non da monos-gennao). Il Kittel nel GLNT dice che "è usato anche più liberamente, senza riferimento alla discendenza, per cui vuol dire unico nel suo genere, senza pari. Ma va rilevato che ‘unico nel suo genere’ non significa unico nella sua specie, o classe, ma unico nel modo di essere”. Nella nota del DENT su Giovanni 1,18 in particolare è detto:

"In questo modo [l'uso che ne fa Epifanio di Salamina tra IV e V secolo] il possibile significato di "unico nato" assunse una ulteriore seriore sfumatura: unico generato - una sfumatura che l'originale tasto di Gv. difficilmente ammette"

Insomma, a me il quadro appare un pò più variegato di come lo hai presentato tu, per questo mi sono permesso di dubitare che sia solo io quello irragionevole in questa discussione.



Se dessimo a monoghenes solamente il significato di unico (certamente presente in monoghenes), dovremmo tradurre come ha fatto l'English standard version 2001:

"ESV John 1:18 No one has ever seen God; the only God, who is at the Father's side, he has made him known."

O come ha fatto la NAB:

"NAB John 1:18 No one has ever seen God. The only Son, God, who is at the Father's side, has revealed him."

e che dire della NIB?

"NIB, NIV John 1:18 No-one has ever seen God, but God the One and Only, who is at the Father's side, has made him known."

ancora:

"NEG John 1:18 Personne n'a jamais vu Dieu; Dieu le Fils unique, qui est dans le sein du Père, est celui qui l'a fait connaître."

La new living translation va oltre...

"NLT John 1:18 No one has ever seen God. But his only Son, who is himself God, is near to the Father's heart; he has told us about him."

Come vedi è molto meglio (per te) lasciare "unigenito" nel senso di unico generato invece di unico nel suo genere,
comunque eccoti i dizionari:

[Frieberg] monogenh,j, e,j of what is the only one of its kind of class unique; (1) an only child born to human parents one and only (LU 7.12; 8.42); substantivally only child (LU 9.3[SM=g27989]; (2) as a child born in a unique way; (a) used of God's Son Jesus only, only begotten; substantivally (JN 1.14);

[Liddle Scott] monogenhs
mono&genh,j, Ep. and Ion. mouno&genh,j, e,j, (gignomai) only-begotten, single, Hes., Hdt., etc.; mÅ ai-ma one and the same blood, Eur.

"[BDAG] monogenes... GV 1:18 where, beside the rdg. monogenhs Theos (considered by many the orig.) an only-begotten one, God (acc. to his real being; i.e. uniquely divine as God’s son and transcending all others alleged to be gods) or a uniquely begotten deity (for the perspective s. J 10:33-36), another rdg. o' monogenhes uios is found. MPol 20:2 in the doxology dia. paido.j auvtou/ tou/ monogenous Yesou/ Cristou/. Some (e.g. WBauer, Hdb.; JBulman, Calvin Theological Journal 16, ’81, 56-79; JDahms, NTS 29, ’83, 222-32) prefer to regard m. as somewhat heightened in mng. in J and 1J to only-begotten or begotten of the Only One, in view of the emphasis on gennastay ek Theou (J 1:13 al.); in this case it would be analogous to prwtotokos (Ro 8:29; Col 1:15 al.)"



Dio padre, se genera, non puo far altro che generare un Dio come lui, ecco perchè Gesù è chiamato "unigenito Dio"



Sarebbe da capire dove leggi che Dio "genera" Gesù e che senso vi attribuisci. Dio infatti genera anche le montagne ed i colli, senza che siano "Dio da Dio". Padre ha un senso molti ampio nelle scritture.



Questo è uno degli esempi di "non ragionamento", come detto piu volte non si possono prendere versi poetici di salmi di mille anni prima per provare che nel NT creare è sinonimo di generare, è filologicamente scorretto.



Come hai letto nei dizionari che ti ho mostrato monogenes indica solo "unigenito" o l'unico e non "unico generato". Gli angeli sono detti "figli di Dio" ma non per questo sono stati "generati" in senso trinitario, piuttosto sono figli in quanto creati da Dio.




Ti ho riportato troppe scritture che definiscono Cristo "L'unico figlio di Dio", la lèggi la parola unico? è inutile che mi citi gli angeli se Cristo è l'unico figlio, un motivo ci sarà se è chiamato cosi non credi? Gli angeli sono figli in un senso ben diverso, come lo siamo noi ad esempio.



In giovanni 1,18 si stabilisce che Gesù un "figlio di Dio" unico nel suo genere.


AAAAARRRGHH Gesù è l'unico figlio di Dio e l'unigenito Dio, non uno dei figli di Dio, sei scorretto a dire certe baggianate!

Polymetis
00venerdì 20 ottobre 2006 20:37
Per BArnabino

“Dio non ha "forma" e lo sappiamo benissimo”

Ma davvero? I tdG rifiutano l’onnipresenza di Dio, ma se non è onnipresente, cioè se si può dire di lui che è qui e non là, allora ad un certo punto dio “finisce”, ha un confine. Negare l’onnipresenza di Dio implica postulare la sua limitatezza, come noi siamo limitati da qual nostro involucro che si chiama pelle.

“ma l'uomo è fatto a "sua immagine".”

A immagine e somiglianza. Quel somiglianza attenua appunto lo scandalo.

“Questo non significa che Adamo riproduca la "sostanza" divina”

Io non ho basato l’idea che Cristi riproducesse la sostanza divina sul termine immagine, dunque è inutile che confuti un parere non mia.

“Non vedo perchè tra i tanti significati di hypostasis devi proprio scegliere questo e dilatarlo ad unico possibile, Paolo non lo usa mai in quel senso ma semmai nel sensi di "essere" o "realtà".”

Mi chiedo se parliamo la stessa lingua perché la sostanza è appunto l’essere di qualcosa, ciò che lo rende ciò che è. Il tuo essere è essere un uomo, l’essere di Fido è l’essere un cane. Sostanza non è un significato di hypostasis ma è hypostasis, stessa parola. Sub=hypo stantia=stasis. Il verbo istemi ha una radicale indoeuropeo (*sta/ste) con apofonia di seconda serie. Siccome la sostanza è ciò che sta sotto, il più profondo essere di qualcosa, questo termine rimanda alla stabilità e alla realitas di qualcosa, nel senso di res, il suo essere un qualcosa in quanto ha una determinata hypostasis. In realtà traduzioni come “essenza/essere/realtà” rendono tutte lo stesso concetto ma non hanno nulla a che fare col radicale, fatto slittare il campo semantico aprendono all’infinito.

“Non si tratta di "esteriorità" ma di "realtà intelligibile". Gesù è semplicemente l'impronta della realtà divina, egli ci ha "spiegato" come è Dio in termini inteliggibili.”

Mo chiedo ancora se parli un’altra lingua, perché realtà intelligibile è proprio il senso che voglio dargli io, giacché Filone usa hypostasis per indicare le realtà intelligibili (quelle che Platone chiamava Idee), contrapposte al nostro mondo di ombre che ne sono solo una copia. Infatti queste realtà intelligibili sono essere puro, Gesù è appunto la riproduzione non di un esteriorità ma dell’essere stesso di Dio. Dice il GLNT: “Si tratta di concetti teologici già fissati e non di espressioni metaforiche trovate al momento, come dimostrano soprattutto i paralleli che Filone offre al riguardo, particolarmente per charakter tes hypostaseos. Come in Filone, in Eb 1,4 hypostasis indica l’effettività della realtà trascendente, cioè di Dio, mentre, diversamente da questo attributo dell’essenza divina, a parola doxa esprime la sua possente maestà, il suo splendore, la sua magnificenza. Quale impronta (karachter) di questo essere (hypostasis), incompatibilmente reale in contrapposizione a tute le parvenze terrene(skia, ombra, in Filone), Cristo è la rivelazione assolutamente adeguata della realtà trascende di Dio.” (vol. XIV, pag. 740)
Penso sia chiaro dunque, Cristo è la rivelazione di Dio perché la riproduzione del suo essere può profondo, per questo può dire “chi vede me vede il Padre”, perché l’hypostasis dell’uno è la riproduzione di quella dell’altro. Non si tratta dunque di un mero spiegare a parole, ma dell’essere stesso che rimanda al Padre suo.

“La forma "estriore" indica quello che di Dio è intelligibilemente percepibile, ovvero le sue qualità che sono resi visibili nella vita del Cristo. Il DENT dice chiaramente che "L'equiparazione tra morphè ed ousia è attestata solo nell'esegesi patristica".”

Io non ho sostenuto l’equivalenza tra morphe e ousia, Bultmann parla di “modalità d’essere”, per questo la TOB traduce con “pur essendo nella condizione di Dio”, una resa splenditi. Inoltre è ovvio che Fil 2,6 non parla delle qualità di Dio rese visibili nella vita del Cristo, infatti si dice che era en morphe theou prima dell’incarnazione.

“E a te chi lo ha detto?”

Non sta nella vostra “liturgia” neppure l’inchino a Cristo, figurarsi la prostrazione.

“Si ma Paolo specifica anche che Gesù e "il solo Signore" relativamente ai signori terreni”

No. “in realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra, e difatti ci sono molti dei e molti signori, per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui. (1 Corinzi 8,5-6)

Dunque in cielo c’è un solo theos, alla faccia dei TdG e delle loro speculazioni con una teologia che era superata da secoli, e c’è un solo Sgnore.

“Paolo parla anche di "un solo battesimo" ma poi parla anche di altri "battesimi". Come vedi è assurdo applicare un termine in senso "assoluto" quando non vi è ragione di farlo.”

Che infatti non sono veri battesimi ma rientrano nella categoria dei cosiddetti battesimo, così come Zeus è un cosiddetto dio sebbene non lo sia. Il battesimo di Giovanni era dunque solo acqua, ma i cristiani non lo praticano più perché per noi c’è un solo battesimo, nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo.

“Sbagli”

Ma leggi bene? Nel mio post del 10/10 avevo scritto: “Nel NT non c'è la Trinità ma c'è la divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito. Sono due cose immensamente diverse. Il kerygma apostolico s'è trovato con una patata bollente, ossia da una parte predicare che si era monoteisti e dall'altra che anche Cristo era Dio. Entrambi questi dati sono presenti nel NT, ma come possano stare insieme questo la teologia l'ha elaborato nel corso dei secoli. Si può definire la trinità come una sistematizzazione dei dati biblici, quindi è corretto dire che essa non c'è nella Bibbia mentre è incorretto dire che non ci sono i fondamenti di tale dottrina.”

Più chiaro di così.

[Modificato da Polymetis 20/10/2006 20.39]

andreiu2
00venerdì 20 ottobre 2006 20:41
Re:
Caro Barnabino,


Affermazione opinabile, innanzi tutto la maggioro parte di "greci" erano inizialmente soprattutto ebrei della dispora e proseliti. Inltre secondo Rodney Stark il numero di cristiani intorno al 100 doveva essere di non oltre 35.000 persone.

.

Mi sa che di opinabile c'è solo il tuo pensiero. Se prendiamo ad esempio la chiesa di Corinto dove troviamo quel meraviglioso passo di 1 Co 8:6 che piace tanto, si ha un miscuglio di Giudei e Greci senza che si sappia quale gruppo sia il maggiore. Inoltre si sa che l'apostolo Paolo tiene sempre presente il contesto culturale nel quale si trovava la chiesa in questione ed il contesto ambientale. Perciò non puoi dire che i Giudei o gli ebrei della diaspora superavano il gruppo greco. Ma anche se l'avesse superato, non vedo il problema. Se considerando tutti i testi dei NT, valuto che "theos" viene usato al singolare sempre per evidenziare o il vero Dio o il falso dio, e l'unico caso in cui si parla di "rappresentanti divini" è "theoi" (Dio al plurale) prendendo tra l'altro la citazione di un passo veterotestamentario è già tutto dire.


In tutti i casi i "greci" erano educati non su testi pagani, la loro Bibbia era la LXX in cui theos è usato anche in senso non trascendente, certo le cose cambiarono dal 70 in poi, come dimostra la confusione che venne a crearsi.



Nella LXX per forza di cosa abbiamo "theos" per sottolineare anche i messaggeri o rappresentanti divini (i cui casi non superano nemmeno l'1 %), solo perchè il corrispondente specifico di "elohim" è "theos" in greco. Perciò bisogna valutare il contesto nel quale questa parola è inserita.


Inoltre sia gli evangelisti che Paolo non mostrano di aver eliminato il loro "semitismo" per adottare terminologie diverse. Se i vangeli erano "destinati" ai greci è alquanto strano trovare espressioni del tutto incomprensibili a chi non era ebreo o non conosceva la LXX.

.

Esempi?


Lo stesso vangelo di Giovanni è pieno di semitismi e riferimenti, linguistici e teologici, all'AT, per cui non vedo strano che possa descrivere il Figlio di Dio, il Logos preesistente, colui che ha speigato Dio con un termine che viene usato nell'AT per Mosè. E chiaro che nel NT l'unico essere che può fregiarsi di questo titolo è Gesù. Non a caso è usato solo in riferimenento a lui ed a nessun altro rappresentante terreno successivo.

.

Qui siamo al paradosso. E' chiaro che Giovanni non poteva abbandonare il suo substrato culturale ma è chiaro che tutta l'attività missionaria apostolica si aggira nell'Asia Minore dominata dalla cultura greca. Perciò anche se ovviamente rimane lo strascico "ebraico", l'autore che sia Giovanni o Paolo tiene presente il contesto culturale ed i destinatari a cui manda lo scritto. Se poi consideriamo la nascita della chiesa primitiva ovvero la chiesa di Gerusalemme, come puoi osservare in At 2 non troviamo di certo solo gli ebrei ma più di dieci nazionalità, dimsotrazione che la chiesa nascente era caratterizzata da un bel miscuglio!

Inoltre utilizzando una tua sempre presente obiezione, ovvero che "ho theos" è sempre riferito a Geova e perciò è scorretto indirizzare questo appellativo a Gesù perchè visto per poche volte come "theos", la stessa cosa vale su quanto affermi qui ovvero che se pochissime volte "theos" è usato (in ambito AT) nel senso di rappresentanza divina, non vedo perchè nel caso di Gesù bisogna pensare per forza a questo concetto quando nel 99% dei casi theos si riferisce o al vero Dio oppure al falso dio.

[SM=g27988]
barnabino
00venerdì 20 ottobre 2006 22:02
A chi devo rispondere? Non è che riesco a stare dietro a tutto questi post, mettetevi d'accordo! Monogenes, theos o hypostasis?

Vi affannate a forzare i soliti due o tre passi biblici che dovrebbero dimostrano solo che Gesù ha delle qualità divine ma non andate al NOCCIOLO del problema!

Vi chiedo: se Dio è una TRINITA' (tre persone in una sostanza) questo dovrebbe essere chiaro, Dio dovrebbe essersi rivelato in quel modo.

Eupeptico vi ha chiesto, e vi prego di non andare OT, se questo concetto si può ricavare dalla sola scriptura senza ricorrere alla sucessiva elaborazione teologica.

Si o no?

[Modificato da barnabino 20/10/2006 22.04]

barnabino
00venerdì 20 ottobre 2006 22:46
Provo qualche flash su quello che mi pare interessante:


Siccome la sostanza è ciò che sta sotto, il più profondo essere di qualcosa, questo termine rimanda alla stabilità e alla realitas di qualcosa, nel senso di res, il suo essere un qualcosa in quanto ha una determinata hypostasis



Non riesco a capire davvero come questo avrebbe a che fare con il fatto che Gesù "condivide" la sostanza di Dio. Gesù è solo l'impronta lasciata dalla realtà divina. Non è quella realtà, è altro da essa.

Dio è la realtà, Gesù è l'immagine, il riflesso, l'impronta. Dio è il sigillo, fatto di una sostanza mentre Gesù ne è solo l'impronta.

L'impronta non ha la "sostanza" del sigillo, la rivela soltanto. Un sigillo non si legge, l'impronta lasciata sulla creta la rende inteliggibile con la sua vita. ma questo non contiene nessuna "condivisione". Dove? Non è Gesù a "lasciare" l'impronta ma Dio.


Cristo è la rivelazione di Dio perché la riproduzione del suo essere può profondo



Non vedo come questo possa indicare una "condivisione" di sostanza. Cristo ha rivelato il Padre con il suo amore, che è l'essere più prfondo di Dio (Dio è amore) ma non vedo come questo ti possa in qualche modo autorizzare a pensare a identità diverse.

Leggi il contesto: non si parla di "deità" ma di "messianicità". Paolo in quel passo parla di figliolanza come adozione Messianica. Ti rendo conto o no che siamo in un contesto tutto doverso da quello che tu vorresti immaginare?


Bultmann parla di “modalità d’essere”, per questo la TOB traduce con “pur essendo nella condizione di Dio”, una resa splenditi



Dio è uno spirito, dunque Gesù prima di diventare uomo era uno spirito e "un dio" ovvero un angelo. Mi pare che il senso della frase sia evidente nel contesto classico delle scritture. Quella era la su amodalità di essere. Perchè complicarci la vita quando tutto il passo è basato sulla tesi che a differenza di Adamo e Satana Gesù non volle aspirare all'autorità divina? Mah!


Non sta nella vostra “liturgia” neppure l’inchino a Cristo, figurarsi la prostrazione



Io a Gesù elevo cantico di omaggio e lodi in preghiera. Quando gli uni lo vedranno in cielo non avranno problemi a prostrasi davanti a lui. Se Gesù fosse presente non avrei problemi a fare lo stesso, ad inchiarmi ed a baciarlo. Cosa ci trovi di strano? Mah!


No. “in realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra, e difatti ci sono molti dei e molti signori



E allora? Non vedo cosa vuoi dimostrare. Ci sono molti dei e Sognori. Da una parte dei in cieli (e un solo Dio , il Padre) e Signori in terra (e un solo Signore in terra, Gesù).

In Salmo 110 ci sono due Adon, uno è Adonai, il Signore assoluto, Geova, e poi l'Adon ovvero Gesù Cristo. Il Signore (Geova) ha detto al mio Signore (Davide/Gesù). Anche Davide per Piatro era "signore" ma Geova rimaneva "Signore del Signore" Gesù. Non un Signore (Geova/Gesù) ma due: Geova Signore sul signore Gesù.

Ti inviti poi a leggere 1 Timoteo 6,15-16 dove Paolo spiega il senso della sua affermazione:

"Questa [manifestazione] il felice e solo Potentato mostrerà nei propri tempi fissati, il Re di quelli che governano come re e [il] Signore di quelli che governano come signori, il solo che ha immortalità"

Come vedi qui Gesù e chiaramente Signore sui signori umani, e non in senso assoluto come tu pretendo allo solo scopo apologetico di equipararlo al Signore Geova, Egli è IL SOLO DIO. Medita su questa espressione presa dal monoteimo ebraico che MAI E' USATA per Gesù.


Dunque in cielo c’è un solo theos, alla faccia dei TdG e delle loro speculazioni con una teologia che era superata da secoli, e c’è un solo Signore



In cielo ed in terra c'è giustamente un solo ho theos, Gesù (come Mosè) infatti (come nel caso si Signore) non è theos in senso assoluto, trascendente, ma lo è in quanto essere potente, rappresentante divino. In quel senso non stiamo certo impiegando "theos" nel senso assoluto, altrimenti dovremmo negare che "kyrios" si possa appplicare ad esseri umani perchè c'è un "solo Signore" in terra. Assurdo!


Il battesimo di Giovanni era dunque solo acqua, ma i cristiani non lo praticano più perché per noi c’è un solo battesimo, nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo.



Ignorante, Paolo parla tranquillamente di altri battesimi che non sono certo quello di Giovanni... ma devo perdere tempo con te?


Nel NT non c'è la Trinità ma c'è la divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito.



Questo non è certo un concetto trinitario, anche per i TdG il figlio e lo spirito sono divini.


s'è trovato con una patata bollente, ossia da una parte predicare che si era monoteisti e dall'altra che anche Cristo era Dio



La "papata bollente" c'è solo nella tua fantasia malata, a meno che non vollero 300 anni per farla bollire.

Shalom






barnabino
00venerdì 20 ottobre 2006 23:17
Caro Andrea,


Se considerando tutti i testi dei NT, valuto che "theos" viene usato al singolare sempre per evidenziare o il vero Dio o il falso dio, e l'unico caso in cui si parla di "rappresentanti divini" è "theoi" (Dio al plurale) prendendo tra l'altro la citazione di un passo veterotestamentario è già tutto dire.



Non capisco il tuo discorso. Giovanni non intendeva certo dimostrare che i giudici ingiusti erano "dei" in senso ellenistico. Il suo richiamo all'AT indica che il senso di "theos" come essere non trascendente era ben conosciuta ed utilizzata.

Se Giovanni stesso usa "theos" in un passo citandolo dai Salmi non vedo perchè non lo possa aver usato nello stesso senso nei confronti di colui che riteneva il principale rappresentante di Dio, la Parola.

E' chiaro poi che l'uso sia limitato a Cristo, che altri poteva essere definito "dio" tranne lui? Ti faccio notare che Gesù è chiamato "theos" due volte, tante quanto Mosè.


Perciò non puoi dire che i Giudei o gli ebrei della diaspora superavano il gruppo greco



E' un fatto, ed è un fatto che certe espressioni sarebbero incomprensibili ai gentili senza la mediazione della LXX o delle scritture ebraiche. Non si vede perchè escluderlo per questo passo.


solo perchè il corrispondente specifico di "elohim" è "theos" in greco.



Ma li leggi i miei post? Ma siete tuttio così autoreferenziali voi trinitari? Ti ho già detto che non in tutti i passi la LXX rende 'elohim con theos, in alcuni passi rende tranquillamente con aggelos. Se quello era il solo senso comnprensibile lo avrebbe fatto ovunque. MA questo non importa, quello che importa è come nel I secolo si leggeva, e nel I secolo "theos" nella LXX era usato non solo in senso trascendete. Perchè deve essere diverso in Giovanni è un mistero!


Esempi?



Traduci un pò questo: "to proswpon esthrisen tou porouesthai" che senso aveva per un "greco"?


è chiaro che tutta l'attività missionaria apostolica si aggira nell'Asia Minore dominata dalla cultura greca.



Non vedo cosa possa significare, nel suo vangelo Giovanni non si fa problemi a fare riferiementi specifici alla cultura ebraica. Non mi pare davvero un "prontuario" per neofiti.


se pochissime volte "theos" è usato (in ambito AT) nel senso di rappresentanza divina, non vedo perchè nel caso di Gesù bisogna pensare per forza a questo concetto quando nel 99% dei casi theos si riferisce o al vero Dio oppure al falso dio.



Semplicemente perchè non esiste nessuna attestazione che indichi che Dio possa essere "due" persone diverse. Se Geova è il solo Dio è se Gesù è detto "theos" e non specificamente "ho theos" ad identificarlo come "Dio Onnipotente" non ci resta, alla luce delle attestazioni conosciute, che pensare che Giovanni lo considerasse "dio" come lo era Mosè o gli angeli. Ma non capisco il motivo di negare una cosa che nel I seoclo era soltanto ovvia.

Shalom

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